Il pensiero politico di Lidio Ettorre fu
indissolubilmente legato al rispetto e alla salvaguardia della persona
umana, nei cui confronti svolse una battaglia perenne e indefessa contro
ogni forma di sopruso. Interprete attento e acuto delle contraddizioni
della sua epoca fu molto attivo nella propaganda delle idee politiche
attuata attraverso la pubblicazione dei suoi scritti su testate
nazionali e locali oltre che su manifesti affissi sulle vetrine della
bottega di ebanista e attraverso la diffusione della stampa clandestina.
Nella
sua piccola ma interessantissima biblioteca e nel suo archivio privato,
da me ricomposti, sono presenti numerose testate giornalistiche che
egli utilizzò come lettore e molte con articoli che portano il suo nome.
Il primo giornale su cui compare la firma di Lidio Ettorre è “L’Agitatore”(14), settimanale di azione rivoluzionaria che si stampava a Bologna. Siamo nell’ottobre del 1912.
L’anno seguente iniziò una collaborazione assidua e sistematica, che continuerà fino all’agosto del 1916, con “Il Libertario”(15) settimanale anarchico stampato a La Spezia, e con “Volontà”, periodico di propaganda anarchica, fondato da Enrico Malatesta(16).
La prima nota informativa del Ministero degli Interni riguardante Lidio Ettorre(17),
del 3 dicembre 1913 (la casualità ha voluto che cadesse proprio nel
giorno del suo ventesimo compleanno) è legata alla presenza del suo
nominativo in un elenco di sottoscrittori inviato da Giulianova a favore
della stampa anarchica e nello specifico ad una sottoscrizione
risalente al 19 novembre 1913 indirizzata proprio al giornale “Volontà”
di Ancona. La prefettura di Teramo nella sua risposta portò a conoscenza
dell’inesistenza di precedenti penali e di buona condotta morale.
Aggiungendo: “Politicamente ha dimostrato di essere di idee anarchiche e
nelle ultime elezioni politiche propugnò l’astensione dalle urne,
pubblicando in tal senso apposito manifesto. In conseguenza di quanto
procede, è facile che l’Ettorre sia in relazione con gli anarchici di
Ancona.”
Di
rimando il Ministero dell’Interno con nota del 26 dicembre, n. 29993,
pregava la Prefettura di Teramo di disporre nei suoi confronti una
“conveniente vigilanza”.
Il
socialismo a Giulianova aveva fatto presa sulla classe degli artigiani
che al contrario dei contadini non erano legati ai proprietari terrieri,
i loro mestieri (falegnami, sarti, fabbri, barbieri, ecc.) consentivano
una maggiore libertà economica. Potevano esprimere più liberamente le
loro idee e anche proporre iniziative come quella della costruzione
della Casa del popolo.
Il 22 gennaio del 1913 venne posta la prima pietra della Casa del popolo.
Alla
manifestazione partecipò tutta la sinistra di Giulianova. Oltre a Lidio
Ettorre, Alessandro Pica, Andrea Ettorre, Gaetano Ettorre (padre di
Lidio), Antonio Barretta, Cesare Marà, Vittorio Pela, Vittorino Ettorre,
Cesare De Angelis, Luigi De Angelis, Luigi De Angelis, Antonio Rossi,
Pasquale Crocetti, Giulio Ettorre (fratello di Lidio), Alfredo Braga Di
Battista Achille, Luigi Ettorre (fratello di Lidio).
L’anno successivo, il 24 maggio 1914, l’avv. Giuseppe Romualdi(18)
tenne una conferenza a pagamento a beneficio della Casa del Popolo, la
cui costruzione non era stata ancora terminata, sul tema “La virtù della
parola”.
“…
Alle ore 3, una folla di popolo, con la bandiera del Circolo Democratico
e con la musica alla testa, partendo dall’Hotel Belvedere ove Giuseppe
Romualdi era sceso, si recava con lui all’edificio in costruzione della
Casa del Popolo, ove fu eseguita una fotografia. Di lì si passò al
bellissimo palazzo delle scuole anch’esse in costruzione, ove nella
grande aula doveva l’oratore tenere la conferenza.”(19).
La conferenza era già stata annunciata da l’Ettorre il 9 maggio precedente dalle pagine de “La Sveglia”(20)
“Con forte tenacia, abbiamo cercato con ogni sforzo di terminare la
Casa del Popolo; ma non ci è stato possibile per la crisi che
attraversiamo in quest’anno desolato! Ma non ci scoraggiamo e già nel
nostro cuore si sono incise queste dolci e sacre parole: La Casa del
Popolo deve essere un fatto compiuto!!. E per rimediare abbiamo
organizzato una festa il 24 c.m. dove l’Avv. Giuseppe Romualdi terrà a
pagamento conferenza sul tema La virtù della parola. Perciò raccomando a
tutti i compagni di volerci aiutare per terminare questa casa che
servirà d’istruzione alla massa lavoratrice”.
Nello
stesso numero il direttore Amedeo Lamazzi annunciava “ … da oggi ci
siamo assicurati la collaborazione assidua di Tommaso Sorricchio,
Marcello Marcelli e Ettorre Lidio” e pubblicava un articolo a nome di
quest’ultimo dal titolo A voi, o studenti!
È
un articolo in cui Lidio Ettorre espone la necessità di fare propaganda
individuando anche un metodo possibile da seguire. E si rivolge agli
studenti che in questo periodo appartengono per la maggior parte alla
classe borghese “… Bisogna condurre questa gioventù studentesca in mezzo
alle masse popolari perché vi porti il corredo delle sue cognizioni
scientifiche, perché meglio ne conoscano i dolori e le necessità perché
insieme cerchino quali siano le forme di convivenza sociale che possano
assicurare a tutti la maggior somma di benessere e di felicità…”(21).
Sul
numero 15 del 16 maggio rivolge un accorato appello ai compagni
giuliesi: “A noi dunque o compagni di Giulianova e di tutto l’Abruzzo di
metterci all’opera e di lavorare indefessi per la causa della libertà e
che le porte dell’avvenire ai liberi e ai costanti si apriranno di
sicuro”(22).
Le
corrispondenze da Giulianova di Lidio Ettorre non riportano semplici
fatti di cronaca ma sono incentrate su argomenti di politica come la
propaganda astensionistica, l’antimilitarismo, la liberazione delle
vittime politiche e sulla necessità di una metodologia ben strutturata.
Durante
la settimana rossa si trova a Giulianova esponendosi sempre in prima
persona contro il bellicismo dominante, tanto da iniziare proprio in
questo periodo un’attività, quella dell’oratore dei comizi, che
continuerà fino alla fine della sua vita.
Nel
1914 si intensifica anche la collaborazione con il “Il Libertario”,
iniziata nel febbraio del 1913 grazie anche alla presenza nello stesso
periodico di Francesco Bentivoglio(23).
Il
28 gennaio 1915 viene destinato al 6° reggimento, 11ª compagnia
bersaglieri ciclisti presso la caserma di Bologna, ove manifesta da
subito propositi antimilitaristi, accompagnati dal rifiuto di marciare e
di imbracciare il fucile. Il 31 gennaio una lettera anonima indirizzata
alla prefettura di La Spezia in cui aveva sede il giornale “Il
Libertario” diretto da Pasquale Binazzi fa aprire nei suoi confronti
un’indagine per complotto insurrezionale. Sarà proprio a causa del
contenuto di una lettera indirizzata a Pasquale Binazzi che viene
arrestato, incarcerato a Spilimbergo e processato dal Tribunale
militare.
Difeso dall’avv. Giuseppe Romualdi, amico del padre, viene prosciolto e congedato il 25 maggio del 1915.
La vicenda del militare e la consapevolezza che l’ideale anarchico e libertario sono per Lidio un modus vivendi inducono
la famiglia a prendere la decisione di allontanarlo dall’ambiente
locale e così, nella seconda metà del 1916, viene mandato a Torino
presso la ditta Valabrega(24) per imparare nuove tecniche nella lavorazione del legno e perfezionare il disegno dei mobili d’epoca.
Ed è proprio a Torino che conosce Andrea Viglongo, Ottavio Pastore, Pia Carena, Angelo Tasca, Maria Giudice(25), Pietro Rabezzana e Antonio Gramsci nella birreria di corso Siccardi nella quale si intratteneva fuori dall’orario di lavoro.
All’epoca
Gramsci era segretario della sezione socialista e Lidio Ettorre così lo
ricorda: “Non lasciava mai la penna. Non l’ho mai visto in ozio, sempre
con la penna in mano e sempre in compagnia di Andrea Viglongo“(26).
Sarà proprio Gramsci a consigliargli di leggere Il Lavoro di
Emile Zola, e di commentare le parti più importanti del libro insieme a
Maria Giudice nei circoli rionali. Nella sua biblioteca è conservato un
esemplare di quel libro, pubblicato dell’editrice Stein di Torino, sul
cui frontespizio è scritto: “Lidio Ettorre. Il più bel ricordo della mia
vita politica torinese”.
Tornato
da Torino, città nella quale aveva conosciuto la classe operaia di una
città industriale ed un fervore intellettuale nuovo il suo impegno
politico si intensificò e crebbe in quantità e qualità.
A
partire da questo momento la sua attività giornalistica s’intreccia con
le Conferenze a cui partecipa nei Circoli operai. Passa al Partito
Socialista Italiano schierandosi con Bordiga e entra a far parte della
redazione dell’ “Avanti” (direttore Giacinto Menotti Serrati) giornale
con il quale collaborerà dal 12 luglio del 1917 al 14 novembre 1919.
Il
presente contributo, parte di uno studio biografico più ampio e
articolato di prossima pubblicazione, ricostruisce la formazione
giovanile e l’avvio dell’attività politica e giornalistica di Lidio
Ettorre fermandosi agli anni Venti del Novecento.
NOTE
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(1) Archivio Lidio Ettorre, Carteggio Viglongo - Ettorre, Lettera 5 gennaio 1970.
(2)
Andrea Viglongo nasce a Torino il 15 agosto 1900 da una famiglia
contadina. Giovanissimo si iscrive alla Federazione Giovanile del
Partito Socialista, dove conosce Antonio Gramsci di cui diviene amico e
collaboratore e insieme al quale redige il numero unico de “La Città
futura”, sorta di anteprima de “L’Ordine Nuovo”, fondato nel 1919, di
cui Viglongo diviene capocronista. Nel 1919 scrive per la rubrica
sindacale dell’ “Avanti”. Collaborerà alla “Rivoluzione Liberale” di
Piero Gobetti, di cui era amico fraterno fin dagli anni della scuola,
prima e dopo la sua espulsione dal Partito Comunista d’Italia nel 1923,
causata sia dalle critiche avanzate ai metodi burocratici del partito
sia per i dissensi con lo stesso Togliatti. Nel secondo dopoguerra dà
vita, con la moglie Giovanna Spagarino, alla Casa Editrice Viglongo
& C., proseguendo nel recupero di autori di romanzi storici e
d’avventura e dialettali, di importanti poeti piemontesi e di preziosi
testi di storia e di costume locale.
(3)
Nato a Andria il 13 settembre 1895, morto a Roma il 26 dicembre 1984.
Politico italiano di idee socialiste, esponente di spicco del Partico
Comunista Italiano di cui fu tra i fondatori. Pubblicò per Feltrinelli,
nel 1977 l’importante libro di memorie Un Comunista, 1895/1930.
Compagno di Pia Carena che era stata negli anni Venti la segretaria di
Antonio Gramsci. Per il profilo biografico si rimanda a Sircana, G., Leonetti Alfonso, in Dizionario biografico degli italiani, 64, Roma, 2005, pp. 581- 583.
(4) Archivio Lidio Ettorre, Carteggio Leonetti - Ettorre (1970 - 1977), Lettera 3 febbraio 1970.
(5) Edoardo Puglielli, Dizionario degli anarchici abruzzesi, Chieti, Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo, 2010, pp. 70 - 74.
(6) Archivio di Stato Civile Giulianova (d’ora in poi ASCG), Stato Civile, 1893.
(7) Nato a Giulianova il 19 dicembre 1865, morto il 10 marzo 1946. ASCG, Stato civile, 1865.
(8) Nata a Poggio Morello il 19 giugno 1870, morta a Giulianova il 10 marzo 1946. ASCG, Stato civile, 1946.
(9) Luigi Ponziani, Democrazia e Socialismo nell’Abruzzo di primo Novecento. Un carteggio inedito, in “Notizie della Delfico”, 3, 1991, p. 8.
(10) Maria Rita Bentivoglio - Giovanni Di Leonardo, Quinto Ercole. Storia di un militante del movimento operaio abruzzese esule in Australia, San Gabriele, Eco, 1984, p. 18.
(11) Riccardo Cerulli, Giulianova 1860, Teramo, Abruzzo oggi, 1968, p. 325.
(12) Sulla figura di Tommaso Borrelli si veda Donatella Stacchiotti, Scuole e Maestri nella Giulianova dell’Ottocento, Teramo, Ricerche&Redazioni, 2015, p.119.
(13) Archivio Cesare Bermani, Registrazione del 19 agosto 1972.
(14) “L’Agitatore”, 20 ottobre 1912. Ved. Leonardo Bettini, Bibliografia dell’Anarchismo, Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze, Crescita politica, 1972, vol. I, tomo. I, pp. 231 - 233.
(15)
“Il Libertario”, s.n. (tipografia della Camera del Lavoro) (1903-1922),
La Spezia. Direttore responsabile Pasquale Binazzi. Settimanale, numero
d’esordio 16 luglio 1903. Interrompe la sua pubblicazione dal 27 maggio
al 22 luglio 1915; successivamente dal 30 maggio 1917 al 20 febbraio
1919. Cessazione della pubblicazione 26 ottobre 1922. Ved. Leonardo
Bettini, Bibliografia dell’Anarchismo…, cit., vol. I, tomo. I, pp. 167 - 171.
(16) Leonardo Bettini, Bibliografia dell’Anarchismo…, cit., vol. I, tomo. I, pp. 261 - 262.
(17) Archivio Centrale di Stato, Casellario Politico Centrale, b. 1897, ad nomen.
(18) Gian Domenico Pisapia, Giuseppe Romualdi, in “PQM, Rivista quadrimestrale abruzzese di giurisprudenza e vita forense”, 1993.
(19) “Il Popolo Abruzzese”, a. III, 175, 27 maggio 1914.
(20)
Teramo (stab.tip. Commerciale; [poi] Per i tipi de La Sveglia), 1914.
Settimanale. Direttore responsabile Amedeo Lamazzi. Periodico teramano
che raccorda anarchici, socialisti rivoluzionari e sindacalisti attivi
in provincia le cui vignette satiriche erano firmate da Ernesto Aurini.
Ved. Luigi Ponziani, Due secoli di stampa periodica abruzzese e molisana, Teramo, Interlinea, 1990, p.165.
(21) Lidio Ettore, A voi studenti!, “La Sveglia”, I, n. 14, 9 maggio.
(22) Lidio Ettorre, Dalla provincia, “La Sveglia”, I, n. 15, 16 maggio.
(23) Francesco Bentivoglio (13 aprile 1883- 26 novembre 1926). Ved. Edoardo Puglielli, Dizionario…, cit., pp. 26 - 27.
(24)
La Ditta Fratelli Valabrega nasce a Torino nel 1884, dove si distingue e
si afferma con la produzione di mobili eclettici e liberty. A partire
dagli anni ‘90, titolare diventa Vittorio Valabrega (1861-1952) che
inaugura la nuova sede di via Principe Amedeo 13, all’esposizione è
annessa la fabbrica in cui lavorano 50 operai circa tra falegnami,
scultori tappezzieri e verniciatori.
(25) Per il profilo biografico si ved. Serci M.A., Giudice Maria, in Dizionario biografico degli italiani, 56, Roma, 2001, pp. 655 - 657.
(26) Archivio Cesare Bermani, Registrazione, cit.; Archivio Lidio Ettorre Carteggio Lidio Ettorre - Alfonso Leonetti (1970-1977), Lettera 7 luglio 1970.