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lunedì 10 settembre 2018

apocalyptic film - Five by Arch Oboler United States 1951

Five Regia – Arch Oboler
I want to help you
Alcuni personaggi hanno purtroppo una fama molto minore rispetto ai loro meriti effettivi. Arch Oboler, che non ricorda quasi più nessuno, fu un regista, sceneggiatore, autore di opere teatrali, pioniere degli effetti sonori e creatore di radiodrammi. Soprattutto per il suo lavoro alla radio, noi amanti dell’horror gli dobbiamo parecchio, sebbene il suo contributo sia ormai caduto nell’oblio. Dopotutto, chi li ascolta più i radiodrammi? Non so se il titolo Lights Out vi dice qualcosa. Si tratta di una serie andata in onda sulla NBC a partire dal 1934 e creata da Wyllis Cooper. Nel 1936, al timone della serie venne messo Oboler, che scrisse alcuni epidosi memoriabili, destinati ad avere un’influenza profondissima sull’immaginario horror americano degli anni a venire. Oboler fu un innovatore, sia da un punto di vista narrativo che stilistico. Le sue storie erano estremamente violente e angosciose per gli standard dell’epoca e divenne famoso per utilizzare tutta una serie di effetti sonori come principali veicoli dell’orrore. L’uso che del suono faceva Oboler sarebbe poi stato molto spesso preso di peso dalla radio e trasportato nel cinema. Ma anche il modo di narrare si distingueva da quello a cui erano abituati gli ascoltatori degli anni ’30. Oboler era sofisticato, anche quando raccontava di un cuore di gallina che si espandeva fino a inglobare il mondo intero, richiedeva attenzione e concentrazione al suo pubblico e inseriva sottotesti sociali e politici in molti episodi.
Lights Out durò fino al 1947 e fece anche delle brevi apparizioni sul piccolo schermo, dando vita a programmi radiofonici come Suspense e Inner Sanctum. Si possono ancora trovare moltissime delle registrazioni Oboler. 
 Per il cinema Oboler ha diretto una decina di film, tra commedie, drammi e noir, e il minuscolo film di fantascienza post apocalittica di cui parliamo oggi. Five è un mio pallino da quando ne sentii parlare anni fa in rete. Partì una ricerca convulsa e infruttuosa, perché si tratta di un film quasi introvabile. Alla fine ci sono riuscita. E ho scoperto, con gioia, che oggi è facilmente reperibile su molte piattaforme di video on demand. Da Imdb risulta che è stato addirittura distribuito in Italia, col titolo Anni Perduti.
Five comincia con delle immagini di alcuni monumenti e luoghi più famosi della terra, su cui scorrono in sovraimpressione delle nubi scure. Sentiamo in lontananza urla e fragore di esplosioni. E andiamo a stacco su una donna che si aggira per una città deserta.
La donna si allontana dalla città e si inoltra nelle campagne circostanti. Sembra essere del tutto sola. Intorno a lei non c’è alcun segno di vita, a parte il cinguettio degli uccelli. Ma non è visibile alcuna presenza umana o animale. Finalmente, trova una casupola che sembra abitata da qualcuno e lì incontra Michael, un altro sopravvissuto.
Presto si aggiungono al duo altri tre personaggi. Forse gli ultimi cinque esseri umani rimasti al mondo.
Cinque in tutto. Più uno che deve ancora nascere, perché Roseanne, la donna che seguiamo sin dall’inizio, è incinta.
Five non è un film dove succedono molte cose. Oboler non ha disposizione un budget che gli permetta di mostrarci l’olocausto nucleare. Ci dobbiamo accontentare di quelle poche immagini iniziali e dei racconti dei superstiti, tutti salvi grazie al fatto di essersi trovati, al momento dello scoppio della bomba, in qualche luogo che li ha schermati dalle radiazioni. Roseanne si stava facendo una radiografia, Michael era in un ascensore e così via. Ma le radiazioni sono ancora nell’aria. E ancora possono uccidere.
Tutto ciò che Oboler ha a disposizione per rendere al meglio l’atmosfera di un mondo ormai morto sono cinque attori e due location. Non è quasi niente, se pensate alla cinematografia apocalittica a cui siamo abituati. Eppure questo piccolo film in bianco e nero, dall’impianto piuttosto teatrale e dai ritmi dilatatissimi, ha a suo favore una impostazione ideologica molto coerente, nonché la prerogativa di rappresentare un campionario esaustivo delle paure tipiche del periodo storico a cui appartiene. Il terrore della bomba, la fine dell’umanità, lo spettro della guerra atomica dietro l’angolo.
Si tratta di sicuro di un’opera datata, ma non superata. Perché i tipi umani messi in campo da Oboler riescono ad assurgere a simboli universali, e validi ancora oggi. E il chiaro messaggio pacifista ed ecologista di Five può essere applicato, senza doverlo modificare neanche più di tanto, ai tempi che stiamo vivendo.
Soprattutto perché Oboler lo fa passare attraverso una sceneggiatura mai banale e dei dialoghi sempre preziosi. Five è un film che trasuda intelligenza e impegno. Un film appassionato nel senso più genuino del termine. Un film dove cinque persone tentano di ricostruire una società diversa da quella scomparsa, con tutte le ovvie difficoltà del caso, e dove l’elemento di disturbo è rappresentato dal quinto personaggio, trovato sulla riva dell’oceano in una delle scene più belle del film, e convinto di poter invece tornare a vivere come un tempo.
Eric, intepretato da James Anderson (l’attore sarebbe poi apparso, in un ruolo molto simile a questo, ne Il Buio Oltre la Siepe, 11 anni dopo) è un arrogante e avido razzista, che mal sopporta la presenza di una persona di colore nel gruppo sparuto di superstiti e che sfrutta la speranza (inutile) di Roseanne di trovare il marito ancora vivo per andare a saccheggiare le città, ormai abitate solo da scheletri scarnificati.
Il passaggio in città è un’altra scena piena di suggestione, sempre considerando i mezzi con cui è stata girata. Ci mostra uno scenario di desolazione assoluta, destinato a diventare tipico di molte produzioni. Quante volte abbiamo visto, dagli anni ’50 a oggi, le strade deserte con i cadaveri ancora al posto di guida delle automobili? E quindi, come spesso purtroppo accade, l’impostazione scenografica di Five potrebbe apparire allo spettatore contemporaneo piuttosto abusata. Ma si deve sempre contestualizzare ciò che si sta guardando e, nel 1951, mostrare in quel modo spietato gli effetti della bomba doveva essere di grande impatto emotivo.
E comunque la scena è girata alla grande, con Roseanne che raggiunge l’ospedale portandosi dietro il bambino appena nato, attraversa i corridoi vuoti e arriva fino alla sala d’attesa dove la stava aspettando il marito. E trova uno scheletro seduto sulla poltrona.
 In Five i personaggi o crescono e si adattano, o soccombono. Ma è un tipo di adattamento diverso rispetto a quanto ci hanno insegnato molte storie apocalittiche: evolversi, per Oboler, significa mettere da parte il nostro peggio, quello che ci ha spinti fino ad arrivare quasi all’estinzione, e cercare di dare il meglio. Anche quando sembra che non ci sia più alcuna speranza. Come nello splendido finale, dolce eppure niente affatto consolatorio, dove la morte e l’aspirazione a una vita rinnovata si fondono in un’unica inquadratura. E in un’unica linea di dialogo. Quella riportata in testa al post: “Voglio aiutarti”


Five is an independently made 1951 American black-and-white post-apocalyptic science fiction film that was produced, written, and directed by Arch Oboler. The film stars William Phipps, Susan Douglas Rubeš, James Anderson, Charles Lampkin, and Earl Lee. Five was distributed by Columbia Pictures.
The storyline of Five involves five survivors, one woman and four men, of an atomic bomb disaster. It appears to have wiped out the rest of the human race while leaving all infrastructure intact. The five come together at a remote, isolated hillside house; they not only try to figure out how to survive but come to terms with the loss of their own personal worlds, while also being forced to face an unknown future.

Plot

Roseanne Rogers (Susan Douglas Rubeš) trudges from place to place, searching for another living human being. A Mountain News headline reports a scientist's warning that detonating a new type of atomic bomb could cause the extinction of humanity.
Rosanne eventually makes her way to her aunt's isolated hillside house and faints when she finds Michael (William Phipps) already living there. At first she is too numb to speak and slow to recover. She later resists Michael's friendly attempt to become more intimate, revealing that she is married and also pregnant.
Two more survivors arrive, attracted by the smoke coming from the house's chimney. Oliver P. Barnstaple (Earl Lee) is an elderly bank clerk who is in denial about his situation; he believes he is simply on vacation. Since the atomic disaster, he has been taken care of by Charles (Charles Lampkin), a thoughtful and affable African American. They both survived because they were accidentally locked in a bank vault when the disaster happened. Roseanne was in a hospital's lead-lined X-ray room, while Michael was in an elevator in New York City's Empire State Building.
Barnstaple sickens, but seems to recover and then insists on going to the beach. There, they drag a man named Eric (James Anderson) out of the ocean surf. He is a mountain climber who became stranded on Mount Everest by a blizzard during the atomic disaster. He was flying back to the United States when his aircraft ran out of fuel just short of land. Meanwhile, Barnstaple dies peacefully.
Eric quickly sows discord among the group of survivors: He theorizes that they are somehow immune to the radiation and wants to find and gather together other survivors. Michael, however, is skeptical and warns that radiation will be the most concentrated in the cities Eric wants to search.
The newcomer later reveals himself to be a racist; he can barely stand living with Charles. When Charles objects, he and Eric fight, stopping only when Roseanne goes into labor; she gives birth to a boy, delivered by Michael. Afterwards, while the others work to make a better life, Eric goes off by himself. Maliciously, he drives their jeep through the group's cultivated field, destroying part of their crops. Michael orders Eric to leave, but Eric produces a pistol and announces that he will leave only when he is ready.
Later one night, Eric tells Roseanne that he is going to the city (Oak Ridge). Wanting to discover her husband's fate, Roseanne agrees to go with him, as he had hoped; he insists that she not tell Michael. After stealing supplies, Eric is stopped by a suspicious Charles; in the ensuing struggle, he stabs Charles in the back, killing him.
Once they reach the city, Eric begins looting, while Roseanne goes to her husband's office and then to a nearby hospital's waiting room; there she discovers her husband's skeletal remains. She now wants to return to Michael, but Eric refuses to let her go. They struggle and his shirt sleeve is torn open, revealing unmistakable signs of advanced radiation poisoning. In despair he runs away, not at all immune as his ego had led him to believe.
Rosanne begins the long walk back to the house, but along the way, her son dies. Michael, who has been searching for Rosanne, eventually finds her, and after burying her son, they return to the house. When Michael resumes cultivating the soil, Rosanne fatalistically joins him, both now the heirs to an unknown future.

Cast

  • William Phipps as Michael Rogin
  • Susan Douglas Rubeš as Roseanne Rogers
  • James Anderson as Eric
  • Charles Lampkin as Charles
  • Earl Lee as Oliver P. Barnstaple

Production

According to Robert Osborne of Turner Classic Movies, the film is the first to depict the aftermath of an atomic bomb catastrophe.
The unusual house that is the setting for most of the film was designed by Frank Lloyd Wright and was the guesthouse at the ranch of producer/director/writer Arch Oboler at 32436 Mulholland Highway in Malibu, California.
Actor Charles Lampkin came to Oboler's notice when reading the prose poem "The Creation" by James Weldon Johnson on an LA TV program. and convinced him to include excerpts of it in the final script of Five. It would become Lampkin's soliloquy for his character Charles; this may be the first time that audiences in the USA, Latin America, and Europe were exposed to African-American poetry, albeit not identified as such in the film.
Oboler shot this very low budget feature for $75,000, using as his crew a small group of recent graduates from the University of Southern California film school and starring five (then) unknown actors. Upon its completion, Oboler sold the film to Columbia Pictures for a large profit.

Reception

Film reviewer Bosley Crowther in his review for The New York Times, noted the characters handicapped the film as much as the tepid plot line created by Arch Oboler, "the five people whom he has selected to forward the race of man are so cheerless, banal and generally static that they stir little interest in their fate. Furthermore, Mr. Oboler has imagined so little of significance for them to do in their fearfully unique situation that there is nothing to be learned from watching them. Mr. Oboler might as well be presenting five castaways on a desert isle."
In a recent review film critic Sean Axmaker lauded the film, writing, "For all of his budgetary limitations, it's a strikingly atmospheric and handsome film, and Oboler creates an eerie sense of isolation with simple techniques."

In other films

During the film Great Balls of Fire!, the characters Jerry Lee Lewis and his future wife Myra Gale Brown can be seen watching Five in a scene.

Five. 1951. Arch Oboler Home Cinema : Arch Oboler : Free Download ...

https://archive.org/details/Five.1951.ArchObolerHomeCinema
Mar 16, 2016
El mundo queda destruido por una hecatombe nuclear. Sólo cinco personas sobreviven: una mujer embarazada ...

Five (1951) - Elite Cinematography & Post-nuclear war on Vimeo

https://vimeo.com › Clips do Zé › Videos
Jan 24, 2014 - Uploaded by Clips do Zé
Film information: https://en.wikipedia.org/wiki/Five_%281951_film%29. Excerpt created for film review purposes.


















Directed by Arch Oboler
Produced by Arch Oboler
Screenplay by Arch Oboler
Story by Arch Oboler
Starring
  • William Phipps
  • Susan Douglas Rubeš
  • James Anderson
  • Charles Lampkin
  • Earl Lee
Music by Henry Russell
Cinematography
  • Sid Lubow
  • Louis Clyde Stoumen
Edited by
  • John Hoffman
  • Ed Spiegel
  • Arthur Swerdloff
Production
company
Arch Oboler Productions
Distributed by Columbia Pictures
Release date
  • April 25, 1951 (United States)
Running time
93 minutes
Country United States
Language English
Budget $75,000




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