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lunedì 12 settembre 2016

Antonio Carra (Parma, 1824 – Buenos Aires, 15 agosto 1895) Anarchico

Antonio Carra (anarchico)

Antonio Carra (Parma, 1824 – Buenos Aires, 15 agosto 1895) è stato un artigiano e anarchico italiano, esecutore dell’assassinio di Carlo III di Parma avvenuto nel 1854.

Cenni biografici

Antonio Carra, sellaio e tappezziere di professione, di idee anarchiche ma legato ad ambienti mazziniani, la sera del 26 marzo del 1854, mascherato da un tabarro, assassinava con un colpo di pugnale sulla piazza antistante il palazzo ducale Carlo III di Parma.
Riuscito a sfuggire ad un breve inseguimento da parte di un soldato e a rifugiarsi tra amici, Carra fu arrestato tra i sospetti e rinchiuso nelle carceri di San Francesco. Con abilità e fortuna riuscì a dimostrarsi innocente fornendo un alibi valido e dopo dieci giorni di prigione fu liberato.
Ben presto riparò a Genova, poi in Inghilterra, infine in Argentina a Buenos Aires nel 1855. Qui, prese il nome di Giuseppe Baratta esercitando il mestiere di "stipetaio" e chi lo conobbe lo definì "misantropo e scontroso". Carra rivendicò successivamente l'assassinio con una lettera al Governo di Parma.
Nel 1859 con lo scoppio della seconda guerra di indipendenza rientrò a Parma, ma fu consigliato da amici di ritornare in America, ove morì a Buenos Aires il 15 agosto del 1895.
Il suo gesto non fu mai capito e apprezzato dagli ambienti del Risorgimento italiano al contrario di quello messo in atto dal soldato calabrese Agesilao Milano che attentò nel 1856 alla vita del re di Napoli Ferdinando II e alla cui madre Giuseppe Garibaldi, dittatore meridionale, concesse un vitalizio mensile e una dote alle sorelle, subito revocati appena cessata la dittatura.

 Carlo III di Borbone-Parma , protetto dalle truppe austriache, tenne lo stato sotto legge marziale, inflisse pesanti sanzioni ai componenti dell'antico governo provvisorio e chiuse l'Università.
Venne pugnalato a morte per strada il 26 marzo 1854 da un attentatore rimasto sconosciuto. Inizialmente fu incolpato il sellaio parmense Antonio Carra (mazziniano) che però venne successivamente riconosciuto innocente. Carra emigrò a Buenos Aires e da lì inviò una lettera al Governo di Parma affermando di essere il responsabile dell'omicidio. Nell'incartamento relativo al processo all'avvocato mazziniano Luigi Petroni, celebrato a Roma nel dicembre 1854, esiste una lettera in cui viene descritto l'assassinio del duca:
«[…][l'assassino] attese la sua vittima ad una svolta di strada l'affrontò parlandogli in sul viso con piglio di affaccendato, disse lasciatemi andare al centro che ho fretta. Mentre il duca rispondeva: che sfacciataggine è questa, quegli gli squarciava con larga ferita il ventre, da basso, e tenendo il coltello immerso, si spinse alcuni passi addietro, per modo da trovarsi al coperto dall'intendente addietro che accompagnava il Duca. Questi stramazzò, l'intendente accorse, l'assassino seguitò la sua corsa fino a rimescolarsi con un gruppo di gente. [...] L'augusto ferito fu recato di colà al palazzo per mano dell'intendente e dell'alabardiere, in mezzo alla gente accorsa. Furono subito dati ordini perché le porte della città fossero chiuse, e fatte delle perquisizioni domiciliari. Altri aggiunti. Cinque o sei giorni prima del colpo si vide scritto in vari luoghi della città, morte al duca, e poco prima del fatto: sepoltura al duca. Nel giorno in cui succedette il colpo, si trovarono troncati i fili del telegrafo verso Piacenza e verso Lombardia e per togliere che i soprastanti potessero rannodarli in ciascuna direzione erano stati troncati in tre luoghi.»

 Carlo III, duca di Parma
sconosciuto

On Sunday 26 March 1854, around 4:00 p.m, Charles left the Riserva Palace to take a walk on the streets of Parma, as he used to do every afternoon. He was accompanied only by an aide-de-champ, Count Bacinetti. During his walk, he saw his wife, Duchess Louise Marie, who was sitting in a carriage, listening to an open-air concert in a square of Parma. They waved to each other politely. At 5:45 the Duke was returning to his palace; while he was passing by the Church of Sta Lucia, he stopped for a moment to ask about the identity of a pretty girl whom he had just seen in an upper window across the street. He was making the inquiry and saluting two soldiers, who walked by him, when he was attacked from behind by two men who were trailing him. One of them knocked the Duke violently and stabbed him deep in the stomach with a triangular blade. Everything happened so fast that Charles initially did not realize what had just transpired and seconds later gasping he said, "My God, I'm done for. They have stabbed me". In the confusion, the two assailants escaped running in opposite directions and mixing with the crowd.
The wounded Duke fell on the ground in a pool of blood with the blade still in his stomach. He was lifted up, and held by his arms and legs. He was carried back to the palace. He made no complaints as his doctors treated his wound, which was deep. He asked if they thought his life was in danger. They lied assuring him that it was not and he passed out. In moments of lucidity, the Duke, realizing the seriousness of his condition repeated: "I am preparing myself for a long journey". The Duke received the last rites and was able to see his wife and their children for a last time. After atrocious suffering, which he endured bravely, he died the following evening, March 27, at 5:30 p.m. He was thirty-one years old.
Charles's body was buried in the Cappella della Macchia near Viareggio. His heart was placed in an urn in the crypt of the Sanctuary of Santa Maria della Steccata in Parma. The Duke's assailants, Ireneo Bochi and Antonio Carra, escaped prosecution. Both were briefly arrested, but as they look very much alike, witnesses were confounded and their testimonies deemed unreliable. Count Bacinetti, the key witness, was not liked by Duchess Louise Marie, who had him expelled from Parma. Bochi and Carra acted not for political reasons, but for financial gain. It was never clarified who paid them to kill the Duke.

Il Palazzo Ducale di Parma in un acquerello di Giacomo Giacopelli

Chiesa di Santa Lucia (Parma)


carcere San Francesco Parma
Ai muri... brandelli di vita reclusa   

 Villa Borbone a Viareggio
 

 

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