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martedì 29 gennaio 2019

Lidio Ettorre (Giulianova, 3 dicembre 1893 – Giulianova, 1977) Anarchico

Lidio Ettorre

Lidio Ettorre (Giulianova, 3 dicembre 1893 – Giulianova, 1977) è stato un anarchico italiano.
Attivo dal 1910. Sottoscrittore di stampa anarchica. Dal 1912 collabora con la redazione anconetana di «Volontà». Contribuisce nello stesso anno alla costituzione del locale gruppo anarchico. Segnalato come anarchico nel 1913, dopo essersi fatto notare per propaganda astensionista. Sempre nel 1913 contribuisce alla costituzione di un meno noto gruppo intitolato a Francisco Ferrer y Guardia. Attivo nel locale Fascio anticlericale e nella propaganda laica e razionalista, nelle organizzazioni dei lavoratori della terra e nelle leghe artigiane, nella propaganda antimilitarista e in quella per la liberazione delle vittime politiche; è tra i promotori della costituzione della Casa del Popolo di Giulianova. Scrive per «La Sveglia», periodico teramano che raccorda anarchici, socialisti rivoluzionari e sindacalisti attivi in provincia. Partecipa allo sciopero della settimana rossa. È in prima linea contro il bellicismo dilagante e nelle agitazioni antimilitariste, fino agli scontri di piazza con gli interventisti. Oratore dei comizi contro le compagnie di disciplina del 24 maggio a Giulianova e del 20 settembre 1914 a Teramo.

Guerra e antimilitarismo

Richiamato alle armi nel 1915, assegnato al 6º reggimento bersaglieri ciclisti, 11ª compagnia di stanza a Bologna. Segnalato dalle autorità militari per propaganda anarchica e antimilitarista tra i soldati. Viene spostato ad Udine. Collabora con la redazione de «Il Libertario». A causa del contenuto di una lettera destinata a Pasquale Binazzi, si apre su di lui un'indagine per «complotto insurrezionale contro le autorità militari». Viene incarcerato con l'accusa di propaganda disfattista. Inizia il processo nel quale si rischia la pena di morte, presso il Tribunale Militare di Venezia; l'avvocato difensore, Giuseppe Romualdi, soltanto facendo passare l'ipotesi “insano di mente” riuscirà a salvarlo. La vicenda si conclude con la assoluzione e poi con il definitivo riconoscimento della inattitudine al servizio militare per vizio cardiaco, congedato “con onore”. Continua nella propaganda antimilitarista e rivoluzionaria, nella convinzione che in Italia potrebbe ripetersi quanto avvenuto in Russia: fine del conflitto e scoppio della rivoluzione. Nel periodo 1916-'17 è a Torino, attivo nell'organizzare i fasci rivoluzionari che raggruppano anarchici, elementi della sinistra socialista, quella giovanile e il sindacalismo contrario alla guerra. Passa al Partito Socialista Italiano (PSI), schierandosi con la frangia facente capo a Amadeo Bordiga. Torna a Giulianova con l'incarico di corrispondente dell'«Avanti».

Dopoguerra

Dal 1919 è dirigente della sezione della Lega Proletaria e del gruppo giovanile socialista di Giulianova. Con Attilio Conti è tra gli oratori del comizio di Giulianova del 19 ottobre 1919 in solidarietà alla Russia sovietica e contro il governo italiano, la controrivoluzione bianca e l'aggressione imperialista. Oratore di svariati comizi promossi dalla Lega Proletaria, che spesso e volentieri degenerano in scontri con i nazionalisti e i dannunziani. La frequenza di episodi del genere è così alta che su Giulianova inizia a parlarsi di «roccaforte rossa d'Abruzzo». Oratore di molti comizi elettorali per le elezioni del 1919.

Il biennio rosso

Dal 1920 porta la sezione giovanile socialista al completo a svincolarsi dalla disciplina di partito, votando una mozione in cui si ribadisce l'antiparlamentarismo e si dichiara di condividere «il contegno prettamente rivoluzionario degli anarchici». Al suo fianco opera anche Vincenzo Cerminiani. Si crea a tutti gli effetti in città un coordinamento rivoluzionario di base diretto dagli anarchici e capace di coinvolgere sindacalisti, socialisti e Lega Proletaria: «la Lega proletaria, il Circolo giovanile e la Sezione adulta sono per il Fronte unico rivoluzionario». Ettorre è attivissimo nell'elaborazione delle strategie d'azione per la formazione dei gruppi locali del Fronte unico rivoluzionario (FUR), nella partecipazione diretta alle lotte in corso su questioni concomitanti sul piano nazionale e locale quali il caroviveri, il pacifismo, l'antimilitarismo, la campagna contro l'invio dei soldati italiani in Albania, la campagna per il ritiro delle truppe 'bianche' dalla Russia sovietica, l'emancipazione morale e materiale del proletariato, le libertà e i diritti sindacali. In risposta alla propaganda nazionalista e patriottica dilagante fa affiggere in città la seguente targa, in memoria della grande strage proletaria che è stata la Grande guerra: «Ai proletari/vittime della/guerra borghese/i reduci/della Lega Proletaria/memori/2 maggio 1920». Guida la lotta dei contadini per la riforma del patto colonico. Scrive per «Umanità Nova» e per «Falce e Martello». Promotore delle assemblee di Giulianova del 1 e del 12 luglio 1920 in solidarietà ai «rivoltosi di Ancona» e per la liberazione dei prigionieri politici. Promotore nel mese di agosto di una mobilitazione contro gli eccidi proletari. Oratore del comizio di Caramanico del 30 agosto 1920 contro gli eccidi proletari e per la liberazione dei prigionieri politici. Organizzatore del comizio di propaganda anarchica di Guglielmo Boldrini del 10 settembre 1920 presso i locali della Lega Proletaria. Organizzatore di una mobilitazione popolare anticapitalista del 12 settembre 1920 contro la propaganda nazionalista e della ‘vittoria mutilata'. Promotore nell'ottobre 1920 di un convegno provinciale tra i dirigenti del movimento anarchico, socialista astensionista, del circolo giovanile socialista e della Lega Proletaria per stabilire come organizzare al meglio i gruppi d'azione del FUR e «strappare ai vari arruffoni della socialdemocrazia» la direzione del movimento politico- sindacale. In occasione delle amministrative è attivissimo nella propaganda astensionista: «domani [10 ottobre 1920] vi saranno due comizi. Parleranno il segretario della sezione socialista Pica ed il propagandista Ettorre. Nella Lega Proletaria gli astensionisti hanno avuto la maggioranza e quindi essi con entusiasmo appoggeranno la lotta astensionista. La Federazione socialista provinciale non può darsi pace». Arrestato preventivamente e detenuto per un mese. Liberato nel novembre 1920.

Lo scontro col fascismo

In vista dell'assise livornese, invia adesione al congresso frazionista di Imola per schierarsi con Bordiga. Oratore dei comizi per la libertà di Sacco e Vanzetti registratisi a Giulianova il 16 ottobre 1921 e l'8 gennaio 1922. Sul finire del 1921 ha nel frattempo lasciato il Partito comunista (PCdI) per tornare definitivamente all'anarchismo. Nei primi mesi del 1922, con l'involuzione degli eventi in Ucraina, Ettorre porta avanti un'importante campagna in solidarietà a Nestor Machno e contro la persecuzione in Russia di anarchici, sindacalisti e comunisti di sinistra. Tiene diverse conferenze sul tema Comunismo libertario e autoritario. S'incrinano inevitabilmente i rapporti con i comunisti italiani. D'accordo con Attilio Conti e con gli altri militanti del gruppo anarchico Carlo Pisacane di Castellamare Adriatico, fonda e dirige il periodico «L'Annunciatore», Organo degli anarchici d'Abruzzo. Successivamente il periodico cambia nome in «Aurora Libertaria». Contribuisce alla costituzione del locale gruppo comunista-anarchico La Luce. Al suo fianco opera anche Francesco Bentivoglio. Organizza a Giulianova lo sciopero del I maggio 1922 indetto dall'Alleanza del Lavoro (AdL), è oratore del comizio conclusivo. Attivissimo in questi mesi nella lotta anticapitalista. È tra i promotori del IV convegno che la Federazione anarchica abruzzese (FAA), aderente all'Unione anarchica italiana (UAI) tiene a Castellamare Adriatico il 7 maggio 1922 nei locali della sezione repubblicana di viale Regina Elena. Partecipa allo sciopero dell'agosto 1922 indetto dall'AdL, che a Giulianova si caratterizza con conflitti a fuoco con i fascisti. Subisce nello stesso mese la violenza fascista, a causa dell'invasione squadrista e poliziesca della cittadina adriatica. Il 7 ottobre 1922 subisce un pestaggio al termine del quale i fascisti gli incendiano la falegnameria e la casa. Nel 1923 il suo nome figura ancora in un elenco «di nominativi di anarchici costituenti una vasta organizzazione di propaganda sovversiva».

Perseguitato politico antifascista

È per qualche mese esule in Francia. Durante gli anni della dittatura subisce numerosissimi fermi e perquisizioni; è oggetto anche di parecchie percosse, più volte ricevute con conseguenze permanentemente gravi per la salute. Oppositore irriducibile del regime, gli viene imposto nel 1930 la carta d'identità perché «pericoloso in linea politica e compreso nell'elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze». Ammonito nel 1942 per disfattismo. Negli anni 1942-43, con vecchi e nuovi compagni (tra cui Alessandro Pica) è tra i fondatori del movimento clandestino "Italia Libera". Nel secondo dopoguerra scrive Le memorie di un perseguitato politico antifascista e riprende il proprio impegno politico e civile. Muore nel 1977.

Fonti

  • E. PUGLIELLI, Il movimento anarchico abruzzese 1907-1957, Textus, L'Aquila, 2010
  • E. PUGLIELLI, Dizionario degli anarchici abruzzesi, CSL "C. Di Sciullo", Chieti, 2010
  • ACS, CPC, b. 1897, f. ad nomen
  • «L'Agitatore», Periodico settimanale anarchico, Bologna, 20 ottobre 1912; Ivi, 16 novembre 1912; P. BENTIVOGLIO, Nel Mondo Libertario. Giulianova, Ivi, 6 aprile 1913; Giulianova, Ivi, 19 gennaio 1913
  • L. ETTORRE, Giulianova, «Volontà», Periodico di propaganda anarchica, Ancona, 13 settembre 1913; Giulianova. La nostra Casa del Popolo, Ivi, 22 agosto 1914; L. ETTORRE, Comunicati, Ivi, 12 settembre 1914
  • L. ETTORRE, Dalla provincia. Ai compagni di Giulianova, «La Sveglia», Suona al sabato, Teramo, 23 maggio 1914
  • L. ETTORRE, La patria si allarga! L'internazionale cammina! Ai traditori dell'internazionale, «Il Libertario», Giornale anarchico, La Spezia, 13 luglio 1916; L. ETTORRE, Una regione selvaggia, Ivi, 22 giugno 1916; L. ETTORRE, Gli sciacalli, Ivi, 27 luglio 1916; L. ETTORRE, Il pazzo errante dell'Abruzzo, Ivi, 10 agosto 1916
  • Da Giulianova. Nuovo «Club Amici»!!, «Abruzzo Rosso», Organo settimanale della Federazione Socialista Abruzzese, Aquila, 7 settembre 1919; Comitato «Pro Giulianova», Ibidem; Da Giulianova. Combattenti in guardia!!!, Ivi, 4 ottobre 1919; Da Giulianova, Manifestazione proletaria, Ibidem; Da Giulianova. Grande comizio socialista, Ivi, 25 ottobre 1919; Da Giulianova, Comizio socialista, Ibidem; Da Castellammare Adriatico, Ivi, 25 ottobre 1919; La solenne proclamazione dei nostri candidati, Ivi, 7 novembre 1919; Il proletariato giuliese contro i dannunziani. Acerbo Fischiato, Ibidem; Danesi fischiato e sconfitto in contraddittorio, Ibidem; Comizio a Silvi, Ibidem
  • Per l'azione rivoluzionaria. Riceviamo e pubblichiamo sopprimendo alcuni aggettivi un po' aspri... Giulianova, «Umanità Nova», Quotidiano anarchico, Milano (poi Roma), 30 marzo 1920; CIRCOLO GIOV. SOC., Per solidarietà coi fatti di Ancona. Giulianova, Ivi, 9 luglio 1920; L. ETTORRE, Per la liberazione di tutti i condannati politici. Giulianova, Ivi, 14 luglio 1920; MARGIO, Comizio di protesta contro gli eccidi. Giulianova, Ivi, 6 agosto 1920; MARGIO, Comizi e manifestazioni. Giulianova, Ivi, 2 settembre 1920; Pro Vittime politiche. L. ETTORRE, Caramanico, Ivi, 5 settembre 1920; MARGIO, Contro i mestatori del dannunzianismo. Giulianova, Ivi, 16 settembre 1920; Movimento Anarchico, MARGIO, Giulianova, Ivi, 22 settembre 1920; MARGIO, Comizi e conferenze. Il blocco che si sgretola. Teramo, Ivi, 10 ottobre 1920; MARGIO, Giulianova proletaria contro la scheda. Giulianova, Ivi, 13 ottobre 1920; MARGIO, Come si svolge la farsa elettorale. Giulianova, Ivi, 21 ottobre 1920; L. ETTORRE, Comunicati. Giulianova, Ivi, 25 novembre 1920; Ivi, 11 novembre 1920; Perché Sacco e Vanzetti non muoiano. In cento e cento comizi l'animo del popolo italiano ha vibrato domenica della più pura passione. ETTORRE, Giulianova, Ivi, 19 ottobre 1921; Propaganda. MARGIO, Giulianova, Ivi, 4 gennaio 1922; Lettere abruzzesi. L. ETTORRE, Anarchici e comunisti. Giulianova, Ivi, 7 gennaio 1922; Sopraffazioni poliziesche a Giulianova, Ivi, 11 gennaio 1922; L'agitazione nazionale per la vita di Sacco e Vanzetti. La manifestazione di domenica. Imponente comizio a Giulianova, Ibidem; Da Giulianova. Propaganda, Ivi, 18 febbraio 1922; Lettere Abruzzesi. Discussioni nostre. Giulianova, Ivi, 24 febbraio 1922; MARGIO, Da Giulianova. Per un numero unico, Ivi, 3 marzo 1922; Piccola Posta. L. ETTORRE, Giulianova, Ivi, 21 marzo 1922; MARGIO, Pubblicazioni nostre. È uscito «L'Annunciatore». Giulianova, Ivi, 24 marzo 1922; Comunicati. Giulianova, Ivi, 25 marzo 1922; F. BENTIVOGLIO, Piccola posta amministrativa, Ivi, 26 marzo 1922; Comunicati. Giulianova, Ivi, 2 aprile 1922; Comunicati. Giulianova, Ivi, 14 aprile 1922; Movimento Anarchico. Castellamare Adriatico. Ai Gruppi anarchici ed ai compagni, Ivi, 29 aprile 1922; MARGIO, A Giulianova, Ivi, 6 maggio 1922; LIBERO, IV Convegno della Federaz. Anarchica Abruzzese. Per la propaganda e per il quotidiano, Ivi, 13 maggio 1922; Metodi comunisti di discussione. Castellamare A., Ibidem; Comunicati. Giulianova, Ivi, 16 maggio 1922; Movimento Anarchico. Come si vuole aiutare «U. N.», Ibidem; Comunicati. Giulianova, Ivi, 8 giugno 1922; L. ETTORRE, Una lettera di Lidio Ettorre, Ivi, 14 ottobre 1922
  • Giulianova, «Il Comunista», Organo della Frazione Comunista del Partito Socialista Italiano, Imola, 2 gennaio 1921
  • In punta di penna, «L'Abruzzo Rosso», Organo del Partito Comunista d'Italia, Aquila, 24 marzo 1922; Questa è carina, Ibidem; Giulianova. A Lidio Ettorre. Per una risposta che nulla ha dimostrato, Ivi, 6 aprile 1922; Giulianova. Avviso importantissimo!!!, Ivi, 21 aprile 1922; A quando la dimostrazione?, Ivi, 21 aprile 1922; In punta di penna. Anarchici e comunisti, Ivi, 11 giugno 1922; Dalle Prov. Chieti-Teramo. Per il libertario Lidio Ettorre, Ivi, 18 giugno 1922; Da Giulianova. Sarebbe ora di finirla, Ivi, 25 giugno 1922; Dalle Prov. Chieti-Teramo. Per un libertario, Ivi, 2 luglio 1922; Dalle Prov. Chieti-Teramo. Per finirla col binomio Lidio Ettorre-Bentivoglio Francesco, Ivi, 23 luglio 1922; Da Giulianova, Ibidem; Da Giulianova. Le infami gesta fasciste a Giulianova, Ivi, 15 ottobre 1922
  • Il primo maggio in Abruzzo. Nostre corrispondenze. Da Giulianova, «La Riscossa d'Abruzzo», Organo della Federazione Repubblicana Abruzzese-Molisana, Castellamare Adriatico, 6 maggio 1922



 Strelnik

Per Lidio Ettorre, anarchico

Giulianova, Portico de Bartolomeis, gennaio 2012.


"Sotto gli occhi indifferenti dei Carabinieri, gli esponenti di tutti i partiti democratici giuliesi cominciarono a subire minacce, aggressioni, pestaggi, dentro e fuori casa, di giorno e di notte, con la distruzione dei luoghi di lavoro. Il 29 agosto 1922, un numeroso gruppo di fascisti abruzzesi e marchigiani, militarmente inquadrati, al canto dei loro lugubri inni, sbuca da Via del Sole, dirigendosi verso il Portico de Bartolomeis, con l’evidente intenzione di distruggere la lapide dedicata ai caduti proletari. Alcuni animosi giuliesi, reduci di guerra e sinceri democratici, accettano immediatamente la battaglia. Si scrisse, in quel giorno, la pagina più bella e commovente della resistenza giuliese al fascismo. La difesa della lapide fu il pretesto; in realtà, in quel momento, difendevamo la libertà, la pace finalmente raggiunta, la fede nelle nostre idee [...]. Di fronte a quella difesa, meravigliosamente sentita e disperatamente condotta, i fascisti furono costretti a chiedere rinforzi da Ferrara e da Ancona. All’alba, dopo cinque ore di lotta, esaurite le munizioni, i valorosi combattenti, guidati da Nicola Lattanzi, Tiberio Albani e Attilio Battistelli, si ritirarono sulle colline retrostanti il paese.
La lapide fu distrutta a colpi di moschetto."


Lettera del 3 febbraio 1970 di Alfonso Leonetti a Lidio Ettorre.

(Archivio Lidio Ettorre)
 
Scrittore della memoria significa che si scrive per salvare qualche
cosa del passato, perché salvare il passato vuol dire salvare
un po’ anche noi stessi che di quel passato siamo i continuatori, e
impedire che la storia umana sia un turbine dove tutto si mescola e
si confonde, impedire che coloro che abbiamo amati siano travolti
da questo turbine. […] Ricordare e lasciare qualche traccia perché
gli altri che verranno dopo di noi non dimentichino.
Norberto Bobbio
 
Caro il mio Lidio Ettorre che si fa vivo a cinquantadue anni di distanza (il conto l’hai fatto tu ma è certamente giusto, senz’altro) per rievocare tempi ed avvenimenti sempre presenti: la tua assidua frequentazione della birreria a pianterreno del Palazzo della Camera del Lavoro di corso Siccardi, 12, le conferenze serali nei Fasci giovanili socialisti della periferia: Borgo S. Paolo, Barriera Nizza e Barriera Milano; l’onorevole Pietro Rabezzana, uomo tutto d’un pezzo ed ex Garibaldino volontario in Grecia; il modestissimo studio di Gramsci all’ultimo piano.
Tu hai ricordi ben precisi: il consiglio che Gramsci diede a te e a Maria Giudice di leggere Il Lavoro di Zola mi suona famigliare.
[…]
Maria Giudice è morta da molti anni. Dei vecchi frequentatori della birreria dell’Alleanza cooperativa torinese in corso Siccardi i superstiti sono pochi.
Tra i frequentatori della modesta stanza di redazione di corso Siccardi ricordi la segretaria di Gramsci, Pia Carena? Dopo una vita interamente dedicata alla causa ella è purtroppo deceduta un anno fa, il 9 ottobre 1968. Dall’inizio della clandestinità era moglie di Alfonso Leonetti. A lui mando copia di questa lettera. Sono certo che anch’egli ti scriverà(1).
 
Questa lettera fu scritta nel febbraio del 1970 da Andrea Viglongo(2), amico e collaboratore di Antonio Gramsci insieme al quale redisse il numero unico de La Città futura, una sorta di anteprima de “L’Ordine Nuovo”, periodico fondato nel 1919 di cui Viglongo divenne capocronista, a Lidio Ettorre, antifascista giuliese. I due si erano conosciuti a Torino nel 1916.
Solo un mese dopo Alfonso Leonetti(3), esponente di spicco del Partito Comunista Italiano, di cui fu tra i fondatori, e primo direttore dell’“Unità” che con Viglongo aveva condiviso l’esperienza politica e giornalistica di “Ordine Nuovo”, in una missiva del 3 febbraio 1970 scriveva: “Ecco un nuovo anello della lunga catena che tante vicende hanno interrotto: il tuo. Viglongo mi ha fornito il tuo indirizzo. Certo c’è mezzo secolo da riempire ma è già bello poterlo fare”(4).
Queste parole segnarono l’inizio di una corrispondenza sistematica, costituita da un ricco carteggio, che continuò dopo la morte di Lidio Ettorre avvenuta nel 1977, con la figlia Vera conosciuta a Giulianova nei suoi soggiorni estivi, il primo del quale nel settembre del 1971.
La corrispondenza con Alfonso Leonetti e Andrea Viglongo, sono state le prime testimonianze che ho letto mentre riordinavo l’archivio di Lidio Ettorre, mio bisnonno. E credo sia necessario partire da esse nella ricostruzione perché l’esperienza torinese seppur breve e la frequentazione degli intellettuali socialisti, che gravitavano intorno ad Antonio Gramsci tra il 1915 e il 1921, furono fondamentali nel percorso politico di Lidio Ettorre.
Lidio Ettorre, antifascista e anarchico giuliese, è stato una figura importante nel panorama politico della città di Giulianova e nel movimento anarchico abruzzese(5). Attivista di eccezionale vitalità e dinamismo fu autore nel secondo dopoguerra di Le memorie di un perseguitato politico antifascista, nel quale vengono rievocati gli avvenimenti di cui lui e i suoi familiari furono protagonisti dall’ottobre 1919 fino alla Liberazione, recentemente pubblicato senza l’autorizzazione della famiglia.
Lidio Alfredo Arturo Ettorre(6) nacque a Giulianova il 3 dicembre 1893, primogenito di Gaetano(7) e Domenica Di Paolo(8); a lui seguirono Ida, Luigi, Mario, Giulio e Alessandro.
Il padre, falegname, apparteneva ad una famiglia di artigiani mentre la madre era proprietaria di una trattoria in via Castorani a Giulianova paese.
La nascita di Lidio Ettorre coincise con la nascita delle prime organizzazioni socialiste della nostra provincia. A Teramo nel 1896 si era costituito il “Circolo di studi sociali”, trasformatosi l’anno successivo in sezione del Partito Socialista Italiano che, insieme ad altri quattro circoli della provincia: Giulianova, Campli, Nereto e Ancarano, sarà presente al primo congresso socialista abruzzese(9).
A Giulianova, diversamente che per le altre città, nelle quali fu determinante la spinta degli intellettuali borghesi, la nascita del primo circolo si deve all’apporto dei ferrovieri Augusto Liverani, Giulio Ragazzi e la moglie Bianca, trasferitisi in Abruzzo proprio per motivi politici(10).
La famiglia Ettorre diede un contributo notevole allo sviluppo delle idee socialiste nella città di Giulianova.
Già il nonno paterno di Lidio, Giuseppe, si era ribellato ai Borboni e a seguito di questa insubordinazione era stato inviato al domicilio coatto (misura repressiva emblema del pregiudizio e del sospetto introdotta nel 1861 ma presente anche nel regno di Napoli) dove imparò a fare il sarto, abbracciò il socialismo e per tutta la vita continuò a professare la sua fede tanto che nel suo testamento era scritto: “Non mormorate se rifiuto i sacramenti perché Dio sa che sono un Cristiano”.
Lo zio Andrea, fratello del padre, fu uno dei primi segretari della sezione socialista di Giulianova, ruolo che ricoprì per lungo tempo, nel 1903 la sua firma è ancora presente su una tessera di partito(11).
Lidio Ettorre, dopo aver frequentato la scuola elementare, è con il padre nella bottega da falegname respirando aria di cultura socialista e libertaria attraverso le letture dei giornali.
La famiglia fu sicuramente decisiva nella sua formazione politica, non solo il ramo paterno di chiare e professate idee socialiste ma anche la madre, donna dal carattere forte e determinato, nella cui trattoria (la cui licenza le venne revocata durante il fascismo) si tenevano spesso riunioni di socialisti tra cui Lucci di Napoli, Quinto Ercole, Pietro Marziale. Il suo percorso scolastico, terminato con la licenza elementare, venne fortemente influenzato dal maestro di scuola elementare Tommaso Borrelli(12).
È lo stesso Lidio Ettorre a raccontarlo in un’intervista rilasciata allo storico Cesare Bermani, nell’agosto del 1972(13). La vicenda trae spunto da un episodio ben preciso: all’età di nove anni insieme a Leo Leone (suo compagno di classe alle elementari) organizzò uno sciopero a scuola, probabilmente nato da un brano del libro Cuore di De Amiciis che stavano leggendo in classe, coinvolgendo e trascinando anche molti figli delle famiglie più benestanti. Venne punito severamente dal padre che per non farlo uscire di casa gli nascose le scarpe per cinque giorni, grazie all’intervento del maestro Borrelli la punizione venne sospesa. Il maestro, socialista, sorrise di questo atto di ribellione e, a partire da quel giorno, iniziò a prestargli diversi libri da leggere.
 
Foto giovanile di Lidio Ettorre.
(Archivio Lidio Ettorre)
 
Il pensiero politico di Lidio Ettorre fu indissolubilmente legato al rispetto e alla salvaguardia della persona umana, nei cui confronti svolse una battaglia perenne e indefessa contro ogni forma di sopruso. Interprete attento e acuto delle contraddizioni della sua epoca fu molto attivo nella propaganda delle idee politiche attuata attraverso la pubblicazione dei suoi scritti su testate nazionali e locali oltre che su manifesti affissi sulle vetrine della bottega di ebanista e attraverso la diffusione della stampa clandestina.
Nella sua piccola ma interessantissima biblioteca e nel suo archivio privato, da me ricomposti, sono presenti numerose testate giornalistiche che egli utilizzò come lettore e molte con articoli che portano il suo nome.
Il primo giornale su cui compare la firma di Lidio Ettorre è “L’Agitatore”(14), settimanale di azione rivoluzionaria che si stampava a Bologna. Siamo nell’ottobre del 1912.
L’anno seguente iniziò una collaborazione assidua e sistematica, che continuerà fino all’agosto del 1916, con “Il Libertario”(15) settimanale anarchico stampato a La Spezia, e con “Volontà”, periodico di propaganda anarchica, fondato da Enrico Malatesta(16).
La prima nota informativa del Ministero degli Interni riguardante Lidio Ettorre(17), del 3 dicembre 1913 (la casualità ha voluto che cadesse proprio nel giorno del suo ventesimo compleanno) è legata alla presenza del suo nominativo in un elenco di sottoscrittori inviato da Giulianova a favore della stampa anarchica e nello specifico ad una sottoscrizione risalente al 19 novembre 1913 indirizzata proprio al giornale “Volontà” di Ancona. La prefettura di Teramo nella sua risposta portò a conoscenza dell’inesistenza di precedenti penali e di buona condotta morale. Aggiungendo: “Politicamente ha dimostrato di essere di idee anarchiche e nelle ultime elezioni politiche propugnò l’astensione dalle urne, pubblicando in tal senso apposito manifesto. In conseguenza di quanto procede, è facile che l’Ettorre sia in relazione con gli anarchici di Ancona.”
Di rimando il Ministero dell’Interno con nota del 26 dicembre, n. 29993, pregava la Prefettura di Teramo di disporre nei suoi confronti una “conveniente vigilanza”.
Il socialismo a Giulianova aveva fatto presa sulla classe degli artigiani che al contrario dei contadini non erano legati ai proprietari terrieri, i loro mestieri (falegnami, sarti, fabbri, barbieri, ecc.) consentivano una maggiore libertà economica. Potevano esprimere più liberamente le loro idee e anche proporre iniziative come quella della costruzione della Casa del popolo.
Il 22 gennaio del 1913 venne posta la prima pietra della Casa del popolo.
Alla manifestazione partecipò tutta la sinistra di Giulianova. Oltre a Lidio Ettorre, Alessandro Pica, Andrea Ettorre, Gaetano Ettorre (padre di Lidio), Antonio Barretta, Cesare Marà, Vittorio Pela, Vittorino Ettorre, Cesare De Angelis, Luigi De Angelis, Luigi De Angelis, Antonio Rossi, Pasquale Crocetti, Giulio Ettorre (fratello di Lidio), Alfredo Braga Di Battista Achille, Luigi Ettorre (fratello di Lidio).
L’anno successivo, il 24 maggio 1914, l’avv. Giuseppe Romualdi(18) tenne una conferenza a pagamento a beneficio della Casa del Popolo, la cui costruzione non era stata ancora terminata, sul tema “La virtù della parola”.
“… Alle ore 3, una folla di popolo, con la bandiera del Circolo Democratico e con la musica alla testa, partendo dall’Hotel Belvedere ove Giuseppe Romualdi era sceso, si recava con lui all’edificio in costruzione della Casa del Popolo, ove fu eseguita una fotografia. Di lì si passò al bellissimo palazzo delle scuole anch’esse in costruzione, ove nella grande aula doveva l’oratore tenere la conferenza.”(19).
La conferenza era già stata annunciata da l’Ettorre il 9 maggio precedente dalle pagine de “La Sveglia”(20) “Con forte tenacia, abbiamo cercato con ogni sforzo di terminare la Casa del Popolo; ma non ci è stato possibile per la crisi che attraversiamo in quest’anno desolato! Ma non ci scoraggiamo e già nel nostro cuore si sono incise queste dolci e sacre parole: La Casa del Popolo deve essere un fatto compiuto!!. E per rimediare abbiamo organizzato una festa il 24 c.m. dove l’Avv. Giuseppe Romualdi terrà a pagamento conferenza sul tema La virtù della parola. Perciò raccomando a tutti i compagni di volerci aiutare per terminare questa casa che servirà d’istruzione alla massa lavoratrice”.
Nello stesso numero il direttore Amedeo Lamazzi annunciava “ … da oggi ci siamo assicurati la collaborazione assidua di Tommaso Sorricchio, Marcello Marcelli e Ettorre Lidio” e pubblicava un articolo a nome di quest’ultimo dal titolo A voi, o studenti!
È un articolo in cui Lidio Ettorre espone la necessità di fare propaganda individuando anche un metodo possibile da seguire. E si rivolge agli studenti che in questo periodo appartengono per la maggior parte alla classe borghese “… Bisogna condurre questa gioventù studentesca in mezzo alle masse popolari perché vi porti il corredo delle sue cognizioni scientifiche, perché meglio ne conoscano i dolori e le necessità perché insieme cerchino quali siano le forme di convivenza sociale che possano assicurare a tutti la maggior somma di benessere e di felicità…”(21).
Sul numero 15 del 16 maggio rivolge un accorato appello ai compagni giuliesi: “A noi dunque o compagni di Giulianova e di tutto l’Abruzzo di metterci all’opera e di lavorare indefessi per la causa della libertà e che le porte dell’avvenire ai liberi e ai costanti si apriranno di sicuro”(22).
Le corrispondenze da Giulianova di Lidio Ettorre non riportano semplici fatti di cronaca ma sono incentrate su argomenti di politica come la propaganda astensionistica, l’antimilitarismo, la liberazione delle vittime politiche e sulla necessità di una metodologia ben strutturata.
Durante la settimana rossa si trova a Giulianova esponendosi sempre in prima persona contro il bellicismo dominante, tanto da iniziare proprio in questo periodo un’attività, quella dell’oratore dei comizi, che continuerà fino alla fine della sua vita.
Nel 1914 si intensifica anche la collaborazione con il “Il Libertario”, iniziata nel febbraio del 1913 grazie anche alla presenza nello stesso periodico di Francesco Bentivoglio(23).
Il 28 gennaio 1915 viene destinato al 6° reggimento, 11ª compagnia bersaglieri ciclisti presso la caserma di Bologna, ove manifesta da subito propositi antimilitaristi, accompagnati dal rifiuto di marciare e di imbracciare il fucile. Il 31 gennaio una lettera anonima indirizzata alla prefettura di La Spezia in cui aveva sede il giornale “Il Libertario” diretto da Pasquale Binazzi fa aprire nei suoi confronti un’indagine per complotto insurrezionale. Sarà proprio a causa del contenuto di una lettera indirizzata a Pasquale Binazzi che viene arrestato, incarcerato a Spilimbergo e processato dal Tribunale militare.
Difeso dall’avv. Giuseppe Romualdi, amico del padre, viene prosciolto e congedato il 25 maggio del 1915.
La vicenda del militare e la consapevolezza che l’ideale anarchico e libertario sono per Lidio un modus vivendi inducono la famiglia a prendere la decisione di allontanarlo dall’ambiente locale e così, nella seconda metà del 1916, viene mandato a Torino presso la ditta Valabrega(24) per imparare nuove tecniche nella lavorazione del legno e perfezionare il disegno dei mobili d’epoca.
Ed è proprio a Torino che conosce Andrea Viglongo, Ottavio Pastore, Pia Carena, Angelo Tasca, Maria Giudice(25), Pietro Rabezzana e Antonio Gramsci nella birreria di corso Siccardi nella quale si intratteneva fuori dall’orario di lavoro.
All’epoca Gramsci era segretario della sezione socialista e Lidio Ettorre così lo ricorda: “Non lasciava mai la penna. Non l’ho mai visto in ozio, sempre con la penna in mano e sempre in compagnia di Andrea Viglongo“(26).
Sarà proprio Gramsci a consigliargli di leggere Il Lavoro di Emile Zola, e di commentare le parti più importanti del libro insieme a Maria Giudice nei circoli rionali. Nella sua biblioteca è conservato un esemplare di quel libro, pubblicato dell’editrice Stein di Torino, sul cui frontespizio è scritto: “Lidio Ettorre. Il più bel ricordo della mia vita politica torinese”.
Tornato da Torino, città nella quale aveva conosciuto la classe operaia di una città industriale ed un fervore intellettuale nuovo il suo impegno politico si intensificò e crebbe in quantità e qualità.
A partire da questo momento la sua attività giornalistica s’intreccia con le Conferenze a cui partecipa nei Circoli operai. Passa al Partito Socialista Italiano schierandosi con Bordiga e entra a far parte della redazione dell’ “Avanti” (direttore Giacinto Menotti Serrati) giornale con il quale collaborerà dal 12 luglio del 1917 al 14 novembre 1919.
 
Il presente contributo, parte di uno studio biografico più ampio e articolato di prossima pubblicazione, ricostruisce la formazione giovanile e l’avvio dell’attività politica e giornalistica di Lidio Ettorre fermandosi agli anni Venti del Novecento.


NOTE
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(1) Archivio Lidio Ettorre, Carteggio Viglongo - Ettorre, Lettera 5 gennaio 1970.
 
(2) Andrea Viglongo nasce a Torino il 15 agosto 1900 da una famiglia contadina. Giovanissimo si iscrive alla Federazione Giovanile del Partito Socialista, dove conosce Antonio Gramsci di cui diviene amico e collaboratore e insieme al quale redige il numero unico de “La Città futura”, sorta di anteprima de “L’Ordine Nuovo”, fondato nel 1919, di cui Viglongo diviene capocronista. Nel 1919 scrive per la rubrica sindacale dell’ “Avanti”. Collaborerà alla “Rivoluzione Liberale” di Piero Gobetti, di cui era amico fraterno fin dagli anni della scuola, prima e dopo la sua espulsione dal Partito Comunista d’Italia nel 1923, causata sia dalle critiche avanzate ai metodi burocratici del partito sia per i dissensi con lo stesso Togliatti. Nel secondo dopoguerra dà vita, con la moglie Giovanna Spagarino, alla Casa Editrice Viglongo & C., proseguendo nel recupero di autori di romanzi storici e d’avventura e dialettali, di importanti poeti piemontesi e di preziosi testi di storia e di costume locale.
 
(3) Nato a Andria il 13 settembre 1895, morto a Roma il 26 dicembre 1984. Politico italiano di idee socialiste, esponente di spicco del Partico Comunista Italiano di cui fu tra i fondatori. Pubblicò per Feltrinelli, nel 1977 l’importante libro di memorie Un Comunista, 1895/1930. Compagno di Pia Carena che era stata negli anni Venti la segretaria di Antonio Gramsci. Per il profilo biografico si rimanda a Sircana, G., Leonetti Alfonso, in Dizionario biografico degli italiani, 64, Roma, 2005, pp. 581- 583.
 
(4) Archivio Lidio Ettorre, Carteggio Leonetti - Ettorre (1970 - 1977), Lettera 3 febbraio 1970.
 
(5) Edoardo Puglielli, Dizionario degli anarchici abruzzesi, Chieti, Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo, 2010, pp. 70 - 74.
 
(6) Archivio di Stato Civile Giulianova (d’ora in poi ASCG), Stato Civile, 1893.
 
(7) Nato a Giulianova il 19 dicembre 1865, morto il 10 marzo 1946. ASCG, Stato civile, 1865.
 
(8) Nata a Poggio Morello il 19 giugno 1870, morta a Giulianova il 10 marzo 1946. ASCG, Stato civile, 1946.
 
(9) Luigi Ponziani, Democrazia e Socialismo nell’Abruzzo di primo Novecento. Un carteggio inedito, in “Notizie della Delfico”, 3, 1991, p. 8.
 
(10) Maria Rita Bentivoglio - Giovanni Di Leonardo, Quinto Ercole. Storia di un militante del movimento operaio abruzzese esule in Australia, San Gabriele, Eco, 1984, p. 18.
 
(11) Riccardo Cerulli, Giulianova 1860, Teramo, Abruzzo oggi, 1968, p. 325.
 
(12) Sulla figura di Tommaso Borrelli si veda Donatella Stacchiotti, Scuole e Maestri nella Giulianova dell’Ottocento, Teramo, Ricerche&Redazioni, 2015, p.119.
 
(13) Archivio Cesare Bermani, Registrazione del 19 agosto 1972.
 
(14) “L’Agitatore”, 20 ottobre 1912. Ved. Leonardo Bettini, Bibliografia dell’Anarchismo, Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze, Crescita politica, 1972, vol. I, tomo. I, pp. 231 - 233.
 
(15) “Il Libertario”, s.n. (tipografia della Camera del Lavoro) (1903-1922), La Spezia. Direttore responsabile Pasquale Binazzi. Settimanale, numero d’esordio 16 luglio 1903. Interrompe la sua pubblicazione dal 27 maggio al 22 luglio 1915; successivamente dal 30 maggio 1917 al 20 febbraio 1919. Cessazione della pubblicazione 26 ottobre 1922. Ved. Leonardo Bettini, Bibliografia dell’Anarchismo…, cit., vol. I, tomo. I, pp. 167 - 171.
 
(16) Leonardo Bettini, Bibliografia dell’Anarchismo…, cit., vol. I, tomo. I, pp. 261 - 262.
 
(17) Archivio Centrale di Stato, Casellario Politico Centrale, b. 1897, ad nomen.
 
(18) Gian Domenico Pisapia, Giuseppe Romualdi, in “PQM, Rivista quadrimestrale abruzzese di giurisprudenza e vita forense”, 1993.
 
(19) “Il Popolo Abruzzese”, a. III, 175, 27 maggio 1914.
 
(20) Teramo (stab.tip. Commerciale; [poi] Per i tipi de La Sveglia), 1914. Settimanale. Direttore responsabile Amedeo Lamazzi. Periodico teramano che raccorda anarchici, socialisti rivoluzionari e sindacalisti attivi in provincia le cui vignette satiriche erano firmate da Ernesto Aurini. Ved. Luigi Ponziani, Due secoli di stampa periodica abruzzese e molisana, Teramo, Interlinea, 1990, p.165.
 
(21) Lidio Ettore, A voi studenti!, “La Sveglia”, I, n. 14, 9 maggio.
 
(22) Lidio Ettorre, Dalla provincia, “La Sveglia”, I, n. 15, 16 maggio.
 
(23) Francesco Bentivoglio (13 aprile 1883- 26 novembre 1926). Ved. Edoardo Puglielli, Dizionario…, cit., pp. 26 - 27.
 
(24) La Ditta Fratelli Valabrega nasce a Torino nel 1884, dove si distingue e si afferma con la produzione di mobili eclettici e liberty. A partire dagli anni ‘90, titolare diventa Vittorio Valabrega (1861-1952) che inaugura la nuova sede di via Principe Amedeo 13, all’esposizione è annessa la fabbrica in cui lavorano 50 operai circa tra falegnami, scultori tappezzieri e verniciatori.
 
(25) Per il profilo biografico si ved. Serci M.A., Giudice Maria, in Dizionario biografico degli italiani, 56, Roma, 2001, pp. 655 - 657.
 
(26) Archivio Cesare Bermani, Registrazione, cit.; Archivio Lidio Ettorre Carteggio Lidio Ettorre - Alfonso Leonetti (1970-1977), Lettera 7 luglio 1970.
 
di Donatella Stacchiotti
 
 

 

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