Attilio Conti
Attilio Conti (Castellammare Adriatico, 17 giugno 1888 – Pescara, 21 gennaio 1945) è stato un sindacalista e anarchico italiano.
Primi anni del XX secolo
Milita
nella locale sezione socialista. Biografato nel 1902 per «propaganda
fra gli operai e i contadini». Passa all'anarchismo. Nel 1909 riceve e
diffonde il numero unico «Nihil», redatto a Chieti da Federico Mola e Carlo Alessandrelli e stampato nella tipografia di Camillo Di Sciullo. Nello stesso anno promuove le pubblicazioni de «Il Grido», foglio dei libertari di Castellamare Adriatico. Riceve, diffonde e scrive per «Volontà». Nel 1913 contribuisce alla costituzione del locale gruppo anarchico
Carlo Pisacane. È tra i promotori del Convegno Sovversivo di Castellamare Adriatico
del 1º febbraio 1914. Il convegno, constatate le necessità pratiche di
un'intesa rivoluzionaria di base, si pronuncia per l'unità d'azione di
socialisti e anarchici, «i soli in grado di creare un serio e pratico
movimento di classe», ed esprime parere favorevole alla costituzione di
un comitato regionale col compito di propagandare le «idee
rivoluzionarie e i principi anticapitalistici». Partecipa nello stesso
mese alle agitazioni condotte dai ferrovieri per i miglioramenti
economici, contro la guerra libica e contro il militarismo. Dal 10 al 13
giugno 1914 prende parte attiva allo sciopero della settimana rossa,
tenendo accesi comizi a Castellamare Adriatico, Pescara e nei centri abitati del circondario.
Da Palermo a Verona
Nel 1915 è assegnato a Palermo per gli obblighi di leva. Nonostante «in divisa», prende parte attiva alle mobilitazioni pro-Carlo Tresca
promosse da anarchici e socialisti rivoluzionari; l'agitazione finisce
con scontri di piazza tra manifestanti e forze dell'ordine. Si congeda
nel 1918 e si trasferisce a Verona. Sostiene le agitazioni che prendono piede fin dall'inizio del 1919. Viene incaricato a dirigere quella Camera del Lavoro che, nel mese di marzo, annuncia adesione all'Unione sindacale italiana
(USI). Nel corso dell'anno la Camera del Lavoro a direzione
sindacalista è protagonista nel contesto sindacale veronese. La
prefettura sottolinea Conti «pericolosissimo organizzatore ed agitatore
di masse», introduce «sistemi addirittura bolscevichi», spingendo gli
operai a presentare memoriali con richieste «sopra le righe» per poi
dichiarare immediatamente sciopero nel caso la direzione delle aziende
non avesse accettato le richieste. Nel 1919 la Camera del Lavoro
organizza circa 40.000 aderenti, estendendo la sua influenza anche a
categorie di lavoratori che erano rimasti estranei al processo di
sindacalizzazione dell'anteguerra. Complessivamente organizza i
lavoratori delle industrie tessili e metalmeccaniche, dipendenti
pubblici e dei servizi, infermieri, barbieri, lavoratori della
ristorazione, spazzini, fattorini telegrafici, manovali avventizi nelle
ferrovie, carrettieri, autisti, guardiani notturni, facchini, gasisti,
commercianti ambulanti, braccianti, operai e lavoratori edili. In
occasione di alcuni scontri di piazza verificatisi a Lonigo durante uno sciopero degli operai di un cotonificio, Conti subisce un arresto. Oratore di un comizio del 6 luglio 1919 a Verona con Armando Borghi, Virgilia D’Andrea ed un rappresentante dei minatori del Valdarno; gli interventi sono infuocati, si auspica a breve anche in Italia una rivoluzione sul modello della Russia
sovietica. Capeggia il giorno successivo una manifestazione di un
migliaio di operai contro il carovita. Denunciato per incitamento
all'odio di classe. Nel mese di settembre, in seguito ad una polemica
interna, presenta le dimissioni da segretario.
Biennio rosso
Torna in Abruzzo. È segretario della Camera del Lavoro confederale di Castellamare Adriatico fino al fascismo. Riceve e diffonde «Volontà». Con Lidio Ettorre ed Alessandro Pica è tra gli oratori del comizio per la Russia sovietica di Giulianova del 19 ottobre 1919. Il 2 novembre è tra gli oratori del grande comizio di Teramo per la presentazione dei candidati socialisti promossa dal Partito Socialista Italiano e dalle locali sezioni della Lega Proletaria:
«Conti fustigò la vile borghesia che non sapendo reagire apertamente e
lealmente, dopo aver condotto il paese al disastro, cerca nei
palleggiamenti elettorali e nei connubi innaturali, la forza per
contrastare il passo al popolo che si avanza minaccioso. Ricordò come
tutto questo sia inutile perché ormai il popolo è in cammino verso la
redenzione, verso il trionfo dell'Internazionale». Lo stesso giorno è a
Giulianova quale oratore designato per l'inaugurazione della bandiera
della locale sezione della Lega Proletaria. Attivissimo nelle lotte del
biennio rosso su questioni concomitanti sul piano nazionale e locale
quali il caroviveri, il pacifismo e l'antimilitarismo, l'emancipazione
politica ed economica del proletariato, le libertà e i diritti
sindacali. Guida svariate mobilitazioni e manifestazioni popolari contro
il ripetersi degli eccidi proletari. Capeggia anarchici, socialisti e
ferrovieri di Castellamare Adriatico e Pescara «all'assalto» di un
comizio che dannunziani e nazionalisti tengono a Pescara. Sul versante
politico è attivo nella propaganda anarchica, per la ricomposizione del
movimento locale, nel cercare di orientare lo sforzo comune verso la
sollecitazione delle masse alla formazione dei gruppi del Fronte unico
rivoluzionario (FUR). Al fianco di Quirino Perfetto è tra i principali promotori del percorso organizzativo preparatorio al convegno anarchico regionale di Sulmona del 20 maggio 1920, nel corso del quale si delibera la costituzione della Federazione anarchica abruzzese (FAA) aderente all'Unione anarchica italiana (UAI). Tra i mesi di maggio e giugno organizza i gruppi anarchici di Guardiagrele e Tocco Casauria, entrambi aderenti alla FAA. Partecipa al II congresso che l'UAI tiene a Bologna (1-4 luglio 1920) quale delegato del gruppo
Carlo Pisacane.
Organizza il II convegno della FAA (Castellamare Adriatico, 15 agosto
1920). Il 29 agosto 1920 è tra gli oratori del comizio di Giulianova a
conclusione della mobilitazione popolare contro gli eccidi proletari,
per le vittime politiche e per la Russia sovietica. Oratore del comizio
di Caramanico
del 30 agosto 1920 contro gli eccidi proletari e per la libertà delle
vittime politiche. Il 9 settembre 1920 organizza a Castellamare
Adriatico la conferenza di Guglielmo Boldrini,
oratore designato dalla Commissione di Corrispondenza dell'UAI per un
giro di propaganda anarchica in Abruzzo. Nei mesi di novembre e dicembre
promuove mobilitazioni e comizi per la libertà dei prigionieri politici
e per la scarcerazione immediata di Errico Malatesta, Borghi e dei redattori di «Umanità Nova».
Reazione e controrivoluzione
Arrestato a Castellamare Adriatico il 2 gennaio 1921 e condannato dalla Corte d'Assise di Brescia
a cinque mesi di reclusione, per aver vilipeso l'esercito in un comizio
tenuto a Montagnana, nel padovano nel 1919. Partecipa al III convegno
che la FAA tiene a Sulmona il 23 ottobre 1921. Interviene al III
congresso dell'UAI di Ancona (1-4 novembre 1921). Organizzatore ed oratore del comizio pro-Sacco e Vanzetti
di Castellamare Adriatico del 22 ottobre 1921. Nel 1922, la sua
attività di segretario della Camera del Lavoro confederale di
Castellamare Adriatico è davvero notevole. Nel mese di gennaio
costituisce a Fossacesia
una Lega di Resistenza composta da 150 operai, dando avvio ad una lotta
per l'aumento dei salari. Sempre nel gennaio è oratore a Fossacesia del
comizio pro-Sacco e Vanzetti al Teatro Comunale. Il 12 marzo 1922
riorganizza la Lega degli operai edili di Castellamare Adriatico
aderente alla Camera del Lavoro; la nuova Lega vota immediatamente un
ordine del giorno di lotta contro la disoccupazione. Dal 20 marzo 1922
dirige l'agitazione degli operai dell'officina D'Achille, tutti aderenti
alla Camera del Lavoro. Dal mese di aprile è dirigente della sezione
dell'Alleanza del Lavoro
(AdL) di Castellamare Adriatico. È tra gli organizzatori dello sciopero
del I Maggio e tra gli oratori del comizio in Piazza Vittorio Veneto.
Lo stesso giorno è tra gli oratori del comizio di Penne. Organizza il IV
convegno che la FAA tiene a Castellamare Adriatico il 7 maggio 1922.
Contribuisce all'organizzazione dello sciopero del I agosto indetto
dall'AdL.
Dittatura e clandestinità
Con l'avvento del fascismo è sottoposto a vigilanza e a numerose perquisizioni domiciliari. In relazione epistolare con Francesco Ippoliti
negli anni Venti. Diffidato nel novembre 1930. Il 19 gennaio 1932, dopo
una protesta di lavoratori disoccupati avvenuta tra Popoli e Bussi,
dalle indagini risulta militante di una cellula anarco-comunista attiva
nella province di Chieti e Pescara, al fianco di Luigi Meta.
Nel 1935 la prefettura di Pescara ordina una perquisizione presso la
sua abitazione perché «accanito antifascista e iscritto nell'elenco
delle persone d'arrestarsi in determinate circostanze»; vengono
sequestrati opuscoli e giornali di propaganda anarchica. Viene ammonito.
Arrestato e condannato a cinque anni di confino a Pisticci nel novembre
del 1940 per disfattismo politico (per aver «borbottato» dentro una
tabaccheria che «invece dei discorsi di Mussolini ci vuole il pane»).
Liberato condizionalmente il 14 gennaio 1943. Le cattive condizioni di
salute conseguenti ai maltrattamenti subiti lo portano alla morte poco
dopo la Liberazione. Il primo numero del risorto foglio socialista di
Castellamare Adriatico «Il Proletario», pubblicato il 18 febbraio 1945,
commemora la morte di Conti avvenuta da pochi giorni, ricordando come
avesse tenuto ancora comizi anarchici e antifascisti fino al dicembre
del 1944.
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