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mercoledì 14 febbraio 2018

Marco Bolognesi - Ritorno al Futuro: benvenuti a Sendai City! La “cyber” realtà di Marco Bolognesi

Marco Bolognesi 

Marco Bolognesi nasce a Bologna nel 1974, e fin dall’inizio della carriera, incentra  lo sviluppo della sua ricerca artistica sulla creazione di un mondo parallelo futuribile e fantastico che prende vita grazie all’utilizzo di tecniche miste: il suo lavoro spazia dalle fotografie al disegno passando per video ed installazioni.
Figlio unico di una famiglia intellettuale, inizia la sua carriera artistica grazie alle collaborazioni giovanili con ill poeta Roberto Roversi, il fumettista Guido Crepax e il Premio Nobel Dario Fo.
Nel 1994 presenta fuori concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il suo cortometraggio Giustizia e Verità.
Trasferitosi a Londra, nel 2002 vince The Artist in Residence Award all’Istituto Culturale Italiano grazie al quale, l’anno successivo, realizza la mostra Woodland; progetto espositivo incentrato sulla tematica degli organismi geneticamente modificati, che vede la collaborazione di grandi stilisti come Giorgio Armani, Vivienne Westwood, Dolce&Gabbana e molti altri. Nel 2005 incontra la critica Martina Corgnati che gli permette di strutturare il progetto Woodland dando vita all’omonimo libro.
Nel 2006 fonda a Londra la sua factory, il Bomar Studio ed inizia una collaborazione artistica con la gallerista americana Cynthia Corbett; in Italia invece lavora con la Galleria Carini e Donatini, con Paolo Nanni e con la Galleria Contemporanea di Pescara.
Nel 2008 il suo cortometraggio Black Hole, incentrato sul tema dell’ibridazione e dei cyborgs, vince l’Indie Short Film Competition in Florida e viene segnalato al Festival di Roma e all’International Short Film Festival di Clermont Ferrant.
Nello stesso anno il curatore Lorenzo Canova lo inserisce all’interno della Collezione Farnesina Experimenta  ed esce il volume monografico Dark Star. Il libro, il cui titolo rende omaggio al film di John Carpenter, riceve l’apprezzamento dello stesso regista statunitense.
Nel 2009, inizia una lunga collaborazione con la gallerista anglo cinese Olyvia Kwok e pubblica con Einaudi  Protocollo, una graphic novel cyberpunk nata a quattro mani con lo scrittore Carlo Lucarelli.
Nel 2012 la manifestazione Fotografia Europea presenta Humanescape: progetto artistico curato da Walter Guadagnini, che vede la partecipazione di Bruce Sterling e Jasmina Tešanovic. Lo stesso anno, la Biennale Italia Cina lo seleziona come artista per l’edizione italiana, tenutasi alla Villa Reale di Monza, rinnovando poi l’invito per l’edizione del 2014 tenutasi a Pechino.
Sempre nel 2014 il curatore Sandro Parmiggiani lo seleziona per la mostra organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia per la celebrazione dell’anniversario di nascita di Ludovico Ariosto, per la quale Bolognesi realizza una rivisitazione in chiave cyberpunk di alcuni personaggi dell’Orlando Furioso. Nello stesso anno, collaborando con il critico e curatore Valerio Dehò, inizia il multiarticolato progetto “Sendai City” che si sviluppa in tre mostre personali che si susseguono tra la fine del 2014 e la prima metà del 2015 presso il Kunst Meran, Abc a Bologna ed il PAN di Napoli in cui viene presentato l’universo visivo e narrativo creato da Bolognesi, un mondo in continuo work in progress che trae ispirazione dal cyberpunk e dalla fantascienza sociale.
Sempre nel 2015 il curatore Massimo Scaringella lo seleziona per il padiglione Perspectivas Italianas  della Bienal del Fin del Mundo in Cile ed in Argentina.

 Marco Bolognesi, INTERSTELLAR UNITS Lieutenant Colonel Charlotte Augusta, Progetto- Babylon Federation. Lambda Print su bdond e plexiglass, Collage corporeo con prosthetic makeup. Formati- 125×166, 2008



 Marco Bolognesi, Sendai City, 2014

 Marco Bolognesi. Bellatrix, 2017, collage corporeo. Sendai City, The Truth, Biennale di Curitiba


 Cosa accade se la topografia delle città moderne si arricchisce di elementi fantascientifici fino al punto da creare “luoghi” lontani e distanti dalle nostre coordinate spazio-temporali? Che ruolo riveste l’artista e in che direzione naviga quando è proiettato in un universo parallelo, laddove il presente cerca di ancorarsi fino ad affondare nel futuro?
 Nel pormi questi interrogativi mi imbatto grazie al web nella realtà virtuale di Marco Bolognesi, artista videomaker, che da 20 anni, tassello dopo tassello, in un lento e progressivo percorso ancora in divenire, e’ riuscito a creare Sendai City, una città metafisica, con una sua peculiare connotazione toponomastica.
 Non siamo qui di fronte alla perfezione del modello politico offerta dalla polis greca né ad altre forme di città con strutture “politiche” consuete; abitare Sendai City significa vivere in uno spazio metafisico, organico e strutturalmente complesso, governato dall’intelligenza artificiale del grande Cervello; una realtà parallela che riflette in ogni sua angolazione, l’immaginario cyperpunk dell’artista. È un universo che appare asfissiante nel sovrabbondare della ricerca tecnologica e del controllo oppressivo delle Corporations. Questo mondo alternativo è governato da principi e da regole ben definite che passano dai riti di iniziazione ai processi di trasformazione cibernetica in cui gli esseri umani sono geneticamenti trasformati in mutanti, fino a migliorare le loro prestazioni.
Navigare in questa realtà ci permette non solo di estraniarci dalla nostra routine e di dare sfogo alla nostra creatività, ma ci spinge a riflessioni di valenza filosofica e ontologica. Come guidati da un’ipotetica navicella spaziale della Skeleton Arcadia, ci inoltriamo in un futuro lontano, e con molte incertezze ci chiediamo cosa ne sarà di noi e fin dove l’uomo potrà spingere i propri limiti nel tentativo di manipolare la sua realtà “giocando” con la tecnologia.
 Nel costruire questo mondo parallelo l’artista, a mo’ di collage, si avvale di materiali già utilizzati in lavori precedenti – giocattoli meccano, materiali fotografici, video installazioni – e in un abile gioco di decontestualizzazione, definisce una realtà nuova, ibrida, modificata fino a dar vita a nuove valenze semantiche in un universo che può essere percepito a tutto tondo e con l’ausilio della vasta gamma delle nostre percezioni sensoriali.
 Entrare in Sendai City significa coinvolgere non sono le nostre percezioni visive ma anche quelle uditive e cinetiche; attraverso questo viaggio ultramediatico che ci cattura quasi come in un video gioco, e’ possibile amplificare le nostre potenzialità percettive e sensoriali assaporando l’opera d’arte in tutte le sue sfumature. Metafisicamente Sendai City è una città che ci appartiene, che ci sovrasta nel suo controllo; senza prenderne atto, sia la tecnologia sia il controllo politico ci hanno reso “disumani” lasciando poco spazio alla navigazione libera del nostro “io”.
 Tre categorie di esseri abitano questa realtà: i mutanti, i cyborg e gli umani in continua lotta tra di loro per ristabilire l’ordine e per evitare che i mutanti ribelli resistano alle regole.L’immaginario di Blade Runner mi salta subito alla mente ma ciò che mi stupisce nel navigare tra gli spazi di questa ipotetica realtà del futuro è la presenza ossessiva delle figure femminili che la popolano; donne che rivestono forme e ruoli differenti. Ci sono degli esseri asettici, ieratici e dal volto e corpo scultoreo, con forte carattere dominante. O invece appaiono come creature mutanti, ibridi derivanti dall’innesto di un elemento vegetativo. In altri spazi abitano delle incorruttibili Geiko, geishe dai mille volti, remissive nella loro tradizionale e perenne ritualità.
 Tutte donne accommunate da un solo elemento: una forte carica erotico-sensuale che si sprigiona dai loro corpi, anche quando sembrano aver perso le caratteristiche e le sembianze degli umani. A volte l’iconografia rimanda al rapporto sado-maso che si instaura tra guerra, sesso e potere, presente in quella parte della filmografia italiana di impronta nazionale socialista degli anni ’70, dal Portiere di Notte di Lilliana Cavani a Salon Kitty di Tinto Brass. Sono donne queste, fiere di se stesse rivestite di abiti in latex e calze a rete che reclamano la loro libertà contro le abitudini convenzionali e gli anni di “schiavitù” sofferta.
Ma cosa accade agli uomini in questo universo? Ben poco è affidato alla loro presenza. “Sono esseri prodotti – a dire dell’artista – in laboratorio; la maggior parte di loro vive in una realtà parallela, dove viene allevata per produrre memoria liquida, la linfa del Grande Cervello.
Ed è alla donna, come madre capace di concepire, che è relegato il compito della rinascita di una nuova umanità“. L’artista insegue l’immaginario ancestrale dei nostri antenati cercando di ricreare un’immagine di estrema bellezza che riveste di un forte potere generativo. La sua è una Venere che munita delle armi del futuro, assurge ad essere una nuova Eva che dà vita ad una nuova progenie.
 Bisogna solo chiedersi quale posto ricopra l’Uomo in questo mondo alla deriva e l’impegno di Marco Bolognesi nella creazione di questa cyber realtà sembra offrire precise chiavi di lettura. Districandoci nella complessa rete di relazioni tra uomini, donne, macchine e robot create in Senday City, come in una sorta di fiaba per adulti, veniamo a conoscenza di verità molto più amare: il fallimento dell’uomo nel suo tentativo poiètico. La ubris, di cui ci parlavano gli antichi Greci, trova modo di esprimersi in tutta la sua potenza distruttrice. In questo caotico mondo difficile da dominare si preannuncia la fine di un futuro ormai vicino.

 Propaganda Sendai, Alpha centauri

La tecnologia creata dall’uomo per essergli d’aiuto, per amplificare le sue capacità sensoriali e cognitive finisce per ridurre l’uomo ai minimi termini, per relegarlo ad una minoranza etnica in un mondo da lui stesso generato. Il volo di Icaro ha trovato il suo tragico e finale approdo sulla terra. Bisogna solo chiedersi quanto tempo occorra all’uomo prima che sia di nuovo capace di spiegare le sue ali e riprendere il volo verso dimensioni più autentiche, in un viaggio in cui riesca a controllare la sua rotta e dettare le sue regole del gioco e da cui soprattutto possa ritornare e atterrare in caso di necessità.

 Blue Unnatural 1

Marco Bolognesi "All the President's men"
cm. 115 x 95


Marco Bolognesi "The american dream"
cm. 115 x 92


  Marco Bolognesi "Annette" 2002
cm. 125,5 x 100,8


 Marco Bolognesi "Body" 2002
cm. 100 x 80


Marco Bolognesi "Cherchez Josefine"
cm. 100,74 x 78,91


  Marco Bolognesi "Double talk" 2002
cm. 44 x 54


Marco Bolognesi "Duplex" 2004
cm. 120 x 96


  Marco Bolognesi "Hide and seek"
cm. 95,78 x 77


Marco Bolognesi

Marco Bolognesi, 1974, Italy, works and lives in London. He can be described as a multimedia artist, because next to his photography he also draws, paints, uses video, makes installations and uses collage techniques. His photography consists of portraits of women with props added. The women become sculptures, with plants added to their heads or parts from a computer. In his series C.O.D.E.X Blue, he painted his model completely blue. Marco released several books with his work. The following images come from the series C.O.D.E.X Blue, Babylon Federation and BlackinBlack.

 Blue Unnatural 2

 Città-Definitiva

 Milk-Odyssey

 STARK SPECIAL CORPS – Battalion Rosenberg Infantry soldier

 Hisacho April rain

 Consacrated training

 Albero n4

 Propaganda Sendai, Oberan sector

Cartoon Club 2017 - intervista a MARCO BOLOGNESI - YouTube
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Marco Bolognesi 88 views · 0:36
"Agramante" di Marco Bolognesi
 Orlando Furioso 2014
Codex Blue_Beyond the valley of death
Credits: Marco Bolognesi /Culturalia
 Synteborg  
Credits: Marco Bolognesi /Culturalia
 Woodland – Genetically Modified Red Rose © Marco Bolognesi
 Humanescape – OnTheBeach © Marco Bolognesi
Humanescape – Garbage Dream © Marco Bolognesi

Geiko - Koto
Credits: Marco Bolognesi /Culturalia
 Proiettore meccano 
: Marco Bolognesi /Culturalia

Geiko - Kanako
Credits: Marco Bolognesi /Culturalia
Codex Blue, You are nothing!
Credits: Marco Bolognesi /Culturalia
  Credits: Marco Bolognesi /Culturalia

 Conferenza Valerio Dehò e Marco Bolognesi - "Sendai City" - ASLC ...
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Conferenza Valerio Dehò e Marco Bolognesi - "Sendai City" - ASLC progetti per l'arte 2016 - YouTube

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Marco Bolognesi – progetto grafico Vittorio Beccari 02

 Bolognesi – progetto grafico Vittorio Beccari 03


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