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sabato 26 agosto 2023

ANARCHY AND ANARCHIST 9

 

A N A R C H Y AND A N A R C H I S T 

Claire Auzias (1951) è una femminista francese, anarchica e storica dell'anarchismo lionese e delle tradizioni gitane. 

Biografia

Nata nel 1951 a Lione, in una famiglia di intellettuali comunisti assai critici con il Partito, Claire Auzias entra in contatto con l'ambiente anarchico durante gli eventi del 1968. Militante a Lione del Movimento 22 Marzo, il gruppo più importante del maggio francese, conosce i due fondatori del gruppo: Dany Cohn Bendit e Jean-Pierre Duteuil.

Sempre da un punto di vista libertario, si attiva nel movimento femminista e approfondisce lo studio della storia anarchica e rivoluzionaria e di quella dei rom.

Nonostantee Claire Auzias si definisce anarco-individualista, riconosce l'interesse del « vero anarco-sindacalismo » che basta a sé stesso e soddisfa tutte le sfumature dell'anarchismo.

Risiedente a Parigi, Claire Auzias ha raccontato la sua vita in un'intervista rilasciata a Mimmo Pucciarelli pubblicata nel 2006 dalle edizioni Atelier de création libertaire.

Opere

  • Claire Auzias, Mémoires libertaires (Memorie libertarie), 1980
  • Claire Auzias, La Grève des ovalistes (Lo sciopero ), in collaborazione con Annik Houel, 1982
  • Claire Auzias, Samudaripen, le génocide des Tsiganes (Samudaripen, il genocidio dei gitani), 1999
  • Claire Auzias,Louise Michel, 1999
  • Mimmo Pucciarelli, Claire l'enragée (Claire l'arrabbiata), edizioni Atelier, 2006

Photographie prise durant la vingt-sixième édition de la Comédie du Livre, de Montpellier en France.








 
 
Lucien Barbedette (nato il 13 agosto 1890 a Levaré e morto l'8 febbraio 1942 a Luxeuil-les-Bains) è stato un anarchico e filosofo francese, collaboratore della stampa libertaria.

Biographie

Lucien Barbedette è nato in una famiglia di cattolici praticanti. Professore a Luxeuil-les-Bains, è autore di numerosi articoli sulla stampa anarchica e di opere filosofiche.

Œuvres

  • La Cité fraternelle. Étude sociologique, Luxeuil, la Fraternité, universitaire, (s. d.) In-16, 31 p. ;
  • Métrique morale. Essai de psychologie sociale, Luxeuil, impr. de M. Pattegay, (S. d.) In-16, 43 p. ;
  • Pour la justice économique, étude sur la propriété...; Paris, Éditions de l'Encyclopédie, (S. d.). In-8, 31 p. ;
  • Pour l'Ère du cœur. Essai de psychologie morale, ma Fraternité universitaire, Luxeuil, impr. M. Pattegay. (S.M.), (.) In-16, 30 p. ;
  • Le Symbolisme des tombeaux gallo-romains, Paris, E. Leroux, 1926. In-8, paginé 274-277. Extrait de la 'Revue archéologique' ;
  • La Formation religieuse de Malebranche. Ses premières études, Paris, E. Leroux, 1927. Gr. in-8, paginé 61-78, Extrait des 'Annales du Musée Guimet'. Revue de l'histoire des religions, juillet- ;
  • L'Influence augustinienne dans la philosophie de Malebranche, Paris, E. Leroux, 1927. Gr. in-8, 20 p. Extrait des 'Annales du Musée Guimet'. Revue de l'histoire des religions, janvier- ;
  • La Formation religieuse de Malebranche. Novicat, études théologiques, sacerdoce, Paris, E. Leroux, 1928. Gr. in-8, 19 p. Extrait des 'Annales du Musée Guimet'. Revue de l'histoire des religions, mars- ;
  • Malebranche. L'homme; Paris, E. Leroux, 1928. Gr. in-8, paginé 24-41. Extrait des 'Annales du Musée Guimet'. Revue de l'histoire des religions, juillet- ;
  • Le Règne de l'envie. Étude de pathologie morale, Luxeuil, impr. M. Pattegay, 1928. (.) In-16, 35 p. ;
  • Face à l'éternité. Essai philosophique, Luxeuil, impr. Pattegay, 1928. (.) In-16, 43 p. ;
  • Par delà l'intérêt. Essai de psychologie morale, Luxeuil, impr. M. Pattegay. (S.M.), (.) In-16, 39 p. ;
  • Vouloir et Destin. Essai philosophique, Luxeuil, impr. M. Pattegay, 1931. (.) In-16, 47 p. ;
  • Suprêmes Illusions. Recherches sur le divin, La Fraternité universitaire, Limoges, impr. E. Rivet, 1933. (.) In-16, 75 p. , Cette étude est extraite de l'Encyclopédie anarchiste, publiée sous la direction de Sébastien Faure. La Fraternelle ;
  • Ordre et Raison, recherches philosophiques, Limoges, impr. E. Rivet, 21, rue d'Aixe, 1937. (.) In-16, 69 p., portrait hors texte ;
  • Le Cycle éternel, essai de métaphysique expérimentale, Limoges, impr. E. Rivet, 21, rue d'Aixe, 1938. (.) In-16, 95 p. ;
  • Le peintre Jules Adler, Besançon : Éditions Séquania, 1938, In-8°, 93 p., pl., portrait
  • Dans les sphères du rêve. Mythes d'autrefois et d'aujourd'hui, La Fraternité universitaire, Limoges, impr. E. Rivet, 1940. In-16, 99 p.

 

 
Alphonse Barbé (Vannes, Morbihan, 17 dicembre 1885 - Falaise, Calvados, 21 novembre 1983) è stato un commerciante leale, libertario e pacifista, antimilitarista e difensore degli obiettori di coscienza.

Biografía

Alphonse Barbé era mugnaio e poi venditore ambulante. Divenne giornalista per difendere le sue idee pacifiste e il suo incontro con Sébastien Faure gli fece scoprire l'anarchismo.

Desertor durante la Primera Guerra Mundial

Prima della prima guerra mondiale, sostenne uno sciopero generale per prevenire la guerra, e fu uno degli oppositori del Manifesto dei Sedici e della cosiddetta union sacrée, il patto con il quale la sinistra francese si impegnava a non opporsi alla politica del governo. guerra in nome del patriottismo.

Mobilitato, fu ferito nel settembre 1915.

Il 18 settembre 1916 disertò dal 116° reggimento di fanteria e visse a Parigi sotto un falso nome (nom d'emprunt).

Nel giugno 1917, fu arrestato insieme a Louis Lecoin, Jules Lepetit, Pierre Ruff, Claude Content e Pierre Le Meillour, tra gli altri, per aver pubblicato clandestinamente un numero del giornale Le Libertaire intitolato "Chiediamo la pace", con una diffusione di 12.000 copie.

Accusato di "intenzioni allarmistiche e usurpazione dello stato civile", rischia una pena di 15 mesi di reclusione, aumentata a tre anni dalla Corte d'appello di Parigi il 3 dicembre 1917. Fu rilasciato con l'amnistia dell'ottobre 1919. , ma fu nuovamente arrestato e condannato il 23 gennaio 1920 a un anno di carcere per diserzione. Aderì per un periodo al Partito Comunista, ma se ne allontanò presto.

Le Semeur de Normandie y el asunto de Marinus van der Lubbe

Nel 1923 fondò Le Semeur de Normandie (Il seminatore di Normandia), un "organo di libera discussione" e di difesa degli obiettori di coscienza, che ribattezzò, dal 1931, Le Semeur contre tous les tyrans (Il seminatore contro tutti i tiranni ), "organo dell'educazione individuale".

 Dopo l'incendio del Reichstag (28 febbraio 1933), fu all'origine, insieme ad André Prudhommeaux, della campagna condotta in Francia per la difesa di Marinus van der Lubbe. Ha pubblicato diversi articoli su Le Semeur e curato due opuscoli: Marinus van der Lubbe, proletario o provocatore? e Il road book di un senzatetto, diario di viaggio del giovane militante attraverso l'Europa, pubblicato dopo la sua morte sotto gli auspici del Comitato internazionale Van der Lubbe creato nel settembre 1933 e di cui Barbé sarà il tesoriere. 

 Dopo l'annuncio della Rivoluzione sociale spagnola nel 1936, partì per Perpignan dove fu per sei mesi segretario generale della Federazione degli emigranti antifascisti spagnoli in Francia, un'organizzazione che riuniva e sosteneva quasi 300.000 lavoratori spagnoli.

Pubblicò nel 1937-1938 Lu dans la presse libertaire syndicaliste espagnole (tradotto in spagnolo, letto sulla stampa sindacalista libertaria spagnola). 

Publicaciones





 

Virginie Barbet (nata Magdeleine Barbet il 20 febbraio 1824 a Saint-Denis-lès-Bourg1 e morta in Algeria l'8 settembre 1883) è stata un'attivista anarchica, scrittrice e femminista a Lione negli anni 1860 e 1870. Membro dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori (AIT) e dell'Alleanza Internazionale della Democrazia Socialista, sostiene i diritti delle donne all'interno dell'Alleanza Socialdemocratica. Andò in esilio nel 1871 a Ginevra.

Biographie

Nel 1844 sposò Philibert Nesme a Bourg-en-Bresse. La coppia si separò tre anni dopo. Già nel luglio 1868 troviamo tracce della figura politica di Virginie Barbet che fu una delle firmatarie di un manifesto di sostegno alla Società parigina per la rivendicazione dei diritti della donna (scritto da André Léo a Parigi -Victoir Béra con il suo nome di nascita). Firmò con altre donne come Mmes Richard, Palix e Blanc i cui mariti, rispettivamente Albert, Louis e Gaspard, erano tutti membri dell'Internazionale. Virginie Barbet scriverà: "Infusa di questa verità che l'ordine sarà stabilito nella società solo il giorno in cui la donna sarà ciò che la natura l'ha resa, cioè uguale all'uomo, noi ci uniamo alle dame di Parigi nella loro coraggiosa impresa per la rivendicazione dei diritti religiosi, morali, sociali e politici delle donne”. A quel tempo, gestiva un cabaret - enoteca o ristorante - a Lione, situato al 123 di rue Moncey.

L'internationale

Virginie Barbet fu tesoriera del Comitato d'Iniziativa della delegazione di Lione e partecipò al Terzo Congresso dell'AIT che si tenne dal 3 al 13 settembre 1868 a Bruxelles, riunendo delegati del Belgio, della Francia, del Regno Unito, della Germania, dell'Italia , Svizzera, Spagna. Più tardi, nell'ottobre 1868, durante il congresso della Lega della Pace e della Libertà tenutosi a Berna, Virginie Barbet parlò a nome delle donne della socialdemocrazia lionese. Questo congresso gli permette di incontrare il rivoluzionario russo Mickhaïl Bakounine e i suoi colleghi politici. Questo congresso segna la scissione del movimento tra “marxisti” e “anarchici” di tendenza bakuninista. Quando abbandonarono la Lega della Pace, dominata dalla borghesia, poco dopo il Congresso, perché non riuscivano a portare avanti le loro rivendicazioni socialiste, fondarono l'Alleanza Internazionale per la Democrazia Socialista, alla quale Virginie Barbet aderì fondando una sezione dell'Alleanza a Lione in giugno. 1869. L'Alleanza si unisce poi all'Internazionale. 

Nell'aprile 1869, firmò con undici delegati della sezione lionese dell'AIT un discorso di solidarietà ai membri del Consiglio generale delle sezioni belghe dell'Internazionale, durante lo sciopero dei lavoratori delle pozzanghere e dei conducenti della fabbrica di ferro di la Compagnia Cockerill a Seraing in Belgio, uno sciopero degenerato in sommossa in seguito all'intervento delle truppe. Virginie Barbet scrive per il quotidiano La Solidarité ed è una delle corrispondenti più importanti del quotidiano Alliance Égalité, che Bakounine pubblica a Ginevra. Riferisce il grande sciopero dei lavoratori della seta di Lione nell'estate del 1869. Nell'aprile 1870, Virginie Barbet firma un appello chiedendo alle donne di Creusot di sostenere lo sciopero dei metalmeccanici. Firmò con Virginie Barbet diverse attiviste tra cui Marie Guillot, pioniera sindacalista e attivista femminista. Successivamente troviamo il nome di una "donna Barbet" che compare tra i condannati in contumacia del Comune di Le Creusot. Un documento degli archivi PPo le dà addirittura il nome di Luadaine, probabilmente un'interpretazione errata di Madeleine. L'Archivio federale svizzero conserva invece tracce di una certa Magdeleine Nesme, nata Barbet. Tuttavia, le sue opere sono sempre firmate con il suo nome Virginie. 

Écrivaine

In questi anni Virginie Barbet scrive numerosi opuscoli sull'Internazionale, l'ateismo e argomenti simili, ma scrive anche numerosi articoli sulla teoria del movimento operaio e sul femminismo.

 Virginie Barbet ha sviluppato strategie di resistenza passiva per il movimento operaio, sostenendo un'azione non violenta, invitando le donne in sciopero a mettersi tra gli uomini in sciopero e i soldati in marcia o a protestare fuori dalle carceri per i detenuti. Nell'Internazionale, Virginie Barbet è notata per la sua azione a favore dell'abolizione del diritto successorio, che fu un punto centrale della disputa tra Bakunin e Karl Marx. Virginie Barbet sottolinea che l'abolizione del diritto successorio non era solo una misura di politica economica, ma aveva anche un aspetto culturale, poiché le donne erano particolarmente svantaggiate dal diritto successorio; perché ereditano meno spesso degli uomini e il diritto successorio è all'origine di molte leggi a scapito delle donne, come ad esempio il divieto del sesso eterosessuale extraconiugale per le donne al fine di garantire l'eredità.

 Il testo riconosciuto come il più elaborato è l'opuscolo Risposta di un membro dell'Internazionale a Mazzini, apparso poco dopo la fine della Comune di Parigi. In questo opuscolo di propaganda espone la sua dottrina politica in opposizione alle concezioni mazziniane. Anarchica, Virginie Barbet sostiene che l'uguaglianza non può essere raggiunta senza l'abolizione dell'eredità così come della proprietà illegittima, non derivante dal lavoro individuale e che il suolo, come le materie prime, deve rientrare nella proprietà collettiva. Si può notare che il titolo del suo scritto è quasi identico all'articolo contemporaneo di Bakunin.

L'exil à Genève

Dopo la sconfitta della Comune di Parigi nel maggio 1871, Virginie Barbet dovette andare in esilio. Come altri esuli da Lione o Parigi, tra cui André Léo, si unì all'opposizione anarchica a Ginevra. Nel 1873 troviamo il suo nome tra i membri della Sezione di Propaganda e Azione Rivoluzionaria Socialista. Nel 1877, lavorava in un'edicola e riceveva i numeri del Bulletin de la Fédération jurassienne che vendeva nel suo chiosco, in place Chevelu. Fu sempre a Ginevra che pubblicò il suo opuscolo Religions et libre-pensée, nel 1881. Durante la commemorazione della Comune di Parigi del 18 marzo 1881, che chiese la morte dello zar Alessandro II (Le Révolté, 2 aprile 1881), Virginie Barbet sarebbe stata “notata dai suoi discorsi intrisi di esaltazione ma apparentemente poco pericolosi”; la polizia ha interrogato una certa Madeleine Barbet, residente a Ginevra dal 1873: "Ho parlato della questione sociale e ho fatto emergere i vizi della società dominante", ha dichiarato. Rifugiato politico, possiamo pensare che si tratti di Virginie Barbet. Morì in Algeria a Mustapha, oggi Sidi M'Hamed, l'8 settembre 1883, all'età di 59 anni.

Hommage et postérité

Nel 2019, l'associazione Escouade installa a Ginevra una segnaletica stradale temporanea in omaggio alle famose donne ginevrine. Rue de la Cité viene temporaneamente ribattezzata rue Virginie Barbet nell'ambito dell'iniziativa 100Elles.


Victor Barrucand, nato a Poitiers il 7 ottobre 1864 e morto a El Biar (Algeria) il 13 marzo 1934, è stato un giornalista e scrittore francese, prima libertario poi federalista e infine umanista.
 I suoi genitori gestiscono un negozio di scarpe, rue Gambetta, nel cuore della Poitiers borghese e commerciale.
Orfano di padre a 16 anni, arrivò a Parigi dove lavorò inizialmente come operaio. Musicista, suona nei bar. Il suo incontro e la sua amicizia con Félix Fénéon sono decisivi per il suo impegno artistico (teatro, tra gli altri) ma anche anarchico. Lavora per il quotidiano L'En-dehors de Zo d'Axa.
Nel 1893 partecipò alle conferenze del gruppo L'Idée nouvelle e fu coinvolto nel processo contro Émile Henry. Scrive Les Temps nouvelles di Jean Grave e lancia, nel 1895, una campagna nazionale a favore del pane gratis per tutti. 
Nel 1897 si dichiarò federalista socialista e fu eletto, nel 1899, delegato al congresso socialista di Parigi.
Dal marzo 1894 collaborò a La Revue blanche, con una cronaca di lettere italiane che apparve circa ogni sei mesi fino al novembre 1897. Per sei anni fu uno dei collaboratori più prolifici della rivista.
Adattò per il teatro un'opera teatrale di Shûdraka, Il carro di terracotta, che trasformò in un racconto nel 1921. 
 Barrucand, si stabilirà in Algeria per contrastare la propaganda antisemita.
Umanista, partecipò alla vita culturale e politica diventando giornalista. Ha scritto diversi libri sui pittori orientalisti.
Divenne caporedattore di Nouvelles e poi editorialista letterario e artistico per La Dépêche. Il 30 novembre 1902 pubblicò il suo settimanale, L'Akhbar, in cui si batteva per un "colonialismo più umano" e, in particolare, per il riconoscimento dei diritti dei musulmani indigeni.
Pubblica i resoconti di Isabelle Eberhardt di cui cura l'opera letteraria dopo la sua morte accidentale.
   Nel 1919 finì per ottenere alcune conquiste politiche per i "combattenti indigeni" della prima guerra mondiale. 
 

Œuvre

Sur les autres projets Wikimedia :

Poésie
  • Rythmes et rimes à mettre en musique (1886)
  • Chanson de (1889)
  • Amour et idéal. La Chanson des mois. Une partie d’échecs. Triomphe (1889)
  • D'un pays plus beau (1910)
ÉtudesPP
  • Henri Cros
  • Les Verres précieux
  • Brochure sur le Bouddhisme (1893)
  • Le pain gratuit. Chamuel Éditeurs (1896)
  • L'Algérie et les Peintres orientalistes (1930)6
Parades dans le style du théâtre de foire
  • Les Deux Mezzetins, Colombine jalouse. La Farce du Sac, etc. Représentées au Théâtre de la Bastille, (1889-1890.
  • Le Chariot de terre cuite. Adaptation du sanscrit représentée au Théâtre de l’Œuvre.
Roman
  • Avec le Feu (1900, réédité en 2005 et 2010)
Préface
  • Isabelle Eberhardt, Pages d'Islam, Fasquelle, 1932, lire en ligne [archive], rééd. Grasset, 2018
Varia
  • Mémoires de Choudieu, Paris, Plon, 1897
  • Le Pain gratuit, Paris, 18967
  • Théodore de Banville. Critiques. Choix et préface par Victor Barrucand, portrait de Banville par Gavarni en frontispice (1917)
  • Victor Barrucand, La vie véritable du citoyen Jean Rossignol, Plon, (lire sur Wikisource)
Journalisme
  • Impressions d'un témoin, dans l'avenir de Rennes, sur le procès Dreyfus à Rennes (1899)
  • Notes de route. Maroc - Algérie - Tunisie (1908, en ligne [archive])

Citation

“Tra gli applausi di una società codarda e complice, la testa del libertario è caduta sotto il coltello della legge. Ravachol morì con l'insulto in bocca, ironico e sprezzante, dominando la folla ignobile con il suo disprezzo. »

 René Lalou, nella sua Storia della letteratura francese, elogia in Barrucand uno scrittore che ha apportato al saggio, al romanzo e al racconto le stesse qualità di sincerità e realismo poetico: “…Altri hanno creato sorta di società segrete attorno alle loro opere: […]; Victor Barrucand, perché non possiamo dimenticare un anarchico promotore del “pane gratis”, né l’editore di Isabelle Eberhardt, maldestro com’era. Tutti i loro scritti meritano di essere ristampati integralmente? No, certo che no, con l'eccezione forse dei Versiculets di Alfred Poussin, che sono sorprendentemente freschi. […] Ognuno scoprirà nel riassunto uno o più motivi per leggere Il Libro dei Perduti: […]; Victor Barrucand…



 

 
Victor Basch (Budapest, Ungheria, 1863 – vicino a Lione, nel dipartimento dell'Ain, 10 gennaio 1944) è stato un filosofo, studente universitario francese di origine ungherese e cofondatore e presidente della Lega francese per la difesa dei diritti umani e del cittadino.

Biografía

Viktor Wilhem Vilmos Langsfeld Basch è nato il 18 agosto 1863 a Budapest. Fu naturalizzato francese nel 1887. Sposò Ilona Fürth nel 1885 in una chiesa di Pest. Vivranno dal 1913 al 1940 al 8 rue Huysmans a Parigi e poi al 116 Grande-rue-Saint-Clair a Lione.

Di famiglia ebrea, arrivò in Francia fin dall'infanzia (si stabilì al 62 di rue Rodier), studiò all'Istituto Condorcet e proseguì gli studi superiori (tedesco e filosofia) alla Sorbona.

 Lavorò come professore (conseguì il titolo di Lingue vive nel 1884) di tedesco e di estetica all'Università di Nancy dal 1885 al 1887. Successivamente lavorerà come professore di filosofia a Rennes dal 1887 al 1906. fu anche responsabile del corso di lingua e letteratura tedesca all'Università di Parigi nel 1906.

Socialista anticonformista, nel suo caso si schiera a favore di Dreyfus, prendendo un ruolo importante nella nascita del Fronte Popolare e fornendo il suo appoggio ai rivoluzionari spagnoli. Nel 1898, Victor Basch fondò, insieme a Ludovic Trarieux e Lucien Herr, la Lega francese per la difesa dei diritti dell'uomo e del cittadino, di cui fu il quarto presidente nel 1926. 

Si oppone soprattutto all'ascesa del nazismo in Germania. Dal 1920 al 1930 lottò contro l'estrema destra e fu ferito nel novembre 1930 da militanti monarchici e reazionari, in una riunione in una sala delle Società Culturali.

 Il 10 gennaio 1944 fu arrestato nella sua casa e assassinato insieme alla moglie dalla milizia francese di Lione guidata da Paul Touvier per ordine dei nazisti. Sul suo corpo i miliziani hanno scritto: “L'ebreo paga sempre”. La loro figlia Yvonne sposò il sociologo Maurice Halbwachs.  

Obras literarias

  • (Essai critique sur) L'Esthétique de Kant, París, 1896; primer volumen de una obra en cuatro volúmenes sobre la historia de la estética.
  • (La) Poétique de Schiller;
  • La Vie intellectuelle à l'étranger;
  • Les Origines de l'individualisme moderne;
  • Le maître-problème de l’esthétique (1921);
  • L'individualisme anarchiste, Max Stirner, París, 1904, por la editorial Alcan, reedición en 1928 y 2008
  • Titian, 1927
  • Essai d'esthétique de Kant, 1936
  • Contribuyó frecuentemente en las revistas Le Siècle y La Grande Revue.

Filmografía

  • Vincent Lowy, Place Victor Basch, 2005, documental de 52 min.

Plaque en hommage à Victor Basch, 8 rue Huysmans (Paris, 6e).
 

Victor Basch dans la salle des professeurs de la Bibliothèque de la Sorbonne
 


André Bastelica, nato il 14 dicembre 1845 a Bastia, morto il 5 settembre 1884 a Marsiglia, fu membro della Prima Internazionale e Direttore dei contributi indiretti sotto la Comune di Parigi. Giornalista di talento, ha scritto per numerosi giornali: L'Égalité a Ginevra, L'Internationale a Bruxelles, La Marseillaise a Parigi, L'Égalité e Le Peuple a Marsiglia, e su riviste letterarie.

Figlio di un marinaio, andò a vivere giovanissimo a Marsiglia, dove divenne tipografo.

Nel 1864 si avvicinò alla questione sociale leggendo testi di Pierre Leroux e Proudhon. Si pronuncia quindi a favore di un socialismo libertario. Aderì all'Associazione internazionale dei lavoratori (Première Internationale) nel 1867, in un momento in cui la sezione marsigliese era in rapida crescita (nell'arco di un anno passò da poche decine di membri a circa 400). Alla fine del 1868 assunse la direzione della sezione. Ciò riscosse un notevole successo, in particolare l'adesione di numerose corporazioni di mestiere, di cestai, di sedie e di marinai, e furono costituite una ventina di camere sindacali.

L'attività di Bastelica copre quindi tutta la costa mediterranea tra l'Hérault e le Basses-Alpes e permette a numerose società operaie di aderire all'Internazionale. Dimostra buone capacità di scrittura ma soprattutto un vero talento come oratore. Nel febbraio 1870 in una camera federale furono organizzate 27 diverse corporazioni. I soci raggiunsero presto il numero di 4500.

Perseguitato nel maggio 1870 per la sua appartenenza all'Internazionale, trovò rifugio in Spagna. Partecipò al primo congresso della Federazione Regionale Spagnola dell'AIT che si tenne a Barcellona nel giugno 1870.   

Dopo la caduta del Secondo Impero, torna a Marsiglia. La federazione marsigliese dell'AIT contava allora dai 4.000 ai 5.000 membri. Il 9 settembre 1870, davanti a 2.000 persone, chiede l'organizzazione di un governo del Sud e un'insurrezione di massa contro gli eserciti prussiani: sarà la Ligue du Midi, presieduta da Alphonse Esquiros, alla quale aderisce la federazione marsigliese . Il 17 settembre Bastelica è a Lione insieme a Bakunin in occasione della creazione del Comitato Centrale per la Salvezza della Francia. Era presente anche a Place des Terreaux e al municipio il 28 settembre, in occasione del tentativo di insurrezione di Lione. Un attimo fermo, può però ritornare a Marsiglia dove nasconde Bakounine e gli permette di fuggire verso Genova.

Il 1° novembre 1870 Bastelica partecipò in modo piuttosto distaccato alla Comune rivoluzionaria di Marsiglia (per timore di responsabilità, scriverà di lui Carlo Alerini).

Soggiorna a Parigi all'inizio di marzo 1871. La Comune di Parigi lo nomina direttore dei contributi indiretti. Difensore di Fort d'Issy, non riesce, nonostante tutti i suoi sforzi, a trattenerlo alla Comune e chiede di comparire in tribunale. Se Rigaud lo fece imprigionare per un breve periodo, fu nuovamente presente sulle barricate durante la Settimana di Sangue.

Gravemente ferito, riuscì a sfuggire alla repressione di Versailles e si rifugiò a Londra dove fu nominato membro del Consiglio Generale dell'Internazionale. Partecipò come delegato alla Conferenza Internazionale tenutasi a Londra dal 17 al 23 settembre 1871, in sostituzione del Congresso Internazionale annullato a causa della guerra franco-prussiana. Anselmo Lorenzo dice di lui, in El proletariado militante, che si comportò in modo poco coraggioso di fronte agli attacchi sferrati dai marxisti contro i bakuninisti.

Nell'ottobre 1871 si recò a Neuchâtel e lavorò nella tipografia di James Guillaume.

 Nel febbraio 1872, i marxisti lo accusarono di fare causa comune con Albert Richard e Gaspard Blanc, che erano passati al bonapartismo. All'epoca, secondo James Guillaume, queste accuse non erano fondate, ma Bastelica, disorientato dalle divergenze interne all'Internazionale, iniziò un'evoluzione politica che lo avrebbe portato ad unirsi alle fila bonapartista nell'estate 1873. Fu graziato il 24 maggio 1879 e poté tornare a Marsiglia. Morì improvvisamente il 5 settembre 1884.     
 

Anselme Bellegarrigue (Montfort, Francia, 23 marzo 1813 - America centrale, fine del XIX° secolo) è stato un individualista anarchico francese.
  1. Biografia

    «La maggior parte dei rivoluzionari che si voltò verso l'anarchia come conseguenza del 1848 lo hanno fatto in virtù del senno di poi, ma solo un uomo, indipendentemente da Proudhon, non lo fece come conseguenza dei fatti del 1848. L'"anarchia è ordine; Governo è guerra civile". È sotto questo slogan, che molti paradossalmente attribuirono a Proudhon, che Anselme Bellegarrigue ha fatto la sua breve apparizione nella storia anarchica.» 

    Anselme Bellegarrigue nasce a Montfort (Francia) il 23 marzo 1813 da Jean Joseph Bellegarrigue, negoziante, e Therèze Goulard. Bellegarrigue sembra essere stato un uomo di una certa istruzione (probabilmente frequentò il liceo di Auch) ma, al di là di diversi viaggi compiuti in America e nelle Antille, poco si sa della sua vita prima della vigilia del 1848: egli arrivò a Parigi il 23 febbraio da un viaggio negli Stati Uniti, dove aveva incontrato il presidente Polk in un piroscafo che percorreva il Mississippi e aveva sviluppato l'ammirazione per gli aspetti più individualistici della democrazia americana. Secondo il suo racconto, è stato il meno colpito, come Proudhon, dalla rivoluzione che scoppiò nella sua prima mattina a Parigi: alla volenterosa ed entusiasta Guardia che, davanti al municipio parigino, fieramente gli vantava il fausto esito della rivoluzione, Anselme Bellegarrigue replicava: «La vittoria ve l'hanno già rubata. Non avete formato un governo?».

    Bellegarrigue sembra aver lasciato Parigi molto presto, per poi nel corso dell'anno pubblicare da Tolosa il primo dei suoi lavori che è sopravvissuto, un opuscolo dal titolo Au Fait! Au Fait! Interprétation de l'Idée Démocratique e si legge: «Un popolo è sempre governato troppo.» Durante il 1849 Bellegarrigue stava scrivendo articoli contro la Repubblica in un quotidiano di Tolosa, «La civiltà», ma all'inizio del 1850 si era trasferito nel piccolo villaggio di Mézy, vicino a Parigi, dove, con un certo numero di amici che avevano formato una associazione di liberi pensatori, tentò di creare una comunità dedita alla propaganda libertaria e della vita naturale. Le loro attività apparentemente innocue presto attirarono l'attenzione della polizia e uno dei loro membri, Jules Cledat, venne arrestato. La comunità si sciolse. Bellegarrigue tornò a Parigi, dove era previsto un mensile dedicato alle sue idee.

    Il primo numero di «L'Anarchie: Journal de l'ordre» apparso nel mese di aprile 1850, è stato il primo periodico di fatto ad adottare l'etichetta di anarchico, e Bellegarrigue aveva assunto insieme le funzioni di editor, manager e collaboratore. A causa della mancanza di fondi, di L'Anarchie furono pubblicati solo due numeri, e anche se Bellegarrigue poi avesse previsto un «Almanach de L'Anarchie», questo non sembra essere stato pubblicato.

    Poco dopo questo pioniere sfuggente libertario scomparve nelle profondità dell'America Latina, dove si dice fu un insegnante in Honduras e anche - in breve - una sorta di funzionario del governo in El Salvador, prima di morire - come egli era nato - in una data ed in un luogo sconosciuto. 

    Pensiero

    Bellegarrigue per il suo individualismo anarchico era molto vicino a Stirner; si è dissociato da tutti i politici rivoluzionari del 1848, e perfino Proudhon, che gli assomigliava in molte delle sue idee, disse con poco rispetto che «a volte fa un passo fuori della vecchia routine per lanciare un paio di illuminazioni sugli interessi generali».

    A volte Bellegarrigue ha parlato di egoismo solipsistico: «Nego tutto, io affermo solo me stesso, Io sono, questo è un fatto positivo, tutto il resto è astratto e cade in x, verso l'ignoto...Non ci può essere sulla terra nessun interesse superiore al mio, nessun interesse al quale devo anche il sacrificio parziale dei miei interessi» (un pensiero analogo l'avrebbero fatto anche gli individualisti anarchici de «L'Adunata dei Refrattari» Renzo Novatore e Bruno Filippi, tanto per per citarne altri)

    Eppure, in apparente contraddizione, Bellegarrigue aderirà alla tradizione anarchica per quanto riguarda la sua idea di società, come necessaria e naturale, e legata ad «un'esistenza primordiale, che resiste a tutte le distruzioni e tutte le disorganizzazioni». L'espressione della società Bellegarrigue la trova nel comune, che non è una costrizione artificiale, ma un «organismo fondamentale» e che, a condizione che i governanti non interferiscono, può essere lo strumento utile alla conciliazione degli interessi degli individui che lo compongono. È nell'interesse di tutti gli uomini rispettare «le regole di armonia provvidenziale», e per questo motivo tutti i governi, gli eserciti e burocrazie devono essere soppressi. Questo compito non può essere effettuato né dai partiti politici, che cercheranno sempre di dominare, né da una rivoluzione violenta, che ha bisogno di leader come qualsiasi altra operazione militare. La gente, una volta illuminata, deve agire per se stessa.

    Si farà la propria rivoluzione, con la sola forza del diritto, la resistenza passiva, il rifiuto di cooperare; dalla non sottomissione alle leggi, che legittimano l'omicidio e l'oppressione, nascerà la loro abrogazione e l'instaurazione di una società libera.

    Questa concezione della rivoluzione attraverso la disobbedienza civile, suggerisce che in America, Bellegarrigue potrebbe avere preso contatto almeno con le idee di Thoreau, e la sua visione delle libertà dell'individuo lo pongono chiaramente al di fuori della tendenza collettivista o comunista dell'anarchismo.

    Note


  2. Alcune fonti (es. Wikipedia) riportano come anno di nascita un generico periodo compreso tra il 1820 e il 1825. Il sito web il lingua francese Ephemanar.net riporta come data invece il 23 marzo 1813

  3. Anselme Bellegarrigue by George Woodcock (1912-1995)

  4. In buona parte estratto dalla biografia scritta da George Woodcock

  5. Un'altra possibile influenza potrebbe essere quella di Étienne de La Boétie

Collegamenti esterni

 
Jacques Marie Anselme Bellegarrigue, né le 23 mars 1813 à Monfort (Gers) et présumé décédé vers la fin du XIXe siècle en Amérique centrale, est un anarchiste fédéraliste français.



 
 
François Marie Béranger, nato il 28 agosto 1937 ad Amilly (Loiret) e morto il 14 ottobre 2003 a Sauve (Gard), è un cantautore libertario francese, che ha goduto di una forte notorietà negli anni '70.
 Il padre di François, André Béranger, era un tornitore, attivista sindacale della CFTC presso le fabbriche Renault, poi deputato dell'MRP per la Nièvre dal 1946 al 1951, e sua madre, Jeanne Sauvegrain, era una sarta domestica a Suresnes.
 François Béranger interrompe gli studi classici all'età di 16 anni, nel 1953, e si unisce alla Renault a Boulogne-Billancourt (Hauts-de-Seine), che lascia per unirsi a un gruppo teatrale amatoriale itinerante, La Roulotte, tra il 1954 e il 1958.
 Chiamato durante la guerra d'Algeria, nel 1958-1960, addetto alle trasmissioni, ritornò brevemente negli stabilimenti Renault, poi lavorò all'ORTF, principalmente come manager e direttore, prima di dedicarsi alla canzone.
Con sua moglie Martine sono genitori di Emmanuelle e Stéphane.
 Divenne noto all'inizio degli anni '70 durante il revival della canzone francese, intrisa di folk, animata da temi di protesta, accanto a Dick Annegarn, Catherine Ribeiro, Mama Béa, l'occitano Joan-Pau Verdier.
Canzoni come Tranche de vie, L'alternative, Rachel, Participe present lo consacrarono come una delle voci militanti dell'epoca. Ha partecipato alla musica del film di Gébé e Jacques Doillon, L'An 01, nel quale ha anche fatto un'apparizione.
Poco prima della sua morte, François Béranger registrò un album dedicato al repertorio del cantante del Quebec Félix Leclerc (il disco sarà pubblicato dopo la sua morte). Si è esibito per l'ultima volta a Parigi nel settembre 2002 al Limonaire. La sua ultima apparizione sul palco è avvenuta a La Cigale, in occasione di un concerto dei Sanseverino. Quest'ultimo, che aveva registrato e suonato The Tango of Boredom, lo aveva invitato sul palco per cantare questo classico del suo repertorio.
Morì di cancro nella sua casa, all'età di 66 anni. 
Il 17 ottobre 2003, dopo i funerali nella parrocchia di Saint-François a Montpellier, è stato sepolto nel cimitero di Champ Juvénal a Castelnau-le-Lez nella tomba di famiglia.

Discographie

Vinyle

Année Disque Chansons Label discographique Édition CD
1970 Tranche de Vie
  • Une ville
  • Y'a dix ans
  • À la goutte d'or
  • Le téléphone
  • Tranche de vie
  • Natacha
  • Dis-moi oui
  • Chanson bleue
  • Brésils
  • Plus je me pose de questions
CBS Futur Acoustic -
1971 Ça doit être bien...
  • Ça doit être bien
  • Le monument aux oiseaux
  • L'amour minéral
  • Chanson d'amour
  • Ma fleur
  • La tite toune
  • L'ancien chemin de fer
  • La fête du temps
  • Madrigal
  • Choral
  • Nao
  • Je pourrais dire
CBS Futur Acoustic -
1973 La Chaise
  • Rachel
  • La fille que j'aime
  • Tango de l'ennui
  • Le vieux
  • Chanson à danser
  • Nous sommes un cas
  • Le balayeur d'Amérique
  • Gigue de la Reine
  • Manifeste
l'Escargot
1974 Le monde bouge
  • Le monde bouge
  • Prisons
  • Les jours sont courts
  • Elle voyage
  • Le vieux rêve
  • Département 26
  • Comme un chromo
  • Magouille blues
  • Twist des clés
l'Escargot
1975 L'alternative
  • L'alternative
  • Tous ces mots terribles
  • Sous les pavés
  • Y'a qu'la foi qui sauve
  • Amours envolées
  • Tous ces mots terribles
  • Paris-Lumière (Salut tout le monde & Paris-Lumière)
l'Escargot Futur Acoustic -
1977 En public

(double album)

  • Chanson à danser
  • Gigue de la Reine
  • Une ville
  • Présentation des musiciens
  • Le monument aux oiseaux
  • Natacha
  • La fille que j'aime
  • Le vieux
  • Les oiseaux mécaniques
  • Tranche de vie
  • Magouille blues
  • Manifeste
l'Escargot Futur Acoustic -
1978 Participe présent
  • Difficile à dire
  • Derrière ses valises
  • Qui est responsable ?
  • Ma fleur
  • Avril 78
  • Blues parlé du syndicat
  • Participe présent
  • Rêve ancien no 2
l'Escargot Futur Acoustic -
1979 Joue pas avec mes nerfs
  • Chansons marrantes
  • Mamadou m'a dit
  • Je ne veux plus le savoir
  • Joue pas avec mes nerfs
  • Pour ma grand-mère
  • Tous ces milliers de kilomètres
  • À force
l'Escargot Futur Acoustic -
1980 Article sans suite
  • A consommer jamais
  • Canal 19
  • Au point de sang
  • Y'a plus d'papier
  • Le disque dort
  • Article sans suite
l'Escargot Futur Acoustic -
1982 Da Capo
  • Da capo
  • Le messager
  • Ma maison
  • Au paradis perdu
  • Changement
  • Train corail
  • Allemagne sœur blafarde
  • Dans les arbres
l'Escargot Futur Acoustic -
1984 Tout le monde s'aime

(maxi 45 tours)

  • Tout le monde s'aime
  • Tout le monde s'aime (instrumental)
RCA
1989 Dure-mère
  • Afrikaan air
  • Parcours de nuit
  • Celtic calypso
  • Amour prison
  • L'internationale
  • Dure-mère
  • Chanson folklo
  • Y'a un malaise
  • Après la bataille
  • Mon 18 980ème
Justine 1989 - Justine

CD

  • Béranger 1992, Futur Acoustic
  • En avant ! 1997, Futur Acoustic
  • En public 98 1999, Futur Acoustic
  • Profiter du temps 2002, Futur Acoustic
  • 19 chansons de Félix chantées par Béranger 2003, Futur Acoustic
  • Le vrai changement 3 CD + 1 DVD 2004, Futur Acoustic
  • François Béranger intégral 1974-1980 4 CD édition numérotée 1-300, DailleMont

Par d'autres

  • Album Si on chantait Béranger - Olivier Trévidy, Libertaires Productions, 2007.
  • Compilation hommage à Béranger Tous ces mots terribles avec Mell, Thiéfaine, Tryo, Loïc Lantoine, Marcel et son Orchestre, Michel Bühler, Raoul Petite, La Rue Kétanou, Sanseverino, Tony Truant, Yves Jamait, Les Blaireaux, Jeanne Cherhal, Gérard Blanchard, Edgard Ravahatra, Emmanuelle Béranger. L'autre distribution, 2008.
  • Album Mon Béranger - Éric Frasiak (2014)
  • Album The Beber Project Vol. 1 de Stéphane Sanseverino (2018)
    



Joseph Bernard , nato ila Noyarey ( Isère ) e morì il a Lione ( 3 ° distretto ) è un fabbro, militante anarchico , e rivoluzionario socialista . È uno dei fondatori del movimento libertario e del sindacalismo nell'Isère e nel Rodano.

Fu coinvolto nel processo, noto come “  Procès des 66  ”, nel 1883, a Lione. 

Biografia

Joseph Bernard è, dal 1875, il principale pioniere del movimento operaio nella regione di Grenoble (Isère).

Nel , partecipò al congresso nazionale dei lavoratori di Marsiglia come delegato di meccanici, guantai, caldaie, calzolai e sarti di Grenoble. Il, ha presentato la relazione sul lavoro delle donne. Sebbene non sia d'accordo con Hubertine Auclert , vota la sua mozione femminista. In un altro intervento, si è espresso a favore del collettivismo  : “Non è possibile un'intesa tra i parassiti e gli operai. Alcuni hanno tutti i privilegi, altri tutte le miserie. Non cerchiamo di chiedere riforme banali. Quindi uniamoci: che il nostro obiettivo sia l'appropriazione degli strumenti di lavoro e del suolo. Il congresso di Marsiglia vota per la formazione del Partito dei Lavoratori , che riunisce brevemente tutte le tendenze socialiste.

Fu al suo ritorno che organizzò una camera operaia federale che, a Grenoble, fu il primo raggruppamento professionale e politico della classe operaia.

Nel Partecipò alla formazione della Federazione dell'Est del Partito dei Lavoratori astenuto e dominato dagli anarchici, tra cui Alexis Deloche , Philippe Sanlaville e Toussaint Bordat . Quest'ultimo è il delegato di Lione al congresso nazionale dei lavoratori di Le Havre, in .

La Federazione Socialista Rivoluzionaria

Nel , è tra i fondatori del Partito Socialista Rivoluzionario , noto anche come Federazione Socialista Rivoluzionaria (FSR), a tendenza esclusivamente libertaria , che privilegia l'azione all'interno dei sindacati.

La FSR decide di essere rappresentata al Congresso di Londra che deve ricostituire l' Associazione Internazionale dei Lavoratori . Il, i suoi militanti incaricano Pierre Kropotkine di rappresentarlo lì. Durante questo congresso tenutosi dal 14 al, viene ricostituita l'AIT sulla carta, e votata una mozione che incita i rivoluzionari a portare avanti la loro azione "sul terreno dell'illegalità che è l'unica via che conduce alla rivoluzione", e raccomandando loro - "le scienze tecniche e chimiche avendo già reso servigi alla causa rivoluzionaria ed essendo chiamato a renderne di ancora maggiori in futuro "-" per dare grande peso allo studio e alle applicazioni di queste scienze come mezzo di attacco e di difesa". Da ora in poi, Joseph Bernard continua a sostenere la violenza sistematica e gli scioperi.

Nel , la Federazione socialista rivoluzionaria lancia un settimanale, Le Droit social , di cui Joseph Bernard è segretario di redazione. La tiratura del quotidiano sociale si attesta tra le 4.000 e le 5.000 copie, di cui più della metà vendute fuori Lione.

Il , nel corso di un movimentato incontro, portò la contraddizione a Jules Guesde e, esaltando l'esempio degli scioperanti di Villefranche-sur-Saône, esclamò: "Quando potremo iniziare lo stesso giorno mille scioperi in diverse parti del territorio, il Si farà la rivoluzione”.

La prova del 66

Alla fine del 1882, la polizia effettuò un'incursione negli ambienti libertari , in seguito ai disordini di Montceau-les-Mines e all'assassinio di L'Assomoir . Joseph Bernard viene arrestato e tradotto in correzionale, nell'ambito del "  processo del 66  ". Il, mentre è considerato dal pubblico ministero come uno dei principali imputati, presenta la sua difesa da solo. Il giornalista di Le Gaulois lo descrive così: "il suo viso è intelligente, si esprime con sicurezza ed energia". Evoca la sua giovinezza, la sua vita di lavoratore, la sua lettura. Rinnova la condanna del suffragio universale, "la più grande burla del secolo" e conclude affermando: "Se un giorno il popolo sarà costretto a scendere in piazza per difendere il proprio diritto all'esistenza, qualunque condanna possa essere. 'Aspetta, io dichiaro che sarò il primo a combattere.

Il , è stato condannato a cinque anni di reclusione, 2.000 franchi di multa e dieci anni di sorveglianza, sentenza confermata in appello in . Fu internato a Clairvaux.

educatore

Dopo il suo rilascio anticipato su , si dedicò all'azione educativa e soprattutto alla propaganda sindacale. Prende le distanze dalla teoria della propaganda per il fatto , e vuole che l'anarchismo rifocalizzi la sua azione sull'educazione, sul sindacalismo e sulla costituzione di un programma preciso. Il, durante un incontro anarchico che riunisce 400 partecipanti, Toussaint Bordat sostiene la necessità di una rivoluzione violenta e Bernard lo contraddice fermamente, dichiarando che era altrettanto rivoluzionario, ma che l'anarchismo deve prima acquisire una dottrina coerente. Il movimento libertario lionese si divide quindi in due tendenze: la frazione più educativa segue Joseph Bernard, e la frazione più insurrezionista, Toussaint Bordat .

Joseph Bernard e i suoi sostenitori fondarono, in , la Biblioteca di Studi Scientifici e Sociali . Il, vi afferma: "Dobbiamo fare la rivoluzione intellettuale nei cervelli prima di farla per strada. [...] Il partito anarchico sosteneva la propaganda per il fatto  : io stesso sono stato uno dei primi sostenitori, ma riconosco oggi che questa raccomandazione è un'assurdità, perché bisognerebbe ammettere che è stata eseguita da le masse, il che è impossibile”. Tuttavia, "per fatti isolati, serve solo a fare dei martiri del socialismo".

L' Unione metallurgica di Lione lo delega al congresso costitutivo della Federazione nazionale dei sindacati (FNS), dal 10 al A Lione. Il , è intervenuto nella discussione sul rapporto tra lavoro e capitale. Tirando battute nette ai politici che pretendono di fornire aiuti ai lavoratori, passa ad analizzare il capitalismo: natura del salario, meccanismo delle crisi, ruolo della macchina nello sfruttamento del lavoratore. Per limitare il profitto capitalista, conclude, abbiamo una sola arma, a caso: lo sciopero. «Prepariamoci dunque all'uso della forza, educhiamoci, perché aumentando il nostro valore individuale, aumentiamo quello del nostro partito che, approfittando di un'occasione, potrà finalmente dire ai capitalisti: Signori, non chiediamo più, prendiamo  ”.

Quindi si avvicinò ai Blanquisti e, il, partecipa alla prima giornata internazionale dei lavoratori alla guida degli operai fabbri. La polizia lo descrive come "socialista-rivoluzionario, ex anarchico".

Bibliografia

  • Marcel Massard, Storia del movimento anarchico a Lione (1880-1894) , DES, Lione, 1954, [ leggi online ] .
  • Pierre Barral, Il dipartimento dell'Isère sotto la Terza Repubblica , Armand Colin, 1962.
  • Jean Maitron , Il movimento anarchico in Francia, dalle origini al 1914 , volume 1, Paris, Gallimard, 1992, p.  171-177 .
  • Le Procès des anarchistes dinanzi alla polizia correzionale e alla corte d'appello di Lione , Corte d'appello, Imprimerie nouvelle, 1883, ( OCLC 21565734 ) , Ulan Press, 2012, testo integrale .
  • Centre de Documentation Libertaire de Lyon, La stampa lionese e gli anarchici: il processo del 66 del 1883 , riassunto della tesi di Laurent Gallet, Mélanges d'Histoire Libertaire, n o  2, 2004, testo integrale

 

 

Paul Berthelot (Auxerre, 26 luglio 1881 - Conceiçâo-do-Araguya, Brasile, 2 novembre 1910) fu un anarchico e esperantista francese

Biografia

Paul Berthelot nacque in Francia nel 1881 come figlio di Paul Bert, scienziato francese. Imparò l'esperanto nel 1900, quando studiò nel liceo del Reims. Dopo studiò medicina a Parigi, ma presto lasciò la Francia per fuggire dalla naia e diventò tipografo. Fondò nel 1904 l'associazione «Espero Kataluna», che unì gli esperantisti catalani di entrambi i lati dei Pirenei. Durante il suo soggiorno nel Nord della Catalogna fondò anche il giornale «Esperanto», nel 18 giugno 1905, che consegnò nel 1907 a Hodler. Incluse in Esperanto il primo tentativo di vocabolario Esperanto-Esperanto (con le definizioni delle radici). Fu anche un importante esponente del gruppo esperantista Paco-Libereco, in cui instaurò il giornale «Internacia Socia Revuo». Dopo aver attraversato la Svizzera e la Spagna viaggiò in Sudamerica, dove proseguì la sua propaganda. Dopo la permanenza a Montevideo, andò a Rio-de-Janeiro nel 1907 per partecipare nel Congresso Brasiliano di Esperanto, dove conobbe Neno Vasco, capo dell'anarchica Grupo Terra Livre. Lì diventò insegnante di francese e esperanto.

Però perse quel lavoro per la propaganda antimilitarista. Decise quindi di scrivere articoli nel giornale «A VOZ DO TRABALHADOR», pubblicato dal COB (Confederação Operária Brasileira), confederazione anarchica di lavoratori.

Dopo un deludente periodo, volle ritornare in Europa, ma iniziò a interessarsi degli usi e costumi degli abitanti brasiliani. Per prima cosa andò nel paese di Dumbà , sul fiume Araguaia per provare a creare il possedimento terriero Colônia Agrícola Socialista nos sertões do Araguaia. Dopo l'insuccesso di quest'idea, restò nel villaggio di Aruanà . Lì imparò la lingua portoghese, collaborò ai giornali di San Paolo e scrisse il libro La Evangelio de la Horo.

Morì il 2 novembre 1910 nel Conceição do Araguaia per tubercolosi.


Pierre-Valentin Berthier, nato il 18 settembre 1911 a Issoudun (Indre) e morto il 6 maggio 2012 a Bagnolet, è stato giornalista e correttore di bozze professionista. È anche un poeta e scrittore libertario e pacifista.

Biographie

Pierre-Valentin Berthier lascia il collegio, prima di aver conseguito il diploma, per non affrontare il consiglio disciplinare che si prepara ad escluderlo. Dal 1926 al 1936 lavorò nell'azienda di famiglia a Issoudun.  

Nel 1932 fondò una sezione locale dei Combatants de la Paix e nel 1934 partecipò alla nascita del giornale di Fernand Planche, La Conquête du Pain. Allo stesso tempo, in quanto obiettore di coscienza, ebbe problemi con le autorità militari.

Nel 1936 divenne corrispondente locale del Journal du département de l'Indre, che divenne Le Département sotto l'occupazione e poi La Marseillaise du Berry dopo la Liberazione. 

Durante la guerra civile spagnola, organizzò a Issoudun un incontro a sostegno della Confederazione Nazionale del Lavoro e della Federazione Anarchica Iberica con Aristide Lapeyre come relatore. Costretto dalla guerra a sospendere la sua militanza libertaria, continuò a frequentare i suoi vecchi amici Marius Jacob e Louis Briselance. 

Dopo 15 anni come giornalista a Issoudun, fu licenziato quando la direzione del giornale cadde sotto l'influenza comunista dopo la liberazione. 

Nel 1951 lavorò come correttore di bozze nella tipografia e il 1° marzo 1953 si unì al sindacato dei correttori di bozze di Parigi. Nel 1957 fu correttore di bozze per il quotidiano Le Monde. 

Nell'autunno del 1952, è soprattutto con Maurice Joyeux, Louis Louvet e André Prudhommeaux, membro del comitato d'iniziativa del Centro di ricerca filosociale che organizza dibattiti alla Salle des Sociétés Savantes di Parigi. 
Nel 1952-53 scrisse un post settimanale su La République du Centre di Orléans. Scrive anche sul settimanale della Confederazione Nazionale Spagnola del Lavoro in Esilio, Espoir. Dal gennaio 1957 lavorò per il quotidiano Le Monde fino al suo pensionamento nel 1976.

Œuvres

Poète d'abord2, écrivain ensuite, il publie plusieurs plaquettes de vers, de nombreux romans – dont Sitting Bull3 en 1952 et Mademoiselle Dictateur en 1956.

En 1957, L’Enfant des ombres est, selon Thierry Maricourt, le roman dans lequel se révèle le talent de son auteur.

En 1959, dans le roman On a tué M. Système, il expose ses conceptions économiques.

Il coécrit avec Jean-Pierre Colignon, également correcteur au Monde, une dizaine d’ouvrages sur les particularités de la langue française.

Son témoignage sur sa vie de journaliste pendant la guerre, La Cité dans le tunnel (2003), a reçu le prix de la ville de Châteauroux.

Il collabore, comme militant, à un grand nombre de journaux et revues libertaires dont Le Libertaire, Défense de l’Homme et Liberté de Louis Lecoin, L’En-dehors, Le Monde libertaire, Pensée et Action de Hem Day, Le Réfractaire de May Picqueray, La Rue revue du groupe Louise Michel et L’Union pacifiste.

Il est également l’auteur de la mise en forme d’un tapuscrit des Mémoires de Vandamme dit Mauricius consultable à l’Institut international d'histoire sociale d’Amsterdam.


 


 








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