Il macellaio
di Alina Reyes
«Chi ha detto che la carne è triste? La carne non è triste, è sinistra. Sta alla sinistra della nostra anima, ci cattura quando meno ce lo aspettiamo, ci trasporta su mari densi, ci affonda e ci salva; la carne è la nostra guida, la nostra luce nera e spessa, il pozzo d'attrazione in cui la nostra vita scivola a spirale, risucchiata fino alla vertigine...» Il macellaio è la storia di una giovane donna, corteggiata da un uomo più grande di lei, che non incoraggia, ma nemmeno si ribella al gioco di seduzione orchestrato attraverso i suoni, i colori e gli odori di una macelleria. Uno stile essenziale, fulminante, per un romanzo considerato una pietra miliare della letteratura erotica.
Alina Reyes
Il macellaio
La storia di un macellaio che seduce una sua cliente. La celebrazione della carne e del piacere. Un capolavoro della letteratura erotica.
«E il macellaio che mi parlava di sesso per tutto il giorno
era fatto della stessa carne, ma calda, e di volta in volta molle e
dura; il macellaio aveva i suoi pezzi di prima e di seconda scelta,
esigenti, avidi di bruciare la loro vita, di trasformarsi in polpa. E lo
stesso era delle mie carni, di me che sentivo il fuoco tra le gambe
alle parole del macellaio.» Un macellaio seduce una giovane studentessa,
trascinandola in una morbosa e febbrile avventura erotica. La
celebrazione della carne e dei sensi, in un romanzo considerato un
capolavoro della letteratura erotica.
Quelle coglie di montone, d'altra parte, non potevano non eccitare la mia
fantasia. Non ero mai riuscita a vederle... né mai avevo osato chiederlo. Ma
ricamavo con il pensiero sul pacchetto roseo e panciuto, e sul signore che se
lo portava via in silenzio dopo essere passato, come tutti, dalla mia cassa
(i coglioni erano venduti a un prezzo irrisorio). Quali potevano essere il gusto
e la consistenza di quelle vestigia carnali? Come le preparava? E -
soprattutto - qual era il loro effetto? Io pure tendevo ad attribuire a esse
proprietà eccezionali che non mi stancavo di passare mentalmente in rassegna.
Il mio sesso diventò una superficie erosa da cui grondava il piacere, il mondo scomparve, io non ero nulla più che quella carne viva, da cui ben presto sgorgarono gigantesche cascate, una via l'altra, di continuo, una via l'altra, all'infinito.
Alina Reyes, Il macellaio, 1988
Quelle coglie di montone, d'altra parte, non potevano non eccitare la mia
fantasia. Non ero mai riuscita a vederle... né mai avevo osato chiederlo. Ma
ricamavo con il pensiero sul pacchetto roseo e panciuto, e sul signore che se
lo portava via in silenzio dopo essere passato, come tutti, dalla mia cassa
(i coglioni erano venduti a un prezzo irrisorio). Quali potevano essere il gusto
e la consistenza di quelle vestigia carnali? Come le preparava? E -
soprattutto - qual era il loro effetto? Io pure tendevo ad attribuire a esse
proprietà eccezionali che non mi stancavo di passare mentalmente in rassegna.
Il mio sesso diventò una superficie erosa da cui grondava il piacere, il mondo scomparve, io non ero nulla più che quella carne viva, da cui ben presto sgorgarono gigantesche cascate, una via l'altra, di continuo, una via l'altra, all'infinito.
Alina Reyes, Il macellaio, 1988
Le boucher - Alina Reyes
La chair du boeuf devant moi était bien la même que celle du ruminant dans son pré, sauf que le sang l'avait quittée, le fleuve qui porte et transporte si vite la vie, dont il ne restait ici que quelques gouttes comme des perles sur le papier blanc. Et le boucher qui me parlait de sexe toute la journée était fait de la même chair, mais chaude, et tour à tour molle et dure ; le boucher avait ses bons et ses bas morceaux, exigeants, avides de brûler leur vie, de se transformer en viande. Et de même étaient mes chairs, moi qui sentais le feu prendre entre mes jambes aux paroles du boucher.
"Il riait de me trouver là, nue en pleine nuit dans son lit; et je sentais monter ma peur devant l'acte à accomplir, le corps de l'homme à découvrir. Je voulais aimer, je voulais Daniel, et j'accrochai désespérément ma peau à sa peau, ma chaleur à sa chaleur, et il entra en moi par deux, et par deux fois me fit mal et éjacula."
"Ce que j'aime surtout, c'est bouffer la chatte des petites filles comme
toi. Tu me laisseras faire, dis, tu me laisseras te brouter?
J'écarterai tout doucement tes jolies lèvres roses, d'abord les grandes,
ensuite les petites, j'y mettrai le bout de la langue, et toute la
langue."
"Je parie que dans ta petite culotte tu es déjà mouillée. TU aimes que je te parle, hein? Ca te plairait de jouir rien qu'avec des mots... Il faudrait que je continue tout le temps... Si je te touchais, tu vois, ce serait comme mes paroles... Partout, doucement, avec ma langue..."
La chaleur montait encore. Le boucher était devenu grave et me regardait
au fond des yeux dès qu'il se retournait vers la balance. Chaque fois,
je respirais avec émotion les effluves douceâtres de la viande.
On a beau voir et voir, que sait-on, quand on a le goût du mystère ?
The Butcher and Other Erotica
by
Alina Reyes,
David Watson
"My true love, my dark angel. I would like to tell you I love you, and
that my words should make a hole, a large hole in your body, in the
world, in the dark mass of life. I would want this hole to attach you to
me (I'd pass a strong rope through it like the ones which tie ships in
harbour and which creak horribly in high winds), I would want this hole
to dive into. To swim in your light, in your night of heavy velvet, in
your flashes of silk. If only my words had the force of this love which
makes a hole in my stomach and causes me pain. Strange, impossible
enigma never to be resolved, exclamation mark which will always hold me
upright in danger, standing on my head and racked with overbearing
dizziness." (page 13)
"And I, wanting to die of love like in the old stories, starved myself of food, and each day before the mirror I admired the ever more prominent outine of my ribs, and the pallor which my weakness gave me. I had dizzy spells, my body felt light, I was transparent to the world." (page 23)
"Who could ever understand the world? Its four leafed clovers? Wasn't the world itself monstrous, weren't we its glorious rotting abscesses?" (page 25)
"And I, wanting to die of love like in the old stories, starved myself of food, and each day before the mirror I admired the ever more prominent outine of my ribs, and the pallor which my weakness gave me. I had dizzy spells, my body felt light, I was transparent to the world." (page 23)
"Who could ever understand the world? Its four leafed clovers? Wasn't the world itself monstrous, weren't we its glorious rotting abscesses?" (page 25)
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