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giovedì 4 agosto 2016

Lucusta (Gallia, ... – Roma, 9 gennaio 69) criminal minds

Lucusta


Lucusta, nota anche come Locusta (Gallia, ... – Roma, 9 gennaio 69) , fu una delle prime avvelenatrici seriali della storia. Gli omicidi a lei sicuramente attribuiti oscillano fra cinque e sette, ma il conteggio potrebbe essere più alto.

Biografia

Nata in un luogo imprecisato della Gallia, si trasferì adolescente a Roma. Possedeva un emporio sul colle Palatino, dove vendeva veleni ed elisir di ogni tipo; aveva una buona conoscenza sulla farmacologia ed era molto popolare come avvelenatrice. Era molto richiesta soprattutto dalle classi ricche per sbarazzarsi di parenti o amanti, ma talvolta usò le sue conoscenze anche per diletto personale.
Venne chiamata da Agrippina Minore per uccidere l'Imperatore Claudio, forse avvelenato con un piatto di funghi. Nel 55 fu condannata a morte per questo omicidio, ma Nerone, venutone a conoscenza, mandò un tribuno del pretorio per salvarla dall'esecuzione. In cambio di ciò, le fu ordinato di avvelenare Britannico. Riuscita nel suo obiettivo, ebbe da Nerone il perdono e perfino possedimenti terrieri. Quando scoppiò l'ultima rivolta contro Nerone, fornì del veleno all'imperatore, probabilmente perché lo usasse per suicidarsi.
Sette mesi dopo il suicidio di Nerone, Lucusta fu condannata a morte dall'imperatore Galba, condotta in catene per tutta Roma e giustiziata durante le Agonalia dedicate a Giano. Non si sa di preciso con quale metodo venne giustiziata: la leggenda vuole che sia stata violentata da una giraffa e poi fatta a pezzi da vari animali feroci, ma si ritiene altamente improbabile. Un'altra ipotesi vuole che sia stata strangolata e il suo cadavere dato successivamente alle fiamme.

Retaggi culturali

Una delle prime citazioni di Locusta nella letteratura è nelle Satire di Giovenale, dove si parla di una donna che "alle sue parenti inesperte insegna, meglio di Locusta, come seppellire le spoglie grigie dei mariti tra le chiacchiere della gente".
Alexandre Dumas, ne Il conte di Montecristo, cita Locusta come "uno di quegli orribili e misteriosi fenomeni che ciascun secolo produce" e che la sua esistenza, assieme a quella di Agrippina Minore, costituiva "un'eccezione che provava l'ira del destino per perdere l'Impero romano contaminato da tanti delitti".
Joseph-Noël Sylvestre, Lucusta che sperimenta un veleno su uno schiavo, olio su tela, 1870-1880. 


Locusta (or Lucusta) was a notorious poison mixer in Ancient Rome. She, along with Canidia and Martina, made up the infamous trio of female poisoners in Roman times.
She was born in the ancient province of Gaul. Her early history remains mostly a mystery. According to ancient historians, in AD 54 Locusta was hired by Agrippina the Younger to supply a poisoned dish of mushrooms for the murder of Emperor Claudius. Once the drug was made, the task of administering it was given to Claudius's food-taster Halotus. In 55, she was convicted of poisoning another victim, but Nero rescued her from execution and in return called upon her to supply poison to murder Britannicus.
Her first attempt at poisoning Britannicus proved futile, as the concoction was too weak to kill him. Angry and impatient at Locusta's failure, Nero beat her with his own hands and told her to make a more deadly poison to finish the task. When she succeeded Nero rewarded her with a vast estate and even sent pupils to her. When Nero fled Rome, he acquired poison from Locusta for his own use, but ultimately died by other means. After Nero's suicide, Locusta was condemned to die by the emperor Galba during his brief reign, which ended 15 January AD 69. Along with many other of Nero's "favorites" such as Helius, Patrobius, and Narcissus, she was led in chains through the city, and finally executed.
Locusta's career is described by the ancient historians Tacitus (Annals 12.66 and 13.15), Suetonius (Life of Nero, 33 and 47), and Cassius Dio (61.34 and 63.3). Juvenal also mentions Locusta in Book 1, line 71 of his Satires.
In The Count of Monte Cristo by Alexandre Dumas the poisoner Madame de Villefort is frequently compared to Locusta. Chapter 101 is entitled 'Locusta'.

 
“Mushrooms must be the food of the gods, since Claudius became a god by eating them.” 
-Nero
 






Una delle grandi maestre a Roma ai tempi di Nerone fu Locusta, un personaggio a cavallo tra mito e realta', tra il mondo della magia e la botanica. Per questo motivo, della vera Locusta si sa poco. Vi e' chi sostiene che fosse una strega di origini persiana che trascorse parte della sua vita come schiava al servizio di un medico greco, da cui apprese le sue conoscenze fino a quando diventarono entrambi schiavi a Roma. Altri collocano la sua origine nelle Gallie, probabilmente discendente di una qualche tribu' celtica dove pote' esercitare da druida, nome che ricevevano le sacerdotesse e le maghe tra i Celti.

Locusta aveva, certamente, una vasta cultura, conoscenze in ambito di erbe e persino di medicina, ma non era semplicemente un'altra avvelenatrice, ma l'avvelenatrice di Roma. Commercianti, uomini d'affari, nobili e perfino senatori passavano per la sua casa cercando da un rimedio o un feticcio per l'amore, fino ad una sostanza con la quale ravvivare la passione o con la quale eliminare un nemico. Il fatto che avesse rapporti con Agrippina, e ancora prima con Messalina, indica che ebbe relazioni eccellenti con la nobilta' romana, che sicuramente ottenne grazie alle case di prostituzione, un vero pululare di intrighi e contatti tra le sfere sociali.

La storia non ufficiale ci narra che Locusta era stata imprigionata e aspettava di essere condannata a morte per uno dei suoi assassinii quando Agrippina la salvo' e le diede l'incarico che avrebbe cambiato la sua vita; uccidere Claudio.

Fino alla morte di Claudio, al cui avvelenamento tramite funghi o fichi si suppone che partecipo' attivamente, Locusta era una donna rispettata, temuta e stimata, ma non lavorava per il potere. Quando mori' l'imperatore, fu contrattata esclusivamente da Agrippina, la madre di Nerone, il nuovo Cesare.
Dopo Claudio, il secondo serio incarico a cui dovette far fronte Locusta fu la morte di Britannico.

Secondo gli storici, il primo tentativo falli' e fu torturata per ordine esplicito di Nerone. Fortunatamente per lei, la seconda volta avveleno' accuratamente alcuni dolci e inoltre creo' una bevanda aromatica e speciale.
Secondo Tacito "una pozione aromatica ancora innocua, ma molto calda, venne servita a Britannico dopo essere stata assaggiata.

Quindi, dopo averla rifiutata perche' troppo calda, vi aggiunsero acqua fresca e, con questa, il veleno che ebbe un effetto cosi' rapido che si vide privato contemporaneamente della parola e della vita". Dato che si tratto' di un veleno che non poteva risaltare nell'acqua incolore, sicuramente si trattava del modernamente denominato acido prussico, di cui non conosciamo il nome usato dai romani.


Secondo Tacito i commensali rimasero inorriditi, ma Nerone guardava pazientemente il bambino, come se la situazione non fosse stata grave, disse che il fatto non era nulla di straordinario, in quanto era la conseguenza della grave sofferenza che affligeva il giovane. E' certo che il bambino soffrisse di epilessia, ma questa volta quei movimenti erano dovuti al veleno.


Molto probabilmente l'avvelenatrice, per desiderio esplicito della madre di Nerone, lavoro' gomito a gomito con Andromaco da Creta, medico personale del Cesare, che tra le altre missioni, doveva darle dell'oppio quotidianamente per calmare le sue terribili inquietudini e per favorire la sua necessita' di ispirazione.
Ad Andromaco si attribuisce, non sappiamo se con l'aiuto di Locusta o meno, che era colei che meglio conosceva i veleni e i loro effetti, la creazione della therica magna, anche se cio' che in realta' fece fu migliorare quella inventata dal re Mitridate con qualche variante, quale ricorrere alla carne di vipera invece di usare quella di lucertola. La theriaca di Andromaco conteneva, tra le altre meraviglie, acacia, artemisia, oppio, zafferano, cumino di Marsiglia, finocchio, miele, incenso e carne di vipera.

Secondo Locusta il veleno migliore era quello che uccideva "dal di dentro", quello che a causa della stitichezza che provocavano, gli alimenti gia' digeriti finivano per fermentare all'interno e per favorire quindi la putrefazione , non potendo quindi essere eliminati. L'artemisia veniva usata per regolare le mestruazioni e favorire l'aborto.

Caduto Nerone essendo gia' lontana dall'influenza di sua madre, comparvero numerose persone che testimoniarono contro Locusta fino ad incolparla di 400 morti.

Fu condannata a morte dall'imperatore Galba che,dopo aver ordinato che venisse torturata per giorni,ordino' che venisse giustiziata in una piazza pubblica dopo essere stata violentata da una giraffa ammaestrata e posteriormente squartata e consegnata alle fiere del circo. Questo ci dice Lucio Apuleio. Sicuramente fu torturata e squartata, ma il dettaglio della giraffa solleva un po' di dubbi...

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Nero and Locusta by gemneye
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Nero and Locusta by gemneye

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