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giovedì 5 novembre 2020

Célestin Baptistin Freinet (Gars, 15 ottobre 1896 – Saint-Paul-de-Vence, 8 ottobre 1966) fautore della pedagogia popolare

 Célestin Baptistin Freinet (Gars, 15 ottobre 1896 – Saint-Paul-de-Vence, 8 ottobre 1966) è stato un pedagogista e educatore francese, fautore della pedagogia popolare

 

La vita

Nato il 15 ottobre 1896, Freinet è il quinto di otto figli di una famiglia contadina; alterna, da fanciullo, il duro lavoro dei campi e la cura degli animali con lo studio. Questa prima esperienza si sarebbe dimostrata fondamentale nella sua vita di maestro elementare.

Nel 1915 viene arruolato nell'esercito francese e nel 1916 rimane ferito gravemente ad un polmone, esperienza che gli diede modo di leggere durante la convalescenza Marx, Engels e Lenin facendolo avvicinare al marxismo.

Dopo anni di convalescenza, nel 1920 inizia a insegnare in una piccola scuola nel villaggio di Bar-sur-Loup. I suoi ricordi del periodo scolastico erano pessimi e influenzarono il suo metodo di insegnamento e il suo desiderio di riformare la scuola. Nel 1923 riprende gli studi e si laurea in lettere, ma rifiuta una cattedra in una scuola superiore. Nel 1924 avvia le prime esperienze di corrispondenza scolastica e di stampa a scuola dei testi dei ragazzi; gradualmente comincia a formarsi un gruppo di insegnanti che fanno riferimento alle sue idee. Nel 1926 conosce Elise, che diventa sua moglie nel 1930.

Nel 1927 a Tours, si tiene il primo congresso L'imprimerie à l'école e poco dopo, nel 1928, nasce la C.E.L., Cooperativa per l'Insegnamento Laico.

Nel 1933 si trasferisce a Saint Paul, dove il suo operato lo pone in contrasto con l'establishment del paese, contrario alla sua visione di scuola laica.

Nel 1935, apre a Vence, con l'aiuto della moglie Elise ed il supporto delle organizzazioni operaie locali, l'École Freinet strutturata senza classi, con molti laboratori e soprattutto molto spazio all'aperto: una scuola privata gestita in maniera cooperativa, dove applica le idee ed i metodi di lavoro messi a punto fino ad allora.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale Freinet viene internato nel campo di Saint-Maximin e la sua scuola viene chiusa. Nell'ottobre del 1941 viene liberato; a quel punto si dà alla macchia e partecipa alla resistenza, arrivando a dirigere il maquis della Vallouise.

Finita la guerra, ritorna all'attività di educatore, che continua con impegno ed entusiasmo fino alla morte, che avviene l'8 ottobre 1966.

Nei primi anni cinquanta, intorno a lui si è formato un gruppo di insegnanti che, condividendo le sue idee ed i suoi metodi, collaboravano nelle attività della corrispondenza interscolastica e nello scambio di giornalini. Questo movimento presto supera i confini della Francia per diventare internazionale (nel 1957 nasce la FIMEM, Féderation Internationale des Mouvements de l'École Moderne), arrivando ad influenzare in maniera importante l'evoluzione del pensiero e della pratica didattica in Italia ed in Europa nella seconda metà del Novecento. In Italia i seguaci della pedagogia Freinet, tra cui spicca Mario Lodi, hanno dato origine al Movimento di Cooperazione Educativa.

Il metodo naturale

L'insieme della sua proposta didattica va sotto il nome di metodo naturale.

È la proposta di fare riferimento alla vita reale nell'impostare l'attività didattica, sia per quanto riguarda gli strumenti, che per quanto riguarda i metodi di lavoro. Freinet cercava di riprodurre i meccanismi con i quali i bambini imparano, ad esempio, ad andare in bicicletta (altro strumento che negli anni trenta e quaranta conservava ancora un aspetto di "tecnologia avanzata", insieme ad un fascino indiscutibile sui ragazzi), procedendo sostanzialmente per tentativi ed errori.

La struttura cooperativa, necessaria per gestire l'École Freinet, viene utilizzata per rendere i ragazzi compartecipi dei problemi, anche finanziari, legati alla gestione della loro attività, permettendo loro di costruirsi un sistema di valori che comprendeva il rispetto del bene comune e la costruzione del senso di gruppo.

L'APPRENDIMENTO DELLA LINGUA SECONDO IL METODO NATURALE

Secondo Célestin Freinet con l’apprendimento della lingua secondo il metodo naturale il bambino impara a scrivere e a leggere procedendo per tentativi sperimentali allo stesso modo di quanto avviene per l’apprendimento di tutte le altre abilità come per esempio parlare o camminare. Ripetendo i comportamenti che portano a risultati soddisfacenti il bambino li rinforza e li apprende sempre meglio, affina la propria tecnica, parte da un gesto casuale e giunge a un altro intenzionale, mosso da un istinto naturale al progresso, al perfezionamento e dalla tendenza ad allinearsi agli altri. Freinet individua diversi momenti attraverso i quali il bambino arriva ad acquisire le capacità di scrittura e di lettura: verso i due anni egli realizza i primi grafismi mettendo in atto movimenti casuali con la matita. Da questo grafismo automatico verso i quattro anni appaiono i primi disegni: i segni creano delle forme che ricordano gli oggetti: case, alberi, ecc… e continua a produrli realizzandoli sempre meglio. Il bambino non ha ancora un intento comunicativo premeditato, spiega il suo disegno a posteriori sulla base delle figure che sono venute fuori. Solo quando acquisisce padronanza dello strumento esso diventa vera espressione, linguaggio. Tra i cinque e i sei anni il bambino inizia a conoscere una nuova tecnica espressiva, la scrittura. È mosso all’inizio dall’esigenza di imitare gli adulti e di uniformarsi agli altri. Compaiono inizialmente accanto al disegno per esempio delle linee ondulate o simili a vortici, secondariamente compariranno i primi segni differenziati che fungeranno da appoggio alle acquisizioni successive, saranno per esempio le lettere più semplici come la “T” e la “O”. Il bambino a questo punto copia le parole scritte per migliorare questa nuova tecnica e ormai la separa dal disegno. Nel passaggio successivo si rende conto che ogni lettera corrisponde a un suono, inizialmente i suoni saranno accostati in modo casuale poi in modo sempre più corretto di parola in parola. Adesso il bambino sa scrivere. Una volta acquisita una certa padronanza tecnica può focalizzarsi sul rapporto esistente tra scrittura e significato, vedere le forme che ritornano e le regole che governano la scrittura. Nella concezione di Freinet, per imparare a leggere e a scrivere il bambino non ha bisogno di lezioni frontali ma di un ambiente che lo aiuti a fare esperienza, a fare tentativi. Esso quindi deve essere ricco e stimolante, il bambino non deve essere costretto a sforzi eccessivi e non motivati ma stimolato attraverso esperienze che si inseriscano in un processo naturale. Per motivare l’apprendimento della scrittura Freinet propone molteplici strategie come il testo libero scritto, il giornalino scolastico, la corrispondenza con bambini di altre scuole, la tipografia scolastica. Il bambino attraverso questi metodi arriva a riconoscere sempre più parole fino a scoprire di saper leggere. Quando ha imparato con il metodo naturale e non attraverso le modalità tradizionali, egli è capace di arrivare al reale significato della lettura senza passare attraverso la comprensione di segni inizialmente senza senso. Nella lettura riconoscerà il pensiero, non farà esercizio di pronuncia di segni ma leggerà un significato. Gli esercizi scolastici tradizionali di lettura invece per Freinet abituano il bambino a leggere senza capire. La scuola per lui non deve esse un ambiente artificiale e fine a sé stesso bensì un contesto vivente, naturale, la continuazione dell’ambiente di vita, la vita stessa. 

La cooperazione

In questo contesto l'attività di apprendimento può diventare un modo di contribuire alla crescita sia personale che del gruppo, e la correzione diventa un'attività di supporto reciproco tra alunni e tra questi ed il docente. La cooperazione, sia quella tra pari che quella con il docente, è “intessuta” come strumento educativo fondamentale nella sua proposta fin dalla base.

Altro aspetto importante è l'idea di dare una dignità di "prodotto culturale autonomo" al lavoro degli alunni. Per raggiungere questo obiettivo proponeva l'utilizzo di tutte le più moderne tecnologie (all'epoca la stampa tipografica era una tecnologia estremamente avanzata per una scuola elementare). Egli cercava di soddisfare il desiderio di essere all'avanguardia, naturale in ogni ragazzo, ma anche di poter ottenere i risultati migliori sul piano formale: una pagina scritta da una stampante sarà sempre più "dignitosa" dello stesso testo scritto a mano.

Per riassumere: a differenza dei numerosi altri pedagogisti dell'attivismo comparsi tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, Freinet dà un inquadramento complessivo sia sul piano didattico, che su quello valoriale, alla proposta di introdurre l'attività pratica nell'educazione scolastica.

Tra le sue proposte metodologiche ricordiamo:

  • l'utilizzo della stampa in classe per produrre prima testi, poi giornalini di classe, a supporto dell'apprendimento della scrittura;
  • l'utilizzo della corrispondenza interscolastica per dare un'applicazione pratica all'attività dei ragazzi;
  • l'introduzione delle cooperative produttive per fornire un supporto concreto all'attività conoscitiva dei ragazzi, nei settori matematici e scientifici.

L'uso della tipografia nella scuola primaria

A Freinet va attribuito il merito di aver inserito la tecnica della tipografia all'interno del mondo della scuola, cioè un procedimento che implica significativi valori pedagogici. Non si tratta semplicemente di alzare e abbassare una pressa e produrre carta. La tipografia a scuola ha un valore didattico e pedagogico eccezionale, poiché si è dimostrata efficiente in qualsiasi condizione di tempo e di luogo ed è uno strumento di diffusione e socializzazione del pensiero. La Stampa è una realtà stimolante per il fanciullo e con cui egli ha già familiarità al di fuori del mondo scolastico; il che contribuisce a far considerare al bambino il pensiero stampato come un fatto normale e naturale. Tramite la tipografia, invece, il fanciullo compone il pensiero, pezzo per pezzo coi caratteri di piombo e sperimenta con la testa e con le mani come nasce la pagina stampata. Egli è creatore e ne può valutare limiti e fallibilità. Tale atteggiamento si trasferisce dal proprio prodotto a quello degli altri e ciò crea, quindi, un valore che agisce anche nella stampa adulta. Nulla è accettato solo perché è stampato, come si crede appena arrivati in classe, ma ad ogni pagina si guarda con occhio critico. Questo è uno dei maggiori profitti che provengono dalla tecnica della tipografia scolastica. Altra caratteristica della tipografia consiste nel fatto che tramite essa si esercitano contemporaneamente tutte le facoltà infantili: muscoli, sensi, intelligenza, senso estetico. In pratica, l'efficienza non è data dallo strumento in sé, ma da tutta un'impostazione pedagogico-didattica perché il fanciullo è interessato al contenuto di ciò che stampa. Oltre a questo carattere la tipografia ha anche una natura sociale. Non solo per la destinazione dei suoi prodotti ma anche per il modo con cui questi si realizzano, considerando che richiede la formazione di gruppi di collaborazione. All'interno del mondo della scuola la tipografia può collocarsi altresì alla base dell’apprendimento strumentale della lingua e può essere introdotta fin dal primo anno e dai primi giorni. Per il fanciullo sarà importantissimo andare a cercare i carattere di piombo e metterli insieme per comporre la parola e poi controllare il risultato stimolato dal processo di analisi. ragazzi sceglieranno una frase, come “Il babbo ha mangiato una mela”. A questo punto il maestro detta la frase parola per parola, poi scrive ciascun vocabolo alla lavagna. Terminata la dettatura il maestro scrive la frase corretta dividendola in tre parti:

Il babbo

Ha mangiato

Una mela

La divisione, come detto precedentemente, è uno stimolo all'analisi. Inoltre ha un fine pratico, perché permetterà a tre ragazzi di comporre una riga ciascuno. Scritti i foglietti questi vengono dati ai 3 bambini che vanno alla cassa di composizione per scegliere i caratteri e comporre le righe. La classe viene divisa in gruppi fissi di lavoro, determinati da principio dall'insegnante. In questo caso andrà a stampare il gruppo che oggi è di turno secondo la successione stabilità. Alcuni insegnanti fanno stampare il testo dall'autore medesimo ma questo criterio è da respingere poiché darebbe luogo a preferenze, contrasti o frustrazioni.Stabiliti i turni, i bambini dovranno cercare le letterine di piombo e metterle nel compositoio. Poi verrà versato l’inchiostro tipografico sulla piastra e si distenderà con il rullo. Una volta stampato il foglio viene confrontato con i foglietti scritti dal maestro e si correggeranno gli sbagli. Corretta la prima bozza se ne stampa un'altra. Ora il gruppo che ha stampato deve scomporre le righe, cioè fare il processo inverso. Si tolgono i caratteri uno ad uno e si rimettono nelle caselle. Gli strumenti da usare, nel contesto di un progetto scolastico che preveda l’uso della tecnica tipografica, sono una pressa, una o più casse di composizione dove si trovano ordinati i caratteri di piombo, un certo numero di compositori in ottone, in cui vengono sistemati i caratteri, una piastra per stendere l'inchiostro e un rullo di gelatina.

Bibliografia italiana

  • (Elise) Nascita di una pedagogia popolare, (1949), tr. it., Roma, Editori Riuniti, 1973.
  • I detti di Matteo (Una moderna pedagogia del buon senso), (1959), tr. it., Firenze, la Nuova Italia, 1962.
  • La scuola moderna, (1946), tr. it., Torino, Loescher, 1963.
  • Le mie tecniche, (1967), Firenze, La Nuova Italia, 1969.
  • Il metodo naturale. L'apprendimento della lingua, (1968), tr. it., Firenze, La Nuova Italia, 1971.
  • Saggio di psicologia sensibile (applicata all'educazione), (1950-1968), tr. it., Firenze, Le Monnier, 1972.
  • La scuola del popolo, (1969), tr. it., Roma, Editori Riuniti, 1973.
  • L'apprendimento della lingua secondo il metodo naturale, (1970), Firenze, La Nuova Italia, 1974.
  • L'educazione del lavoro, (1967), Roma Editori Riuniti, 1977.
  • La scuola del fare. Principi (vol. I), e La scuola del fare. Metodi e tecniche (vol. II), tr. it., Milano, Emme Ed., 1977-78.
  • L'apprendimento della scrittura, (1971), tr. it., Roma, Editori Riuniti, 1978.
  • L'apprendimento del disegno, (1969), tr. it., Roma, Editori Riuniti, 1980.

 

Célestin Freinet - First World War 1914

Célestin Freinet ([seləsˈtɛ̃ fʀeˈnɛ], 15 October 1896 in Gars, Alpes-Maritimes – 8 October 1966 in Vence) was a noted French pedagogue and educational reformer. 

Early life

Freinet was born in Provence as the fifth of eight children. His own schooldays were deeply unpleasant to him and would affect his teaching methods and desire for reform. In 1915 he was recruited into the French army and was wounded in the lung, an experience that led him to becoming a resolute pacifist.

In 1920 he became an elementary schoolteacher in the village of Le Bar-sur-Loup. It was here that Freinet began to develop his teaching methods. He married Élise Lagier in 1926.

Educational reforms

In 1923 Freinet purchased a printing press, originally to assist with his teaching, since his lung injury made it difficult for him to talk for long periods. It was with this press he printed free texts and class newspapers for his students. The children would compose their own works on the press and would discuss and edit them as a group before presenting them as a team effort. They would regularly leave the classroom to conduct field trips. The newspapers were exchanged with those from other schools. Gradually the group texts replaced conventional school books.

Freinet created the teachers' trade union C.E.L. (Coopérative de l'Enseignement Laïc) in 1924, from which arose the French teacher movement Modern School Movement (Mouvement de l'École Moderne). The goal of the C.E.L was to change public education from the inside with the co-operation of teachers.

Freinet's teaching methods were at variance with official policy of the National Education Board, and he resigned from it in 1935 to start his own school in Vence.

Concepts of Freinet's pedagogy

  • Pedagogy of work (pédagogie du travail): pupils were encouraged to learn by making products or providing services.
  • Enquiry-based learning (tâtonnement expérimental): group-based trial and error work.
  • Cooperative learning (travail coopératif): pupils were to co-operate in the production process.
  • Centres of interest (complexe d'intérêt): the children's interests and natural curiosity are starting points for a learning process
  • The natural method (méthode naturelle): authentic learning by using real experiences of children.
  • Democracy: children learn to take responsibility for their own work and for the whole community by using democratic self-government.

In 1964, Freinet drafted the pedagogical constants. Freinet laid out these constants to enable teachers to evaluate their class practices in relation to his basic values and thus appreciate the path that remains to be followed. "It is a new range of academic values that we would like to work here to establish, with no bias other than our preoccupation for the search for truth, in the light of experience and common sense. On the basis of these principles, which we shall regard as invariable and therefore unassailable and sure, we would like to achieve a kind of pedagogical code ... "The Pedagogical Code has several colored lights to help educators judge their psychological and pedagogical situation as teachers:

  • Green light: for practices conforming to these constants, in which educators can engage without apprehension because they are assured of a comforting success.
  • Red light: for practices not conforming to these constants and which must therefore be proscribed as soon as possible.
  • Orange and blinking light: for practices that in certain circumstances may be beneficial but which are likely to be dangerous and toward which one must advance only cautiously in the hope of soon moving past them.

The constants cited below are only a part, a sort of summary of the pedagogical work of Celestin Freinet.

  1. The child is of the same nature as us [adults].
  2. Being bigger does not necessarily mean being above others.
  3. A child's academic behavior is a function of his constitution, health, and physiological state.
  4. No one - neither the child nor the adult - likes to be commanded by authority.
  5. No one likes to align oneself, because to align oneself is to obey passively an external order.
  6. No one likes to be forced to do a certain job, even if this work does not displease him or her particularly. It is being forced that is paralyzing.
  7. Everyone likes to choose their job, even if this choice is not advantageous.
  8. No one likes to move mindlessly, to act like a robot, that is to do acts, to bend to thoughts that are prescribed in mechanisms in which he does not participate.
  9. We [the teachers] need to motivate the work.
  10. No more scholasticism.
    1. Everyone wants to succeed. Failure is inhibitory, destructive of progress and enthusiasm.
    2. It is not games that are natural to the child, but work.
  11. The normal path of [knowledge] acquisition is not observation, explanation and demonstration, the essential process of the School, but experimental trial and error, a natural and universal process.
  12. Memorization, which the School deals with in so many cases, is applicable and valuable only when it is truly in service of life.
  13. [Knowledge] acquisition does not take place as one sometimes believes, by the study of rules and laws, but by experience. To study these rules and laws in [language], in art, in mathematics, in science, is to place the cart before the horse.
  14. Intelligence is not, as scholasticism teaches, a specific faculty functioning as a closed circuit, independent of the other vital elements of the individual.
  15. The School only cultivates an abstract form of intelligence, which operates outside living reality, by means of words and ideas implanted by memorization.
  16. The child does not like to listen to an ex cathedra lesson.
  17. The child does not tire of doing work that is in line with his life, work which is, so to speak, functional for him.
  18. No one, neither child nor adult, likes control and punishment, which is always considered an attack on one's dignity, especially when exercised in public.
  19. Grades and rankings are always a mistake.
  20. Speak as little as possible.
  21. The child does not like the work of a herd to which the individual has to fold like a robot. He loves individual work or teamwork in a cooperative community.
  22. Order and discipline are needed in class.
  23. Punishments are always a mistake. They are humiliating for all and never achieve the desired goal. They are at best a last resort.
  24. The new life of the School presupposes school cooperation, that is, the management by its users, including the educator, of life and school work.
  25. Class overcrowding is always a pedagogical error.
  26. The current design of large school complexes results in the anonymity of teachers and pupils; It is, therefore, always an error and a hindrance.
  27. The democracy of tomorrow is being prepared by democracy at the School. An authoritarian regime at the School cannot be formative of democratic citizens.
  28. One can only educate in dignity. Respecting children, who must respect their masters, is one of the first conditions for the redemption of the School.
  29. The opposition of the pedagogical reaction, an element of the social and political reaction, is also a constant, with whom we shall have, alas! to reckon unless we are able to avoid or correct it ourselves.
  30. There is also a constant that justifies all our trial and error and authenticates our action: it is the optimistic hope in life.

Legacy

Freinet's work lives on in the name of Pédagogie Freinet, or the Freinet Modern School Movement, practised in many countries worldwide.

The Freinet classification ("To organise everything") is used in the libraries of some elementary schools, and was invented by Célestin Freinet to facilitate the easy finding of documents, and the use of the "Bibliothèque de travail".

The Institut universitaire de formation des maîtres (teacher training university) of Nice bears the name of Célestin Freinet.

Modern School Movement

The Modern School Movement or Mouvement de l'École Moderne, based on the practices of the Freinets, has become an international network of educators and schools. In 1957, the International Federation of Modern School Movements (FIMEM) was founded to organize national groups around the world. They hold an international congress every two years to coordinate work and exchange ideas.

Célestin Freinet based Schools

  • Colégio Integral, Brazil
  • Freinetskolan Tallbacken, Sweden
  • Escola Oca dos Curumins, São Carlos, Brazil
  • Escuela Experimental Freinet, San Andrés Tuxtla, Mexico
  • Freinetskolen Valbylanggade, Valby,Denmark
  • Trekronergade Freinetskole, Valby, Denmark
  • Lycée Célestin Freinet, Bramiyeh, Lebanon
  • Centro Educacional de Niterói, Brazil
  • Celestin Freinet Xalapa. Mexico

Publications

  • 1946: L'École Moderne Française.
  • 1994: Œuvres pédagogiques, 2 vols. Paris: Seuil. (Edited by Madeleine Bens-Freinet, introduction par Jacques Bens:
    • Tome 1 : L’éducation du travail [1942-1943] - Essai de psychologie sensible appliquée à l’éducation [1943].
    • Tome 2 : L’école moderne française [1943. Autre titre : Pour l'école du peuple, 1969] - Les dits de Matthieu [1954] - Méthode naturelle de lecture [1963] – Les invariants pédagogiques [1964] - Méthode naturelle de dessin - Les genèses.
  • Touché ! Souvenirs d'un blessé de guerre, récit, Ateliers du Gué, 1996.

 

House of Maria Amália Borges on Maria Street where was located the first school that applied Freinet's techniques in Portugal

João Santos - Artivo "O Prazer de Existir" por João Santos

Célestin Freinet et son mouvement

Quelques dates importantes de l'itinéraire de Célestin Freinet et du Mouvement qu'il a initié

     

1918 : Après la première guerre mondiale, nombreux sont les enseignants pacifistes marqués dans leur chair et dans leur conscience. Syndicalistes révolutionnaires regroupés dans la Fédération des Membres de l’Enseignement, ils luttent pour que ne se reproduise plus la tuerie de 14-18, pour mettre fin à l’exploitation capitaliste et construire une société plus juste et plus humaine. Au sein de la commission pédagogique et dans leur revue “l’École Émancipée” ils réfléchissent aux moyens de promouvoir une pédagogie populaire par “l’École Active” et “les centres d’intérêt”...

Leurs regards se tournent vers les grands anciens (Rabelais, Rousseau, Pestalozzi ...), vers les expériences d’avant 1914 comme celles de Paul Robin à l’orphelinat public de Cempuis dans l’Oise (Enseignement intégral), de Francisco Ferrer et son « Escuela Moderna » en Espagne (Enseignement rationaliste), et de Sébastien Faure à « La Ruche » près de Rambouillet (Enseignement libertaire). Aussi vers les expériences d’Ecole nouvelle de Faria de Vasconcellos près de Bruxelles et de Kirchstensteiner en Allemagne. Ils s’intéressent aussi de près aux expériences des années 20 en Suisse (A. Ferrière), en Belgique (O. Decroly), en Italie (M. Montessori), aux USA (J. Dewey, plan Dalton), en Allemagne ... et bien sûr aux pédagogues prolétariens de l’École du Travail de la jeune URSS (Pistrak, Blonskij, Kroupskaïa ...). 

- Célestin FREINET naît le 15 octobre 1896 dans une famille modeste à Gars dans les Alpes-Maritimes. Entré à l’École Normale d’Instituteurs de Nice en 1912, il en sort pour être mobilisé en 1915. Jeune officier, il est grièvement blessé au poumon par balle en octobre 1917 au Chemin des Dames.  

1920 : Après une longue convalescence, il est nommé au Bar-sur-Loup en janvier 1920 où il restera pendant 8 ans. Passionné par son métier et désireux de changer l’école, Freinet profite de ses congés et rencontre d’autres pédagogues (Hambourg en 1922, Montreux en 1923, URSS en 1925). Il collabore à des revues d’avant-garde (« Clarté », « l’École émancipée »), milite sur le plan syndical et politique et participe à de nombreuses œuvres coopératives (« Abeille baroise »).  

1924 : Il introduit une imprimerie dans sa modeste classe rurale et rend compte de ses expériences dans diverses revues.  

1926 : Il entreprend une correspondance interscolaire régulière avec René Daniel et sa classe de St-Philibert-en-Trégunc dans le Finistère, puis lance une “Coopérative d’Entr’aide pédagogique” avec une revue “l’Imprimerie à l’École”, mettant en place un réseau des “Livres de Vie” composés et imprimés par les écoles travaillant à l’imprimerie.  Il épouse Élise Lagier-Bruno, institutrice et artiste (prix Gustave Doré de la gravure en 1927).  

1927 : En août, à l’issue du Congrès syndical de la Fédération de l’Enseignement (CGTU) à Tours, se tient le premier Congrès international de l’Imprimerie à l’École avec la présence de la majorité des 40 premiers adhérents actifs, dont un délégué du Ministère de l’Instruction Publique espagnole. En octobre, sous l’impulsion de Rémy Boyau et d’instituteurs girondins, est fondée la Société “Cinémathèque Coopérative de l’Enseignement laïc” qui assure prêts et vente de films, projecteurs, caméras et envisage la production de films pédagogiques.

1928 : Au second congrès à Paris, les activités de l’imprimerie et de la radio fusionnent avec celles du cinéma au sein de la Société “Coopérative de l’Enseignement Laïc” (C.E.L.) dont la revue est “l’Imprimerie à l’École”. De “l’unité de l’enseignement” aux “méthodes naturelles d’apprentissage”, les adhérents de la CEL approfondissent techniques et méthodes nouvelles, et par souci de matérialisme pédagogique vont éditer les “Enfantines”, les “Fichiers Scolaires Coopératifs”.
Célestin et Élise Freinet sont nommés à Saint-Paul (de Vence) à la rentrée scolaire. 

1932 : En février 1932, Freinet crée une brochure documentaire pour les enfants : la “Bibliothèque de Travail” (B.T.). En octobre 1932, la revue “l’Imprimerie à l’École” devient “l’Éducateur Prolétarien”. La CEL produit un court-métrage engagé “Prix et profits” réalisé par Yves Allégret avec les frères Prévert comme acteurs…

 

1932-1934 : En pleine montée du fascisme et du nazisme en Europe, le Mouvement de l’Imprimerie à l’école et son leader Freinet vont être la cible de violentes attaques de l’extrême droite. Charles Maurras lance une vaste campagne contre Freinet dans « l’Action Française ». À 37 ans, Freinet quitte l’Éducation Nationale !  

1935 : Célestin et Élise Freinet ouvrent une école privée “prolétarienne” avec internat à Vence. Pendant le Front Populaire, Freinet propose un “Front de l’Enfance” que préside Romain Rolland, et s’adresse aux parents pour promouvoir l’éducation populaire. Il lance les Brochures d’Éducation Nouvelle Populaires (BENP).  

1937 : Son école accueille de nombreux enfants victimes de la guerre civile en Espagne. Une école “Célestin Freinet” est ouverte à Barcelone par la Généralité de Catalogne.  

1939-1944 : Pendant la seconde guerre mondiale, les activités du Mouvement Freinet sont interrompues. Freinet est arrêté, interné dans plusieurs camps, puis assigné en résidence dans les Hautes-Alpes. L’école de Vence est fermée et saccagée. Des adhérents de la CEL subiront la déportation et périront (Bourguignon, Torcatis, Boubou, Varenne, Ballon).  

1945 : À la Libération, Freinet anime le Comité Départemental de Libération à Gap et s’occupe d’enfants victimes de la guerre. La CEL redémarre et s’installe à Cannes. “l’Éducateur” reparaît dès 1945 et l’école de Vence peut rouvrir.  

1947 : Le Mouvement Freinet se développe rapidement, s’organisant en 1947 en Institut Coopératif de l’École Moderne (ICEM). Face aux calomnies lancées contre lui par le PCF, Freinet et Élise quittent le Parti en 1948 après 22 ans d’adhésion.  

1949 : C’est la sortie du film “L’École buissonnière” de J.P. Le Chanois, sur un scénario d’Élise Freinet, consacré au Freinet novateur et à l’affaire de Saint-Paul. Ce film populaire sera un succès et aura un énorme retentissement. C’est aussi l’année où paraît le livre “Naissance d’une pédagogie populaire” d’Élise Freinet.  

1950-1954 : Une campagne virulente des staliniens contre Freinet tente sans succès de déstabiliser l’ICEM et la CEL.  

1957 : La FIMEM (Fédération Internationale des Mouvements d’École Moderne) est créée, regroupant les Mouvements de dix pays et consacrant le rayonnement international de la pédagogie Freinet. De nouvelles revues : “Art enfantin” en 1950, “Techniques de vie” en 1959, “l’Éducateur second degré” en 1963, et bien d’autres ... vont voir le jour.

1964 : L’école Freinet est reconnue comme école expérimentale, et ses enseignants pris en charge par le ministère de l’Éducation Nationale. Sa renommée attire de nombreux stagiaires et visiteurs du monde entier, et tous les étés s’y déroulent des rencontres appelées “journées de Vence” avec la participation de personnalités et de chercheurs du monde de l’éducation.  

1966 : L’itinéraire de Freinet se poursuit jusqu’à sa disparition à 70 ans en 1966, sous le signe des méthodes naturelles et du tâtonnement expérimental, mais aussi des combats sur les conditions de travail ( 25 élèves par classe dès 1953 !) la défense de l’enfance et ... de la paix.  

Élise Freinet continuera leur œuvre et assurera la gestion de l’école jusqu’à son décès en 1981. Leur fille Madeleine Bens-Freinet l’assumera jusqu’en 1991, date à laquelle l’école Freinet, rachetée par l’État, devient école publique d’État et fait aujourd’hui partie du patrimoine, avec de sérieuses garanties de reconnaissance de l’œuvre de Célestin et Élise Freinet.

 

1968 : Le Mouvement Freinet continue de poursuivre son chemin, et L’ICEM adopte à pâques 1968 “la Charte de l’École Moderne”.
 

mai 1969 : fondation de l’association  Amis de Freinet

 

1978 : Dynamisé par mai 68, L’ICEM pédagogie Freinet publie les “Perspectives d’Éducation Populaire” (PEP) en 1978.  

1986 : Le contexte économique ne laisse guère de place aux structures coopératives et la CEL doit déposer son bilan, mais redémarre avec la S.A. des PEMF (Publications de l’École Moderne Française).  

1996 : L’UNESCO rend un hommage solennel à Freinet à l’occasion de la célébration de son Centenaire, accueillant 49 délégations d’enfants venus du monde entier et pratiquant la pédagogie Freinet.  

La Commission Européenne, la Présidence de la République et le Ministère de l’Éducation parrainent cette manifestation. 

octobre 2018 : sortie d’un timbre “Célestin et Elise Freinet” (0,95 €)

De nos jours : Les classes coopératives de l’École Moderne fonctionnent toujours avec les techniques de l’expression libre et du journal scolaire, de la correspondance interscolaire et des réseaux, avec l’apport des techniques modernes que sont l’informatique, le minitel, le fax, la vidéo, l’Internet ... Comme à ses origines, un même espoir en la liberté de l’enfant et en l’Homme anime les enseignants de l’ICEM, convaincus que la pédagogie de Freinet, vivante et généreuse, est porteuse d’une éducation populaire synonyme d’espoir et de modernité pour le 21ème siècle.

 

Pays avec des mouvements de l'école moderne / countries with mouvements of the Freinet pedagogy (modern school) / Länder mit Freinet-Bewegungen (Moderne Schule)

La Impremta Freinet a l'escola. Escuela Experimental Freinet, San Andrés Tuxtla, Veracruz México, 2013.

Sergi Bernal - Opera propria

 

Imprimerie Freinet

Journaux scolaires.

P. Simon - site web freinet.fourmies.free.fr

 

La Impremta Freinet a l'escola. Escuela Experimental Freinet, San Andrés Tuxtla, Veracruz México, 2013.

Sergi Bernal - Opera propria

Ideario Pedagógico de Patricio Redondo Moreno, México, Trueba, 1990. Archivo de la Escuela Experimental Freinet de San Andrés de Tuxtla, México

Mprafa75 - Opera propria

 

Première page d'un journal scolaire.

P. Simon - site web freinet.fourmies.free.fr

 Gars - Église Saint-Sauveur - Tombe de Célestin Freinet et d'Elise Freinet dans le cimetière à côté de l'église

MOSSOT - Opera propria

 

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