Visualizzazioni totali

sabato 30 giugno 2018

Quando a morire per mare erano i nostri emigranti

Quando a morire per mare erano i nostri emigranti

Molti annegano, e per questa povera gente, il sogno di vivere una vita migliore resta una triste chimera

A cura di Franco Rinaldi, cultore di storia e tradizioni popolari di Manfredonia

Foto copertina articolo - Affondamento Sirio -19 agosto 1906-copertina domenica del Corriere di AchilleBeltrame


Manfredonia – Le grandi masse migratorie dall’Africa verso l’Europa e poi verso le Americhe hanno per secoli caratterizzato la storia dell’Umanità. E’ inutile nasconderlo, siamo tutti emigranti. E’ impossibile bloccare con la precaria politica dell’economia o con la stupida xenofobia, milioni di disperati che dall’Africa, per fuggire alle guerre, alla miseria e alla disperazione attraversano il mare in barconi fatiscenti, rischiando la vita con la speranza di un domani migliore in Europa. Molti annegano, e per questa povera gente, il sogno di vivere una vita migliore resta una triste chimera. Vorrei ricordare a quelli che hanno la memoria corta, che tra i milioni di emigranti italiani, che nell’800 e poi nel ‘900 si sono trasferiti in Nord America, Sud America, Australia e Canada, nella ricerca di un lavoro, moltissimi erano settentrionali.
Tra i naufragi accaduti agli italiani che si trasferivano in America, tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, vanno ricordati quelli drammatici relativi all’affondamento delle navi passeggeri, bastimenti e piroscafi che trasportavano i nostri connazionali oltreoceano, che costarono la vita a migliaia di emigranti italiani. Nel 1880 affondò il piroscafo “Ortigia”; nel 1891 naufragò “l’Utopia”; nel 1898 il “Bourgogne”; nel 1906 il “Sirio”; nel 1927 il “Principessa Mafalda”.
La responsabilità delle tragedie in mare delle navi che trasportavano gli emigranti italiani furono causate in alcuni casi dalla trascuratezza degli armatori e dalla mancanza di controllo da parte delle autorità competenti addette a visionare queste navi passeggere e da trasporto commerciale.
Il 24 agosto 1880 il piroscafo italiano Ortigia affondò al largo della costa argentina dopo aver speronato accidentalmente una nave mercantile, provocando la morte di 149 emigranti.
Nel 1884 la nave italiana Brazzo che aveva imbarcato 1333 poveri emigranti, stipati a bordo come animali da macello, fu causa durante la traversata nell’oceano, dello scoppio del colera che provocò 20 morti. Per questo motivo, la nave fu respinta a colpi di cannonate prima di entrare nel porto di Montevideo in Uruguay. Nel 1888 sulla nave italiana Carlo Raggio durante la lunga traversata con 1851 nostri emigranti a bordo, 18 persone morirono di fame. Sulla stessa nave nel 1894 morirono per asfissia 27 emigranti e si ammalarono più di 300.
Sulla nave Parà nel 1889 si contarono 34 morti di morbillo. La sera del 17 marzo 1891, con il mare in burrasca e ridotta visibilità, davanti al porto di Gibilterra il bastimento inglese Utopia con a bordo 813 emigranti quasi tutti italiani, sbagliò manovra e andò a impattare con la poppa sul rostro della corazzata britannica Anson, che era alla fonda. L’incidente provocò una grossa falla all’Utopia che in pochi minuti colò a picco portando con se in fondo al mare, 576 poveri emigranti. La nave era partita da Trieste e aveva fatto tappa a Napoli, dove aveva imbarcato gli italiani che dovevano espatriare. La maggior parte delle vittime proveniva dalla Campania, Abruzzo e Calabria.
Nel 1893 sul Remo morirono per colera e difterite 96 emigranti italiani. Nel 1894 sull’Andrea Doria su 1317 emigranti, 159 perirono a bordo per malattie varie. Nello stesso anno, sul Vincenzo Florio si contarono 20 morti per malattie varie. Il 4 luglio 1898 un piroscafo francese, il Bourgogne, dove erano imbarcati numerosissimi emigranti italiani, dopo una collisione, al largo della Nuova Scozia, con il veliero inglese Cromartyshire, affondò provocando la morte di 549 di nostri connazionali.
Il giornale dell’epoca di Parigi “Petit Journal” pubblicò in prima pagina le orribili scene dei corpi delle persone annegate e poi spinte dalle onde sulla spiaggia. Sul piroscafo Città di Torino nel novembre 1905, su 600 emigranti imbarcati 45 morirono per malattie varie.
Il 4 agosto 1906 sulla spiaggia di Cartagena sulla costa orientale della Spagna, nella sciagura del vapore Sirio fu incredibilmente trovato vivo un lattante in fasce. Gli abitanti di quella città, gridarono al miracolo, perché solo il buon Dio avrebbe potuto salvare quella piccola creatura. I corpi annegati di molti migranti italiani, restituiti dalle onde, furono allineati sulla spiaggia. I morti secondo il Lloyd, che voleva difendere gli armatori furono 292, ma una valutazione più attenta dei naufraghi, stimava da quattrocento a cinquecento persone annegate.
Il vapore affondato, che era partito da Genova due giorni prima, ed era diretto a Gibilterra, da dove doveva intraprendere il viaggio nell’Atlantico per il Brasile, non era provvisto di doppie eliche né di paratie stagne. Tra i passeggeri sopravvissuti del Sirio, un certo Felice Serafini. Questi prima di partire era passato dal fotografo Recalchi di Arzignano in provincia di Vicenza, e gli aveva lasciato una foto a ricordo con tutta la sua numerosa famiglia. La mattina dopo del naufragio, Serafini, mentre girava angosciato tra i sopravvissuti trovò due dei suoi figlioli, mentre la moglie che era anche incinta, e gli altri sei figli erano annegati, inghiottiti dal mare.
Il 25 ottobre 1927, la nave ammiraglia della flotta commerciale italiana Principessa Mafalda nel suo ultimo viaggio in rotta per l‘Argentina (al suo ritorno doveva essere smantellata), al largo delle coste del Brasile, perse l’asse dell’elica sinistra, che provocò uno squarcio nello scafo di poppa e dopo cinque ore l’affondamento della nave. Nel disastro annegarono 314 emigranti italiani, tra questi, liguri, piemontesi e veneti, molti dei quali furono divorati dagli squali che infestavano quelle acque. Un gran numero di naufraghi furono salvati dalle scialuppe di salvataggio della stessa nave e dai soccorsi effettuati da varie navi, che accorsero in aiuto dopo il primo S.O.S. lanciato dalla Mafalda.
La nave che aveva dei seri problemi di tenuta in mare, durante il viaggio, si fermò per riparazioni ai motori, almeno otto volte. L’esperto comandante del Mafalda, Simone Gulì, siciliano, nonostante le avvisaglie, proseguì il viaggio e si avventurò nell’oceano.
La signora Flora Forciniti, che con la madre e due fratelli doveva
raggiungere il padre e i fratelli a Buenos Aires, dopo più di cinquant’anni, riferì al “Clarin” che la nave Principessa Mafalda navigava paurosamente inclinata, provocando problemi di equilibrio ai passeggeri e agli oggetti di bordo. Mussolini cercò di minimizzare la tragedia, esaltando l’eroismo del comandante della nave, ma per la stampa argentina e brasiliana, gli emigranti italiani che non videro realizzato il loro sogno di raggiungere Buenos Aires per lavoro furono 657.
Va altresì ricordato, che sul Mafalda c’era un forziere di monete d’oro del valore di 250.000 lire dell’epoca, quale dono del governo italiano a quello argentino per ringraziarlo dell’accoglienza dei numerosi emigranti italiani. Il carico, tuttora, giace a duemila metri di profondità nella stiva del relitto della nave. Nel 1940 il piroscafo inglese Arandola Star fu silurato dai tedeschi e affondato vicino le coste del Brasile. Morirono nella tragedia 446 emigranti italiani.
Va evidenziato che i nostri emigranti (per la maggior parte meridionali)
che si sono trasferiti oltreoceano dalla fine dell’800 fino agli inizi degli anni ’30 del secolo scorso, erano semplici braccianti, artigiani, contadini e manuali, per lo più analfabeti. Questi che partivano, con valigie di cartone legate con spago, e con pochi indumenti, affrontavano un viaggio rischioso e pericoloso per l’epoca, verso il sogno americano, nella speranza di un’esistenza migliore per se stessi e le proprie famiglie.
Ai nostri figli faremmo bene a far conoscere la terribile realtà di quella che è stata l’emigrazione italiana. In particolare quando i nostri connazionali venivano schiavizzati e utilizzati come bassa forza nella manodopera nelle industrie americane, nelle piantagioni del brasile e dell’argentina, spesso truffati e mal pagati da sfruttatori di turno.
Far sapere ai nostri figli, il terribile destino di molte italiane cedute a bordelli e i bambini venduti a pedofili di turno.
Basta vedere alcune foto d’epoca degli emigranti e, ci si rende conto come erano trattati i nostri connazionali sulle navi, stipati come animali da macello, dove il fetore delle feci, del vomito e le esalazioni rendevano l’aria nelle stive irrespirabile.
In ogni traversata si contavano a bordo delle navi date le precarie condizioni di igiene numerosi morti per colera, asfissia, fame, tubercolosi, morbillo e difterite.
L’insegnamento che ci viene dall’esperienza dei nostri connazionali, dovrebbe farci comprendere meglio le ragioni che ogni giorno spingono questi disperati che ogni giorno arrivano sulle nostre coste, rischiando la vita su barconi fatiscenti e gommoni, nella speranza di un domani migliore. Noi italiani fuggivamo dalla povertà, questi extracomunitari fuggono dai loro paesi per sottrarsi, oltre che dalla miseria, da guerre e oppressioni. Italiani, brava gente !. Era il titolo di un bellissimo film del 1965 diretto dal regista Giuseppe De Santis. Si, credo che lo meritano questo appellativo, in particolare quelle popolazioni meridionali, che da anni sono impegnate insieme alle forze navali italiane a salvare ed assistere i poveri extracomunitari che arrivano ogni giorno dalle coste Libia, sfruttati, malmenati e schiavizzati da scafisti delinquenti e senza scrupoli.
(A cura di Franco Rinaldi, cultore di storia e tradizioni popolari di Manfredonia)

 
La-nave-ammiraraglia-della-flotta-commerciale-italiana-Principessa-Mafalda.

 1891-Relitto-del-piroscafo-Utopia-a-Gibilterra-Porto-di-Unknown.

1891-Affondamento-piroscafo-Utopia

1898-Affondamento-del-Bourgogne.

 1900-Emigranti-a-New-York-City

1906-Affondamento-del-Sirio

Affondamento-del-Sirio-la-famiglia-Serafini-di-Azignano-provincia-di-Vicenza.

 Cartina-nautica-zona-isole-Baleari-Affondamento-Sirio.

 Emigranti-di-un-tempo-su-una-nave.

 Emigranti-italiani-annegati-dopo-l'affondaemnto-della-nave-Sirio-sulla-spiaggia.

Emigranti-italiani-su-un-bastimento-agli-inizi-del-900.

Alex Ross - Hulk cover prelim

Alex Ross - Hulk cover prelim 

pencil on art paper
 cover prelim

 

EX LIBRIS COLLECTION 163 - Erotica

Unknown artist 
Unknown owner
Country:    Unknown
 Unknown year
Erotica , Ex Erotica 

Alex Ross - Guardians of the galaxy prelim

Alex Ross- Guardians of the galaxy prelim 

cover
pencil on art paper

 

Ⓐ Documental Hijos del Pueblo 2003, Anarquistas II - Mártires y vindicadores Ⓐ

Ⓐ Documental Hijos del Pueblo 2003, Trabajadores Anarquistas FORA AIT, FLA IFA Ⓐ

Fuente: http://www.taringa.net/posts/info/1166918/Anarquistas---Hijos-del-Pueblo-(documental-historia-del-anar.html

Documental imprescindible para conocer un poco sobre nuestra propia historia y la importancia del movimiento obrero en argentina

Finalmente y despúes de mucho esfuerzo vio la luz la película documental Anarquistas, su primera parte, titulada Hijos del Pueblo.

La temática del anarquismo en la Argentina está prácticamente inabordada a nivel de filmografía documental.

El movimiento obrero e intelectual de extracción anarquista, tuvo la hegemonía de las luchas sociales en la argentina en el período que abarca de 1890 a 1910, año en que fue brutalmente reprimido en los días previos a los festejos del centenario. El movimiento libertario, pese a las deportaciones y a la represión, cobró también importancia -con intermitencias en períodos tales como el centenario, la semana trágica, los fusilamientos de la patagonia- hasata 1930, año del primer golpe militar en la república argentina.

La película documental anarquistas está orientada a rescatar para la cultura y la historiografía argentina, mediante un riguroso trabajo de investigación y análisis, una cantidad importante de material libertario reprimido por la cultura oficial, que quizás de otra manera permanecería en un olvido, con el grave peligro de extinción cultural, ideológica e histórica. El aporte ideológico y filosófico del anarquismo provoca un impacto en la cultura popular y en la subjetividad de la époc a partir de la creación de gran cantidad de bibliotecas populares, ateneos barriales, grupos filodramáticos, escuelas racionalistas y otras iniciativas en las Principales ciudades del país, siendo fundamental la lucha del movimiento anarquista contra las injusticias sociales y en pos de la transformación económica, intelectual y cultural de los sectores proletarios y oprimidos de la población.

El documental fue presentado durante el mes de Ocubre de 2003, en la Biblioteca Popular Juventud Moderna, donde alrededor de 400 personas la vieron y debatieron. Luego tuvo tres presentaciones mas en Mar del Plata, una en la Universidad, en el Centro Movilizador de fondos cooperativos y finalmente en la sala del Séptimo Fuego, con buenas concurrencias támbien. En Buenos Aires fue proyectada en la Federación Libertaria Argentina, con la presencia de Osvaldo Bayer como presentador.

En este momento, el equipo que llevó adelante este primer documental, se encuentra trabajando en su sucesor, que contará con la supervisión y realización del guión a cargo de Osvaldo Bayer. Esta segunda parte, retomará el final del anterior como abriendo un nuevo interrogante, la semana trágica se había transformado en un punto de quiebre, momento en el cual las cosas ya no serían las mismas para el movimiento anarquista. A partir de este momento histórico, se continuará con los hechos de la "Patagonia rebelde", las venganzas desencadenadas por tal motivo, los anarquistas expropiadores, los casos Sacco y Vanzetti y los presos de Bragado, entrando en la década infame y la participación de militantes argentinos en la guerra civil española, donde finalizaría esta segunda parte, claro que se tocarán algunos tópicos también dentro de este período.

*************************

Anarquistas I - Hijos del Pueblo
Película Documental
Dirección: Leonardo Fernández

Finalmente y despúes de mucho esfuerzo vio la luz la película documental Anarquistas, su primera parte, titulada Hijos del Pueblo.

La temática del anarquismo en la Argentina está prácticamente inabordada a nivel de filmografía documental.

El movimiento obrero e intelectual de extracción anarquista, tuvo la hegemonía de las luchas sociales en la argentina en el período que abarca de 1890 a 1910, año en que fue brutalmente reprimido en los días previos a los festejos del centenario. El movimiento libertario, pese a las deportaciones y a la represión, cobró también importancia -con intermitencias en períodos tales como el centenario, la semana trágica, los fusilamientos de la patagonia- hasata 1930, año del primer golpe militar en la república argentina.

La película documental anarquistas está orientada a rescatar para la cultura y la historiografía argentina, mediante un riguroso trabajo de investigación y análisis, una cantidad importante de material libertario reprimido por la cultura oficial, que quizás de otra manera permanecería en un olvido, con el grave peligro de extinción cultural, ideológica e histórica. El aporte ideológico y filosófico del anarquismo provoca un impacto en la cultura popular y en la subjetividad de la époc a partir de la creación de gran cantidad de bibliotecas populares, ateneos barriales, grupos filodramáticos, escuelas racionalistas y otras iniciativas en las Principales ciudades del país, siendo fundamental la lucha del movimiento anarquista contra las injusticias sociales y en pos de la transformación económica, intelectual y cultural de los sectores proletarios y oprimidos de la población.

El documental fue presentado durante el mes de Ocubre de 2003, en la Biblioteca Popular Juventud Moderna, donde alrededor de 400 personas la vieron y debatieron. Luego tuvo tres presentaciones mas en Mar del Plata, una en la Universidad, en el Centro Movilizador de fondos cooperativos y finalmente en la sala del Séptimo Fuego, con buenas concurrencias támbien. En Buenos Aires fue proyectada en la Federación Libertaria Argentina, con la presencia de Osvaldo Bayer como presentador.

En este momento, el equipo que llevó adelante este primer documental, se encuentra trabajando1 en su sucesor, que contará con la supervisión y realización del guión a cargo de Osvaldo Bayer. Esta segunda parte, retomará el final del anterior como abriendo un nuevo interrogante, la semana trágica se había transformado en un punto de quiebre, momento en el cual las cosas ya no serían las mismas para el movimiento anarquista. A partir de este momento histórico, se continuará con los hechos de la "Patagonia rebelde", las venganzas desencadenadas por tal motivo, los anarquistas expropiadores, los casos Sacco y Vanzetti y los presos de Bragado, entrando en la década infame y la participación de militantes argentinos en la guerra civil española, donde finalizaría esta segunda parte, claro que se tocarán algunos tópicos también dentro de este período.

Así las cosas, Anarquistas, su segunda parte, ya ha comenzado a gestarse y pronto podrá ser vista por todos aquellos interesados en conocer la historia de estas ideas en la república argentina.


Opiniones o referencias del autor de la página o de algun lector.

* 1 : Este artículo data de Junio de 2004. Ya se terminó y presentó Anarquistas II con gran éxito en el Teatro Colón de mar del plata y diversas proyecciones en los espacios anarquistas.


Fuente: Dekadencia Humana. Junio de 2004.

* Por anarquia.org.ar en 10/11/06
* KontraKultura

 

Anarquistas II - Mártires y vindicadores - YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=EuEjJC4lNuw
Mar 13, 2013 - Uploaded by CompaNoTrabajes
Dirección: Leonardo Fernández, 2003 Guión: Osvaldo Bayer ... El documental relata la historia del movimiento ...

El documental relata la historia del movimiento anarquista argentino, abarcando los años 1919 a 1931, desde la perspectiva del anarquismo expropiador. El mismo se centra en la vida y acción militante del anarquista italiano Severino Di Giovanni: su derrotero político, sus compañeros expropiadores y las contradicciones con otras tendencias del movimiento y su vida personal. Además de los videos e imágenes de la época, aparecen en el film entrevistas a América Scarfo, Jesús Gil, Vicente Francomano y Jacobo Maguid. 

 

Notes
Romántica anarquía
16.11 El historiador Osvaldo Bayer y el director marplatense Leonardo Fernández presentaron el documental "Anarquistas II. Mártires y vindicadores", en el Colón.

Ante un marco interesante de público el escritor el historiador Osvaldo Bayer presentó ayer en el Teatro Colón el documental ""Anarquistas II. Mártires y vindicadores"" que cuenta con su co-realización del guión junto al director marplatense Leonardo Fernández. La introducción al documental fue breve y concisa y fue compartida por el Secretario de Cultura Marcelo Marán y el reconocido historiador.

Refiriéndose al film en el cuál también brinda su testimonio junto a importantes figuras del movimiento de socialistas libertarios de la década del 20 y el 30, Bayer dijo: “cuando comencé la investigación sobre él en 1967, debería haber filmado a todos los luchadores que colaboraron conmigo en su momento. Lamento no haberlo hecho, pero me consuela tener la palabra de América -compañera de Di Giovanni-, algo muy difícil de lograr. Ella fue actora de uno de los capítulos más dramáticos de la historia del anarquismo argentino de los años ´20.""

Bayer sacó a relucir una visión romántica del anarquismo haciendo hincapié en un movimiento obrero de principios del siglo pasado que tenía su fe depositada en el triunfo final de un socialismo libertario compuesto por trabajadores de diferentes oficios que resolvía sus conflictos en paz y sin asambleas. Se refirió así a “una épica del movimiento obrero” compuesta por 70000 trabajadores “trabajando por la paz al canto de la marsellesa anarquista”, que comenzó a perderse ya en 1930 con la formación de la CGT a la cual se refirió irónicamente. Osvaldo Bayer fue el responsable de encontrar mientras cumplía su papel de historiador investigador, las cartas de amor que el joven Severino Di Giovanni escribiera a América durante los momentos en que más acosado se veía por su persecución política y policial.

Osvaldo Bayer, América Scarfó, Jesús Gil, Vicente Francomano y Jacobo Maguid brindan testimonio en esta película en la que la mayoría de los hechos que registra refieren a la vida de Di Giovanni, aquel italiano que llegó a la Argentina en 1923 escapando del fascismo y vivió de un modo en extremo singular los ideales anarquistas. El film sucede a ""Anarquistas I"", mientras este recrea el período de auge y posterior estancamiento del anarquismo en Argentina, desde 1902 hasta 1922, año de ""La Patagonia Rebelde"", aquel recupera su período más crítico, desde la pena de muerte a los anarquistas italianos Sacco y Vanzetti que desataron una reacción generalizada de los obreros argentinos, y que se fue agravando hacia 1930 con la feroz dictadura de José Evaristo Uriburu.

Este documental muestra las internas del anarquismo en Argentina y el mundo y reabre una discusión sobre las intensiones románticas de la anarquía pacifista y las acciones violentas de los grupos más radicales de obreros. Con el film como principal protagonista y una posterior ronda de preguntas dirigidas a los realizadores, se desarrolló entonces un evento de especial interés histórico que nos permite comprender un poco más los tiempos vigentes.

Fuente: http://www.ciudadabstrakta.com








Alex Ross -Thor Marvel 75th Anniversary

Alex Ross -Thor Marvel 75th Anniversary

Cover 
Paint - Watercolor

 

venerdì 29 giugno 2018

Gary Lewis and the Playboys 1965/1975 Pop Rock Band

Gary Lewis and the Playboys

Gary Lewis & the Playboys è stato un gruppo musicale pop rock statunitense formatosi negli anni sessanta, guidato da Gary Lewis, figlio dell'attore comico Jerry Lewis. Il gruppo è conosciuto principalmente per il singolo da primo posto in classifica del 1965 This Diamond Ring. L'immagine della band era quella dei "bravi ragazzi della porta accanto" simile a quella di contemporanei gruppi della British invasion come Herman's Hermits e Gerry and the Pacemakers. Il gruppo originale si sciolse nel 1970, ma una successiva versione della band continuò a fare concerti, spesso per organizzazioni benefiche di reduci.

Storia

La band nacque con il nome "Gary & the Playboys". Gary Lewis creò il gruppo insieme a quattro amici quando aveva diciotto anni.
La band fece un'audizione per lavorare come gruppo musicale a Disneyland, senza menzionare il fatto che Gary fosse il figlio del celebre Jerry Lewis. Ottennero il lavoro, e il gruppo iniziò ad esibirsi ogni sera per i visitatori di Disneyland.
Il direttore d'orchestra Les Brown, amico di Jerry Lewis da anni, segnalò la band al produttore discografico Snuff Garrett. Dopo aver assistito ad un loro concerto, Garrett consigliò di inserire anche il cognome "Lewis" nel nome della band in modo da sfruttare la celebre parentela per vendere più dischi.
Garrett portò il gruppo in studio di registrazione per incidere la canzone This Diamond Ring in una sessione finanziata dalla moglie di Jerry Lewis, Patti. Volendo andare sul sicuro, Garrett scritturò degli esperti session men per effettuare delle sovraincisioni sul pezzo, inclusi gli assoli di chitarra e di tastiera, una supplementare linea di basso e percussioni aggiuntive.
I session men che parteciparono alla seduta furono: Mike Deasy e Tommy Allsup alle chitarre, Leon Russell alla tastiera, Joe Osborn al basso, e Hal Blaine alla batteria. Il cantante Ron Hicklin incise la traccia vocale base. Quindi, Garrett aggiunse la voce di Lewis per due volte, e alcuni strumenti suonati dai Playboys.
Per promuovere il singolo, Garrett contattò vari disc jockey di New York, come "Murray the K" Kaufman, e Jerry Lewis ricorse alle sue conoscenze nell'ambiente dello show business per far apparire il gruppo del figlio al prestigioso Ed Sullivan Show. Tuttavia, Sullivan voleva che tutti gli artisti che si esibivano nel suo programma suonassero rigorosamente dal vivo. Dato che molti dei trucchi da studio di registrazione impiegati nel brano non erano riproducibili dal vivo, si raggiunse un compromesso: Lewis cantò dal vivo sopra una base pre-registrata mentre gli altri membri della band fecero solo finta di suonare i rispettivi strumenti.
L'apparizione della band allo show del gennaio 1965 rese istantaneamente Gary Lewis and the Playboys delle star in America. This Diamond Ring raggiunse il primo posto nella classifica Billboard Hot 200, vendendo oltre un milione di copie, e diventando disco d'oro. Forte del riscontro ottenuto, la band fece un cameo in una scena del film I 7 magnifici Jerry (1965), diretto da Lewis padre: è il gruppo musicale che canta la canzone This Diamond Ring stipato nel bagno di un aeroplano. Però, alla fine del 1965 solamente West e Lewis erano ancora in formazione nella band. Gli altri membri originali erano stati rimpiazzati velocemente da Tommy Tripplehorn (padre dell'attrice Jeanne Tripplehorn), Carl Radle, Jimmy Karstein, Randy Ruff, Pete Vrains, Bob Simpson, Adolph Zeugner, Les John, Wayne Bruno, e Dave Gonzalez.
Gary Lewis and the Playboys furono uno degli unici due gruppi musicali degli anni sessanta i cui primi sette 45 giri entrarono tutti nella Top 10 della Billboard Hot 100 (i The Lovin' Spoonful furono l'altro).
Nel gennaio 1967 Lewis fu arruolato nell'esercito statunitense. Quando venne congedato nel 1968, il momento d'oro del gruppo era ormai passato e il successo iniziò a scemare. Lewis continuò a portare in giro per gli Stati Uniti il gruppo in vari tour del Paese, partecipando anche a molte edizioni del programma Labor Day Telethon presentate dal padre.
Nonostante il grande successo riscosso dal gruppo in patria, fuori dagli Stati Uniti Gary Lewis & the Playboys non ebbero mai alcuna notorietà di rilievo.

Trade ad for Gary Lewis & the Playboys' single "This Diamond Ring". To better adapt it to his respective Wikipedia article, the ad was cropped and cleaned in a graphics editing program. The original can be viewed at the source below.
Liberty Records - Billboard, page 13, 19 December 1964

Gary Lewis & the Playboys were an American 1960s era pop and rock group, fronted by musician Gary Lewis, the son of comedian Jerry Lewis. They are best known for their 1965 Billboard Hot 100 number-one single "This Diamond Ring", which was the first of a string of hit singles they had in 1965 and 1966. The band had an earnest, boy-next-door image similar to British invasion contemporaries such as Herman's Hermits and Gerry and the Pacemakers. The group folded in 1970, but a version of the band later resumed touring and continues to tour, often playing for veterans' benefits.

1960s fame

The group began life as Gary & the Playboys. Gary Lewis started the band with four friends of his when he was 18. Joking at the lateness of his bandmates to practice, Lewis referred to them as "playboys", and the name stuck.
They auditioned for a job at Disneyland, without telling Disneyland employees about Lewis' celebrity father. They were hired on the spot, audiences at Disneyland quickly accepted them, and the Playboys were soon playing to a full house every night.
The orchestra bandleader Les Brown, who had known Jerry Lewis for years, had told record producer Snuff Garrett that the younger Lewis was playing at Disneyland. After listening to the band, Garrett thought using Gary's famous name might sell more records, and convinced them to add "Lewis" into their name.
Garrett brought them to a recording studio with the song "This Diamond Ring" in a session financed by Jerry Lewis' wife Patti. It has been reported that The Playboys were not allowed to play their own instruments in the studio, but Lewis has since denied this. Garrett wanted to maximize the chances for a hit, so he insisted on using experienced session musicians for the overdubs, which included guitar and keyboard solos, additional bass and drum overdubs, and timpani.
These musicians included Mike Deasy and Tommy Allsup on guitars, Leon Russell on keyboards, Joe Osborn on bass, and Hal Blaine on drums, members of the larger group known as The Wrecking Crew. Session singer Ron Hicklin did the basic vocal track. Garrett then added Lewis’s voice twice, added some of the Playboys and more of Hicklin. "When I got through, he sounded like Mario Lanza", Garrett commented.
Garrett got airplay in New York City for "This Diamond Ring" by making a deal with WINS disc jockey "Murray the K" Kaufman, who ran a series of all-star concerts at theaters around the New York area, promising that if he played Lewis’ record, the Playboys would do his shows. Garrett then had Jerry Lewis use his contacts to get his son onto The Ed Sullivan Show.
However, Sullivan had a general policy that all acts appearing on his show were to perform live. Since so many studio tricks had been used on the record, the Playboys could not recreate its sound. In compromise, Lewis sang along with pre-recorded tracks as the Playboys pretended to play their instruments.
The January 1965 broadcast made Gary Lewis and the Playboys instant stars. "This Diamond Ring" went to No. 1, sold over one million copies by April 1965, and became a gold disc. However, by the end of 1965 only West and Lewis remained in the band. Other later band members included Tommy Tripplehorn (father of actress Jeanne Tripplehorn), Carl Radle (died 1980), Jimmy Karstein, Randy Ruff, Pete Vrains, Bob Simpson, Adolph Zeugner, Les John, Wayne Bruno, and Dave Gonzalez.
The group was one of only two acts during the 1960s whose first seven releases on the Billboard Hot 100 reached that chart's top 10 (The Lovin' Spoonful was the other). The singles were "This Diamond Ring" (No. 1), "Count Me In" (the only non-British Commonwealth record in the Hot 100's Top 10 on May 8, 1965, at No. 2), "Save Your Heart for Me" (No. 2), "Everybody Loves a Clown" (No. 4), "She's Just My Style" (No. 3), "Sure Gonna Miss Her" (No. 9), and "Green Grass" (No. 8). Lewis was drafted into the U.S. Army in January 1967, with previously made recordings continuing to reach the Hot 100 but with decreasing success.
On his 1968 discharge Lewis immediately returned to recording, reaching the top 40 one last time with a top 20 remake of Brian Hyland's "Sealed With A Kiss", but unable to regain his group's earlier momentum. Lewis continued touring, eventually marketing the band as a nostalgia act. He also appeared and performed on many of his father's Labor Day telethons for the Muscular Dystrophy Association.
In all, Lewis had eight gold singles, twelve Top 40 hit singles (but only fifteen Hot 100 entries (U.S.)), and four gold albums. In addition to The Ed Sullivan Show, he appeared on American Bandstand, Shindig!, Hullabaloo, The Sally Jessy Raphaël show, The Tonight Show Starring Johnny Carson, The Mike Douglas Show, Nashville Now and Wolfman Jack. Despite the group's US success, they made virtually no impact at all in the UK; their only UK Singles Chart appearance occurred in 1975, when a reissue of 1966's "My Heart's Symphony" peaked at No. 36. Nevertheless, at a time when British groups were dominating the American music scene, Gary Lewis & the Playboys was one of the few successful 1960s homegrown groups.

Original members

  • Gary Lewis - drums and vocals (b. July 31, 1946)
  • David Walker - rhythm guitar (b. May 12, 1943)
  • Allan Ramsay - bass (b. July 27, 1943, d. November 27, 1985; aged 42)
  • David Costell - lead guitar (b. March 15, 1945)
  • John West - organ and Cordovox (electronic accordion) (b. July 31, 1939)

Discography

Singles

Albums

Compilation albums

Year Single Chart Positions Catalogue B-side
(Featured on same album as A-side except where indicated)
Album
US AC AU UK
1965 "This Diamond Ring" 1 - 6 - Liberty 55756 "Hard to Find" (later replaced with "Tijuana Wedding")
(Both are non-LP tracks)
This Diamond Ring
"Count Me In" 2 - 49 - Liberty 55778 "Little Miss Go-Go" A Session with Gary Lewis and the Playboys
"Doin' the Flake"
(Kellogg's Corn Flakes Promo Release)
- - - - Liberty 65-227 "This Diamond Ring" / "Little Miss Go-Go"
(from This Diamond Ring and A Session with Gary Lewis and the Playboys, respectively)
Non-LP track
"Save Your Heart for Me" 2 1 60 - Liberty 55809 "Without a Word of Warning" A Session with Gary Lewis and the Playboys
"Everybody Loves a Clown" 4 - 62 - Liberty 55818 "Time Stands Still" Everybody Loves a Clown
"She's Just My Style" 3 - 53 - Liberty 55846 "I Won't Make That Mistake Again" She's Just My Style
1966 "Sure Gonna Miss Her" 9 - 72 - Liberty 55865 "I Don't Wanna Say Goodnight" (Non-LP track) Hits Again
"Green Grass" 8 - 64 - Liberty 55880 "I Can Read Between the Lines"
"My Heart's Symphony" 13 - 98 36 Liberty 55898 "Tina (I Held You in My Arms)" (You Don't Have To) Paint Me a Picture
"(You Don't Have To) Paint Me a Picture" 15 - 58 - Liberty 55914 "Looking For the Stars"
"Where Will the Words Come From" 21 - 99 - Liberty 55933 "May the Best Man Win" (from Gary Lewis and The Playboys)
1967 "Way Way Out"
(Way...Way Out Promo Release)
- - - - Liberty (no #)
Non-LP track
"The Loser (with a Broken Heart)" 43 - 98 - Liberty 55949 "Ice Melts in the Sun" (#121 BB) More Golden Greats
"Girls in Love" 39 - - - Liberty 55971 "Let's Be More Than Friends" New Directions
"Jill" 52 - - - Liberty 55985 "New in Town" (from New Directions) Listen!
"Has She Got The Nicest Eyes" - - - - Liberty 56011 "Happiness" Rhythm!
1968 "Sealed with a Kiss" 19 32 74 - Liberty 56037 "Sara Jane" Gary Lewis Now!
"Main Street" 101 - - - Liberty 56075 "C.C. Rider" Close Cover Before Playing
1969 "Rhythm of the Rain" 63 - - - Liberty 56093 "Mister Memory" (from Close Cover Before Playing) Rhythm of the Rain/Hayride
"Hayride" - - - - Liberty 56121 "Gary's Groove" (Non-LP track)
"I Saw Elvis Presley Last Night" - - - - Liberty 56144 "Something is Wrong" I'm on the Right Road Now
1970 "I'm on the Right Road Now" - - - - Liberty 56158 "Great Balls of Fire"
1972 "Then Again Maybe"
(Gary Lewis Solo)
- - - - Scepter 12359 "Peace of Mind" Non-LP tracks
1975 "One Good Woman"
(Gary Lewis Solo)
- - - - Epic 50068 "Ooh Baby"
Year Album Billboard 200 Record Label
1965 This Diamond Ring 26 Liberty Records
A Session with Gary Lewis and the Playboys 18
Everybody Loves a Clown 44
She's Just My Style 71
1966 Hits Again 47
(You Don't Have To) Paint Me a Picture 79
1967 New Directions 185
Listen!
Gary Lewis & The Playboys - Sunset Records
1968 Gary Lewis Now! 150 Liberty Records
1969 Rhythm of the Rain/Hayride
Close Cover Before Playing
Rhythm! Sunset Records
I'm on the Right Road Now - Liberty Records
Year Album Billboard 200 Record Label
1966 Golden Greats 10 Liberty Records
1968 More Golden Greats
1975 The Very Best of Gary Lewis and the Playboys United Artists Records

 
 


Gary Lewis and the Playboys ~ This Diamond Ring (1965) - YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=oCTvU7e5Jog




Lyrics
Who wants to buy this diamond ring?
She took it off her finger, now it doesn't mean a thing
This diamond ring doesn't shine for me anymore
And this diamond ring doesn't mean what it meant before
So if you've got someone whose love is true
Let it shine for you
This stone is genuine like love should be
And if your baby's truer than my baby was to me
This diamond ring can mean something beautiful
And this diamond ring can mean dreams that are coming true
And then your heart won't have to break like mine did
If there's love behind it
This diamond ring can mean something beautiful
And this diamond ring can mean dreams that are coming true
And then your heart won't have to break like mine did
If there's love behind it
This diamond ring doesn't shine for me anymore
And this diamond ring doesn't mean what it meant before
So then your heart won't have to break like mine did
If there's love behind it
Songwriters: Al Kooper / Bob Brass / Irwin Levine
This Diamond Ring lyrics © Warner/Chappell Music, Inc
 
 


GARY LEWIS AND THE PLAYBOYS COUNT ME IN - YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=9MehUrUuTHg
 
 
 

Gary Lewis & The Playboys She's Just My Style - YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=vufLgvf19kw
 
 
 

 
 
 
Lyrics
Everybody Loves A Clown
Gary Lewis and the Playboys
Written by Gary Lewis, Snuff Garrett, and Leon Russell
Peak chart position # 4 in 1965
Everybody loves a clown, so why don't you?
Everybody laughs at the things I say and do
They all laugh when they see me comin'
But you don't laugh, you just go home runnin'
Everybody loves a clown, so why can't you?
A clown has feelings, too
I joke around at a party when you are there
But you don't laugh, you don't look, you just don't care
If you wonder why this clown is cryin'
Look a little closer, inside I'm dyin'
It's not easy to be in love, you see
When you're a clown like me'
I don't know how to say that I love you
'cause you would smile and say "Tell a joke or two"
Yes, I'm a clown but I don't want to be
Why can'tcha see the other side of me?
Guess I'll be the guy who plays the part
Of a clown with a broken heart
Dreamin' of your love and not knowing where to start
Dreamin' of your love and not knowin' where to start
FADE
Dreamin' of your love and not knowin' where to start
Songwriters: Gary Lewis / Leon Russell / Thomas Lesslie
Everybody Loves a Clown lyrics © Warner/Chappell Music, Inc
 


Save Your Heart for Me - Gary Lewis & the Playboys - YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=H6N80zTBmtE
 
 
 
Lyrics
Walk along the lake with someone new
Have yourself a summer fling or two
But remember I'm in love with you and
Save your heart for me
When the summer moon is on the rise
And you're dancin' under starlit skies
Please don't let stars get in your eyes, just
Save your heart for me
When you're all alone, far away from home
Someone's gonna flirt with you
I won't think it's wrong if you play along
Just don't fall for someone new
When the autumn winds begin to blow
And the summertime is long ago
You'll be in my arms again I know, so
Save your heart for me
Darlin', save your heart for me
Please remember I'm in love with you so
Save your heart for me
Darlin', save your heart for me
Songwriters: Gary Geld / Peter Udell
Save Your Heart for Me lyrics © Warner/Chappell Music, Inc, Universal Music Publishing Group, Carlin America Inc