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domenica 17 luglio 2016

Armando Borghi (Castel Bolognese, 6 aprile 1882 – Roma, 21 aprile 1968) anarchico e giornalista italiano.

Armando Borghi

Armando Borghi (Castel Bolognese, 6 aprile 1882 – Roma, 21 aprile 1968) è stato un politico, anarchico e giornalista italiano.

Biografia

Le origini familiari e il paese di nascita

La famiglia di Borghi è una famiglia che ha radici nei movimenti risorgimentali. Il padre passa dal mazzinianesimo ad una impostazione politica in linea con le teorie di Michail Aleksandrovič Bakunin, uno dei padri spirituali del comunismo anarchico; altri mazziniani seguiranno lo stesso iter politico, come ad esempio il conterraneo Andrea Costa. Per quanto riguarda le tradizioni della terra d'origine, la famiglia vive in una zona in cui la peculiarità della situazione socio-politica spinge un rilevante numero di persone ad aderire agli ideali dell'anarchia. Fra questi ultimi vi è anche Giovanni Forbicini, la cui traiettoria umana e politica si intreccerà ancora con quella del Borghi nel secondo dopoguerra, all'epoca della travagliata riorganizzazione della frangia anarchica e della costruzione della FAI, e Giuseppe Guidi, divenuto successivamente pittore di valore.

La prima guerra mondiale

Borghi aderisce fin dalla giovinezza al movimento anarchico. Nel 1898 viene arrestato per la prima volta, nel corso di uno sciopero agrario nel ravennate. Con le dimissioni della direzione interventista dell'Unione Sindacale Italiana (USI), diviene l'unico dirigente sindacalista rivoluzionario rimasto su posizioni neutraliste in netta opposizione all'interventista di sinistra Alceste De Ambris. Durante la Prima guerra mondiale viene internato in un paesino dell'Abruzzo. Riacquista la libertà nel 1918, ma nel 1920 è nuovamente arrestato, assieme ad altri anarchici. I socialisti, nel periodo che va dal primo dopoguerra all'avvento del fascismo, adottano una politica attendista e di debolezza nei confronti delle masse popolari e delle loro richieste e questo genera profondi dissidi sia a livello nazionale che locale in una zona tradizionalmente "insurrezionale" quale è il ravennate.

Il primo dopoguerra

Armando Borghi già nel 1918 e 1919, subito dopo i primi attacchi squadristici alle sede dell'Avanti, dimostra una visione politica di lungo respiro, si prodiga per la formazione di un comitato rivoluzionario e si oppone alla proposta di fare confluire l'USI nella CGdL essendo fautore, come alternativa, dello scioglimento delle leghe e della convocazione di una costituente sindacale, per poter dar vita a un nuovo organismo scaturito dalla libera volontà dei lavoratori mediante elezioni. La CGdL però, rifiuta. Nell'aprile 1919, dopo l'incendio dell'Avanti! da parte dei fascisti, spinge per la formazione di un comitato rivoluzionario formato da cinque membri in rappresentanza di USI, CGdL, PSI, Unione Anarchica Italiana (UAI) e SFI; tale azione agitatoria ed organizzativa ne provoca però l'arresto insieme all'intero comitato centrale dell'USI. In sostanza Armando Borghi ipotizza in anticipo un fronte unito sindacale-operaio che poi militarmente a livello nazionale si possa saldare alla formazione del Fronte Unito Arditi del Popolo. Nel ravennate infatti agirà successivamente il gruppo che fa capo ad Alberto Acquacalda.
I moti del carovita del giugno-luglio 1919, gli scioperi ed i morti fra i manifestanti della primavera (1920), la Rivolta dei Bersaglieri di Ancona (1920), l'occupazione delle fabbriche (1920), la stessa Impresa di Fiume, con gruppi non trascurabili di Legionari su posizioni bolsceviche-libertarie, sono indicativi di una situazione prerivoluzionaria che poggia sia sulla consistente presenza dell'USI (che ha capi storici e gruppi che da interventisti passeranno su posizioni antifasciste armate), considerata ormai una valida alternativa per la classe operaia, sia sulla forza e le tradizioni del CGdL che danno al Borghi la spinta per intensificare la propria battaglia politica.

I rapporti con l'ambiente bolscevico ed anarchico russo

Dopo la presa di potere da parte dei bolscevichi ha rapporti sia con Zinov'ev che con Lenin, ma le sue posizioni sono più vicine a quelle di Victor Serge, bolscevico che presta particolare attenzione alle istanze anarchiche ed a quelle di Kropotkin, teorico del comunismo libertario in Russia. Costui, seppur per breve periodo, si può definire il più illustre interventista di sinistra a livello internazionale in quanto invitò le masse proletarie ad appoggiare la Triplice Intesa. Molti intellettuali marxisti sono critici rispetto allo sviluppo rivoluzionario del dopo "Ottobre Rosso": un carteggio fra Lenin e Kropotkin lo dimostra, pur essendo altresì evidente il profondo rispetto esistente fra i due grandi teorici rivoluzionari.

Divergenze e relazioni nell'ambiente Sovietico

Nelle sue memorie Armando Borghi parla pure della sua diatriba con Bucharin.
Il periodo è assai teso in Italia e il problema pressante immediatamente successivo consiste nella risposta agli attacchi squadristici: si ricorda l'incontro fra Bucharin, che spesso tiene contatti con italiani, e Ruggiero Grieco, il cui scontro è determinato dal rifiuto della dirigenza comunista d'Italia del tempo di partecipare al Fronte Unito Arditi del Popolo.
Borghi nelle sue memorie ricorda appunto una conferenza a Piombino del 1921, dove è presente il deputato comunista Francesco Misiano rifugiatosi nella città toscana dopo essere stato cacciato dal parlamento dai fascisti con minaccia di morte. Piombino è tenuta ancora saldamente dalle frange anarchiche e dagli Arditi del Popolo, nelle quali, in spregio agli ordini del partito, sono precedentemente confluiti numerosi comunisti.
Borghi rientra quindi frettolosamente in Italia dalla Russia perché nel contempo si è sviluppata in patria l'occupazione delle fabbriche, raggiungendo Verona a tappe forzate il 16 settembre 1920. Al suo arrivo però il movimento di fabbriche e consigli operai è in via di esaurimento. Riesce comunque a tenere ancora dei comizi in alcune Formazioni di difesa proletaria a Genova#Difesa della Camera del Lavoro di Sestri Ponente quali Milano, Sestri Ponente, che da all'epoca parecchio filo da torcere agli squadristi, e, ovviamente, la stessa Verona. Fino al momento dell'arresto, avvenuto il 13 ottobre, continua ad incitare la classe operaia alla lotta. Pochi giorni più tardi verrà tratto in arresto anche Errico Malatesta insieme a numerosi altri militanti anarchici.

Il periodo del fascismo

Il 1922 è l'anno della marcia su Roma e della disfatta del movimento operaio e rivoluzionario italiano: la strada della conquista del potere da parte dei fascisti è ormai aperta. Durante il fascismo è esule prima a Berlino, in Germania, poi in altri Paesi europei e infine negli Stati Uniti.

Esilio in Europa

Nella capitale tedesca si svolge, dal 25 dicembre 1922 al 2 gennaio 1923, il congresso costitutivo dell'Asociación Internacional de los Trabajadores (AIT), organizzazione sindacale internazionalista con impostazione libertaria. Armando Borghi è un propugnatore di tale organismo internazionale per la riorganizzazione del movimento sindacale duramente sconfitto in molti paesi, fra cui l'Italia. Berlino in quel momento è anche il luogo in cui sono presenti gli anarchici russi, e Borghi tiene con questi stretti contatti. Come rappresentante dell'AIT viene mandato in Francia, in Portogallo, nei Paesi Bassi (1925), e successivamente in Spagna. La matrice libertaria di Borghi lo porta ad avversare sia il fascismo che il nuovo corso inaugurato dallo Stato sovietico. È questa l'epoca, infatti, della presa di potere assoluto da parte di Stalin ed è anche il periodo degli ammiccamenti fra fascismo e stalinismo.
Un suo studio L'Italia tra due Crispi viene pubblicato in questi anni: per Borghi è importante capire per poi mettere a frutto l'esperienza rivoluzionaria italiana degli anni immediatamente precedenti e tentare di riorganizzare le forze della sinistra, gran parte delle quali, per poter soprattutto avere un solido punto di riferimento, si avvicina sempre più al nuovo corso stalinista.
La riorganizzazione dell'ala anarchica è complessa a causa delle suddivisioni fra gli individualisti "puri" e gli organizzatori, con l'ulteriore problema di mantenere le distanze dalla frangia comunista di osservanza moscovita.
Nel fuoriuscitismo antifascista inizia anche il periodo degli infiltrati con personaggi molto singolari per le loro vicissituduni politiche. Fra questi vi è  Ricciotti Garibaldi junior (aderente al fascismo col fratello Ezio Garibaldi) che, a differenza di un altro fratello Sante Garibaldi, fervente antifascista, si infiltra fra i fuoriusciti con intenti di provocazione, facendosi forte del nome che porta.
Il Borghi quindi si trova a diffidare anche della formazione antifascista "Avanguardie garibaldine", o sedicente tale, estremamente esposta a consistenti infiltrazioni di provocatori fascisti, e deve quindi allontanarsi dagli anarchici che si sono lasciati coinvolgere.
La vicenda non passa senza lasciar lacerazioni e spaccature nella frangia libertaria degli esuli in Francia. La posizione politica di Borghi a questo punto è quella di rendere sempre più autonoma la parte anarchica antifascista, dissentendo pure dall'aderire al Fronte Unito Antifascista, ipotesi caldeggiata da Errico Malatesta. Si avvicina pertanto alle posizioni dell'"Adunata dei Refrattari", che invece proprio nel primo dopoguerra, a causa delle posizioni eccessivamente individualiste dei suoi aderenti, era stata espulsa dalla FAI fondata anche da Armando Borghi.

Esilio negli USA

Nel 1927 è negli USA, ancora in dissenso con altri gruppi anarchici che si muovono seguendo una strategia più vicina al Fronte Unito appoggiato da Errico Malatesta. Nello specifico, lo scontro sulla tattica da adottare nel periodo avviene con il gruppo di anarchici che ha come riferimento il giornale Il Martello di Carlo Tresca. Tresca verrà ucciso, secondo la più recente ricostruzione storica, da un killer della mafia su invito di Benito Mussolini, che a sua volta ospiterà in Italia il boss Vito Genovese, mandante del delitto, quando questi si troverà in grossa difficoltà col governo USA. Per l'arresto di Borghi ci son pressioni italiane presso gli organi di repressione statunitensi, ma questi riesce comunque a pubblicare il libro Mussolini in camicia che ha grande successo. Nel 1927, ancora negli Stati Uniti, viene arrestato per le dimostrazioni nella campagna agitatoria contro l'esecuzione di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, i due anarchici giustiziati per un delitto mai commesso e recentemente riabilitati dal sindaco della stessa città in cui furono inquisiti, con pubblica cerimonia.
La morte di Virgilia D'Andrea, fino ad allora compagna della sua vita, getta il Borghi nel più profondo sconforto. Nel 1937 è in Spagna, dove suo figlio milita nelle brigate internazionali, ed i servizi segreti fascisti segnalano la sua presenza a Barcellona fra il 3 aprile e il 13 maggio 1937. Tale domicilio risulta plausibile vista la forte componente anarchica presente nella città catalana fra i miliziani antifascisti. A Barcellona partecipa ai tentativi di riorganizzazione della frangia anarchica ma non può agire allo scoperto in quanto è ricercato sia dai fascisti che dagli stalinisti. Nuovamente negli Usa al termine della guerra civile spagnola, viene registrato ed arrestato nel 1940 a causa delle conseguenze dell’Alien Registration Act, ma interventi di influenti e celebri amici personali, quali Walter e Arturo Toscanini nonché Gaetano Salvemini, lo riportano in libertà. La situazione ha dei risvolti tragicomici in quanto vengono arrestati con Armando Borghi diversi noti fascisti. Nel luglio del 1944 tenta, senza riuscirci, di tornare in Italia per partecipare attivamente alla lotta antifascista. Potrà rivedere la terra di origine solo nel 1945, in ottobre, a guerra finita.

Il secondo dopoguerra

Alla caduta del regime rientra in Italia, ove assume un posto di rilievo nel movimento anarchico, dirigendo per oltre quindici anni Umanità Nova, il giornale della FAI, ricostituitasi dopo un complesso processo di ristrutturazione nel 1945 grazie agli sforzi di altri noti anarchici, tra cui Alfonso Failla ed Umberto Marzocchi.

Azione politica nel secondo dopoguerra

La sua campagna politica in quegli anni, oltre al problema organizzativo della FAI, che non è un semplice problema burocratico ma soprattutto politico, è centrata su due grandi temi di derivazione libertaria cioè contro la Costituente, avversata perché costituisce per un libertario la formalizzazione di chi può fare politica e chi no, e quella contro il clericalismo e le intromissioni della chiesa nella politica. Borghi è fortemente critico anche contro la politica socialcomunista che a livello nazionale ha abbandonato, nei fatti, le istanze rivoluzionarie ed a livello internazionale è legata agli indirizzi dello stalinismo. Essendo morti i grandi dell'anarchia italiana, quali Errico Malatesta, Camillo Berneri, Luigi Fabbri oramai Borghi è fra i pochi, insieme ad Alfonso Failla ed Umberto Marzocchi a costituire un solido riferimento sia per i vecchi compagni che per i nuovi che si avvicinano all'ideologia libertaria. È anche il periodo delle spaccature all'interno della sinistra comunista e libertaria con la nascista dei GAAP, Gruppi Anarchici di Azione Proletaria e la formazioni di partiti quali Lotta Comunista di Arrigo Cervetto e Lorenzo Parodi. Le grandi masse tuttavia, sono ormai orientate verso i grossi partiti post-resistenziali che hanno sia possibilità economiche che appoggi internazionali di peso. Borghi inoltre si rende pienamente conto dei tentativi di avvicinamento fra lo schieramento socialcomunista e quello cattolico, e li combatte, data la sua impostazione coerente con gli ideali tradizionali dell'anarchia. È il periodo dei continui congressi e comizi cui si dedica instancabilmente sia a scopo agitatorio che didattico. Il suo libro Conferma anarchica (Due anni in Italia) del 1949 è in pratica una cronistoria del momento storico che vive la sinistra italiana: Borghi custode dell'ideologia anarchica si oppone ad ogni tentativo di ristrutturazione delle organizzazioni collegate alla frangia anarchica che comportino una eccessiva burocratizzazione e gerarchizzazione interna in quanto sminuirebbero la democrazia dal basso e darebbero troppo poteri agli apparati di partito.

Azione politica negli anni 50 e successivi

Fedele all'idea libertaria ed antistalinista condanna senza mezzi termini l'intervento Russo in Ungheria nel 1956 e dà la piena solidarietà agli insorti. Dopo i fatti di Genova ed il periodo immediatamente successivo, Borghi lancia meno strali contro le sinistre istituzionali a prende le difese di Fidel Castro. Il 28 ottobre 1962, con l'articolo Giù le mani da Cuba, "Umanità Nova", uscito subito dopo il tentativo di golpe filostatunitense appoggiato dalla Cia tramite gli elementi anticastristi che tentano, senza l'appoggio degli USA, uno sbarco alla Baia dei porci, alcune frange anarchiche lo accusano di filocomunismo. Nel congresso della FAI dello stesso anno, a Senigallia, Borgi risponde alle critiche ed ottiene il consenso dei congressisti: ferma condanna alla involuzione totalitaria al regime che si va instaurando a Cuba ma salda difesa di Cuba stessa da ogni attacco involutivo e reazionario che provenga dall'esterno.
Dal 31 ottobre al 5 novembre 1965, durante i lavori Congresso di Carrara, prevale il documento che ipotizza una struttura FAI come patto associativo con norme vincolanti ed eventuali sanzioni discliplinari per gli aderenti; Borghi e la sua frangia sono contrari a questa linea per cui si vede costretto ad abbandonare la direzione di Umanità Nova. L'ala che fa capo a lui si scinde dalla FAI e Armando Borghi si dedica allo studio ed al riordino della enorme documentazione testimoniale che ha raccolto. Muore a Roma il 21 aprile 1968 e la sua ultima volontà sarà quella di essere sepolto a Castel Bolognese.

Opere di Armando Borghi

Opere precedenti all'avvento del fascismo e all'esilio

  • Armando Borghi "Il nostro e l'altrui individualismo. Riflessioni storico-critiche su l'anarchia, con pref. di Leda Rafanelli,esponente dei futuristi di sinistra, Brisighella, Tip. Servadei, 1907"
  • Armando Borghi "Prigionieri di guerra, con pref. di Leda Rafanelli, Bologna, Tip. Artistica Commerciale, 1908;
  • Armando Borghi "Fernand Pelloutier nel sindacalismo francese. E in Italia?", con documento di Georges Yvetot, Bologna, Coop. Tip. Azzoguidi, 1913
  • Armando Borghi "Davanti ai Giurati di Milano", Milano, Tip. Zerboni, 1921;
  • Armando Borghi "Anarchismo e sindacalismo".Atti Conferenza tenuta il 3 aprile 1922 a Roma dal Fascio sindacale di azione diretta, Roma, S.P.E.R., 1922
  • Armando Borghi "Verso l'Anarchia va la Storia", Ravenna, Tip. Zirardini, 1907
  • Armando Borghi "L'Italia tra due Crispi. Cause e conseguenze di una rivoluzione mancata", Parigi, Libreria Internazionale,ve ne sarà una seconda edizione

Opere del periodo dell'esilio e del secondo dopoguerra

  • Armando Borghi "Errico Malatesta in 60 anni di lotte anarchiche: storia, critica, ricordi"
  • Armando Borghi "Gli anarchici e le alleanze" 1927 Circolo operaio di cultura sociale
  • Armando Borghi, Vittorio Emiliani "Vivere da anarchici: antologia di scritti" 1966 Edizioni Alfa
  • Armando Borghi Il banchetto dei cacri 1925 Lavoratori industriali del mondo
  • Armando Borghi "Mussolini, Red and Black: With an Epilogue,Hitler: Mussolini's Disciple" 1974 Haskell House Publishers
  • Armando Borghi "Mezzo secolo di anarchia (1898-1945)." Con prefazione di Gaetano Salvemini 1954 Edizioni scientifiche italiane
  • Maurizio Antonioli, Armando Borghi "Armando Borghi e l'Unione sindacale italiana" USI 1990,
  • P. Lacaita, Armando Borghi "Mussolini en chemise" 1932 Les Éditions Rieder
  • Armando Borghi "Mezzo secolo di anarchia (1898-1945)"1954 Edizioni Scientifiche Italiane

Bibliografia

Libri riguardanti specificamente Armando Borghi

  • Teodoro Tagliaferri, Errico Malatesta,"Armando Borghi e compagni davanti ai giurati di Milano. Resoconto stenografico del processo svoltosi il 27, 28 e 29 luglio 1921", con una pref. di M. Mariani e 12 ill. del P. Crespi, Milano, Gamalero, s.d. [1921]
  • "Recensioni a Mezzo secolo di anarchia" (G. Granata, "Il Mondo", 4 gennaio 1955; M. Bortolotti, "Emilia", VII, 1955;
  • O. Pastore, "Rinascita", a.XII, n.6, giugno 1955;
  • "La "Settimana Rossa" e gli anarchici", "Rinascita", n.9, settembre 1955;
  • Gaetano Arfé, "Il Ponte", a.XI, n.6, giugno 1955;
  • G. Quazza, "RSR", a.XLII, n.4, ott.-dic. 1955; g.l.,
  • Nuova Rivista Storica, a.XXXIX, n.3, sett.-dic. 1955); H. Rolland ed E. Abate, Lettere agli anarchici, dicembre 1963, ciclostile.
  • B. Anatra, Borghi Armando, Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, vol. 1, Milano, La Pietra, 1968;
  • Giov. Procacci, Borghi Armando, DBI, vol. XIII, 1970;
  • A.Andreasi, Anarchismo e sindacalismo nel pensiero di Armando Borghi (1907-1922), in "Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo," Atti del Convegno promosso dalla Fondazione Luigi Einaudi (Torino, 5, 6 e 7 dicembre 1969), Torino, Fondazione Luigi Einaudi, 1971
  • V. Emiliani, Gli anarchici, Milano, Bompiani, 1973;
  • M. Antonioli – B. Bezza, Alcune linee interpretative per una storia dell'USI: un inedito di Armando Borghi, "Primo Maggio", n. 1, giu.-sett. 1973;
  • Giovanni Procacci, Borghi Armando, DBI, vol. XIII, 1970;
  • L. Casali, "Borghi Armando", MOIDB, vol. I, 1975;
  • G. Landi, "Armando Borghi, ovvero ottant'anni di storia dell'anarchismo italiano, in Associazioni e personaggi nella storia di Castelbolognese", Imola, Galeati, 1980;
  • G. Landi, "Tra anarchismo e sindacalismo rivoluzionario: Armando Borghi nell'U.S.I. (1912-1915)", Castel Bolognese, Casa Armando Borghi, 1982;
  • F. Tarozzi, "Armando Borghi organizzatore politico-sindacale a Bologna (1907-1911)", "BMR", a. XXVIII, 1983;
  • C. Doglio, "L'azione anarchica ovvero la vita di alcuni anarchici in esilio da Armando Borghi ad altri, in Antifascisti romagnoli in esilio", Firenze, La Nuova Italia, 1883;
  • "Dossier Armando Borghi" (con scritti di G. Landi, M. Antonioli, N. Berti), "A/Rivista Anarchica", a. XIII, n. 7 (113), ottobre 1983;
  • L. Farinelli, "Armando Borghi, un maestro di vita anarchica", "L'Internazionale", giugno 1988;
  • Atti del Convegno di Studi "Armando Borghi nella storia del movimento operaio italiano e internazionale", "BMR", a. XXXV, 1990;
  • M. Antonioli, "Armando Borghi e l'USI", Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 1990;
  • M. Antonioli, Borghi e l'USI, intervista a c. di P. Finzi, "A rivista anarchica", a. XX, n. 9 (178), dic.1990-genn.1991;
  • E. Falco, "Armando Borghi e gli anarchici italiani 1900-1922", con pref. di Enzo Santarelli, Urbino", QuattroVenti, 1992;
  • V. Emiliani, "Libertari di Romagna. Vite di Costa, Cipriani, Borghi," Ravenna, Longo, 1995.
Necrologi sui giornali
  • "La Stampa", 23 aprile 1968;
  • "l'Unità", 23 aprile 1968;
  • "Paese Sera", 23 aprile 1968;
  • "Il Giorno", 23 aprile 1968
  • M. Mantovani, "Umanità Nova", 27 aprile 1968;
  • "L'Astrolabio", 28 aprile 1968; D. Bartoli,
  • "Il Resto del Carlino"; 28 aprile 1968;
"L'Agitazione del Sud", a. XI, n.5 (n.s.), Alfonso Failla maggio 1968; "Umanità Nova", Umberto Marzocchi, 4 maggio 1968; Pier Carlo Masini, "Avanti!", 5 maggio 1968);

Opere riguardanti Armando Borghi

  • Piero Calamandrei "Il Ponte 1945" La Nuova Italia
  • Emilio Falco "Armando Borghi e gli anarchi italiani 1900-1922" 1992 Quattroventi
  • Paolo Spriano "L'occupazione delle fabbriche" 1964 Einaudi
  • Luciano Bergonzini "Lo schiaffo ad Arturo Toscanini: fascismo e cultura a Bologna" 1991Il Mulino
  • Leo Valiani, Alceste Della Seta "Il Partito socialista italiano nel periodo della neutralità, 1914-1915" 1977 Feltrinelli economica
  • Gaetano Salvemini "Lettere dall'America" 1967 Laterza,Originale depositato presso la University of Michigan
  • "Il Pensiero politico" "Rivista di storia delle idee politiche e sociali." 1968 L.S. Olschki Originale depositato presso la University of California
  • Gino Bianco, Gaetano Perillo"I partiti operai in Liguria nel primo dopoguerra" 1965 Istituto storico della Resistenza in Liguria,Originale depositato presso la University of Michigan
  • Enzo Santarelli"Aspetti del movimento operaio nelle Marche" 1956 Feltrinelli
  • Alibrando Giovannetti, Marco Genzone, Franco Schirone "Il sindacalismo rivoluzionario in Italia: l'azione diretta, le lotte" 2004 Collegamenti Wobbly
  • Gaetano Salvemini "Scritti vari, 1900-1957" 1978 Feltrinnelli
  • Giuseppe Galzerano "Giovanni Passannante: la vita, l'attentato, il processo, la condanna a morte" 1997 Galzerano
  • Cesare Bermani "La battaglia di Novara: (9 luglio-24 luglio 1922), occasione mancata della riscossa proletaria ed antifascista" 1973 Sapere
  • Antonio Gramsci "Socialismo e Fascismo: L'Ordine Nuovo 1921-1922" 1974 G. Einaudi
  • Arturo Toscanini "The Letters of Arturo Toscanini" 2006 University of Chicago Press
  • V. Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Milano, Rusconi, 1979
  • G. Cerrito, L'emigrazione libertaria italiana in Francia nel ventennio fra le due guerre, in Gli italiani fuori d'Italia. Gli emigrati italiani nei movimenti operai dei paesi d'adozione 1880-1940, *Atti del Convegno organizzato dalla Fondazione Giacomo Brodolini, a cura di B. Bezza, Milano, Franco Angeli, 1983
  • A.Dada', L'anarchismo in Italia: fra movimento e partito. Storia e documenti dell'anarchismo italiano, Milano, Teti, 1984
  • Errico Malatesta, Epistolario 1873-1932, a cura di Rosaria Bertolucci, Avenza, Centro Studi Sociali, 1984;
  • Il movimento anarchico a Castel Bolognese (1870-1945), Castel Bolognese, Grafica Artigiana, 1984;
  • F. Madrid Santos, Camillo Berneri, un anarchico italiano (1897-1937). Rivoluzione e controrivoluzione in Europa (1917-1937), Pistoia, Archivio Famiglia Berneri, 1985;
  • Maurizio Antonioli, Azione diretta e organizzazione operaia. Sindacalismo rivoluzionario e anarchismo tra la fine dell'Ottocento e il fascismo, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 1990;
  • P. Finzi, La nota persona. Errico Malatesta in Italia dicembre 1919 luglio 1920, Ragusa, La Fiaccola, 1990;
  • L. Bergonzini, Lo schiaffo a Arturo Toscanini, Bologna, Il Mulino, 1991
  • T. Abse, Sovversivi e fascisti a Livorno. Lotta politica e sociale (1918-1922), Milano, Franco Angeli, 1991;
  • Una breve illusione. Gli anarchici italiani e la Russia sovietica 1917-1939, Milano, Franco Angeli, 1996;
  • Luce Fabbri, Luigi Fabbri. Storia di un uomo libero, Pisa, BFS, 1996;
  • Maurizio Antonioli, Il sindacalismo italiano. Dalle origini al fascismo, Pisa, BFS, 1997;
  • G. Sacchetti, La "Busta 78": gli anarchici italiani nelle carte di polizia, 1944-1966, "RSA", a.IV, n.2 (8), lug.-dic.1997;
  • Gianpietro Berti, Il pensiero anarchico dal Settecento al Novecento, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 1998;
  • Cinquant'anni di Volontà,. Indici 1946-1996, "Volonta'", n. speciale, s.d. 1999;
  • Maurizio Antonioli – Pier Carlo Masini, Il sol dell'avvenire. L'anarchismo in Italia dalle origini alla prima guerra mondiale, Pisa, BFS, 1999;
  • Congressi e convegni della Federazione Anarchica Italiana. Atti e documenti (1944-1995), a c. di U. Fedeli e G. Sacchetti, Pescara, Samizdat, 2001;
  • Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana. L'anarchismo in Italia dal biennio rosso alla guerra di Spagna (1919-1939), Pisa, BFS, 2001;
  • P. La Torre, Il Congresso della UAI di Bologna (1920), "RSA", a.VIII, n.2 (16), lug.-dic. 2001;

Intitolazioni

A Castel Bolognese (RA) esiste la Biblioteca Libertaria “Armando Borghi”


 

Armando Borghi (1882-1968)

The anarchist movement has always had its share of driving forces and tireless propagandists. Italy, ever since the days of the First International, has produced a number of exceptional agitators - Carlo Cafiero and Andrea Costa, back at the beginning; Luigi Galleani and Pietro Gori at the turn of the century; Errico Malatesta, Luigi Fabbri and Camillo Berneri and Armando Borghi in more recent times.
With the death of Borghi in 1968, the Italian movement lost one of its finest representatives. Over a 60-year period, Borghi forged relentlessly ahead with his activities with a truly outstanding belief and enthusiasm.
He died at the age of 86. Born in Castel Bolognese in the Romagna on 7 April 1882, he embarked upon his activities as an anarchist militant at the age of 16. In his major work A Half-Century of Anarchy he describes with his subtle and sparkling style the ups and downs of his frantic life as an activist and propagandist. He relates how, in 1898, when he was barely 16 years old, and unbeknownst to his parents, he travelled to Ancona to attend the trial of Malatesta on the charges of justifying criminality and plotting against the State that arose from his having published the weekly L'Agitazione in Ancona. It was at this point that Borghi had his chance to view Errico Malatesta in the flesh (as he used to say) in the dock. He conceived a lifelong fondness for Malatesta. From then on, Borghi was up to his neck in activity and in the struggle.
In 1900 he settled in Bologna and there, following the assassination of King Umberto I by Gaetano Bresci (on 29 July 1900) he unreservedly endorsed the heroic act, in contrast to those socialists, republicans and a small clique of Rome-based anarchists who had condemned the killing.
His first arrest came in Bologna in 1902, over anti-militarist propaganda. In April 1903, he won his spurs as a public speaker, again in Bologna, when he was chosen by the anarchists to address a huge rally called to protest at military expenditure. The young anarchist, then just 20, made his mark. He was welcomed to the rostrum by Andrea Costa. It was his very first success as a public speaker. He became the official spokesman of the anarchists at all rallies. A flurry of innumerable arrests and trials followed. His defence counsel at all times was Pietro Gori who always showed up for his trials. Armando Borghi was arrested during a demonstration in 1904 and spent several months in the San Giovanni in Monte prison.
In 1905, he was sentenced again in Ravenna to a five month prison term for "incitement to crime". Between 1903 and 1906, he spent longer behind bars than as a free man. In May 1906 he had barely come out of prison when he was commissioned in Ravenna as editor of L'Aurora, an anarchist weekly, taking over from Domenico Zavaterro. It was from the columns of L'Aurora that he severely upbraided anarchist individualism. It was from the same platform on 9 July 1906 that Borghi marked Gaetano Bresci's assassination. He was indicted over this vibrant article which earned the author as well as the managing editor a year behind bars.
Borghi saw imprisonment again in Ravenna and then in Piacenza. He was freed early in July 1907. It was at this point that he agreed to take up a post as trade union agitator. He was invited to join the secretariat of the Bologna and District Construction Union. However, he was not converted either to trade unionism or to anarcho-syndicalism but remained comprehensively and full-bloodedly anarchist. But he found it useful to mix with the workers in order to fight for their emancipation. The Bologna Construction Union was not affiliated to the CGL (General Confederation of Labour), but belonged, as did many another organisation, to the National Direct Action Committee.
Borghi stayed in Bologna as secretary of the Construction Union for over three years and, along with Giuseppe Sartini, represented the old Chamber of Labour which was independent of the CGL. But even then he did not neglect anarchist propaganda. When, on 13 October 1911, trooper Augusto Masetti fired a gunshot in the parade ground of the Cialdini barracks in Bologna at his colonel by way of a protest at the war in Libya while shouting out 'Down with the war! Long live Anarchy!', Armando Borghi and Maria Rygier immediately composed a special edition of L'Agitatore welcoming the action of the rebel soldier.
Borghi's article was entitled "Anarchist revolts shines through the violence of war". The newspaper was impounded and a round-up of anarchists began. Maria Rygier was the first to be arrested. Borghi got away by the skin of his teeth and fled to Paris.
He stayed abroad until the end of December 1912, involving himself in active anti-militarist propaganda, giving lectures in France and Switzerland. After the Italian government offered an amnesty to mark the conclusion of a peace treaty with Turkey, he returned to Italy. In the autumn of 1912, the Italian Syndicalist Union (USI) had been launched in Italy. It ought to be noted that Borghi, in exile in France at the time, had no hand in the launching of the USI but affiliated to it in his capacity as organiser for the labour unions independent of the CGL.
Which brings us to the "Red Week". A national campaign committee had promised protest rallies all across Italy in protest against militarism, the disciplinary battalions and to press for the release of Augusto Masetti. These were scheduled for the first Sunday in June.
Following a rally in Ancona - addressed by Malatesta - there were clashes between the crowd and the police and three young demonstrators were killed. A general strike was called in all of the big cities in Italy. In the Marches and in the Romagna region, the strike took the form of out and out insurrection. Betrayal by the leaders of the CGL prevented the revolutionary uprising from scoring the success it deserved. The government backlash soon gained the upper hand. Malatesta managed to evade arrest and fled to London. On 7 June Borghi was speaking in Florence. The moment he heard of the deaths of the three young people in Ancona he made for the Romagna to do his bit in the uprising. To his great surprise, on this occasion he was not arrested.
In August 1914, the Great War erupted. In keeping with his basic anarchist principles, Borghi immediately declared his opposition to the war.
De Ambris, Corridoni and Masotti and other USI leaders hoped to 'convert' the USI-affiliated unions to the interventionist cause. They called a general congress of the USI in Parma in September 1914. Borghi steadfastly argued the need for the USI to come out against the war. The USI branches endorsed Borghi's resolution by an overwhelming majority. Borghi took up the secretaryship of the Italian Syndicalist Union. The USI relocated its headquarters to Bologna and thereafter Armando Borghi's time was entirely consumed by anti-war propaganda. But not for long - because after May 1915 - when Italy entered the war - he was interned in Impruneta, a small town near Florence and later in Isernia in the Abruzzi.
When the war ended in November 1918, Borghi resumed his activities as USI secretary and director of the weekly Guerra di Classe. Ever by his side as a priceless collaborator and beloved spouse was Virgilia D'Andrea. Very active during the cost of living campaigns in July 1919, Borghi was an active, zealous agitator, not merely in his trade union organiser capacity but also, indeed primarily, as a fervent anarchist.
In late December 1919, Errico Malatesta returned to Italy and in Milan he ran the daily newspaper Umanita Nova. Borghi and Malatesta were on the same wavelength and their respective propaganda drives brought the Italian people to crucial revolutionary accomplishments such as the factory occupations in August-September 1920.
Armando Borghi was not in Italy at that time. In May 1920, he had left for Russia at the invitation of the Bolshevik leadership, keen to talk with a representative of the USI and, if at all possible, with its secretary. It was a particularly adventurous trip, as detailed in A Half-Century of Anarchy. In Moscow Borghi had an audience in the Kremlin with Lenin. Lenin asked him if he were opposed to centralism and Borghi replied: "You have that right. How could any anarchist be in favour of centralism?" To which Lenin retorted: "Freedom ought not to be the death of the revolution." Borghi countered with: "In the absence of freedom, the revolution would be a horror." Their conversation proceeded quietly.
Learning of the factory occupations back home, Borghi scurried homewards. This second journey brought him to Milan by 20 September, by which time the reformist trade union organisations had ordered the factories to back down on 17 September. There was nothing that he could do by then, but he declined an invitation from the government that he join, as representative of the USI, a commission drafting a law on workers' control. Meanwhile, the government was cracking down heavily again.
In October, Borghi, Malatesta and other anarchists were rounded up on no particular charges. In the San Villore prison in Milan, on 14 March 1921, Malatesta, Borghi and Quaglino launched a hunger strike to force the court authorities to set a trial date. After nine months in prison on remand, by late July 1921, they were brought for trial to the Assizes in Milan. All of those charged were freed. Malatesta and Borghi had offered a zealous defence of themselves.
Fascism was now in the ascendant and the lives of antifascist militants were in the balance. Borghi and Virgilia D'Andrea were continually receiving death threats.
Armando Borghi fought against the fascists by promoting the "Labour Alliance" in an attempt to erect an obstacle in the path of the fascist victory. But after the March on Rome in October 1922, all attempts to fight fascism were in vain. Along with Virgilia D'Andrea, Borghi had to leave Italy in 1923 and they went into exile, first in Berlin and then in Paris.
In France he carried on his fight against fascism. He penned his first volume of memoirs Italy Between Two Crises. It was published in Paris in July 1924. In October 1926, Borghi left France for the United States. He arrived to find the campaign for Sacco and Vanzetti at its height. At the invitation of their support committee, he gave many talks and appeared at meetings. But even in the States he could not escape arrest and trial and was often released only on payment of huge bail bonds. An active contributor to L'Adunata dei Refrattari he often signed his articles with a pseudonym, with the police forever on his trail. Virgilia D'Andrea was always at his side. She was an active propagandist and a fine public speaker. But on 12 May 1933 she died while still quite young.
In the United States, Borghi struck up friendships with Gaetano Salvemini and Arturo Toscanini and his son, Walter. After the downfall of fascism he returned to Italy, landing in Naples in October 1945. Immediately embarking upon a frantic lecture tour.
In 1946, he visited all the major cities of Italy - Rome, Bologna, Ancona, Milan, Carrara, etc. In December that year his car crashed into a lorry. He came away with serious head wounds and some broken ribs but his travelling companions emerged unscathed. He spent a long time in hospital in Ravenna, followed by a lengthy convalescence. He stayed in Italy until March 1948, involving himself in active propaganda and affording his comrades the benefit of his long experience and his thorough knowledge of the many issues confronting the anarchist movement. Then he felt the urge to return to the United States, weary from his frantic, restless lifestyle in Italy. He stayed in the USA until 1953 returning to Italy that year and he was in perfect health when he took part in the March 1953 congress of the Italian Anarchist Federation (FAI) in Civitavecchia.
Once again, Armando was the centre of the Italian anarchist movement which was experiencing a promising revival. He settled in Rome, assisting Gigi Damiani and Umberto Consiglio in bringing out Umanita Nova. He stayed in Italy after that and his activities were genuinely beneficial to the movement. For twelve years up until October 1965, the presence of Armando Borghi in Umanita Nova in the shape of his lively, vivacious articles, left an indelible mark. He died on 21 April 1968.
From: Le Monde Libertaire, Paris, No 725, 10 November 1988. Translated by: Paul Sharkey. 



Disegno del pittore Crespi

Armando Borghi, né le à Castel Bolognese, dans la province de Ravenne, en Émilie-Romagne et mort le à Rome, est un anarchiste et un journaliste italien.

Biographie

Origines familiales et lieu de naissance

La famille Borghi est politiquement proche des mouvements républicains. Le père, d'abord proche du républicain Mazzini, se rapproche ensuite des théories de Mikhaïl Aleksandrovitch Bakounine, un des pères de la pensée anarchiste ; d'autres adeptes de Mazzini suivront le même chemin, comme par exemple Andrea Costa. Les particularités de la situation socio-politique de Castel Bolognese et de sa région poussent un nombre important de personnes à adhérer aux idéaux anarchistes. Parmi ceux-ci on trouve le peintre Giuseppe Guidi ainsi que Giovanni Forbicini que Borghi recroisera au lendemain de la Seconde Guerre mondiale, lors de la réorganisation du mouvement anarchiste et de la création de la fédération anarchiste italienne (FAI).

La Première Guerre mondiale

Armando Borghi adhère adolescent au mouvement anarchiste. En 1898 il est arrêté pour la première fois, au cours d'une grève agricole dans la région de Ravenne. Avec la démission de la direction pro-interventionniste de l'union syndicale italienne, il devient le seul dirigeant syndicaliste-révolutionnaire restant sur des positions neutralistes de l'Italie dans la Première Guerre mondiale. En cela, il est en nette opposition à l'interventionnisme de gauche de Alceste De Ambris. Pendant la guerre il est assigné à résidence dans un petit village des Abruzzes. Il retrouve la liberté en 1918, mais en 1920 il est de nouveau arrêté. Les socialistes, dans la période de l'immédiat après-guerre adoptent une politique attentiste et faible face aux masses populaires et à leurs demandes qui engendre de profondes dissensions au niveau national comme au niveau local dans cette zone traditionnellement insurrectionnelle qu'est la région de Ravenne.

L'après Première Guerre mondiale

Armando Borghi dès 1918-1919, développe une vision à long terme de la situation politique. Il propose la formation d'un comité révolutionnaire et s’oppose à ceux qui veulent faire entrer l'USI dans la CGdL. Il préconise comme alternative la dissolution des ligues et la convocation d'une constituante syndicale afin de donner vie à une nouvelle organisation qui exprimerait la volonté des travailleurs au moyen d'élections libres. La CGdL refuse. En avril 1919, après l’attaque (it) sanglante, le saccage et l’incendie le 15 à Milan, du siège de l’Avanti! organe officiel du parti socialiste italien, par des nationalistes et des squadristes fascistes, il pousse à la création d'un comité révolutionnaire composé de cinq membres représentant l’USI, la CGdL, le PSI, l’UAI (union anarchiste italienne) et le SFI (syndicat des chemins de fer italien). Cette action d'agitation et d'organisation provoque son arrestation ainsi que celle de l'ensemble du comité central de l'USI. En substance Armando Borghi propose un front uni syndicat-ouvrier qui pourrait ensuite s'allier militairement au niveau national avec le front uni des Arditi del Popolo (soldats du peuple), dirigés dans la région de Ravenne par Alberto Acquacalda.
Les mouvements contre la cherté de la vie de juin-juillet 1919, les grèves et les morts durant les manifestations du printemps 1920, l’occupation des usines, la révolte des bersagliers d'Ancône et toujours en 1920, la prise de Fiume par Gabriele D'Annunzio, sont les signes d'une situation pré-révolutionnaire appuyée par la présence constante de l'USI possédant des chefs historiques et des groupes qui d'interventionnistes deviendront anti-fascistes armés. Cet état de fait est considéré désormais pour la classe ouvrière comme une alternative valable. La force et la tradition de la GGL donnant à Borghi les moyens lui permettant d'intensifier sa bataille politique.

Divergences et relations avec l'Union soviétique

Après la prise de pouvoirs des bolchéviques en Russie, il est en relation avec Zinoviev et Lénine, mais est plus proche de Victor Serge, un ancien anarchiste devenu bolchévique qui prêtait une attention particulière au traitement des anarchistes russes ainsi que de Kropotkine, théoricien du communisme libertaire en Russie. Dans ses mémoires Armando Borghi expose aussi sa diatribe avec Boukharine.
La période est alors très tendue en Italie et le problème le plus important est la réponse à apporter aux attaques « squadristes ». Il faut rappeler la rencontre entre Boukharine, qui maintient fréquemment des contacts avec les Italiens, et Ruggiero Grieco, dont le refus est déterminé par l'opposition de la direction communiste italienne de cette époque de participer au Fronte Unito Arditi del Popolo.
Borghi, dans ses mémoires, raconte justement la conférence de Piombino en 1921, où est présent le député communiste Francesco Misiano. Il s'est réfugié dans cette ville toscane après avoir été chassé du parlement par les fascistes qui l'ont menacé de mort. Pombino est encore tenue solidement par les franges anarchistes et les Arditi del Popolo qui malgré les ordres du parti ont été rejoints par de nombreux communistes.
De Russie, Borghi rentre donc prudemment en Italie où entre-temps, les occupations d'usine se sont développées. Le il rejoint Vérone à marche forcée. Toutefois à son arrivée le mouvement dans les usines et les conseils ouvriers sont en voie d'extinction. Il réussit néanmoins à tenir encore des comices dans certaines places fortes du mouvement ouvriers comme Milan, Sestri Ponente, qui donne à l'époque beaucoup de fil à retordre aux squadristes, ainsi qu'à Vérone même. Il continue à inciter la classe ouvrière à la lutte jusqu'à son arrestation survenue le . Quelques jours après, Errico Malatesta est également arrêté ainsi que de nombreux autres militants anarchistes.

La période fasciste

L'année 1922 est celle de la marche sur Rome et de la défaite du mouvement ouvrier et révolutionnaire italien. La route de la conquête du pouvoir par les fascistes est désormais ouverte. Pendant la période fasciste, Armando Borghi s'exile d'abord à Berlin (Allemagne) puis dans d'autres pays européens et finalement aux États-Unis.

L'exil en Europe

Le congrès constitutif de l'Association internationale des travailleurs (AIT), organisation syndicale internationaliste libertaire se tient à Berlin du au . Armando Borghi est l'un des animateurs de cet organisme international pour la réorganisation du mouvement syndical durement battu dans de nombreux pays, parmi lesquels l'Italie. Berlin est à cette période le lieu où se retrouvent les anarchistes russes et Borghi entretient avec eux des contacts étroits. En tant que représentant de l'AIT il est envoyé en France, au Portugal, aux Pays-Bas (1925) puis en Espagne. La matrice libertaire de Borghi l'amène à combattre le fascisme mais également la nouvelle voie empruntée par l'état soviétique. En effet, c'est l'époque de la prise du pouvoir absolu par Staline mais également l'époque du rapprochement entre le fascisme et le stalinisme.
Une de ces études L’Italia tra due Crispi est publié à cette époque. Pour Borghi il est important de comprendre la situation pour ensuite faire fructifier son expérience révolutionnaire italienne des années antérieures et à partir de ce solide point de référence de tenter de réorganiser les forces de gauche dont la majeure partie se rapproche de plus en plus de la nouvelle voie stalinienne.
La réorganisation de l'aile anarchiste est complexe à cause des subdivisions entre les individualistes purs et les anarchosyndicalistes avec le problème qui en découle, celui de maintenir les distances avec la frange communiste d'observance moscovite.
Parmi les exilés antifascistes on trouve également des infiltrés avec des personnages spécifiques par leurs vicissitudes politiques. Parmi ceux-ci on trouve Ricciotti Garibaldi junior (adhérent au fascisme avec son frère Ezio Garibaldi) qui, à la différence de son autre frère Sante Garibaldi, fervent anti-fasciste qui se prévalant du nom qu'il porte s'est infiltré parmi les exilés afin de mener des actions de provocation.
Armando Borghi est donc contraint de se méfier aussi des formations antifascistes comme Avanguardie garibaldine, très exposée à de fréquentes infiltrations de provocateurs fascistes et doit donc s'éloigner des anarchistes qui se sont laissés compromettre. Cela ne se fait pas sans laisser des traces et des ruptures dans la frange libertaire des exilés en France. La position politique de Borghi à ce point est de rendre toujours plus autonome les anarchistes antifascistes, en désaccord avec Errico Malatesta qui propose l'adhésion au Front Uni Antifasciste. Il se rapproche donc des positions de l'Adunata dei Refrattari qui dans l'immédiat après-guerre, a été expulsée de la FAI à cause des positions excessivement individualistes de ses adhérents.

L'exil aux États-Unis

Aux États-Unis en 1927 il est encore en dissidence avec d'autres groupes anarchistes qui suivent une sratégie proche de celle du Front Uni appuyé par Malatesta. Plus précisément il entre en conflit sur la tactique à adopter avec le groupe anarchiste qui se regroupe autour du journal de Carlo Tresca Il Martello. Carlo Tresca sera tué en 1943 selon la plus récente reconstitution historique, par un tueur de la mafia sur ordre de Mussolini. Mussolini qui accueillera par la suite en Italie l'auteur du crime Vito Genovese, quand celui-ci aura des difficultés judiciaires avec le gouvernement américain. l'Italie fait aussi pression sur l'État américain pour faire arrêter Borghi mais celui-ci réussit néanmoins à publier le livre Mussolini in Camicia qui aura un grand succès éditorial.
Durant cette même année, il est arrêté pendant les manifestations contre l'exécution de Nicola Sacco et Bartolomeo Vanzetti.
La mort de Virgilia D'Andrea sa compagne de toujours, plonge Borghi dans le plus profond désarroi. En 1937 il est en Espagne, où son fils lutte avec les Brigades internationales. Les services secrets fascistes signalent sa présence à Barcelone le ainsi que le . Ces renseignements sont plausibles vus la forte composante anarchiste présente dans la ville catalane parmi les militants antifascistes italiens.
À Barcelone il participe aux tentatives de réorganisation des anarchistes mais il ne peut agir à découvert car il est recherché aussi bien par les fascistes que par les staliniens. Il retourne aux États-unis à la fin de la guerre civile espagnole et est enregistré et arrêté en 1940 en relation avec l'Alien Registration Act.
Il retrouve la liberté grâce à l'intervention d'amis célèbres et influents comme Arturo Toscanini et Gaetano Salvemini. En juillet 1944 il essaye vainement de retourner en Italie pour participer activement à la lutte antifasciste mais il ne pourra revoir sa terre d'origine qu'en octobre 1945, une fois la guerre finie.

L'après Deuxième Guerre mondiale

À la chute du régime, il rentre en Italie où il assume des fonctions importantes au sein du mouvement anarchiste en dirigeant pendant plus de quinze ans Umanità Nova, le journal de la FAI, reconstituée après un processus complexe de restructuration en 1945 grâce aux efforts d'anarchistes connus, parmi lesquels Alfonso Failla et Umberto Marzocchi.

L'action politique au cours de l'après seconde guerre mondiale

Outre le problème de l'organisation de la FAI qui n'est pas un simple problème bureaucratique mais essentiellement politique, sa campagne politique pendant ces années est centrée autour de deux grands thèmes libertaire:
  • L'opposition à la Constituante italienne, combattue car elle représente pour un libertaire la formalisation de ceux qui peuvent faire de la politique et les autres.
  • L'opposition au cléricalisme et aux interventions de l'église dans la politique.
Borghi est fortement critique envers la politique socialo-communiste qui a abandonné au niveau national les instances révolutionnaires et au niveau international s'est liée aux représentants du stalinisme. Les grandes figures de l'anarchie italienne - Errico Malatesta, Camillo Berneri, Luigi Fabbri sont morts et désormais Borghi fait partie avec Alfonso Failla et Umberto Marzocchi, de ceux, peu nombreux, qui constituent un solide point de référence tant pour les vieux camarades que pour les nouveaux venus à l'idéologie libertaire.
C'est également la période des scissions à l'intérieur de la gauche communiste et libertaire avec la naissance des GAAP (it) (Groupes anarchistes d'action prolétarienne), dont une partie évoluera vers le marxisme dans Lotta Comunista (Lutte Communiste) de Arrigo Cervetto et Lorenzo Parodi en 1965.
Borghi constate les tentatives de rapprochement entre la gauche socialo-communiste et les catholiques et compte tenu de sa position cohérente avec les idéaux traditionnels de l'anarchie, il les combat. C'est une période de congrès continus et d'assemblées auxquels il participe inlassablement que cela soit pour faire de l'agitation ou de la pédagogie. Son livre Conferma anarchica (Due anni in Italia) en 1949 constitue une chronique historique du moment vecu par la gauche italienne. Alberto Borghi, gardien de l'idéologie anarchiste, s'oppose à toute tentative de restructuration des organisations liées à la frange anarchiste qui conduise à une bureaucratisation excessive et une hiérarchisation interne qui donnerait trop de pouvoir à l'appareil du parti au détriment de la démocratie de base.

L'action politique dans les années 1950 et suivantes

Fidèle à l'idéal libertaire et anti-stalinien il condamne résolument l'intervention soviétique de 1956 en Hongrie et se solidarise totalement avec les insurgés.
Afin d'empêcher un congrès du MSI il participe aux émeutes de Gênes du .
Par la suite Borghi s'acharne moins contre les gauches institutionnelles et prend la défense de Fidel Castro. Le , dans un article Bas les mains de Cuba dans Umanità Nova, publié immédiatement après la tentative de coup d'État appuyé par la CIA, des éléments anti-castristes tentent, sans l'appui des USA, de débarquer dans la Baie des Cochons. certaines franges anarchistes l'accusent alors de philo-communisme. Au congrès de la FAI de la même année, à Senigallia, Borghi répond aux critiques et obtient le consensus des congressistes c'est-à-dire une condamnation ferme de l'évolution totalitaire du régime qui est en cours d'instauration à Cuba ainsi qu'une solide défense de Cuba elle-même afin de la protéger de toute attaque réactionnaire en provenance de l'étranger.
Du 31 octobre au , pendant les travaux du Congrès de Carrare, le document proposant pour structure de la FAI un pacte associatif avec des normes réglementaires et d'éventuelles sanctions disciplinaires pour les adhérents prévaut. Borghi et sa fraction étant contre cette ligne se voient contraints d'abandonner la direction de Umanità Nova.
L'aile qui le suit fait scission de la FAI et Armando Borghi se consacre aux recherches et à l'archivage de l'énorme documentation qu'il a réunie.
Il meurt à Rome le . Sa dernière volonté a été d'être enterré à Castel Bolognese.

Sources

  • (it) Cet article est partiellement ou en totalité issu de l’article de Wikipédia en italien intitulé « Armando Borghi »  

 Parigi, febbraio 1912. Cartolina postale inviata da Armando Borghi a Luigi Fabbri. Nella foto Borghi e i compagni di lavoro, con dedica.

 Bologna. 1920. In piedi: Adalgisa Romagnoli, Errico Malatesta, Clodoveo Bonazzi. Seduti: Virgilia D’Andrea, Armando Borghi.

 Armando Borghi, Eusebi Carbó e Virgilia D’Andrea al Congresso dell’AIT (Amsterdam, 1925).

 Genova, maggio 1962. Manifestazione antifranchista e in solidarietà con il popolo spagnolo organizzata dalla F.A.Italiana. Sul palco, da sinistra, Umberto Marzocchi, Armando Borghi, Federica Montseny.




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