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domenica 30 aprile 2023

ANARCHY AND ANARCHIST 1

 ANARCHY AND ANARCHIST  1

Alexander Movsesi Atabekian (né le 2 février 1868 et mort le 4 décembre 1934) était un important anarchiste arménien, auteur et éditeur d'écrits libertaires.

Meistring, O. -

 

                                      Anarquista Gino Gatti, de nombre verdadero Giuseppe Baldi.

Unknown author - Osvaldo Bayer Los anarquistas expropiadores  Created: circa 1920 
 
Ascona, alcuni membri della comunità utopista di Monte Verità in girotondo.
 

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/87/Josef_Peukert.png 

Austrian anarchist Josef Peukert

Unknown authorCreated: circa 1890
 

Josef Peukert (22 January 1855 – 3 March 1910) was a German Bohemian anarchist known for his autobiographical book Memoirs from the proletarian revolutionary labour movement (German: Erinnerungen eines Proletariers aus der revolutionären Arbeiterbewegung). The book provided a glimpse into the early days of the radical labour movement in Austria, the start of the anarchist movement in Germany and the exile of the anarchists in London and America at the time of Socialist Law (1878–1890). The accuracy of the book was questioned by fellow anarchist and historian Max Nettlau, who looked upon it in a "highly-skeptical" manner.

Early life

Peukert grew up poor at Albrechtsdorf an der Adler in the Kingdom of Bohemia, a crown land of the Austrian Empire. From the age of six, he worked for his father's company and the age of eleven he was taken out of school. At the age of 16 he left home and worked odd jobs in Germany. Peukert contributed to social democratic workers' associations later becoming an Anarchist communist.

Career

In exile in London, Peukert became involved in distributing Freiheit published by Johann Most, but became increasingly critical of Most as Social-Revolutionist as opposed to an anarchist. During this time he became even more radicalized and upon his return in the 1880s he became the leader of the radical Fraktion, who were believers in the concept of Propaganda of the deed, which calls for the use of terror against society civil rights.

In the early 1880s, Peukert became the editor of Die Zukunft (English: The Future), published by Der Rebell (English: The Rebel), from 1886 to 1893 he was the editor of Die Autonomie (English: The Autonomy) and co-editor after 1889 of Der Anarchist (English: The Anarchist).

A so-called civil war within the Socialist League began because of Peukert's friendship with Theodor Reuss. Victor Dave, head of a rival anarchist grouping in London, did not trust Reuss which led to tension with Peukert. In 1887, Peukert went with Reuss to Belgium, where Reuss passed information to the police leading to the arrest of Johann Neve. Neve was arrested and sentenced to 15 years in prison. The episode severely damaged the reputation of Peukert, and also Dave. This incident is touched upon in John Henry Mackay's Die Anarchisten.

From 1890 he worked with Emma Goldman for several years in New York City.

Calle de Jacometrezo, numero 25, Madrid, donde alojò el terrorista italiano José Coregia Taborello desde el 12 de mayo hasta el dia del atentado [23 de mayo de 1910]  Created: 26 May 1910
 
Casa de Ernesto Sabato (Santos Lugares).
 Ulises Icardi

Cave Creek below Natural Bridge, Springbrook National Park, Australia 
Martin7d2 - Created: 22 August 2015
 
Désiré Joseph Pauwels (Courcelles, Belgio, 29 gennaio 1864 - Parigi, 15 marzo 1894), chiamato anche Amédée e conosciuto pure col nome di Etienne Rabardy, è stato un anarchico belga, propagandista del fatto.

Biografia

Affetto sin da ragazzo da gravi problemi di salute (problemi di sordità e una malattia agli occhi), a 14 anni lascia il suo paese natale per la Francia.

L'anarchia

Rientrato nel 1884 in Belgio per svolgere il servizio militare, poco dopo, pensando erroneamente di essere stato riformato, ritorna in Francia per proseguire nelle sue normali attività, ma invece viene ricercato dalle autorità belghe per diserzione. Stabilizzatosi a partire dal 1883 a Saint-Denis, nella periferia nord di Parigi, dove svolge la professione di conciatore, sino al 1886 ha contatti con il gruppo Les Egaux de Montmartre, frequentato anche da Ravachol, Charles Chaumentin, Joseph Marius Beala e Auguste Vaillant. Il 10 febbraio 1886 si unisce in matrimonio con Albertine Lordon, dalla quale ha una figlia, Gabrielle.

Avendo partecipato alle violente sommosse del 1° maggio 1891 di Clychy, Amédée, ricercato dalle autorità, trova ospitalità a casa di Paul Reclus. Ed è proprio nell'abitazione di quest'ultimo che qualche settimana dopo viene arrestato ed espulso. Trova per un breve periodo rifugio in Lussemburgo, dove ben presto viene raggiunto dalla figlia e dalla moglie. Quest'ultima però non condividendone le idee, decide di lasciarlo.

Esposto alle molestie della polizia, decide di tornare in Francia sotto falso nome. L'amico Paul Reclus, che allora lavorava nel campo della chimica, lo fa assumere alla Soudières de la Meurthe di Varangeville, presso Nancy, dove con altri compagni condivide una stanza che Reclus metteva a disposizione degli anarchici in difficoltà.

Non conoscendo che il francese, Pauwels vaga in diversi paesi francofoni in cerca di lavoro. Dal 1892 è a Ginevra, dove condivide una stanza con l'anarchico Carry. In seguito lo si trova a Losanna, da dove nei primi mesi del 1893 si trasferisce a Barcellona. In assoluta povertà, lascia la città catalana dopo l'attacco del Liceo del novembre 1893.

Azioni contro la polizia

Di ritorno in Francia, trova un posto di lavoro nella stessa fabbrica dove è impiegato anche Auguste Vaillant, da cui per qualche giorno sarà ospitato. Seguendo l'esempio dell'azione diretta di Ravachol, Pauwels, sotto il falso nome di Stephen Rabardy, il 20 febbraio 1894 decide di vendicarsi di due commissari (Bélouino e Dresch) responsabili della repressione del movimento anarchico. Invia loro due distinte lettere, firmate Stephen Rabardy, in cui annuncia l'avvenuto proprio suicidio in una stanza dell'hotel "Calabresi" (lettera indirizzata a Bélouino) e "Renaissance" (lettera indirizzata a Dresch). Si tratta invece di una trappola, egli infatti aveva preventivamente collocato nelle due stanze un ordigno esplosivo che avrebbe dovuto deflagrare al momento dell'apertura della porta. Nel primo caso l'esplosione avviene effettivamente, provocando il ferimento di un poliziotto, nel secondo invece la deflagrazione causerà solo danni materiali.

Quantunque questi attentati gli siano stati attribuiti, secondo lo storico Vivien Bouhey: «[i testimoni], formalmente non riconobbero in Joseph Pauwels l'operaio che s'era presentato al numero 69 della via Saint-Jacques e nell'hôtel della Renaissance. Sembra dunque difficile affermare che le due esplosioni fuorno "opera dell'anarchico Pauwels detto "Rabardy", come scritto da Jean Maitron».

Attentato alla Chiesa della Madeleine

Pauwels muore il 15 marzo 1894 all'interno della Chiesa della Madeleine a Parigi a causa dell'improvviso scoppio di un ordigno che stava trasportando all'interno dell'edificio. Tutte le bombe da lui collocate, o a lui attribuite, erano quasi sicuramente opera dell'anarchico Émile Henry.

L'attentato mortale avviene pochi giorni dopo l'esecuzione di Auguste Vaillant.

El Petit Journal , 26 de marzo de 1894.
 
El cuerpo de Pauwels tras la explosión.
 
 
Édouard Carouy (Montignies-Lez-Lens, Belgio, 28 gennaio 1883 - Francia, 27 febbraio 1913) è stato un anarchico belga membro della Banda Bonnot. 

Nato a Montignies-Lez-Lens, in Belgio, il 28 gennaio 1883, Édouard Carouy è figlio di un oste e di una cameriera. Orfano di madre all'età di 3 anni, viene allevato da diversi parenti. La sua infanzia è molto difficile, svolge diversi lavori sin da ragazzo, ma è l'attività di operaio di stampa a Bruxelles, dove veniva editato il giornale «Le Révolté», a cambiargli la vita. La lettura del giornale lo influenzerà notevolmente, così come l'incontro con Raymond Callemin, Jean de Boë ed altri.  La sua conversione all'anarchismo risale al 1906, quando inizia a frequentare il Gruppo rivoluzionario belga (Groupe révolutionnaire belge) e la comunità di Emile Chapeliers a Boitsfort. Nel 1908 si trova a Ginevra, dove per l prima volta incontra Jules Bonnot.

Nel dicembre del 1909 arriva a Parigi e prende a frequentare la comunità di Romainville, dove incontra molti vecchi compagni belgi (Raymond Callemin, Jean de Boë ecc.) ed altri collaboratori de l'Anarchie, giornale per il quale s'incaricherà della stampa insieme a Octave Garnier. Assoggettato alla dieta scientifica («[Édouard e Callemin erano] assoggettati a discipline alimentari (vegetarianesimo assoluto, né vino né caffè, né tè né menta... ), ed esponevano di continuo i misfatti del sentimento, invocando soltanto la “ragione scientifica” e “l'egoismo cosciente”» ) dominante nella comunità di Romainville, insieme alla sua compagna Jeanne Belardie, all'anarchico Jean Huc e alla compagna Marie Bader, che risiedono tutti a Romainville, si dedica alla vendita di oggettivistica varia nei mercati parigini, senza disdegnare con i suoi compagni il compimento di azioni illegali ed espropri vari.

Denunciato da un altro anarchico conosciuto occasionalmente, decide di fuggire dalla comunità (Jean Huc sarà più avanti condannato per emissione di moneta falsa e sarà condannato il 5 aprile 1912 a cinque anni di lavori forzati). Carouy, insieme alla compagna e alla loro piccola figlioletta, si fermano a Thibault-des-vignes (paese nei pressi di Parigi) dove stabilisce solidi rapporti fino al 1911 con Louis Rimbault.

In seguito all'arrivo del carismatico Jules Bonnot, conosciuto anche per essere stato uno die primi autisti della storia, le azioni illegaliste di quella che viene chiamata Banda Bonnot, prendono una piega maggiormente violenta. Carouy, che saltuariamente risiede a Bobigny dal garagista Dettweiler, si rende protagonista di numerosi furti (automobili ed altro), alcuni dei quali comporteranno anche la morte di persone. Carouy e Marius Metge saranno accusati dell'assassinio di un'anziana a Thiais la notte tra il 2 e 3 gennaio 1912. Denunciata da un delatore, Jeanne Bélardie cade nella trappola della polizia. Carouy (che non era presente alla rapina di rue Ordener) , è uno degli obiettivi principali della giustizia francese. Fermatosi a casa del meccanico Antoine Gauzy ad Ivry ed in seguito a Lozère, viene arrestato il 4 aprile 1912. Più volte in carcere, tenterà in varie occasioni di togliersi la vita:

«L'inazione e la mancanza d'affetto mi rende la prigione insopportabile»

Accusato di diversi furti, dell'assalto all'ufficio postale di Romainville e soprattutto del duplice omicidio di Thiais (di cui egli rinnegherà sempre la colpevolezza), il 27 febbraio 1913 la Corte d'Assise della Senna, al termine del processo a carico della Banda Bonnot, lo condanna ai lavori forzati a tempo indeterminato. 

Tornato nella sua cella, si avvelena qualche ora dopo il verdetto, assorbendo una pastiglia di cianuro che aveva nascosto nel tacco della scarp:.

«Ho avuto un pò di gioia, un pò di felicità, vi assicuro dal profondo della mia coscienza, posso aver commesso degli errori. Tutti i miei sogni sono decaduti nel momento in cui pensavo potessero divenire realtà. Pertanto, non avendo conosciuto le gioie della vita, io lascio il regno degli atomi senza rimpianti». (Lettera di Carouy pubblicata in Le Temps).
La Banda Bonnot in un'illustrazione di «Le Figaro»
 
 

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/ed/Sim%C3%B3n_Radowitzky_libre.jpgEl anarquista Simon Radowitzky sale en libertad tras haber estado preso 21 años por matar al comisario Ramón Falcón.

No mention - Diario Clarín  Created: 1 January 1930

 

 

El cadáver del terrorista José Coregia Taborello en la Casa de Socorro del distrito del Centro, de Campúa, Nuevo Mundo, 26-05-1910.
José Coregia Taborello (1888 - Madrid, 23.5.1910), de profesion cestero, fue un anarquista italoargentino fallecido en el atemptado del dia 23 de majo de 1910 en la calle Mayor de Madrid. Su ultimo domicilio en Madrid fue en Calle de Jacometrezo, numero 25.

En el programa de radio Gente de a pie, Néstor Restivo y Mario Wainfeld con Osvaldo Bayer en un bar de avenida Directorio (Buenos Aires), 13 de abril de 2013.

Rosarino - Created: 13 April 2013
 
Ernesto Sábato, escritor argentino junto a Mario Vargas Llosa, escritor peruano 
Unknown author - Rev. Pajaro de fuego,nro 36,  Created: 1 June 1981
 
La Cecilia 
Tra il 1890 e il 1894 si realizzò l'esperienza più importante della giovane storia del movimento libertario brasiliano: l'ideazione, la nascita, lo sviluppo e poi il declino, nello Stato del Paranà, della comunità anarchica de La Cecilia
 

La comune

L'idea

L'idea di costruire una comunità anarchica nacque dalla tenacia e intraprendenza dell'agronomo anarchico Giovanni Rossi, il cui entusiasmo riuscì a coinvolgere moltissime persone che lo aiutarono a mettere in atto il suo progetto comunista e antiautoritario. 

Rossi, oltre che agronomo, fu giornalista, militante libertario dell'AIT e attivista instancabile sempre alla ricerca della realizzazione concreta delle idee rivoluzionarie e libertarie che circolavano in quegli anni in Italia e in Europa.

È da ricordare che Giovanni Rossi, tra il 1887 e il 1890, visse un'esperienza simile in Italia, fondando, sulla base degli stessi principi che poi esporterà a La Cecilia, la colonia di Cittadella.

Il progetto

Il 20 febbraio 1890 la nave “Città di Genova” salpò verso il Brasile. A bordo vi erano anarchici e socialisti, soprattutto di nazionalità italiana, il cui scopo era quello di realizzare a Palmeira (Stato del Paranà, Brasile) una comune che si reggesse secondo i principi dell'anarco-comunismo. 

Molti anarchici, tra cui Errico Malatesta, accusarono Giovanni Rossi di voler “rubare” militanti anarchici al movimento italiano, per condurli verso un'esperienza dai contorni non troppo chiari (difficoltà finanziarie, competenze non eccelse, scarsa conoscenza dell'ambiente brasiliano ecc.).

Nonostante tutto, coloro che decisero di seguirlo in quest'avventura furono circa 150: medici, ingegneri, contadini, artisti, operai e semplici individualità desiderose di mettere in pratica nuovi modi di intendere l'economia, le questioni sociali, quelle educative, quelle amorose (amore libero) e le lotte sociali per l'emancipazione proletaria.

La Comune consisteva in qualche decina di case di legno e magazzini, cucina, refettorio e stalle. I coloni oltre a coltivare la terra possedevano una piccola fabbrica di scarpe, una falegnameria, un laboratorio per la costruzione di botti ed anche una scuola strutturata sulla base di sistemi pedagogici libertari.

Difficoltà, declino e fine dell'esperienza

Nonostante tutta una serie di problemi (scarsa conoscenza del territorio, limitate competenze agricole di molti coloni, difficoltà nel reperire macchinari), la colonia ottenne alcuni buoni risultati, ma ciò non fece altro che stimolare gli “appetiti” di alcuni immigrati polacchi che aggredirono fisicamente gli abitanti de La Cecilia con la speranza di appropriarsi della terra con la forza.

Le difficoltà lentamente, ma inesorabilmente, andarono a sommarsi l'una con l'altra. Il colpo definitivo alle "speranze libertarie" fu dato dalle epidemie che causarono la morte di alcuni bambini e dal tradimento del tesoriere della comunità, che fuggì dopo aver rubato la "cassa" de La Cecilia (il furto non creò tanto problemi economici, quanto una forte delusione per il tradimento ricevuto da un compagno di cui si fidavano).

A quel punto la colonia fu abbandonata, molti si spostarono verso le grandi città brasiliane in cerca di lavoro, contribuendo in maniera determinante alla nascita e allo sviluppo delle lotte operaie sindacali.

La Cecilia nel cinema

L'esperienza de «La Cecilia» e di Giovanni Rossi è stata raccontata in un film: «La Cecilia» (1976), di Jean-Louis Comolli, Francia/Italia, con Massimo Foschi, Vittorio Mezzogiorno, Maria Carta, col., 113 mm.

C'è una sottile ironia che permea di sé l'intera pellicola: il paradosso dell'Imperatore che finanzia l'esperimento della comune e la successiva nuova Repubblica che ne rinnega l'autonomia; l'accettare di lavorare nelle pietraie governative per rimborsare al Governo brasiliano il prezzo delle terre occupate; i contadini che rinfoltiscono, con le loro famiglie, la piccola società, ma che al tempo stesso pretendono di vivere quasi come borghesi (e che alla fine se ne vanno portandosi via il frutto del proprio lavoro); le critiche degli anarchici italiani, che tacciano i comunardi di assenteismo dalla lotta; l'amore libero accettato, in teoria, ma, nella pratica, vissuto con sofferenza e come qualcosa di innaturale; le discussioni e le litigate sulle diverse visioni dell'anarchia... in particolare, merita di essere ricordato lo scambio tra un compagno (A) che legge un saggio socialista e sottolinea l'importanza degli intellettuali e un compagno (B) che replica:
A: Non sono che teorie.
B: Eppure ce n'è di bisogno di teorie.
A: Ma quali teorie? Ora te la dico io la sola frase che ho imparato nei libri. Stai a sentire: per loro propria natura gli uomini di scienza sono portati a ogni sorta di perversione intellettuale e morale, e i loro principali vizi sono l'esagerazione delle proprie conoscenze e il disprezzo verso tutti coloro che non sanno; date loro il potere e diventeranno i più insopportabili tiranni.
B: E chi te l'ha dette tutte queste cretinate?
A: Bakunin.

Note


Secondo quanto riportato da svariate fonti (La cecilia: una vita in una comune [Storia illustrata, 1973], Documento, Wikipedia portoghese ecc.) sarebbe stato l'imperatore del Brasile, Don Pedro II, a concedere in dono la terra su cui sarebbe nata La Cecilia. Tale decisione sarebbe nata in seguito all'incontro avvenuto a Milano tra Rossi e Don Pedro. Il dramma fu, sempre secondo queste fonti, che i coloni si misero in viaggio senza essere al corrente della caduta della monarchia e dell'avvento della repubblica, la quale poi non ritenne più valido il patto stipulato tra Rossi e l'ex-imperatore. Per questo i coloni sarebbero stati quindi costretti a pagare ingenti tasse per poter restare in quelle terre, creando loro enormi difficoltà di tipo economico. Tuttavia, la teoria della partecipazione imperiale, lanciata da Alfonso Schmitd e ripresa da Zelia Gattai in un racconto sicuramente suggestivo ma sostanzialmente privo di interesse storiografico, è fortemente contestata: Rosellina Gosi, nel 1977, ha iniziato a evidenziare come la tesi si basasse sostanzialmente su poco più che il nulla, e Isabelle Felici (che ha curato il tema anche in una tesi di dottorato presso l'Université de la Sorbonne Nouvelle-Paris III nel 1994) in un breve saggio pubblicato dalla Rivista Storica dell'Anarchismo nel 1996 (numero 2, secondo semestre) ha definitivamente smontato la teoria di Schmitd (è stato anche sottolineato, per tramite di una attenta indagine storiografica, come molto probabilmente mai Cardias incontrò Pedro II).

 
Giovanni Rossi, fondatore della colonia.
 

Painel artístico feito de mosaico, no memorial Colônia Cecília, em Palmeira, Paraná.
 
Casa do memorial Colônia Cecília, em Palmeira, Paraná.
 
Bust of Italian anarchist Giovanni Rossi, in memory of the Colônia Cecília, in Palmeira, Paraná, Brazil.
Simplus Menegati - Own work    Created: 25 June 2017

 






 

La Federação Anarquista Gaúcha (FAG), in italiano Federazione Anarchica Gaucha, è una federazione di gruppi di tendenza libertaria del sud del Brasile. Prende il nome dalla regione "gaucho" del Brasile meridionale (Stato del Rio Grande do Sul). 

La Federação Anarquista Gaúcha viene fondata il 18 novembre 1995 durante un convegno della Federación Anarquista Uruguaya tenutosi a Montevideo.

La FAG è stata il risultato di oltre un decennio di militanza libertaria, nella quale, dopo la rinascita del movimento anarchico in Brasile (a partire dal 1985), sono stati sviluppati diversi modi di intendere teoria e prassi anarchica, optando alla fine per l'organizzazione specifista.

Il suo impegno politico ha suscitato le attenzioni della polizia locale: il 29 ottobre 2009 agenti della Polícia Civil do RS hanno perquisito la sede della Federação Anarquista Gaúcha (FAG) di Porto Alegre alla ricerca di materiale di propaganda politica contro il governo. 

Attività

Di orientamento comunista-anarchico, la FAG sin dai suoi primi giorni ha proposto l'autogestione, l'azione diretta e il federalismo come principi fondanti delle sue attività politiche e sociali.

A livello internazionale la Federación Anarquista Gaucha è affiliata a Solidarietà Internazionale Libertaria (SIL), stabilisce pertanto rapporti privilegiati con i membri della SIL e con quelli che partecipano al progetto Anarkismo.net. Nei suoi propositi c'è anche l'idea di costruire un "Coordinamento Anarchico Latino-Americano" (CALA), con l'intento di coordinare le varie organizzazioni libertarie ed affrontare insieme i problemi comuni del continente Sud Americano.

In Brasile la FAG è presente in diverse città dello Stato del Rio Grande do Sul, con sede principale nella capitale Porto Alegre, città conosciuta anche perché vi si tiene ogni anno il Social Forum Mondiale. La FAG lavora in coordinazione con i movimenti popolari e con la radio comunitaria di Restinga, uno dei quartieri più grandi della città.


 
Poster da FAG (2017)

Eugenio Hansen, OFS - Obra do próprio

Nas greves piquetes e ruas não de ajusta quem peleia! (cartaz) - Federação Anarquista Gaúcha (2017)



 

First edition of Peukerts autobiography Erinnerungen eines Proletariers aus der revolutionären Bewegung. Published by Gustav Landauer.

Josef Peukert, Gustav Landauer -   Created: 1 January 1913
 
Foto del archivo de cuando Joaquín Penina es fichado por la policía, un día antes de su asesinato. 
Escaneo de la foto de archivo policial por Diego Fidalgo 
 
foto de penina
 comite pro-presos de la FORA - diario
 
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/80/Borges_y_Sabato_-_1.jpg 
 Foto ilustrativa de la nota "Borges y Sabato juntos por primera vez", publicada en la portada.No informado - Revista Gente, nº 499 Created: 13 February 1975
 
 

Fotografía del escultor Erminio Blotta en 1925 aprox. (del álbum familiar)
 
Friar House (the white building), Bene't Street, Cambridge, England
 CmgleeCreated: 1 January 2014
 
Front cover of File:Melbourne Riots (Andrade, 1892).djvu 
Unknown author   Created: 1 January 1892
Gabriel Kuhn 
Kristin Kurén  Created: 16 August 2008 (according to Exif data)
abriel Kuhn (born 1972) is a political writer and translator based in Sweden.

Biography

Kuhn became straight edge and active in radical circles as a teenager.

Following post-secondary studies in Austria and the United States, Kuhn lived in the Middle East and the South Pacific Islands.

Since 2005, Kuhn has lived in Sweden. Kuhn holds a PhD in philosophy with a speciality in poststructuralism. His thinking has been influenced by classical anarchism and Anglo-American Cultural Studies. The key focus of Kuhn's political activity has been on bridging the gap between theory and practice. Kuhn's conception of community is one based on solidarity with oppressed peoples. Alongside his political and social involvement, Kuhn has in the past played soccer semi-professionally.

In 2010, Kuhn was forced to cancel a three-month speaking tour of the United States after being denied authorization to travel by US authorities. Kuhn believes he had been placed on the "No Fly List."

Work

Kuhn has been politically active since 1989, and his written work, developed in that context, is directed towards left-wing activists and scholars. In the 1990s, he worked with the Austrian autonomist journal TATblatt and the Vienna anarchist publisher Monte Verita. Kuhn founded Alpine Anarchist Productions (AAP) in 2000.

His annotated anthology of contemporary American anarchism, translated into German, Neuer Anarchismus in den USA. Seattle und die Folgen (2008), was named "Book of the Year" by Berlin's Bibliothek der Freien.

Gabriel Kuhn 
Kristin Kurén -   Created: 16 August 2008 (according to Exif data)
 
Germaine Greer in Amsterdam 
Fotograaf Onbekend / Anefo -   Created: 6 June 1972
 Germaine Greer (/ɡrɪər/; born 29 January 1939) is an Australian writer and public intellectual, regarded as one of the major voices of the radical feminist movement in the latter half of the 20th century.
 
Germaine Greer and Lewis Wolpert appearing on After Dark on 30 May 1994 
Open Media Ltd.Created: 30 May 1994
 
Germaine Greer at the Humber Mouth Festival in 2006
 walnut whippet - Created: 1 July 2006
 
Germaine Greer Sydney Writers Walk plaque
Created: 15 March 2019
 
Germaine Greer - The Female Eunuch
 
 
Germaine Greer at the University of Melbourne 
Helen Morgan - Created: 28 October 2013
 
Germaine Greer's The Whole Woman, Waterstone's, 1999.
Created: 12 July 2011 
 
Issue 19 of OZ magazine in the UK, early 1969, showing Germaine Greer and Vivian Stanshall of the Bonzo Dog Doo-Dah Band
 Martin Sharp, co-editor of OZ. - wussu.com  Created: 1 January 1969

 
Ivan Illich (Vienna, 4 settembre 1926 - Brema, Germania, 2 dicembre 2002), austriaco di nascita e messicano d'adozione, è stato non solo un anarchico, ma anche un sociologo, filosofo, linguista (conosceva una decina di lingue), teologo e storico delle istituzioni. 

Nato a Vienna da un padre cattolico di origine croata, Ivan Peter Illich, e dalla madre ebrea sefardita, Ellen Regenstreif-Ortlieb, Ivan Illich trascorre un'infanzia tranquilla grazie alle buone disponibilità economiche della famiglia. Poliglotta sin da ragazzo (l'italiano, lo spagnolo, il francese e il tedesco furono da lui appresi da bambino, in seguito imparò il croato, la lingua dei suoi nonni, il greco antico e il latino, oltre allo spagnolo, il portoghese, l'hindi, l'inglese ed altre lingue). 

Tra il 1936 e il 1941 vive principalmente a Vienna con la nonna materna, poi a causa delle leggi razziali naziste è costretto a lasciare l'Austria per recarsi a Firenze con la madre, dove contribuisce alla lotta partigiana.  In Toscana, nonostante non abbia mai avuto un buon rapporto con le istituzioni scolastiche e con la disciplina in genere, termina le scuole superiori e inizia l'Università. Proprio in questo periodo decide anche di farsi sacerdote: tra il 1942 e 1946 frequenta i corsi di teologia all'Università Gregoriana in Vaticano.

Viene ordinato sacerdote e, dopo aver rifiutato un incarico diplomatico nella Santa Sede, ottiene il suo primo incarico, quello cioè di gestire una parrocchia a Manhattan (New York), dove vi è un'altissima prevalenza di portoricani con gravi difficoltà economiche sulle spalle. Il contatto con gli emarginati lo aiuta a riflettere sulle ingiustizie sociali e sui meccanismi che controllano i principi dell'esclusione e dell'alienazione. Nello stesso periodo entra in contatto con il filosofo Jacques Maritain.

Nel 1956 diviene vice rettore dell'Università di Puerto Rico, ma nel 1960 decide di lasciare il paese a causa di gravi divergenze con la gerarchia ecclesiastica (Illich era per la Chiesa troppo attivo politicamente, inoltre era favorevole alla diffusione dei preservativi).  L'anno seguente fonda a Cuernavaca, in Messico, il Centro interculturale di documentazione (Cidoc) che ha il compito di preparare i preti e i volontari alle missioni in America Latina. Illich, pur fondando le proprie basi culturali nel cristianesimo, si oppone duramente alle politiche colonialiste americane, che condannano ad un eterna povertà milioni di uomini e donne, alla guerra, alle banche e alle multinazionali; questo suo impegno lo fa divenire sospetto alla CIA, al governo americano e al Vaticano (subì anche alcuni misteriosi attentati ai quali riuscì sempre a sfuggire).

Nel 1968 il Santo Uffizio gli intenta un procedimento, da cui esce prosciolto; Illich decide di abbandonare la veste sacerdotale, continuando la critica alle istituzioni ecclesiastiche e troncando ogni rapporto tra il Cidoc e la Chiesa.

Nel 1999 il «New York Times» pubblica una sua lettera in cui egli annuncia pubblicamente di voler rinunciare a titoli, benefici e servizi ecclesiastici, anche se non chiede, e non chiederà mai, la riduzione allo stato laico. Inizia a questo punto una fase molto intensa in cui diffonde il proprio pensiero: tiene conferenze, scrive articoli e saggi  ecc.

Nel 2002, il 2 dicembre, affetto da un tumore al volto da oramai quasi vent'anni, Illich muore improvvisamente, probabilmente per un arresto cardiaco.

Il pensiero

Alla base del pensiero di Ivan Illich vi è la sua formazione teologica, che tuttavia non gli ha impedito di esercitare la propria coscienza critica all'interno della Chiesa di Roma (egli dichiarò il proprio distacco a partire dal 1969, ma senza chiedere la riduzione allo stato laicale). Illich ha svolto un'indagine radicale sugli effetti perversi dello sviluppo tecnologico moderno, concentrandosi in particolare sull'inefficienza del sistema scolastico, sulla ipermedicalizzazione e sulla crisi dei trasporti con conseguenti problemi ecologici e di salute.

Illich sostiene che «quando un'attività umana esplicata mediante strumenti supera una certa soglia definita dalla sua scala specifica, dapprima si rivolge contro il proprio scopo, poi minaccia di distruggere l'intero corpo sociale. Occorre dunque determinare con chiarezza queste scale naturali e riconoscere le soglie che delimitano il campo della sopravvivenza umana». In sostanza, egli dice, che «la società, una volta raggiunto lo stadio avanzato della produzione di massa, produce la propria distruzione».

Illich può essere considerato, insieme al suo amico Jacques Ellul, come uno dei principali ispiratori dei concetti di “post-sviluppo” (diffuso soprattutto da autori che hanno lavorato con Illich come Majid Rahnema o Gustavo Esteva), di “semplicità volontaria” e più recentemente di “decrescita sostenibile”. Egli propone come modello una “società conviviale” in cui né i privati né lo Stato possiedano alcun monopolio (istruzione, medicina, trasporti ecc.), consentendo ad ognuno di esercitare la propria creatività senza limitare la libertà altrui.

L'ipermedicalizzazionePer Illich la scienza medica viene concepita come un'“impresa industriale” e come tale gestita e controllata da «produttori (medici, ospedali, laboratori farmaceutici) che incoraggiano la diffusione di procedimenti d'avanguardia costosi e complicati, e riducono così il malato e i suoi familiari allo stato di docili clienti». Il sistema medico incita quindi la popolazione «a lottare per ottenere una sempre maggiore quantità di cure, dispensate da professionisti in materia di igiene, prevenzione, anestesia o assistenza ai moribondi». Per Illich il male sta nella pretesa di voler gerarchizzare la medicina, impedendo l'autonomia degli individui e strutturandosi sul «monopolio di una gerarchia monolitica», la quale «si preoccupa di proteggere le sue frontiere incoraggiando la formazione di paraprofessionisti ai quali subappalta le cure che un tempo erano prestate dai familiari e amici del malato». Per l'anarchico austro-messicano la scienza medica ha creato un vero e proprio sistema feudale per difendere «il suo monopolio ortodosso dalla concorrenza sleale delle guarigioni ottenute con metodi eterodossi». Anche nel suo Nemesi medica, la critica è radicale riguardo all'esclusiva professionale che costringe la società alla dipendenza da una scienza monolitica ed eteronoma. La medicalizzazione della malattia, continua Illich, fa delle «istituzioni di cura» una «grande maschera sanitaria» per «una società distruttrice» e che in questa maniera prende anche il controllo del potere individuale dei suoi cittadini/e, caratteristica questa della stessa società industriale. Gli specialisti ricollegano esclusivamente i nostri bisogni al centro del sistema economico, che è costituito dai servizi professionali e dai beni di consumo.

In sostanza Illich pone la base della salute di ogni individuo nella sua autonomia personale, poiché egli è fortemente convinto che «in realtà, ogni giorno di più, il profano è in grado di curare il proprio prossimo e, in questo campo, solo una parte di ciò che occorre sapere è necessariamente materia d'insegnamento formale».

La descolarizzazione

Nel suo Descolarizzare la società Illich giunge alla conclusione non solo che l«'educazione universale mediante la scuola obbligatoria è impossibile», ma anche che nel sistema scolastico obbligatorio «si impara che tutto ciò che è prodotto da un'istituzione dominante vale e costa caro, anche quello che non si vede, come l'educazione o la salute. Si impara a valorizzare l'avanzamento gerarchico, la sottomissione e la passività, e persino la devianza-tipo che il maestro ama interpretare come sintomo di creatività». Lo Stato utilizza la scuola per condizionare le masse attraverso “l'educazione permanente” che, dal punto di vista morale, «è ancor meno accettabile della scuola di vecchio tipo», poiché è capace di «condizionamenti massicci ed efficaci, capaci di produrre in serie manodopera specializzata, consumatori di cultura docili e disciplinati, utenti rassegnati». Questi sistemi «celano una profonda distruttività», tendendo a demolire i valori più essenziali della società.

Per Illich il sistema educativo ideale è quello che mette insieme il «sapere proveniente da relazioni creative tra l'uomo e il suo ambiente naturale» e il «sapere reificato dell'uomo agito dal suo ambiente attrezzato». La prima tipologia di sapere è il risultato delle relazioni che si sviluppano naturalmente tra le persone (es. l'apprendimento della lingua materna), la seconda «discende da un addestramento intenzionale e programmato» (es. l'apprendimento della matematica).


 
Jacques Mesnil, pseudonimo di Jean-Jacques Dwelshauvers (Bruxelles, 9 luglio 1872 - Montmaur-en-Diois, Francia, 14 novembre 1940) fu un anarchico, medico, critico d'arte e giornalista. 

Nato in una famiglia della borghesia belga, inizia a studiare medicina all'Università di Bruxelles, si iscrive al Partito operaio belga e prosegue gli studi a Bologna, dove si era trasferito nel 1894. In Italia conosce Errico Malatesta, Armando Borghi e Clara Koettlitz, che diviene la compagna della sua vita. Si laurea in medicina a Firenze, ma le sue passioni erano la politica e la storia dell'arte: scrive per il giornale anarchico «Il Pensiero» e per la rivista Miscellanea dell'Arte, e pubblica gli opuscoli Le mouvement anarchiste nel 1895 e Le mariage libre nel 1901.

Su «Il Pensiero» scrisse un articolo sul famoso "caso Murri" - nel 1902 Linda Murri, figlia dell'illustre scienziato, socialista e positivista, Augusto Murri, avrebbe istigato il fratello Tullio a uccidere il marito. Mesnil rilevava come il Murri, pur progressista, ateo e anticlericale, avesse fatto istruire la figlia secondo i vieti canoni della tradizione borghese: educazione religiosa, istruzione incompleta, vita ritirata.

Si trasferisce nel 1906 con Clara a Maisons-Alfort, in Francia, dove scrive su Le Mercure de France, La Société Nouvelle, Le Temps Nouveaux, L'Étudiant Socialiste e frequenta i circoli libertari, che abbandona nel 1914 quando, alla scoppio della guerra, si disgusta del delirio patriottardo di certi pseudo-anarchici.

Amico del pacifista Romain Rolland, collabora con i giornali socialisti L'Humanité, l'Avanti e, dopo la vittoria della rivoluzione russa, con La Revue Communiste. Nel 1921 è a Mosca per partecipare al congresso dell'Internazionale comunista, e frequenta Victor Serge. Con l'accentuarsi della dittatura in Russia, nel 1924 lascia il movimento comunista e torna a legarsi ai circoli anarchici, collaborando con La Révolution prolétarienne e Europe, e scrivendo monografie di artisti italiani.

La morte di Clara Koettlitz nel 1939 gli provoca una forte depressione, e Mesnil muore l'anno dopo, forse suicida.

 
Van Nu en Straks’ers (1897) van links naar rechts: Gaby Brouhon, Jacques Mesnil, Alfred Hegenscheidt, Louise Hegenscheidt, Margot Brouhon, August Vermeylen, Lili Koetlitz, Clara Koetlitz en Emmanuel De Bom. 
Unknown author - Photograpy of the 19th century

James Ensor (quadro di Henry de Groux)
James Ensor (Ostenda, Belgio, 13 aprile 1860 – Ostenda, 19 novembre 1949) è stato un pittore impressionista belga simpatizzante dell'anarchismo. 

Nato ad Ostenda, in Belgio, da un ingegnere inglese rovinato e da una madre fiamminga che aveva un negozio di ricordi turistici (ambiente fantastico che avrà una grande influenza sulla sua ispirazione creatrice), si interessa sin da ragazzo all'arte e nel 1877 si iscrive all'Accademia delle Belle Arti di Bruxelles. Nella capitale belga inizia a frequentare l'ambiente artistico della bohème, allora fortemente influenzato dall'anarchismo. Si lega a Fernand Knopff, Félicien Rops, Théo Van Rysselberghe e il professore E. Rousseau che lo introduce più a fondo nella conoscenza dell'anarchia.

Nel 1881, espone le sue prime opere simboliste, e andrà da quel momento a collaborare con alcuni circoli artistici dell'avanguardia come L'Essor, Groupe des XX dal 1883 al 1893 (fondato da Octave Maus e frequentato da molti simpatizzanti e veri e propri anarchici come Paul Signac), ma le sue tele impregnate di umorismo nero e in cui è presente un certo fascino per la morte, non suscitano che incomprensioni e rifiuti da parte delle gallerie di Anvers e di Bruxelles.

È nel 1888 che egli dipinge il quadro che lo renderà in seguito celebre: Entrata di Cristo a Bruxelles. Sostenuto da scrittori come Emile Verhaeren, espone al Salon della “Libre Esthétique” poi a Parigi nel 1894, senza tuttavia suscitare un grande interesse.

Questo precursore del surrealismo e del movimento Cobra, è anche un musicista e scrittore di libelli insolente e pungente. Il riconoscimento ufficiale non giungerà che molto tardi, a partire dal 1929, anno in cui diventa cittadino belga, e in cui la borghesia, non rancorosa, gli attribuisce il titolo di Barone, organizzando anche una grande retrospettiva della sua opera al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles. Proclamato Principe dei pittori, illustrerà egli stesso con la sua effige un biglietto di banca. 

Jean Marestan (Liegi, Belgio, 5 maggio 1874 - Marsiglia, Francia, 31 maggio 1951) è stato un anarchico, pacifista e militante neo-malthusiano.

Jean Marestan, pseudonimo di Gaston Havard, nasce il 5 maggio 1874 in Belgio, a Liegi. Si trasferì a Parigi e frequentò gli ambienti artistici e libertari. Collabora sin da allora alla stampa anarchica: Le Libertaire di Sébastien Faure, poi L'Anarchie di Albert Libertad.

Nel 1903, risiede a Marsiglia e milita nel gruppo libertario Les précurseurs. Dopo essersi interessato allo spiritismo, è al neo-malthusianesimo che apporta il suo contributo e al giornale Géneration consciente fondato da Eugène Humbert. È l'autore dell'opuscolo Il matrimonio, l'amore libero e la maternità , (argomento delle conferenze che dà attraverso la Francia), poi nel 1910 del libro L'Educazione sessuale che verrà censurato dopo il voto della legge del 1920.

Mobilitato nel 1914 come infermiere, riprenderà dopo la guerra a collaborare con la stampa libertaria e parteciperà anche alla Enciclopedia Anarchica. Nel 1936 dopo un viaggio in Russia pubblica un'opera critica L'Emancipazione sessuale in URSS. Nel 1943, è imprigionato per un periodo come “intellettuale sospetto” (di aiutare la resistenza e gli insubordinati). Dopo la liberazione collabora a La Grande Réforme di Jeanne Humbert e tiene numerose conferenze con gli anarchici sul tema della libertà sessuale.

 

 
Josef Peukert aged 21. 
Unknown author -   Created: 1 January 1876
 
La Battaglia è stato un settimanale anarchico di San Paolo (Brasile) fondato e diretto da Oreste Ristori.

Storia e pensiero 

Fondata nel giugno del 1904 e diretta da Oreste Ristori - un livornese emigrato a Buenos Aires ma riparato, successivamente, in Brasile per sfuggire le repressioni messe in atto dal governo argentino dopo l'approvazione della cosidetta «ley de residencia» - La Battaglia può, a buon diritto, ritenersi il massimo organo di propaganda e d'intervento degli anarchici italo-brasiliani. L'autorevole e ininterrotta collaborazione di noti esponenti libertari, quali Gigi Damiani, Alessandro Cerchiai e Angelo Bandoni, contribuì, d'altronde, a garantire al periodico un livello qualitativamente elevato e quel tono estremamente vivace e combattivo che ne fecero ben presto uno dei fogli più apprezzati fra quelli prodotti dall'emigrazione anarchica italiana nell'America Latina. «Il nuovo settimanale anarchico - scriveva poco dopo la cessazione delle pubblicazioni un cronista del movimento sovversivo italo-brasiliano - ebbe una schietta e simpatica accoglienza in tutti i centri dello Stato e per i suoi propositi e per le sue audacie ben presto si fece largo nel campo proletario. L'apparire de La Battaglia segna veramente l'inizio a un'opera di propaganda metodica e costante, cosa che per il passato non era stato possibile». 

Sull'organizzazione

Contrario a tutte le tendenze «esclusiviste» dell'anarchismo (anticlericalismo, sindacalismo, neomalthusianesimo, antimilitarismo ecc.), che frenano - affermava - e limitano l'azione rivoluzionaria, lasciando «nella più beata tranquillità il nemico comune: lo Stato capitalista» , il foglio di Ristori, pur richiamandosi ad una linea d'intransigente «ortodossia», evitò sempre di definirsi sulla base di schemi ideologici e tattici precostituiti. Così, sul terreno organizzativo, non espresse mai posizioni precise o proposte concrete, pur essendo come linea di tendenza, favorevole ad un genere d'intervento politico organizzato e coordinato:

«L'incoerenza, per l'anarchico - si legge in Una risposta all'«Avanti!»  - [...] non è nell'organizzazione in sé stessa (compatibilissima al certo con tutti i principii dell'anarchia) ma nello spirito autoritario che anima questa organizzazione. Ora, se l'organizzazione che l'anarchico accetta e nella quale svolge la sua attività è libertaria per eccellenza, se non stabilisce delle rinunzie forzose e delle discipline, se nessun potere di maggioranze verrà a soffocare le iniziative individuali, se ciascuno vi potrà agire liberamente, accettare o non accettare un dato principio, un dato metodo di lotta, una data idea, l'anarchico, servendosene, è coerente con sé stesso e con le proprie idealità [...]. Resta a sapersi, ora, se è possibile una organizzazione anarchica, vale a dire anti-autoritaria, in regime borghese. A me pare di sì. Anzi, non pare, è certo. Migliaia di aggruppamenti anarchici, di circoli libertarii, circoli di studi sociali, senza presidenti, senza statuti, senza Commissioni Esecutive, senza plenipotenziari, sono là a dimostrarlo».

Estrema diffidenza mostrò invece il periodico nei confronti dell'organizzazione sindacale e, in genere, della corrente anarco-sindacalista - rappresentata, in Brasile, principalmente da Luigi Magrassi e Giulio Sorelli, segretario, quest'ultimo, della «Federazione Operaia» di San Paolo - contro la quale ebbero modo di pronunziarsi a turno, in epoche e circostanze diverse e con scritti di diverso valore e intonazione, tutti i principali redattori e collaboratori del giornale. Così, ad esempio, Alessandro Cerchiai (Anarchismo o opportunismo? ), per il quale il sindacalismo, «la nuova e rancida rincarnazione del corporativismo, è il nuovo verbo pel quale si sdoppiano le coscienze dei novelli anarchici del socialismo, schiere ridicole di ombre vagolanti nell'assurdo, d'impotenti catechizzatori di una prudenza ipocrita, di apostati vigliacchi che preferiscono mistificare un ideale che confessarsi candidamente, senza eufemismi, tali e quali essi sono» (lo scritto provocò varie reazioni, fra cui quella di Aristide Ceccarelli, che da Buenos Aires rispose con una secca protesta, Anarchismo o confusionismo? ); Gigi Damiani (Un assioma sbagliato ): «Il sindacalismo è una fatalità storica, ne convengo. Senza i socialisti anarcoidi e gli anarchici socialistoidi, ci sarebbe stato lo stesso: risponde ad una necessità sociale ed umana. Le pecore lo praticavano anche prima del diluvio universale. All'approssimarsi dei lupi si serravano in bando e cantavano: forti siamo!! E chi ci guadagnava era il lupo».  Estremamente indicativo della scarsa considerazione in cui era tenuta la corrente sindacalista è, d'altronde, il sarcastico commento con cui venne liquidato il 1° Congresso Operaio Brasiliano (Rio de Janeiro, 15-22 aprile 1905). 

Sull'individualismo

Netta fu la presa di posizione contro le dottrine degli individualisti neostirneriani. Parole durissime si ritrovano qua e là, sulle colonne del giornale, a stigmatizzare «quella aberrazione della mente» che è il «concetto erroneo dell'anarchico individualista, distruttore della società, nemico di tutte le organizzazioni, isolato da tutto, cospirante da solo contro i fati del cielo e della terra» (Una risposta all'«Avanti!» ). Vedi, ad esempio, i duri attacchi polemici di Cerchiai contro gli organi individualisti Vir di Firenze e L'Agitatore di Buenos Aires, rispettivamente negli scritti Utopia e realtà  e L'anarchismo enimmatico

Su politica e società brasiliane

Sul terreno dell'intervento, La Battaglia affrontò tutti i maggiori problemi politici e sociali del Paese, attaccando coraggiosamente le oligarchie dei proprietari terrieri, denunciando la rapacità padronale, gli abusi ed i crimini polizieschi e le porcherie del clero, intervenendo contro il vergognoso sfruttamento della mano d'opera straniera e del lavoro minorile  e portando avanti, infine, una lodevole opera di educazione e di sensibilizzazione su molti problemi sociali (fra cui l'alcoolismo, che costituiva, purtroppo, una delle maggiori piaghe del Brasile.  Nel corso della seconda annata, il giornale s'impegnò, in particolare, in una violenta campagna contro la massoneria, una delle componenti (col clero e gli organi di polizia) di quella «triplice alleanza» che l'organo anarchico additava quale responsabile della grave crisi economica e politica in cui era piombato il Brasile:

«L'architetto di questo sporco edificio - scriveva Cerchiai, in Preti, poliziotti e massoni  - l'ha dato la massoneria e lo sostiene il gesuitismo; la polizia ha l'incarico di castigare i recalcitranti».  Da segnalare è ancora lo scritto, di qualche anno più tardi, di Gigi Damiani, Un'altra canaglia della Massoneria , diretto a smascherare le mene eversive messe in atto, in quell'anno, dalla coalizione massonica, e l'articolo La massoneria e il movimento operaio , con cui si metteva in guardia che «come riflesso di un'azione identica svoltasi in Europa e specialmente in Francia, avremo, o forse abbiamo, anche qui un tentativo d'inquinazione [...] massonica nelle organizzazioni di resistenza proletarie».

Su lavoratori e schiavismo

Dove massimamente si rivela la combattività dell'organo anarchico, è tuttavia nell'intervento in favore dei lavoratori agricoli delle zone caffeifere e nella denuncia del regime feudale e schiavista, di fatto vigente nelle fazendas brasiliane. Su questi due temi, La Battaglia impostò una coraggiosa campagna, portata avanti ininterrottamente per tutta la durata delle pubblicazioni, particolarmente attraverso le rubriche fisse Dalla fazenda maledetta, Dalle Caienne Brasiliane e Dall'interno dello Stato. Valgano, a titolo di esempio di questa appassionata difesa dei diritti dei coloni, gli scritti di Ristori, Retrocessione verso l'animalità primitiva , oltre quelli apparsi sotto il titolo generico Gli orrori delle ‘fazendas’ , destinati a designare una nuova rubrica, rimasta, invece, senza seguito. 
 

Al contrario, non paiono essere approdati a nessun risultato concreto gli sforzi diretti a una penetrazione politica all'interno dell'ambiente colonico stesso. Al fine «di emancipare i coloni dallo stato di abbrutimento morale e vergognosa schiavitù in cui sono immersi», il giornale aveva anche avanzato il progetto di costituire una Lega di Propaganda Libertaria per le ‘fazendas’ , ma anche per le obiettive difficoltà a contattare materialmente i lavoratori agricoli delle zone caffeifere, mantenuti in uno stato di pressoché assoluta segregazione (le uniche possibilità d'incontro fra il contingente colonico delle fazendas e l'elemento dimorante in località dell'interno e composto per lo più di piccoli commercianti, si avevano in occasione dello spaccio e dello scambio dei prodotti), l'iniziativa risultò inattuabile. Ancora qualche anno più tardi, i redattori dovevano amaramente constatare che «vi sono delle zone immense, delle intere regioni ove non è per anco penetrato il raggio di un'idea a illuminare le menti; centinaia e centinaia di fazendas, che son vere galere, ove regna un silenzio di morte e una incoscienza esasperante; ove i coloni, assuefatti da tempo a condizioni abbrutenti di schiavitù, idiotizzati dalla religione cristiana e dal prete, non saprebbero concepire né, forse, desiderare una vita meno bestiale di quella cui sono condannati» (La schiavitù dei coloni. Quello che si deve fare ).

Di fronte a tale stato di cose ed alla constatata difficoltà di porvi in qualche modo rimedio, La Battaglia si adoperò per impedire almeno l'importazione di nuovi contingenti di lavoratori da destinare alle aziende agricole, sia svolgendo un intenso lavoro di controinformazione fra i connazionali della madrepatria sia e soprattutto opponendosi energicamente alle manovre che il governo brasiliano metteva periodicamente in atto per ottenere la revoca del «decreto Prinetti» (26 marzo 1902), con cui era stata vietata la continuazione delle operazioni d'imbarco gratuito verso il Brasile. 

L'addio di Ristori

Alla fine del 1911 Ristori, con decisione «che per la sua irrevocabilità, ci ha lasciato tutti dolorosamente sorpresi», lasciava la redazione de La Battaglia, che dal 7 gennaio del 1912 venne assunta da Gigi Damiani.  Alcuni mesi più tardi verrà precisato che Ristori abbandonò l'impegno redazionale «dichiarando di non credere più nella redenzione del popolo e l'ideale considerando come concezione permessa a pochi». 

La complicata direzione di Damiani e la chiusura

Coadiuvato da Cerchiai, Damiani tenne la direzione del periodico per poco più di un anno: un arco di tempo relativamente breve ma senza dubbio fra i più tormentati per la vita del giornale, divenuto bersaglio di attacchi ingiuriosi e provocatori e oggetto di critiche e dicerie sotto il profilo, particolarmente, della sua conduzione amministrativa. Nel maggio del 1912 l'organo anarchico Tierra y Libertad di Barcellona era anzi giunto ad accogliere una corrispondenza di certo J. Fernandez Monteiro, nella quale si accusava la vecchia redazione de La Battaglia di essersi appropriata dei fondi di una sottscrizione aperta «pro rivoluzione messicana». Alle «fantastiche e sporche accuse» ospitate sulle colonne del foglio barcellonese, Damiani e Cerchiai avevano risposto con una fiera smentita, in cui si chiedeva altresì una riparazione «al male fattoci sia pure inconsciamente, ma con molta leggerezza».  Ma essendosi dovuto constatare il persistere di una marcata diffidenza nei confronti del giornale, venne presa alla fine una serie di provvedimenti, fra cui quello di mutarne il titolo. Il numero 367 del 1° settembre 1912 uscì recando in manchette l'avvertenza che «a cominciare dal prossimo numero La Battaglia cambierà nome e si chiamerà La Barricata»: una decisione - confermava il già citato redazionale Ai compagni ed agli abbonati - presa anche in considerazione del fatto «che intorno a La Battaglia si sono accumulati sospetti e dicerie ed in molti è la certezza che essa sia fonte di tanti guadagni».

La vita del giornale sembra tuttavia che fosse già definitivamente compromessa, tanto che nel marzo dell'anno successivo questi dovette adattarsi ad uscire su due sole pagine, dopo essersi fuso col foglio, di lingua portoghese Germinal!:

«A questa decisione - chiariva una breve nota redazionale  - si venne non perché la mancanza di mezzi impedisse la pubblicazione di due settimanali, ma perché attualmente mancano uomini che si possano dedicare esclusivamente al giornale e con cognizioni di quello che devono fare».

La soluzione non ebbe però carattere «transitorio», come si sperava, giacché due mesi più tardi il giornale dovette prendere nota che anche Damiani aveva declinato l'incarico redazionale (le sue dimissioni sono annunciate nel trafiletto Congedo... . Rimasto così privo di tutti i suoi elementi più validi, l'organo anarchico si avviò rapidamente verso la sua cessazione, per sparire definitivamente il 17 agosto 1913. 

Oreste Ristori, direttore de La Battaglia dal giugno del 1904 al 7 gennaio del 1912.

Gigi Damiani, direttore de La Battaglia dal 7 gennaio 1912 al maggio del 1913.
Header from the anarchist periodical "La Battaglia", edited in Brazil by italian anarchists.

Unknown author -   Created: 27 August 1906

 
 

Logo Croce Nera Anarchica Bielorussia
La Фэдэрацыі анархістаў Беларусі (Federazione Anarchica Bielorussa, ФАБ / FAB), ora Анархический черный крест Беларусь (Croce Nera Anarchica Bielorussia, АЧКБ / BABC), è un'organizzazione anarchica della Bielorussia affiliata all'IFA. 
 

In seguito al crollo del sistema sovietico, che aveva comunque duramente represso il movimento anarchico, in Bielorussia, a partire dai primissimi anni '90, l'anarchismo locale comincia a gettare le basi per la propria riorganizzazione. Così, il 1° agosto 1992, a Minsk, viene fondata la Federazione Anarchica Bielorussa (FAB).

La FAB, in quanto organizzazione di sintesi, si è affiliata all'IFA, e i suoi attivisti si sono distinti in diversi campi di lotta, da quello contro l'autoritarismo statale alla lotta al neo-fascismo locale, dall'ecologismo radicale al sostegno dei dritti umani.

Il movimento anarchico locale vive un grave momento di difficoltà a causa della fortissima repressione in atto contro i militanti anarchici.

Logo della Fédération Anarchiste
La Fédération Anarchiste (Federazione Anarchica, FA / FAF) è un'organizzazione federale anarchica di Francia, Belgio e della Svizzera di lingua francese, spesso chiamata ufficiosamente "Federazione Anarchica Francofona". È federata nell'ambito dell'Internazionale delle Federazioni Anarchiche (IFA). 

Il 2 dicembre 1945 si tenne a Parigi il congresso che sancì la fondazione della Federazione Anarchica (Fédération Anarchiste), che riuniva militanti venuti dalle principali organizzazioni dell'anteguerra (UA, FAF).

Nel 1950 si costituì l'Organisation Pensée Bataille (OPB), un'organizzazione che agiva in segreto all'interno della FA ed era stata fondata dai comunisti libertari Louis Estève, Roger Caron, Serge Ninn, Robert Joulin, André Moine e Georges Fontenis. L'OPB operava per mettere in minoranza gli individualisti (Maurice Joyeux fu uno dei principali esponenti di questa fazione), che a loro detta bloccava lo sviluppo rivoluzionario dell'organizzazione.

Nel congresso di Parigi del 1953, dopo un voto di 71 a 61, si decise il cambio del nome di Federazione Anarchica in Federazione Comunista Libertaria (FCL), sancendo così l'espulsione degli individualisti e la trasformazione dell'organizzazione da un gruppo di sintesi a gruppo di tendenza.

Parallelamente, nello stesso anno, una nuova "Federazione Anarchica" fu messa in piedi da elementi vicini a Sébastien Faure e a militanti operai favorevoli ad una organizzazione federale. Negli anni settanta, i suoi principi si evolveranno verso una sintesi tra il pensiero di Voline e alcune idee piattaformiste.

Tra i militanti più conosciuti storicamente si possono citare André Breton, Albert Camus e Daniel Cohn-Bendit.

Attualmente, la F.A. difende l'idea di un anarchismo pluralista nel quale si esprimono i pensieri delle diverse correnti anarchiche, le quali coabitato in base ai principi organizzativi del federalismo e del mutuo appoggio.

In questo modo le differenze tra gli anarchici tendono a sfumare, per cui la maggioranza degli individui si definiscono semplicemente anarchici.

La F.A. è costituita da una sessantina di gruppi in Francia e in Belgio, ed è l'organizzazione anarchica francese meglio strutturata sul territorio. Pubblica un periodico settimanale, «Le Monde Libertaire», con una tiratura di 10.000 copie. Possiede inoltre anche una stazione radio dal 1981 (Radio Libertaire), che trasmette nella regione parigina e via Internet.

Nel congresso del giugno 2002, vi fu una crisi interna che determinò la fuoriuscita di alcuni gruppi, riorganizzatisi successivamente attraverso il Coordinamento dei gruppi anarchici (CGA). Nello stesso congresso, la F.A. confermò una mozione di apertura, di solidarietà e di interscambio con altre organizzazioni libertarie. Questa unità di azione dei libertari si consolidó durante le manifestazioni contro il G8 di Evian, con la partecipazione congiunta nella "Convergenza delle lotte antiautoritarie e anticapitaliste" (CLAAAC) di differenti organizzazione del movimento libertario tra cui, oltre alla stessa F.A., Alternative Libertaire (AL), Rèseau No Pasaran, Coordinamento dei gruppi anarchici (CGA), Organizzazione comunista libertaria (OCL)e la CNT francese.

La maggior parte delle sezioni di FA sono attive in Francia, tuttavia ve n'è una che riunisce i militanti del Belgio francofono: gruppo Ici e Maintenant di Bruxelles, il quale pubblica anche il giornale A Voix Autre.  
 
Louis Mercier-Vega (Bruxelles, Belgio, 6 maggio 1914 — Collioure, Francia, 20 novembre 1977) (nome di nascita: Charles Cortvrint; pseudonimi: Charles Ridel, Santiago Parane, etc.) è stato un attivista, propagandista, pensatore libertario.

Charles Cortvrint nasce nella capitale del Belgio, Bruxelles, il 6 maggio 1914. Più conosciuto con lo pseudonimo di Louis MERCIER VEGA, ma anche con quelli di Charles RIDEL, Carlo MANNI, Santiago Parane ecc., inizia la militanza nel movimento anarchico all'età di 16 anni frequentando la libreria anarchica di Hem Day. Conosce l'anarchico russo esiliato in Belgio e Francia Nicolas Lazarévitch ed alla maggiore età si rifiuta di svolgere il servizio militare, per questo si rifugia in Francia ed aderisce all'Union Anarchiste, di cui sarà delegato al congresso d'Orleans nel 1933. Fa amicizia in particolare con Charles Carpentier, insieme al quale, oltre agli altri compagni della Gioventù Anarco-Comunista, si caratterizzerà per la sua ardente difesa del comunismo libertario e dell'organizzazione anarchica.

Nel maggio del 1936 partecipa a Saragozza al congresso della Confederación Nacional del Trabajo. Nel mese seguente è attivissimo a Parigi e dintorni durante gli scioperi e le occupazioni di fabbriche, sostenendo la formazione di consigli operai in grado di autogestire i mezzi di produzione. Con l'amico Charles Carpentier lascia la Francia nel luglio del 1936 per partecipare alla rivoluzione spagnola, combattendo nel fronte di Aragona con il Groupe International de la Colonne Durruti da lui fondato insieme a Carpentier.

Sul fronte incontra Simone Weil, peraltro già conosciuta durante gli scioperi francesi. Il 17 ottobre 1936, a Perdiguero, il suo gruppo viene decimato dalla cavalleria marocchina al servizio dei franchisti. Costretto a rientrare in Francia, organizza manifestazioni e convegni in favore della Spagna rivoluzionaria, tuttavia, a causa di disaccordi sul movimento di occupazione delle fabbriche e sulla rivoluzione spagnola, Mercier-Vega lascia l'Union Anarchiste nel novembre 1937.

Rientrato nuovamente in Belgio alla fine del 1939, Louis Mercier Vega prende contatti con Hem Day prima di imbarcarsi ad Anversa verso il Sud-America (Argentina e Cile). Mesi più tardi decide di reimbarcarsi verso Brazzaville (attuale Congo, Africa), da dove il 26 giugno 1942 si arruola nelle Forces Françaises Libres. Terminata la guerra si rigetta anima ecorpo nell'attività libertaria diventando l'editore di «Dauphiné Libéré». Dal 1946 al 1949 collabora regolarmente con «La Révolution Prolétarienne» e «Le Libertaire» sotto diversi pseudonimi (Damashki, Santiago Parane e L'Itinérant). Nei primi anni '50 si sposa con Eliane Casserini (1953) e inizia la collaborazione con il gruppo gli Amici della Libertà , sezione francese del Congresso per la Cultura della Libertà , un'organizzazione internazionale di intellettuali profondamente anti-autoritaria ed anticomunista; proprio per questo Mercier viene accusato da Santiago Carrillo e Federica Montseny di essere al servizio della CIA. Nel 1958 ha fondato la Commissione Internazionale di Collegamento dei Lavoratori, una rete di libertari, rivoluzionari e sindacalisti di diversi paesi.

Dopo la morte nel 1973 della compagna Eliane Casserini, Louis Mercier Vega cade in depressione fino a quando il 20 novembre 1977 decide di togliersi la vita.

Durante la sua vita scrisse per la stampa libertaria e fondò diverse riviste, tra cui «Revision» (1938, pubblicato insieme a Maria Luisa Berneri), «Aportes»,(1966-1972), «Interrogations» (1974-1977, quadrilingue), e fu autore di numerosi opuscoli e libri come Les anarchistes face à la technocratie (1950), Pourquoi et comment se bat la Hongrie ouvrière (1957), Présence du syndicalisme libertaire (1958), Cuba, révolution et contre-révolution (1962), Mécanismes du pouvoir en Amérique latine (1967), La technique du contre-Etat: Les guérillas en Amérique du Sud (1968), L'anarchisme hier et aujourd'hui (1970), L'increvable anarchisme (1970), Autopsie de Peron: bilan du péronisme (1974), Les ouvriers de Saint-Nazaire (1976), La chevauchée anonyme (1978), La révolution par l'État (1978), Anarcho-syndicalisme et syndicalisme révolutionnaire (1978), Les nouveaux patrons (1979), En route pour Saragosse avec la colonne Durruti (1997, postumo).

Parte delle sue attività letterarie si trovano nell'archivio del Centro Internazionale di Ricerca sul Anarchismo (CIRA) di Losanna (Svizzera).

Louis Mercier-Vega 1936.
 
 
Louise Eugenie Alexandrine Marie David, conosciuta come Alexandra David-Néel (Saint-Mandé, 24 ottobre 1868 – Digne, 8 settembre 1969), è stata una scrittrice, orientalista, antropologa, cantante, anarchica, buddista ed esploratrice franco-belga.

È conosciuta soprattutto per essere stata la prima donna occidentale giunta a Lhasa nel 1924, la capitale del Tibet all'epoca vietata agli stranieri, dopo ben otto lunghi mesi di cammino iniziati in Mongolia. Le sue opere, sempre ben scritte e ben documentate, influenzarono notevolmente gli scrittori "beat" Jack Kerouac e Allen Ginsberg, così come il filosofo Alan Watts

Nata a Parigi nel 1868, a sei anni si trasferisce a Ixelles, in Belgio. Il padre di Alexandra fu professore, militante repubblicano all'inizio della rivoluzione del 1848; sua madre invece fu una donna cattolica che le impartì un'educazione religiosa.

Dopo aver incontrato nel 1886 l'anarchico Élisée Reclus, con il quale si legherà ad una duratura amicizia, si interessa alle attività dei libertari dell'epoca (Max Stirner, Michail Bakunin...) e alla questione femminista, che la ispireranno per la scrittura del saggio anarchico Pour la vie.

In questa fase si interessa non poco alla questione femminile, collaborando con la La fronde, giornale femminista amministrato da una cooperativa femminile, fondata da Marguerite Durand. Partecipa a varie riunioni del «Consiglio nazionale delle donne francesi», dove peraltro manifesta tutte le sue idee radicali che la porteranno a contestare la lotta per il diritto al voto femminile, preferendo invece appoggiare le battaglie per l'emancipazione economica delle donne, che lei riteneva fosse la causa principale della discriminazione di genere.

Questa suo modo radicale di intendere il femminismo, la porterà ben presto ad allontanarsi dalle femministe borghesi, perché considerate incapaci di condannare le fondamenta della società capitalistica, ovvero le diseguaglianze economiche.

Spinta dal padre, entra nel Conservatorio Reale di Bruxelles, dove studia pianoforte e canto. Per aiutare i genitori in difficoltà economiche, Alexandra, che aveva vinto un premio per il canto, accetta l'ingaggio come cantante solista al Teatro dell'Opera di Hanoi (Indocina), dove si esibisce con il nome di Alexandra Myrial durante le stagioni 1895-1896 e 1896-1897.

Dal 1897 al 1900, convive a Parigi con il pianista Jean Haustont, con il quale scrive Lidia, dramma lirico in un atto con musica composta da Haustont e Alexandra. Comincia a cantare all'opera di Atene, dal novembre 1899 al gennaio 1900, e nel luglio dello stesso anno all'opera di Tunisi, una città dove incontra un lontano cugino, Filippo Neel, ingegnere capo delle ferrovie tunisine e suo futuro marito. Nel 1902, in occasione di un soggiorno di Jean Haustont a Tunisi, abbandona la sua carriera di cantante pur garantendo per qualche messe la direzione artistica del teatro di Tunisi.

In questa fase comunque non smette di sviluppare pensieri critici verso l'organizzazione sociale vigente, come riportato nel suo Elogio della vita (1898):

«L'obbedienza è la morte. Ogni istante in cui l'uomo si sottomette ad una volontà esterna è un istante perso della sua vita. Quando l'individuo è costretto ad effettuare un accordo contrario al suo desiderio o gli è impedito di agire secondo il suo bisogno, smette di vivere la propria vita e, mentre chi comanda aumenta il suo potere vitale grazie alla forza con cui domina, chi obbedisce si annienta... Chiunque ostacola la vita di un uomo impedendogli di vivere pienamente con tutte le sue facoltà e necessità, minaccia la sua esistenza... In questa lotta più che in qualunque altra bisognerebbe utilizzare ogni arma, la forza o l'astuzia, può l'uomo dunque adottare la sua legittima difesa. L'obiettivo dell'uomo è di essere un uomo. Lo scopo della vita è di vivere»

4 agosto 1904 si sposa in Tunisia con Philippe Néel, conosciuto quattro anni prima e con cui aveva iniziato una relazione. La vita matrimoniale si rivela difficile, a tratti burrascosa, tuttavia il rispetto reciproco tra i due non verrà mai a mancare. Sarà soprattutto la curiosità insopprimibile di Alexandra verso il mondo, il desiderio di viaggiare (di conseguenza di non potersi permettere di avere figli) e conoscere nuove realtà che porteranno i due alla separazione il 9 agosto 1911, alla vigilia della partenza di Alexandra per il suo secondo viaggio in India (1911-1925). 

Il viaggio e la mistica ebbero sempre grande importanza nella vita della donna, ed il Tibet sarà sempre una delle sue mete più ambite ed amate. La donna parte nel 1911 verso l'Asia, con l'intento di attraversare Cina, Giappone, India e Nepal. Finalmente libera, comincia a concentrarsi sulla meditazione e la conoscenza esoterica del sé. In India partecipa a riti tantrici, perfezionando il sanscrito al punto da ottenere in loco un dottorato in filosofia.

Dal 1914 al 1916 vive in eremitaggio in una caverna nel Sikkim praticando esercizi spirituali con il monaco tibetano Aphur Yongden che diviene il suo compagno di vita e avventure e che in seguito diventerà il suo amato figlio adottivo. Nel 1916 a Shigatse incontra il Panchen Lama e prosegue, grazie all'appoggio della società teosofica, gli studi sul buddismo e la mistica esoterica orientale anche nel tentativo di liberarli dalle superstizioni. Nel 1924, prima donna occidentale a farlo, entra a Lhasa come pellegrina.

Nel 1925 viene accolta come una celebrità al suo rientro in Francia. In questo periodo pubblica i suoi libri più importanti: Voyage d'une Parisienne à Lhassa (1927), Mystiques et Magiciens du Tibet (1929) e Magic and Mystery in Tibet (1930). Stabilitasi a Digne con Yongden, dove acquista una casa che poi trasforma in una sorta di fortezza di meditazione chiamata Samten-Dzong, definita da Raymond Brodeur il primo santuario lamaista di Francia. 
 Nel 1937 intraprende proprio con il figlio adottivo un nuovo viaggio in Oriente, visitando Siberia, Cina e Tibet. Capitata nel bel mezzo della guerra cino-giapponese, racconta gli orrori della guerra, carestie ed epidemie. Appresa la notizia della morte del marito nel 1941, fa rientro nuovamente a Digne solo nel 1946 dopo la fine della Seconda guerra mondiale. 

A Digne prosegue i suoi studi, pubblicando innumerevoli libri, opuscoli e articoli. Dopo aver rinnovato il passaporto alla bella età di 100 anni (chiaro il suo intento di voler continuare a viaggiare o comunque di pensare di poterlo ancora fare ...), muore in Francia l'8 settembre 1969. Aveva 101 anni.

Le sue ceneri furono trasportate a Varanasi nel 1973 da Marie-Madeleine Peyronnet per essere sparse nel Gange insieme a quelle del suo figlio adottivo morto nel 1955. 

Alexandra David-Néel in abiti da pellegrina
 
Maria Lacerda de Moura (Manhuassu, Brasile, 16 maggio 1887 - Rio de Janeiro, 20 marzo 1945) è stata una pedagogista libertaria, una femminista, una scrittrice ed un'anarchica brasiliana.

Biografia 

Maria Lacerda de Moura nasce il 16 maggio 1887 nella fattoria Monte Alberne, a Manhuassu (Stato di Minais Gerais). Inizia gli studi primari all'asilo per orfani di Barbacena, ma suo padre, per controbilanciare l'insegnamento prettamente religioso a cui viene sottoposta a scuola, le traduce testi anticlericali che Maria comincia a leggere dall'età di 10-12 anni. Iscrittasi alla scuola Normale  di Barbacena nel 1900, si diploma nel 1904, l'anno stesso in cui, in gennaio, si era unita in matrimonio con Carlos Ferreira de Moura.

Nominata verso il 1909 professoressa di lavori manuali presso la scuola media locale, in seguito prenderà ad insegnare pedagogia prima di divenire la direttrice della scuola.

Inserendosi via via sempre più nella vita sociale del luogo, Maria riesce sempre più spesso ad organizzare con altre donne feste per raccogliere fondi e migliorare l'alloggio dei più poveri: in questo modo riesce a reperire fondi per costruire su una collina di Barbacena 22 alloggi che vengono ceduti alle famiglie più bisognose. Si occupa sempre più spesso della condizione femminile, di sessualità e studia con grande attenzione la pedagogia (in particolare le esperienze di Maria Montessori, Paul Robin, Sébastien Faure, Francisco Ferrer y Guardia ecc.) e fonda la Lega contro l'analfabetismo.

Nel 1921 parte per San Paolo ed entra molto rapidamente in contatto con il movimento anarchico locale. Pur affaticandosi molto nel suo lavoro in stamperia riesce a dare numerose conferenze sulla pedagogia della Escuela Moderna di Ferrer e a collaborare con il giornale anarchico «La Plebe», dove si occupa in particolare delle rubriche «scienze di base e annessi alla pedagogia».

Nel febbraio 1923 fonda la rivista «Renascenca» e si mostra molto interessata al pensiero del filosofo libertario di Han Ryner. Sviluppa inoltre una grande attività di conferenziera che la rende molto popolare in tutta l'America del sud (Uruguay, Cile e Argentina). Dal 1928 al 1935 vive e collabora presso la comunità anarchica La Guararema fondata nel 1888 nello Stato di Sao Paolo da parte di Arturo Campagnoli. Ritornata nel 1935 a Barbacena, non riesce a trovar lavoro poiché è stata schedata come «comunista pericolosa». Parte allora per Rio e si stabilisce con la sua madre in una piccola casa dell'isola del Governatore, dove muore il 20 marzo 1945.

Il pensiero: femminismo e sessualità

Maria Lacerda de Moura è considerata una dei pionieri del femminismo in Brasile ed una delle poche che inquadrò la condizione femminile nell'ambito della lotta di classe. Anticlericale, ha scritto molti articoli e libri sulla morale sessuale borghese, denunciando l'oppressione delle donne, specie quelle degli stati più poveri. Tra le tematiche affrontate: verginità, formazione dei giovani, amore libero, il piacere sessuale, il divorzio, la maternità coscienziosa e la prostituzione, all'epoca considerata vero e proprio tabù sessuale. Gran parte dei suoi articoli furono pubblicati nei giornali libertari brasiliani, uruguayani, spagnoli e portoghesi.

Nel suo libro Religião do amor e da beleza, Maria Lacerda de Moura difende strenuamente l'amore libero, che per lei sarà effettivamente libero solo quando le donne si saranno emancipate dal dominio maschile. L'autrice, inoltre, nella sua concezione di amore libero, tende a voler differenziarsi dal concetto che viene invece espresso da pensatori come Émile Armand. 


 
 


Maria Lacerda de Moura,


Maria Lacerda de Moura
Oil on Fabriano 100% cotton
29 x 27 cm



 

Members of the Brazilian Federation for Women's Progress. 
Unknown author - Arquivo Nacional  
 Created: 1930
Marie Ganz (Galizia, Austria 1891 - New York 1968) è stata un'anarchica organizzatrice del lavoro, assistente sociale e scrittrice, nota per aver manifestato l'intenzione di assassinare un membro della famiglia Rockefeller.
 

Primi anni

Marie Ganz nasce in Galizia (al tempo austriaca, ora parte dell'Ucraina) nel 1891, in una famiglia ebraica di ceto basso. Nel 1896 emigra negli Stati Uniti con la madre e suo fratello minore (suo padre, venditore di carretti a mano, era emigrato due anni prima). A 8 anni perde improvvisamente il padre e per aiutare la famiglia inizia a lavorare. A 13 anni lascia la scuola per lavorare a tempo pieno come addetta alle consegne di abiti sartoriali nella ricca e lussiosa Fifth Avenue, rendendosi ben presto conto dell'estrema disparità tra ricchezza e povertà a New York. Quando stringe amicizia con alcuni studenti radicali russi, è pronta per abbracciare una visione radicale: questi studenti la introducono all'anarchismo e le forniscono un elenco di letture che include Nietzsche, Schopenhauer, Ibsen e Tolstoj. Animata da nuova indignazione, Marie organizza uno sciopero nella fabbrica in cui lavora e riesce ad attuarlo, perdendo, però, il suo impego. Impiega, quindi, le sue energie per aiutare le donne disoccupate, che ritiene essere ignorate dal movimento radicale. Parla frequentemente ai raduni dell'IWW insieme ad Alexander Berkman ed altri leader anarchici.

L'attentato a Rockfeller

Nel 1914 la notorietà di Marie si impenna quando arriva con una pistola carica davanti allo Standard Oil Building di Manhattan e annuncia che intende sparare a John D. Rockefeller Jr. per abbatterlo "come un cane" (l'origine del desiderio è in parte rinvenibile nel massacro di Ludlow, per il quale, a suo avviso, i Rockefeller erano direttamente responsabili: «La Colorado Fuel and Iron Company, controllata dai Rockefeller, impiegò guardie armate per abbattere gli scioperanti. In una battaglia con le truppe statali furono uccise 45 persone e causati molti feriti, e donne e bambini vennero bruciati a morte nel fuoco che distrusse la colonia di tende a Ludlow. [...] La Federazione del Lavoro del Colorado chiese ai sindacati di armare e aiutare gli scioperanti. La Lega antimilitarista progettò di reclutare combattenti per fare la guerra contro i soldati»). Informata che quel giorno Rockefeller non era in sede, risponde che sarebbe tornata un'altra volta. Accusata di disordini, viene condannata a 60 giorni di prigione e rilasciata dopo 30 (matura un'idea meno sanguinaria dell'uso della violenza).

Ultimo periodo di attività

Continua ad organizzare scioperi per salari migliori e raduna le donne dei quartieri per protestare contro l'aumento dei prezzi dei generi alimentari (durante la rivolta alimentare di New York del 1917 viene arrestata).

Ganz è ora disposta a usare metodi legali per lavorare al cambiamento sociale e, alla vigilia dell'ingresso degli Stati Uniti nella Prima guerra mondiale, supporta fermamente la causa degli Alleati.

Nel 1919 incontra il suo futuro marito, il giornalista Nat J. Ferber, mentre la visita in prigione per intervistarla.

Nel 1920 pubblica la sua autobiografia, Rebels: Into Anarchy – And Out Again, nella quale afferma di aver rinunciato all'anarchismo e scrive: «Durante tutto questo tempo, Emma Goldman, la leader anarchica, è stata via per un tour di conferenze e fuori dai guai. Non ha prestato attenzione agli appelli per tornare e prendere parte alle riunioni. Faceva soldi e viveva comodamente in hotel di prima classe, e mi convinsi che si era sempra attivata per sordidi motivi».

Il 30 settembre 1921, nasce a New York City sua figlia Lenore Ferber Kahn.

Da questo momento la sua figura resterà nell'ombra. Alcuni commentatori contemporanei vedono Marie come una Giovanna d'Arco del Ghetto, altri come una cercatrice di fama. Tuttavia, vi è un accordo unanime sulla grande capacità oratoria di Marie Ganz, estremamente abile nell'incitare la gente.

Marie muore al Saint Vincent's Hospital di Manhattan nel 1968. 

Marie Ganz in comizio durante la rivolta alimentare del 1917
Food Riots
 
Marie Vuillemin (Mons, Belgio, 11 maggio 1889) è stata un'anarchica d'origine belga legata alle vicende della Banda Bonnot. Fu compagna dell'anarchico illegalista Octave Garnier.

Biografia

Nata in Belgio, lascia il marito violento di nome Schoofs e conosce l'illegalista Octave Garnier, che aveva rapinato proprio il café in cui lei lavorava. Lascia il Belgio per la Francia insieme al compagno dopo che questi, in complicità con Jules Bonnot, aveva assassinato l'autista di un'automobile che aveva tentato di rubare. I due si installano nella comunità di Romainville, dove incontrano altri anarchici belgi (tra cui Raymond Callemin, Edouard Carouy) e altri individualisti partigiani dell'illegalismo che formeranno la cosiddetta banda Bonnot.

Octave Garnier partecipa a numerose rapine, alcune delle quali provocheranno anche dei morti. Marie Vuillemin, alias La Belge, non vi partecipa ma viene considerata ugualmente complice dalla gendarmeria francese. Viene arrestata per la prima volta il 21 gennaio 1912, ma si rifiuta di parlare. Nel maggio seguente, durante un altro interrogatorio, Marie si mostrerebbe più loquace e avrebbe facilitato l'individuazione del compagno (morto il 15 maggio 1912 durante l'assalto della polizia e dell'esercito al suo rifugio).

Coinvolta nel processo alla Banda Bonnot, viene assolta da ogni accusa il 27 febbraio 1913 e poi rilasciata.


 

 
Max Nettlau Portrait 1928
 Tailok

Max Heinrich Hermann Reinhardt Nettlau (German: [ˈnɛtlaʊ]; 30 April 1865 – 23 July 1944) was a German anarchist and historian. Although born in Neuwaldegg (today part of Vienna) and raised in Vienna, he lived there until the anschluss to Nazi Germany in 1938. Max Nettlau retained his Prussian (later German) nationality throughout his life. A student of the Welsh language he spent time in London where he joined the Socialist League and met William Morris. While in London he met anarchists such as Errico Malatesta and Peter Kropotkin whom he remained in contact with for the rest of his life. He also helped to found Freedom Press for whom he wrote for many years.

In the 1890s realising that a generation of socialist and anarchist militants from the mid-19th century was dying and their archives of writings and correspondence being destroyed, he concentrated his effort and a recent modest inheritance from his father on acquiring and rescuing such collections from destruction. He also made many interviews of veteran militants for posterity. He wrote biographies of many famous anarchists, including Mikhail Bakunin, Élisée Reclus, and Errico Malatesta. He also wrote a seven volume history of anarchism.

His extensive collection or archives was sold to the International Institute of Social History in Amsterdam in 1935. He lived continuously in Amsterdam from 1938 where he worked on cataloging the archive for the Institute. He died there suddenly from stomach cancer in 1944, without ever being harassed.


 
Mugshot of Simón Radowitzky, argentinian anarchist who killed Colonel  Ramón Lorenzo Falcón in Buenos Aires. 
Unknown author1 January 1909

Natural Bridge, Numinbah Valley, Springbrook National Park, Queensland - Cave Creek above the waterfall.
 BrizpomCreated: 29 March 2016
 
Nettlau - Bibliographie de l’anarchie
 
 
Osvaldo Bayer en el Museo Nacional de Bellas Artes (cropped).j
Created: 15 April 2014
 
Osvaldo Bayer holding a Bolex 16mm camera used to film the documentary Los Cuentos del timonel of which he’s the protagonist. 
Eduardo Montes-Bradley - author   Created: 1 August 1999
 
Otto Hans Adolf Gross (Gniebing, 17 marzo 1877 – Berlino, 13 febbraio 1919) è stato un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco.

Oppositore storico delle tesi di Sigmund Freud, mise in evidenza che le cause delle nevrosi individuali sono dovute a rapporti conflittuali tra l'individuo e la società e non al "problema sessuale". Divenne, dopo gli studi con Freud, un anarchico ed entrò a far parte della comunità utopista di Monte Verità, in cui progettò, insieme ad Erich Mühsam, una "libera università" per l'emancipazione dell'uomo, ispirata a principi anarco-comunisti, che avrebbe dovuto cambiare il mondo occidentale.

« Noi crediamo che la prima e autentica rivoluzione sarà quella che riunirà in una cosa sola la donna, la libertà e lo spirito. »

 Alfred Otto Gross è figlio unico di Hans Gross, il penalista-criminologo più celebre della monarchia asburgica. Nel 1899 frequenta l'università e si laurea in Medicina e Chirurgia. Consegue poi la specializzazione in Neurologia ed inizia a lavorare come neurologo e psicoterapeuta. Si imbarca come medico di bordo e parte per l'America del Sud, dove conosce e fa uso sperimentale di svariate droghe stupefacenti. Tra il 1901 e il 1902 è assistente medico volontario nelle cliniche psichiatriche di Monaco e Graz rispettivamente di von Gudden e di Gabriel Anton. In quel periodo pubblica gli articoli nella rivista del padre: Archiv für Kriminalanthropologie und Kriminalistik (Archivio di antropologia criminale e criminologia), di Lipsia. Nel 1902 pubblica un libro (influenzato da Freud e Jung e dalle teorie contro ogni repressione dell'anarchismo): La funzione cerebrale secondaria. Nel 1904 incontra Sigmund Freud e, senza rinnegare le tesi di Carl Wernicke, integra nei suoi saggi le tesi freudiane, opponendosi però a queste su un punto essenziale: «La causa principale dei disturbi psichici non è la sessualità, ma il minore o maggiore adattamento dell'individuo alla società».

Sposato con Frieda Schloffer, figlia di un avvocato povero di Graz, ma per niente fedele a lei (ha altri tre figli con tre altre donne, oltre a Peter, nato da Frieda), nel 1906 diventa docente universitario, ma abbandona quasi subito la cattedra per stabilirsi a Monaco, diventando assistente dello psichiatra Emil Kraepelin. A Monaco frequenta gli artisti e i poeti bohémien di quella città e instaura delle relazioni con più donne ed uomini, con cui mette in pratica la sua teoria sull'«immoralismo sessuale», visto come una vera e propria liberazione interiore. Le sue idee radicali ed il suo comunismo sessuale lo allontanano dalle cerchie scientifiche. Gross sviluppa una concezione singolare della psicoanalisi, secondo la quale i conflitti derivano da un antagonismo fra lo sviluppo personale e le pressioni sociali esterne, in special modo quello che riguarda il periodo dell'infanzia. Le sue idee lo fanno avvicinare al pensiero anarchico. Gross delinea una sua riflessione circa la follia, dove lo scarto rispetto alla norma non conduce ad una degenerazione delle funzioni cognitive, ma può, al contrario, divenire lo spazio del genio. Nel 1908 si dimette ufficialmente dall'Università di Graz. Nello stesso anno Carl Gustav Jung, che lavorava nell'istituto Burghölzli (celebre ospedale di Zurigo, allora diretto da Eugen Bleuler), gli diagnostica la dementia praecox (come rivela la corrispondanza Freud-Jung). Ciononostante Jung cerca di coinvolgerlo e, facendo leva sulle sue conoscenze mediche, lo tratta da collega e insieme da paziente. Gross ne approfitta e fugge dall'ospedale il 17 giugno 1908. In una lettera a Ernest Jones, datata 4 giugno 1909, Jung dice che non ha mai riposto maggior fiducia in un paziente né mai si è sentito più tradito quanto nei confronti di Otto Gross.

Nel 1913 Otto Gross viene arrestato a Berlino e successivamente internato in un istituto psichiatrico, l'ennesimo: ciò fa scalpore e suscita una violenta campagna stampa in cui fanno sentire la propria voce molti intellettuali, che vedono in Hans Gross, il padre, il mandante di quell'azione di polizia. Il conflitto tra i Gross assurgerà a paradigma della lotta contro il padre. Nel 1914 viene dichiarato incapace di intendere e volere, e al padre, da molti anni in conflitto con Otto , viene data piena custodia sul figlio. Quando l'anno successivo il padre muore, la custodia passa a Hermann Pfeiffer. Gross trascorre gli ultimi anni vagando tra diverse capitali europee, assuefatto all'uso della cocaina, per poi morire, a 43 anni, affetto da polmonite e denutrito, in un sanatorio di Pankow, alla periferia di Berlino.

L'idea di psicoanalisi di Gross

Gross considera la psicoanalisi in un senso quasi “messianico”: volta a scardinare dalle fondamenta la cultura patriarcale, combattendone in modo radicale le strutture di potere e autoritarie, la nuova scienza psicologica dovrà preparare il terreno per un prossimo ritorno del matriarcato. Nella pratica analitica, la sua volontà di andare oltre il tradizionale rapporto gerarchico tra terapeuta e paziente - retaggio anch'esso, nella sua visione, della cultura patriarcale, al pari del transfert - sfocia in una nuova concezione del rapporto analista/analizzato, aprendo la strada all'autoconsapevolezza - poi compiutamente teorizzata da Jung - della mutua e dialettica interdipendenza dei soggetti coinvolti nella relazione di cura.

Lo psicoanalista, a partire dai lavori di Freud e di Adler, studia il conflitto interiore che oppone ciò che è proprio a ciò che è l'estraneo, ciò che oppone l'individuo alla società. La repressione degli istinti e della sessualità può sfociare nella sottomissione masochistica o nella volontà sadica di potere. In una lettera scritta nel 1908, Gross fa riferimento al caso di Elizabeth Lang, la quale aveva subito l'educazione autoritaria dei suoi genitori: «Il valore rappresentativo di questo caso, che mi sembra essere di interesse generale, risiede nel fatto che dimostra l'inconcepibile discrezionalità che la società ancora consente all'abuso del potere dei genitori [...] lo straordinario effetto patologico dell'educazione sul dare origine a quella che è una nevrosi di repressione». La famiglia e l'educazione reprimono l'individualità per poter adattare il bambino all'ordine sociale. Gross si concentra sul conflitto fra l'individuo e la collettività, e ritiene che la riflessione di Freud si muove sulla scia del pensiero di Nietzsche: «Il conflitto fra l'individuo e la collettività, che è nella natura delle cose, si trasforma, sotto la pressione della vita in società, in un conflitto interno all'individuo stesso». La patologia può quindi svilupparsi. La repressione sessuale, nella donna così come nell'uomo, impone la repressione dei desideri e fa sviluppare delle nevrosi.

In un suo testo del 1914, lo psicoanalista attacca la famiglia e l'ordine patriarcale. Per lui, la liberazione sessuale passa attraverso la liberazione degli omosessuali e delle donne: «La formazione della posizione attuale della donna nella società e nella famiglia, ha costituito nella storia umana il trauma generale dell'umanità, ed è da questo che è nata la sofferenza che l'umanità prova per essere quello che è». Il pregiudizio sociale della superiorità dell'uomo ha costruito delle relazioni umane che sono basate sulla violenza e sul dominio.

La psicoanalisi sottolinea quella che è l'importanza dell'insegnamento rivoluzionario al fine di poter rompere l'autoritarismo e le inibizioni subite nell'infanzia. La liberazione delle individualità e degli istinti deve permettere di sviluppare la volontà di relazione contro la volontà di potere: «L'obiettivo sarà quello di liberare l'amore dalla sua distruzione da parte delle forme latenti di autorità, a prescindere dal fatto che il comportamento sia passivo o attivo, e dalla disposizione a sottomettersi alla volontà di potere».

In una sua lettera aperta a Gustav Landauer, pubblicata nel 1913, Gross sottolinea il contributo della psicoanalisi al pensiero rivoluzionario. Egli ritiene che la liberazione dell'individuo rimanga un prerequisito per l'emancipazione umana. Subito dopo ritorna al conflitto fra l'individuo e ciò che gli è esterno, soprattutto la morale, le norme e i vincoli sociali. Quest'autorità esterna reprime l'individualità e la creatività, a partire dal periodo dell'infanzia. Gross attacca le istituzioni come la famiglia e l'istruzione. Per lui, le rivoluzioni hanno fallito perché non sono «riuscite a stabilire la libertà dell'individuo». Una trasformazione della totalità dei rapporti umani ed una distruzione delle norme e dei vincoli sociali sono indispensabili. Conclude Gross in un testo scritto in quello stesso periodo: «Il bisogno di questa relazione che sia il risultato della purezza dell'esperienza vissuta, è il fondamento organico e psichico di una nuova forma di vita, di fede, di desiderio, ed è allo stesso tempo una comunità di vita che darà un contenuto ai tempi futuri».

Il matriarcato secondo Gross

Gross descrive il matriarcato come una sorta di paradiso perduto in seguito all'emergere del capitalismo, delle norme e dei valori: «La soluzione comunista a questo problema, è l'organizzazione matriarcale, la quale è allo stesso tempo la forma più perfetta della vita in società in quanto esso libera ed unisce tutto il mondo, rendendo il corpo sociale stesso il centro e la garanzia della più alta libertà individuale. Il matriarcato non conosce né limiti né norme, né moralità né va contro ciò che concerne la sessualità».

Lo psicoanalista aspira a rifondare l'insieme delle relazioni umane al fine di distruggere ogni forma di dominio, ed in particolare attacca quello che è il dominio dell'uomo sulle donne: «Nel contesto del matriarcato, la relazione fra i sessi è esente da ogni considerazione di dovere, di morale e di responsabilità, ed è indipendente da ogni imperativo economico, giuridico o morale. Non conosce né il potere né la sottomissione, né il legame contrattuale, né l'autorità, né il matrimonio, né la prostituzione».

Insiste sulla libertà nelle relazioni umane e sessuali, contro le norme ed i vincoli che governano la società. La morale e la famiglia autoritaria emergono per imporre la repressione sessuale. Soprattutto, la donna viene assegnata alla passività e ad un ipocrita riserbo, mentre l'uomo sviluppa una possessiva brutalità. La rivoluzione comunista viene allora ad essere una distruzione delle istituzioni autoritarie, ma anche una liberazione individuale: «L'obiettivo ultimo di ogni comunismo è uno stato in cui nessuno può ottenere il potere del dominio politico, sociale, economico, autoritario su un altro».

La lotta alle istituzioni autoritarie e patriarcali

Otto Gross sottolinea l'importanza di una rivoluzione totale che comprenda il dominio culturale: «Nessuna delle rivoluzioni appartenute alla storia è riuscita a stabilire la libertà dell'individualità. Si sono spente tutte quante, ed hanno finito per arrivare ad una frettolosa reintegrazione in quella che era la normalità generalmente ammessa. Hanno fallito tutte quanto poiché il rivoluzionario di ieri recava in sé l'autorità. Solo oggi riusciamo a comprendere come il nucleo al centro di ogni autorità risieda nella famiglia. E che il legame esistente fra autorità e sessualità, così come si manifesta nella famiglia attraverso il perpetuarsi del diritto patriarcale, soggioga ogni individualità». Nella visione di Gross la «distruzione della monogamia e di quella che è la sua forma ancora più patologica, la poligamia» deve fondare quelle che saranno le nuove relazioni umane.

La rivoluzione anarco-comunista deve restaurare l'ordine matriarcale per distruggere l'autorità, la morale, il potere, la sottomissione ed il matrimonio. Fra gli esseri umani, in particolare fra gli uomini e le donne, si devono creare delle relazioni libere. È il suo articolo Tre Studi sul conflitto interiore a fare il bilancio sulla relazione fra il suo pensiero e quello di Freud. Riassume Jacques Le Rider: «La sfida portata avanti da questo impetuoso e turbolento discepolo di Freud, consisteva nel politicizzare la psicoanalisi, e nell'interpretarla come un programma di azione rivoluzionaria». Cambiare il mondo significa liberare l'individuo, e insieme a lui il suo eros creatore di relazioni amorose.

L'influenza di Gross sulle correnti artistiche

Gross è stato fonte di ispirazione per gli ambienti artistici e letterari. Lo scrittore Franz Jung e Leonhard Frank ne fecero addirittura il personaggio dei loro romanzi. Secondo Raoul Hausmann, le teorie di Otto Gross influenzarono soprattutto il movimento dada. L'affermazione dell'individualità creatrice contro le istituzioni repressive, come la scuola o come la famiglia, la critica del conformismo prodotto dalla società, sono delle idee che influenzarono le avanguardie artistiche. Nei romanzi, Otto Gross appare come un anarchico seduttore che organizza delle orge e disserta sull'erotismo. Ma lo psicoanalista partecipò anche al movimento dada attraverso una rivista che aspirava ad «inaugurare una nuova tecnica di vita e di felicità».

L'amicizia con Franz Kafka

Il rifiuto del padre e l'atteggiamento libertario che lo aveva contraddistinto fin dalla tenera età portarono Gross a diventare uno degli amici più intimi di Franz Kafka.  Entrambi sognavano di fondare una rivista contro il patriarcato (Fogli di lotta alla volontà di potenza). Molte delle idee che li unirono si possono ritrovare in Lettera al Padre di Kafka. Otto Gross unì Nietzsche e Stirner a Sigmund Freud nello sviluppo della sua forma libertaria di psicologia, partendo dal presupposto che tutti e tre hanno rivelato il potenziale umano frustrato dalla famiglia autoritaria: «Solo ora» - scrive Gross, in una prospettiva anarco-esistenzialista che lo accomuna a Kafka - «possiamo renderci conto che la fonte dell'autorità risiede nella famiglia, che la combinazione di sessualità e autorità, mostrata in famiglia dai diritti ancora assegnati al padre, mette tutta l'individualità in catene». 



La comunità di Ascona

Negli anni della difficile "triangolazione" con Sigmund Freud e Carl Gustav Jung Gross immaginò di ricreare ad Ascona, sulle alpi svizzere, un'ideale società matriarcale, contrapposta a quella violenta ed autoritaria tipica del patriarcato, attraverso la liberazione dalla morale in ambito sessuale, l'ebbrezza estatica e l'insegnamento scientifico. Con un audace sincretismo tra il pensiero di Freud, Nietzsche e Bachofen, Gross aveva infatti identificato l'origine del peccato e quindi, simbolicamente, la causa dell'espulsione dal paradiso nell'allontanamento dell'umanità da uno stato originario di matriarcato: conseguenza di ciò era stata, sul versante sociale, la comparsa di strutture di potere autoritarie e, sul piano psicologico, della vergogna per il sesso.

Ad Ascona  Gross, insieme all'amico Erich Mühsam - secondo il quale Gross è «il più importante allievo di Freud, grazie a lui la psicanalisi ha trovato il modo di liberarsi da una visione unilaterale, quella sessuale, per riconoscere il peso di tutti i condizionamenti sociali nell'esperienza psichica» - sognava di fondare una «Accademia anarchica», «a partire dalla quale» - scrive Franz Jung - «avrebbe sferrato l'attacco contro la civiltà occidentale, le ossessioni autoritarie individuali e generali, così come i legami sociali di cui sono il sostegno, in poche parole contro questa forma caricaturale e parassitarla di società nella quale ciascuno è costretto a vivere a spese dell'altro al fine di sopravvivere».

 
 
 


Paul Feyerabend

Paul Feyerabend (Vienna, 13 gennaio 1924 - Zurigo, 11 febbraio 1994), filosofo dell'epistemologia ed anarchico austro-americano.  
 

Biografia

Paul Feyerabend nasce a Vienna il 13 gennaio 1924, quando ancora esisteva il regno austro-ungarico. Nell'attuale capitale austriaca frequenta le scuole primarie ed inizia a prendere lezioni di teatro e canto. Nel 1942 si diploma e inizia lo svolgimento dell'«anno di lavoro obbligatorio» (Arbeitsdienst), al termine del quale decide di arruolarsi volontario nella scuola ufficiali germanica. La sua speranza è che la guerra termini prima della fine del corso ufficiali, ma le cose non andarono così e Feyerabend viene spedito sul fronte orientale, dove peraltro viene gravemente ferito.

Alla fine della guerra si guadagna da vivere scrivendo alcuni pezzi di teatro, iniziando anche un percorso che lo porterà ad interessarsi di storia, sociologia e fisica (esperienze che risultarono importanti successivamente quando cominciò ad interessarsi all'epistemologia). Deluso dai suoi studi inizia a frequentare la facoltà di filosofia, dove invece si sente pienamente realizzato.

Nel 1948 incontra Popper, di cui inizialmente rimane notevolmente affascinato, salvo poi divenire uno dei suoi più grandi critici. Trasferitosi nel 1952 alla London School Economic, diviene allievo di Popper ed entra in contatto con Imre Lakatos, altro allievo di Popper, con cui sviluppa l'idea di scrivere un testo sul “metodo scientifico” da intitolare A favore e contro il metodo, in cui egli avrebbe contestato la visione razionalista della scienza mentre Lakatos l'avrebbe apertamente difesa.

La prematura scomparsa di Lakatos pone fine al progetto, anche se poi Feyerabend scriverà per proprio conto il saggio Contro il metodo. Durante questo periodo sviluppa la sua radicale critica al dogmatismo scientifico, definendo il suo approccio alla filosofia della scienza anarchismo epistemologico o anarchismo dadaistico.

Nel 1958 si trasferisce a Berkeley, diviene cittadino americano e ottiene incarichi temporanei a Londra, Berlino e Yale. Nel 1974 ritorna in California e l'anno successivo scrive il suo libro più famoso e controverso, Contro il metodo, che però viene accolto dalla comunità filosofica da numerose e pesantissime critiche.

Negli anni '80 si divide tra Zurigo, Berkeley e più avanti anche l'Italia. Dopo la pensione (1991) scrive la sua autobiografia intitolata Ammazzando il tempo. Un'autobiografia. Muore a Zurigo l'11 febbraio 1994 a causa di un tumore cerebrale. 

Paul Feyerabend è stato un filosofo sui generis, soprattutto perché non si definiva tale, in quanto non ha mai aderito ad una scuola filosofica particolare, coerentemente con l'idea che fosse errato fondare il proprio pensiero su una serie di postulati invariabili e dogmatici. Si è sempre interessato a diverse tematiche, dalla fisica all'antropologia, dall'astronomia alle arti magiche, dalle medicine alternative alla politica sociale, dalla scienza all'arte.

Lo scopo del filosofo austro-americano è sempre stato quello di negare ogni certezza e spazzare via tutte le convinzioni più radicate. Egli è stato particolarmente avverso al neopositivismo e al pensiero di Karl Popper.

Le sue critiche alle teorie popperiane sono alquanto "feroci", in particolare si scaglia contro la teoria della falsificazione (secondo Popper basta una sola prova per dimostrare l'errore di una determinata teoria scientifica), promuovendo al contrario il principio della tenacia (già presente in Thomas Kuhn, ma solo nei cosidetti periodi di "scienza normale") e il prncipio della proliferazione. Per Feyerabend non solo non basta una prova per falsificare una teoria, ma è bene andare avanti con una determinata teoria, anche se alcune prove ne negano la validità. Egli è convinto che solo il confronto tra diverse teorie può far progredire la conoscenza. 

Il suo pensiero relativistico lo porta a sviluppare la teoria della «varianza del significato», ossia ad affermare che le asserzioni osservative sono dipendenti da quelle teoriche (distinzione invece importantissima per il neopositivismo). In pratica, non esistono dati "oggettivi e neutrali", poiché essi sono dipendenti dalla teoria entro il quale sono stati inquadrati. Tutto ciò non permette di ritenere valide le metodologie standard attraverso le quali definire la qualità di una teoria rispetto ad un'altra. Feyerabend non offre però un nuovo metodo, bensì vuole convincere «che tutte le metodologie, anche quelle più ovvie, hanno i loro limiti. Il modo migliore per realizzare questo obiettivo consiste nel dimostrare i limiti e anche l'irrazionalità di alcune norme che vengono di solito considerate fondamentali».

In questo senso anche l'anarchico non può essere dogmatico e con delle certezze assolute. Per lui l'anarchico è:

«Un anarchico è come un agente segreto che giochi la partita della Ragione allo scopo di minare l'autorità della Ragione (della Verità, dell'Onestà, della Giustizia ecc.). [...] L'anarchismo epistemologico differisce sia dallo scetticismo sia dall'anarchismo politico (religioso). Mentre lo scettico considera ogni opinione ugualmente buona, o ugualmente cattiva, o desiste completamente dal dare tali giudizi, l'anarchico epistemologico non ha alcuno scrupolo a difendere anche l'asserzione più trita o più mostruosa. Mentre l'anarchico politico o religioso vuole abolire una certa forma di vita, l'anarchico epistemologico può desiderare di difenderla, poiché egli non ha alcun sentimento eterno di fedeltà, o di avversione, nei confronti di alcuna istituzione o ideologia. Come il dadaista, al quale assomiglia assai di più che non somigli all'anarchico politico, egli non soltanto non ha un programma, ma è contro tutti i programmi, anche se in qualche occasione sarà il più rumoroso fra i difensori dello status quo o fra i suoi oppositori: per essere veri dadaisti, si dev'essere antidadaisti» (Paul Feyerabend, Contro il metodo, Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 21-29, 155, 246).

Note

Le asserzioni di Feyerabend hanno una notevole affinità con alcune considerazioni esposte da Friedrich Nietzsche:
«Non esiste un metodo scientifico che sia il solo ad aprire le vie della conoscenza. Dobbiamo procedere per tentativi con le cose, ora con malvagità, ora con bontà verso di esse, ed avere per loro successivamente equanimità, passione e freddezza. C'è chi parla con le cose come un poliziotto, chi come un confessore, chi come un viandante e un curioso. Ora con simpatia, ora con violenza si caverà qualcosa da esse; c'è chi è portato avanti e fino alla cognizione esatta dalla riverenza per i loro segreti, chi, per altro verso, dall'indiscrezione e dalla furfanteria nello sciogliere questi segreti. Come tutti i conquistatori, gli scopritori, i navigatori, gli avventurieri, noi indagatori abbiamo una moralità temeraria e dobbiamo permettere che in complesso ci prendano per malvagi».
 
Peter McGregor 1991 photograph by Johanna Trainor 

Peter James McGregor (10 November 1947 – 11 January 2008) was an Australian anarchist known for his political activism, university teaching and commitment to direct action. He was actively involved in and led several major Australian and international political campaigns.

 
Piotr Kropotkin (obra de Erminio Blotta)
 
Police photograph of Simón Radowitzky.
Argentinian Police -   Created: 1 January 1909
 
Puerta de la casa "El tugurio" de Osvaldo Bayer, calle Arcos casi esquina Monroe, en el barrio de Belgrano, Buenos Aires
.Roberto FiadoneCreated: 17 July 2016
 
Raymond Callemin (Bruxelles, 26 marzo 1890 – Parigi, 21 aprile 1913), molto conosciuto con il soprannome di Raymond la Science, è stato un anarchico belga e uno dei più attivi membri della banda Bonnot. 
Raymond Callemin nasce a Bruxelles il 26 marzo 1890. Suo padre è un ciabattino, socialista oramai disgustato dagli eventi della vita e dal socialismo stesso, e quindi più dedito oramai al bere che all'impegno politico.

Raymond, «piccolo, tozzo, miope e di spirito caustico» , nel 1902 incontra Viktor L'vovic Kibal'cic, che in seguito sarà più conosciuto come Victor Serge, e nonostante inizialmente il primo approccio tra i due si risolva quasi in uno scontro fisico, tra loro nasce subito una grande e vera amicizia, anche se gli aspri e vivaci scontri ideologici non mancheranno mai.

Raymond, Victor ed altri due loro amici-compagni condividono le prime letture politiche (Fenimone Cooper, Louis Blanc, Émile Zola ecc.), le prime manifestazioni e l'approccio all'anarchia. Insieme vivono sulla propria pelle le fatiche fisiche del lavoro, poi a diciasette Raymond viene condannato per la prima volta a tre mesi di carcere. Ne uscirà più arrabbiato che mai. 

Per un breve periodo Raymond e Victor aderiscono alla Colonia di Stoeckel, nei pressi di Bruxelles. Raymond collabora al giornale individualista belga «Le Révolté»  che aveva succeduto a «Le Communiste» , il cui gerente era Desflandres.

Amante del buon teatro e della musica, con il passar del tempo Raymond si spinge sempre più verso il radicalismo individualista ed illegalista, invocando continuamente la «ragione scientifica» contro i misfatti del sentimento ; disprezza per questo l'amore e l'innamoramento verso le donne, diventa vegetariano e si rifiuta di bere caffè e alcolici. Queste sono le ragioni per cui verrà soprannominato dagli amici-compagni con il nomignolo di Raymond la Science.

Non avendo risposto alla chiamata al servizio militare, Raymond nel 1910 lascia il Belgio e si trasferisce in Francia, a Romainville. Nella cittadina entra in contatto con gli anarchici del giornale «L'Anarchie» diretto da Albert Libertad e attorno cui gravitano individualisti come Edouard Carouy, André Soudy, Octave Garnier, Elie Monnier, René Valet, Eugène Dieudonné ed altri.

A Romainville si trovano pure Victor Serge e Rirette Maîtrejean. Dopo la morte di Libertad saranno loro a prendere in mano la direzione del giornale, ingenerando ben presto conflitti con il gruppo di Callemin e degli individualisti illegalisti che porterà questi ultimi ad allontanarsi dal giornale e a stringere rapporti sempre più stretti con Jules Bonnot, dal quale nascerà la cosiddetta banda Bonnot.

Con Bonnot e la sua banda, Raymond partecipa alla maggior parte delle rapine da loro messe in atto. È lui che, il 27 febbraio 1912 in Place Havre (Parigi), abbatte a colpi di pistola un agente che cercava di fermarli.

Arrestato il 7 aprile 1912 , Raymond viene processato (a partire dal 3 febbraio 1913)] insieme a molti altri anarchici accusati, a torto o ragione, di far parte della banda.

«I principali imputati erano Raymond Callemin, André Soudy, il giardiniere Monier, il falegname Eugène Dieudonné, negavano tutto [...] Sorridenti, aggressivi, prendendo degli appunti, Raymond “negava il diritto di giudicare“, ma si inchinava dinanzi alla forza, rivolgeva al presidente delle frasi spiritose..». 

Il verdetto viene pronunciato il 28 febbraio 1913: condanna alla pena di morte per ghigliottina insieme a André Soudy, Elie Monnier e Eugène Dieudonné . Dopo la lettura della sentenza Raymond proverà a scagionare quest'ultimo, accusato ingiustamente di omicidio in merito ai fatti accaduti in rue Ordener a Parigi il 21 dicembre 1911, assumendosene le colpe. Questa sua deposizione viene però considerata troppo tardiva, anche se alla fine la pena di Dieudonné sarà commutata nei lavori forzati a vita.

Raymond Callemin viene giustiziato a Parigi il 21 aprile 1913. Ai giornalisti accorsi per seguire la sua esecuzione dice « È bello vero, veder morire un uomo?».

Citazioni

  • «Mi sono detto che occorreva trovare un modo per uscire da questa putrefazione che sono i proprietari, gli operai, i borghesi, i magistrati ed i poliziotti. Tutta questa gente mi ripugna.» 
  • [All'amico Victor Serge che aveva osato criticare il gruppo di Callemin sulle pagine de «L'Anarchie»...] «...Se non vuoi scomparire guardati bene dal giudicarci!Che vuoi, mi disturbi, ti sopprimo!» 
  • «Ci dicono: voi dovete rispettare la patria, morire per lei. Ma, per me, la patria è tutta la terra. La patria, è là dove io vivo, in Germania, in Russia, in Francia. Lei è ovunque io trovo la felicità. Se gli operai riflettessero un pò, comprenderebbero che tra i capitalisti non esistono frontiere. Questi rapaci si organizzano per meglio opprimerli» 
  • «... Non so se sono anarchico [...] molti sono nelle mie condizioni. Sono convinto soltanto che gli individui della rue O. erano tizi che volevano vivere, ed è tutto.» .
 
 Scheda poliziesca di Raymond Callemin
 
Raúl Alfonsín con Ernesto Sábado, presidente de la Conadep y quien le entregara el informe Nunca más
 Telam - Telam    Created: 20 September 1983
 
Saul Newman

Saul Newman (born 22 March 1972) is a British political theorist who writes on post-anarchism. He is professor of political theory at Goldsmiths College, University of London.

Newman took up the term "post-anarchism" as a general term for political philosophies filtering 19th century anarchism through a post-structuralist lens, and later popularized it through his 2001 book From Bakunin to Lacan. Thus he rejects a number of concepts traditionally associated with anarchism, including essentialism, a "positive" human nature, and the concept of revolution. The links between poststructuralism and anarchism have also been developed by thinkers like Todd May and Lewis Call.

He received his B.A. from the University of Sydney, and his Ph.D in political science from the University of New South Wales. His work has been translated into Turkish, Spanish, Italian, German, Portuguese and Serbo-Croatian, and has been the subject of a number of debates amongst anarchist theorists and activists as well as academics.

 
 https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d1/Sim%C3%B3n_Radowitzky.jpeg 
Simón Radowitzky
 
The 159th anniversary of Eureka Stockade rebellion was commemorated with a day long series of events organised by the Anarchist Media Institute from a 4am dawn vigil, Eureka Awards ceremeny at Bakery Hill, a long march through the streets of Ballarat to the Old Ballarat Cemetery, a visit to the Museum of Australian Democracy at Eureka to see the Eureka Flag finally brought home to its origins in Eureka Park, the site of the Eureaka Stockade; and concluding with a dinner at the Eureka Stockade Hotel with a guest speaker: Dr. Anne Beggs-Sunter on the topic of ‘Eureka plays and films over the years’. See More at eurekaballarat.wordpress.com/ 
Takver from Australia - Ellen Jose with Joseph Toscano | Ballarat Dawn Vigil at Eureka 2013
 
The carriage of Ramón Lorenzo Falcón after the bombing. 
Unknown author  Created: 1 January 1909
 
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/6d/Ushuaia_Carcel_Celda_de_Simon_Radowitsky.jpgUshuaia Carcel Celda de Simon Radowitsky.j
 
 

 

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