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mercoledì 3 agosto 2016

Mario Buda (Savignano sul R, 13 ottobre 1884 - Savignano sul R, 1 giugno 1963) Anarchist

Mario Buda

Mario Buda, conosciuto anche come Mike Boda, (Savignano sul Rubicone, 13 ottobre 1884 - Savignano sul Rubicone, 1 giugno 1963) E' stato un anarchico insurrezionalista, considerato il responsabile dell'attentato che il 16 settembre 1920 fece saltare in aria la sede della banca Morgan & Stanley di New York. A partire degli anni '30 divenne un informatore della polizia segreta fascista (OVRA). 

Biografia

Primi anni ed emigrazione negli USA

Nato in Romagna, a Savignano sul Rubicone, Mario Buda cresce in una regione che all'epoca era un vero e proprio centro nevralgico dell'anarchismo nazionale e internazionale. E' molto probabile quindi che abbia conosciuto sin da ragazzo le idee anarchiche, anche se non risultano notizie riguardo una sua attività  politica  Mario Buda cresce irrequieto, a quindici anni viene arrestato per rapina e poi, poco più avanti, subisce una nuova condanna per schiamazzi notturni. Nel 1904 è chiamato a svolgere il servizio militare, dove probabilmente inizia a prendere confidenza con gli esplosivi e le armi. Congedato, svolge qualche lavoro come apprendista calzolaio, ma non trovando stabilità  economica nel 1907 decide di emigrare negli Stati Uniti. Qui svolge innumerevoli lavori: giardiniere, operaio in una ditta telefonica, muratore, operaio in una fabbrica di cappelli, ecc. Poichè in America vive lunghi periodi di terribile difficoltà  economica, nel 1911 decide di far rientro in Italia. Due anni dopo si reca nuovamente negli Stati Uniti, stabilendosi a Roxbury, appena fuori Boston (Massachusetts), dove lavora come operaio nel settore delle calzature.

Conosce Nicola Sacco durante lo sciopero di Hopedale del 1913 e Bartolomeo Vanzetti 3 anni dopo, a Plymouth. Frequenta il gruppo anarchico dei due italo-americani e contemporaneamente milita anche in quello legato a Luigi Galleani. Nel suo tempo libero, Mario Buda dedica il suo tempo all'organizzazione di tre scuole anarchiche italiane, dove agli immigrati italiani vengono impartiti i rudimenti dell'anarchismo.
Nel 1916 viene arrestato a Boston per aver partecipato a una manifestazione contro l'intervento degli USA alla Prima Guerra Mondiale. Durante il procedimento a suo carico si rifiuta di prestare giuramento sulla Bibbia ed è condannato a cinque mesi di carcere. Per sfuggire alla chiamata dell'esercito dopo l' entrata degli Stati Uniti in guerra, nel 1917 si autoesilia con Sacco e Vanzetti ed altri compagni a Monterrey (Messico), dove s'era formata una vivace comunità  di anarchici italiani. Buda si guadagna da vivere come operaio di una lavanderia, condividendo il suo suo stipendio insieme agli altri membri della comunità .

Attività insurrezionali

Nel 1917 è imputato insieme ad altri dieci anarchici (tra cui l'amico Carlo Valdinoci) per un attentato all'ufficio di polizia di Milwaukee (24 novembre) che aveva provocato la morte di 10 poliziotti e di una civile. L'azione sarebbe stata una rappresaglia anarchica contro l'uccisione di due compagni durante la manifestazione antimilitarista tenutasi a Milwaukee il 9 settembre 1917. Le autorità  però non riusciranno mai a dimostrare la colpevolezza degli accusati, anche perchè molti di questi si trovavano in carcere al momento dell'attentato. Come risposta alla repressione anarchica, in tutto il paese si susseguono gli attentati esplosivi (il 2 giugno 1919 esplodono bombe a Paterson, New York, Boston, Philadelphia, Cleveland, Pittsburgh e Whashington), quantunque la maggior parte non creeranno gravi conseguenze. In questo clima, il 16 ottobre 1918 viene promulgata la New Immigration Act, mediante la quale potevano essere espulsi gli stranieri coinvolti o semplicemente accusati di attività  sovversive. Saranno moltissimi gli anarchici reimpatriati nel paese d'origine a causa di questa legge.
Amico di Sacco e Vanzetti, viene ritenuto loro complice (gli altri due sospettati erano Coacci e Orciani: il primo fu espatriato in Italia il 16 aprile, il secondo uscirà dalle indagini dopo aver presentato un'alibi di ferro) di una delle rapine che poi costeranno la condanna a morte ai due anarchici, ma Buda sparirà  nel nulla, facendo la propria ricomparsa pubblica solo qualche mese dopo.

L'attentato di Wall Street

L'11 settembre 1920 gli anarchici Sacco e Vanzetti, dei quali Buda è amico e compagno di attività politiche, vengono incriminati per la rapina di South Braintree ed il clima, già  surriscaldato dalla promulgazione delle leggi antianarchiche, letteralmente s'incendia.
Cinque giorni dopo, il 16 settembre, un uomo percorre Wall Street con un carretto trainato da un cavallo e si ferma tra la sede della banca “Morgan & Stanley” e la Borsa valori. A mezzogiorno il carretto, carico di esplosivi, esplode grazie ad un comando a distanza. La banca ed altri edifici vengono letteralmente distrutti. Muoiono 38 persone e altre duecento vengono ferite.
Le autorità  statunitensi rispondono prontamente. L'inchiesta è affidata a William J. Flynn, direttore tra il 1919 e il 1921 del Bureau of Investigation, il precursore del FBI. A proposito di Flynn, il procuratore generale Palmer disse: « Flynn è un cacciatore di anarchici... il più grande esperto di circoli anarchici degli Stati Uniti» 
Viene immediatamente seguita la pista anarchica ed in particolare quella che porta ai seguaci di Luigi Galleani legati al giornale Cronaca Sovversiva. Per Flynn l'attentato era una risposta all'arresto di Sacco e Vanzetti. In particolare le attenzioni si rivolgono proprio su Mario Buda, sulla base alla testimonianza del fabbro ferraio che gli aveva affittato il cavallo poi usato per trainare il carro esplosivo. L'anarchico romagnolo però riuscirà  a far perdere le tracce, fugge da New York e si imbarca verso l'Italia.

Buda informatore e agente provocatore dell'OVRA

Rientrato in Italia, dopo qualche tempo Mario Buda viene arrestato a Savignano con l'accusa di aver partecipato agli scontri tra fascisti e antifascisti del 28 febbraio 1921, durante i quali aveva perso la vita un maresciallo dei carabinieri. Accusato insieme ad altre 15 persone, sarà  poi assolto per insufficienza di prove.
Il 10 agosto 1922, durante la perquisizione della sua casa, viene ritrovato diverso materiale anarchico, soprattutto vengono poste sotto sequestro numerose lettere ricevute da anarchici americani con i quali era rimasto in contatto, tra cui una lettera di Nicola Sacco. Tra il 1925 e il 1927 fa il pendolare a Rimini, dove ha trovato lavoro come calzolaio. Buda non fa mistero della sua amicizia con Sacco e Vanzetti e da Savignano porta avanti come può il sostegno in favore dei due italo-americani che nel frattempo erano stati condannati a morte. Tre giorni prima dell'esecuzione della condanna di Sacco e Vanzetti, Buda viene arrestato ed in seguito condannato a cinque anni di confino da scontare nell'isola di Lipari, dove incontra nuovamente Luigi Galleani e fa la conoscenza di Umberto Tommasini. 
Al confino riceverà  numerose visite da parte di un giornalista americano e di altre persone (tra cui Dante Sacco, figlio di Nicola) che intendono riabilitare la memoria dei due anarchici italo-americani. L'8 luglio 1929, dopo un anno e mezzo di confino a Lipari, viene trasferito nell'isola di Ponza dove rimarrà  sino alla sua liberazione avvenuta il 19 novembre 1932.
Rientra al paese natale dove lo aspetta la madre molto malata, ma la detenzione l'ha profondamente segnato. Probabilmente le sue idee sono venute talmente meno che non solo si allontana da qualsiasi pensiero sovversivo, ma addirittura viene assoldato come informatore dell'OVRA (polizia segreta fascista). Il 14 marzo 1933, tre mesi dopo il rilascio, l'ex-anarchico ottiene il regolare passaporto per l'espatrio e raggiunge la Francia con l'obiettivo di infiltrarsi negli ambienti anarchici italiani. Rimarrà  oltralpe sino al 30 giugno 1933. 
Nel 1934, si unisce in matrimonio con rito religioso insieme a Sara Randi, andando ad abitare nella casa dell'anziana madre. Nel frattempo, i giornali comunisti Bandiera rossa (stampato a Parigi) e L'Unità  e gli ambienti anarchici lo indicano pubblicamente come provocatore al servizio dell'OVRA. Qualcuno, soprattutto tra gli anarchici, avanzerà persino il sospetto che abbia svolto tali servigi anche al confino e persino prima, immediatamente dopo il suo ritorno in Italia. Non esistono prove al riguardo, tuttavia sorgono dubbi perchè a Savignano non ebbe mai reali problemi con i fascisti locali. Inoltre, nella lettera scritta dal confino a Benito Mussolini l'8 gennaio 1931, Buda riporta: «(subito dopo il suo arresto il 20 agosto 1927) ... il questore di Forlì, ad un mio parente che era andato per parlargli in mio favore, disse chiaramente che conosceva bene ciò che avevo fatto durante il mio soggiorno in America».
Nel 1937 viene inviato in Francia con il nome in codice di «Romagna», il suo compito è quello di partecipare ad una riunione insieme ad Umberto Tommasini, Giobbe Giopp e Gino Bibbi che intenderebbero compiere un attentato contro Mussolini. I tre anarchici si fidano di Buda, il quale però informa l'OVRA che così riuscirà  ad arrestare Luigi Tocco e Luigia Battaini, che dovevano procurare il denaro necessario per l'attentato. L'OVRA fingerà  di ricercare Mario Buda per coprire il suo ruolo di informatore, ma eviterà  di arrestare tanto lui quanto Tommasini (altrimenti sarebbe stato chiaro che il confidente era proprio lo pseudo-anarchico savignanese), il quale non sospetterà  mai dell'amico ed anzi continuerà  a corrispondere con lui anche dopo la seconda guerra mondiale.

Ultimi anni di vita

Nel 1942 Buda viene cancellato dall'elenco dei sovversivi e di lui da quel momento le notizie si fanno rarefatte. Si sa che nel 1944 muore la madre e nel 1956 la moglie.. L'anno prima, nel 1955, aveva ricevuto la visita dello storico Paul Avrich, che stava lavorando al libro Anarchist Voices. An Oral History of Anarchism in America e voleva ricostruire con lui tutte le sue vicissitudini personali. Avrich giunse alla conclusione che l'anarchico di Savignano era stato effettivamente il responsabile dell'attentato. 
Mario Buda resterà  a Savignano fino al giorno della sua morte, avvenuta il 1 giugno 1963.



Mario Buda (13 October 1884 – 1 June 1963) was an Italian anarchist, active in the United States from 1917 to 1920. He was a Galleanist, and a Propaganda of the deed anarchist. He is best known as the suspected perpetrator of the Wall Street Bombing, which killed 30 people immediately, and another eight died later of wounds sustained in the blast. There were 143 seriously injured, and the number of injured was in the hundreds.

Early life and career

Buda was born in the city of Savignano sul Rubicone, in the region of Romagna that at the time was a center of anarchism and it is very possible that he became an anarchist in the beginning of his teenage years. He was a restless young man, and at fifteen years of age he was arrested for robbery and then later, faced a conviction for noise pollution in the night. After he was discharged from jail, he began work as an apprentice shoemaker, but finding no economic stability, he decided to emigrate to the United States in 1907. There he was hired to work as a gardener, mason, worker in a telephone company as well as a hat factory, and many other menial jobs. In America he spent many long periods of terrible economic hardship, so in 1911 he decided to return to Italy. Two years later he returned to the United States, settling in Boston (Massachusetts), where he worked as a laborer in the footwear industry.

Life in the United States, and Sacco and Vanzetti meeting

Buda, met Nicola Sacco during the strike of 1913 in Hopedale, and three years later, he met Bartolomeo Vanzetti in Plymouth.[unreliable source?] He began to attend the anarchist group of these two Italian-Americans who were followers of Luigi Galleani, and also devoted his free time to the organization of free Italian anarchist schools, where Italian immigrants were taught the rudiments of anarchism. In 1916 he was arrested in Boston, for taking part in a demonstration against the US intervention in World War I. During the proceedings against him, he refused to take the oath on the Bible, and was sentenced to five months in prison. In 1917, to escape the call of the army after the US entry into the war, he went with Sacco and Vanzetti and others to Monterrey (Mexico), which at this time had a vibrant community of Italian anarchists. During this time, Buda made a living as a laborer in a laundry room, sharing his salary with the other members of the community.

Activities

In 1916, the Preparedness Day Bombing in San Francisco resulted in 50 persons being killed and wounded; Buda's participation could be neither proved nor disproved. In 1917, Buda met with ten other anarchists (including his friend Carlo Valdinoci) to attack a police station in Milwaukee (24 November), which caused the death of 10 policemen and one civilian. This action was in retaliation for the killing of two anarchists during the anti-military rally held in Milwaukee on 9 September 1917.[not in citation given] The authorities, however, were never able to prove the guilt of the accused, because many of them were in prison at time of the bombing. As a response to the repression, anarchist bombings followed across the country (on 2 June 1919, bombs were set off in Paterson, New Jersey, Boston, Philadelphia, Cleveland, Pittsburgh and Washington, D.C.), although most did not create serious consequences. In this climate, the New Immigration Act was promulgated on 16 October 1918, by which foreigners who were involved or simply accused of subversive activities could be expelled. Many anarchists[clarification needed] were repatriated to their countries of origin because of this law.

Wall Street bombing

On 11 September 1920 the anarchists Sacco and Vanzetti, Buda's friends and companions, were charged with robbery and murder in South Braintree, and the climate, already simmering from the promulgation of anti-anarchist laws and the deportation of Luigi Galleani, literally got over-heated. Five days later, on 16 September, at noon a man traveled to Wall Street with a horse-drawn cart, and stopped between the headquarters of the J.P.Morgan Bank and the Stock exchange. At noon the cart, loaded with 100 pounds of dynamite and 500 pounds of cast-iron sash weights, exploded through a remote control device. The bank and other buildings were severely damaged but remained intact. 38 people died and another two hundred were injured. The US authorities responded promptly. The investigation was headed by William J. Flynn, director between 1919 and 1921 of the Bureau of Investigation, the forerunner of the Federal Bureau of Investigation. About Flynn, Attorney General Palmer said, "Flynn is a hunter of anarchists ... the greatest expert in anarchist circles of the United States". Flynn claimed that the attack was a response to the arrest of Sacco and Vanzetti. Flynn immediately began to track the anarchists and showed particular interest in the followers of Luigi Galleani's related Subversive Chronicle newspaper. In particular, attention was turning to Mario Buda, based on the testimony of a blacksmith who had rented the horse which was used to pull the explosive wagon. Buda, however, was able to avoid detection and left New York to embark on a trip back to his old home in Italy.

Activity in Italy

After some time back in Italy, Buda was arrested in Savignano, being charged with having participated in the clashes between fascists and Anti-fascists on 28 February 1921, during which he had supposedly killed a police sergeant. Accused along with 15 other people, all were acquitted due to lack of evidence. On 10 August 1922, during a search of his home, police found numerous letters, which he had received from American anarchists with whom he had kept in touch, including a letter written by Nicola Sacco. Between 1925 and 1927 he commuted to Rimini , where he found work as a shoemaker. Buda made no secret of his friendship with Sacco and Vanzetti, who in the meantime had been sentenced to death . Three days before the execution of Sacco and Vanzetti on 23 August 1927, Buda was arrested and later sentenced to five years of confinement to be served in the island of Lipari, where he again met Luigi Galleani as well as Umberto Tommasini. In 1932 he was moved to Ponza and shortly after he was set free. He moved for two months to Switzerland, after which he returned to his home in Savignano. The Communist newspaper of France claimed that Mario Buda was an espionage agent of Benito Mussolini's secret police and that he had come to France to betray other anarchists to the authorities. This was never proven because after his return to Savignano, he never left, and continued his trade working in the production and sale of shoes.

Death

In 1955, Mario Buda allegedly admitted to his nephew that he had built and detonated the Wall Street bomb. He had even remained at the scene after the explosion, but was neither interviewed nor arrested. He fled to his native Italy, where he remained under the pseudonym Mike Boda until his death. He was never brought to trial for his admitted crimes, which also included the detonation of a bomb in Milwaukee which killed 9 police officers in 1917. The Wall Street bombing case was never officially closed.[unreliable source]

Mario Buda era membro dei gruppi galleanisti che pubblicavano il giornale Cronaca Sovversiva

Wall Street Bombing 1920-Federal Hall is at the right.
Unknown - http://en.wikipedia.org/wiki/Image:Wallstreetbmb.jpg
 
 The 16 September Wall Street bomb killed 38 people, the city's worst disaster since the 1911 Triangle Shirtwaist Factory fire.
 

 

Rubata la lapide di Mario Buda

La settimana scorsa, Marco Marconi, in visita ai propri defunti, si è accorto che era stata rubata la lapide con la foto del suo prozio Mario Buda dal cimitero di Savignano sul Rubicone.
Il fatto non avrebbe avuto nessuna rilevanza, ma il ricordo di Mario Buda “Mike Buda” è ancora vivo per l’attentato a Wall Street datato 16 settembre 1920; attentato che gli fu imputato anche perché amico di Sacco e Vanzetti.
Tale attentato scatenò una durissima repressione contro gli anarchici. L’ FBI, tuttavia, non riuscì mai a trovare prove su di lui ne su nessun altro.
Nel frattempo Mario era riuscito a espatriare in Messico da dove rientrò in Italia nel 1920. Durante il ventennio fu più volte tradotto al confino per la sua professione di idee anarchiche. Nel 1932 fu liberato, e alcuni dissero che divenne un delatore per conto dell’OVRA.
Mori nel 1963 ad ottant’anni.
Non entro nel merito storico, non ne ho gli strumenti e non servirebbe a niente.
Il miglior ricordo è quello che ne danno i nipoti, che hanno sempre sostenuto che le accuse fossero false:
“Mario aveva un carattere burbero. Affiggeva sempre il giornale Umanità Nova sotto i portici di Via Vendemini a Savignano sul Rubicone. Non aveva paura di nessuno. Lo fermavano per strada, lo provocavano, ma lui non reagiva e proseguiva a testa alta”
Si, ci piace ricordarlo così.
Claudio Mazzolani
da

 

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